fbpx

itenfrdees

Promos Ricerche è un Consorzio senza fini di lucro. SCOPO: La promozione e l’introduzione dell’innovazione in qualsiasi forma e settore. Scopri di più.

News

FONDAZIONE DI COMUNITA’ DEL CENTRO STORICO DI NAPOLI

 

La Fondazione di Com1274091752unità del Centro Storico di Napoli è una delle tre fondazioni di comunità del Mezzogiorno, costituite su impulso e sostegno della Fondazione per il Sud.
Le fondazioni di comunità sono enti non profit espressione della realtà locale che, grazie alla capacità di raccolta delle risorse e il loro impiego a fini sociali sul territorio di riferimento, rappresentano uno straordinario strumento di sussidiarietà. La loro valenza strategica consiste soprattutto nella possibilità di diffondere capillarmente la cultura del “bene comune”, tramite un’azione orientata a obiettivi rilevanti per il territorio e, dunque, più facilmente coinvolgenti per la collettività nella partecipazione alla raccolta delle risorse e nel controllo sulle erogazioni.
La proposta di costituzione della Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli nasce per iniziativa di un Comitato Promotore espressione del territorio nelle sue diverse componenti, a partire dal mondo del volontariato e del terzo settore locale, delle Universita’, delle imprese.
Le caratteristiche distintive risiedono nella pluralità e rappresentatività della propria base sociale, nella tipologia degli interventi a favore della sicurezza ed integrità della persona e, in prospettiva, nella capacità di mobilitare la comunità, al fine di promuovere sul territorio comportamenti condivisi e socialmente responsabili.
La Fondazione per il Sud, che oggi vede Carlo Borgomeo alla presidenza, ha ritenuto che questa formula rappresenti una reale opportunità di sviluppo del territorio ed ha quindi promosso un’azione per stimolare anche nel Mezzogiorno la nascita di iniziative di questa natura. L’Istituto Banco di Napoli – Fondazione, assieme ad una rete di “Amici della Fondazione di Comunità”, si è fatto promotore della realizzazione di questo progetto a Napoli.
Il progetto, man mano che ha preso forma, ha coinvolto Enti ed Istituzioni: l’Università Orientale, il Suor Orsola Benincasa, il Polo delle Scienze Umane e Sociali dell’Università Federico II, l’Accademia Pontaniana, il consorzio Promos Ricerche della CCIAA di Napoli, imprese quali il gruppo Paliotto, la ULN Sim, l’Editoriale Scientifica ed enti del Terzo Settore quali il Centro Servizi per il Volontariato di Napoli, il Comitato Provinciale della Croce Rossa, l’Associazione CdO Campania, il consorzio Proodos, l’associazione Centro Storico – Unesco, il Comitato Giuridico Difesa Ecologica.
Il progetto della Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli si propone di costituire un fondo patrimoniale di 10 milioni di euro in 7 anni. Gli utili generati dalla gestione del fondo patrimoniale, saranno messi a disposizione per il finanziamento di progetti e proposte relative al miglioramento della qualità della vita ed al sostegno di una strategia di sviluppo all’interno dell’area del Centro Storico di Napoli. Sarà in particolare perseguita la finalità di mostrare come l’uso adeguato della tecnologia possa contribuire a rendere veramente sostenibile lo sviluppo rendendolo compatibile con il rispetto di una realtà ambientale fragile e delicata come quella del nostro Centro Storico.
Presidente Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli è il prof. Giannola, presidente dell’Istituto Banco di Napoli -Fondazione.
Il Comitato dei Garanti è formato dal prof. Casavola presidente emerito della Corte Costituzionale, dal prof. De Sanctis rettore dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, dal dott. Giustino presidente del CdA del Banco di Napoli.

Leggi tutto...

Riunione Osservatorio “Napoli Città Sicura”

 

Il Consorzio Promos Rsicurezza sul lavoro 300 oicerche prende parte alla riunione  del 5 luglio dell’Osservatorio “Napoli Città Sicura”.
La discussione verterà sull’ampliamento Protocollo d’Intesa, l’iniziativa “3 giorni per la scuola 13- 14 -15 ottobre 2010?, l’inagurazione “maison inachevèe”, il mandato al Presidente per costituzione Fondazione.
L’Osservatorio sulla sicurezza nei luoghi di lavoro Napoli Città Sicura è nato alla fine del 2008 per dare continuità al lavoro avviato dal Comune con la campagna di comunicazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per l’8 luglio l’Osservatorio “Napoli Città Sicura” ha organizzato il convegno sul tema dello stress da lavoro correlato, di cui si allega brochure.

Leggi tutto...

Consegna Attestati Corso Auditor Salerno

 

Il 6 luglio, il Prcasco guantiesidente della CCIAA di Salerno, Augusto Strianese, ha ospitato, presso la sede camerale, la cerimonia di consegna degli attestati  rilasciati ai trentasei partecipanti al Corso di formazione di “Auditor interni di Sistemi di Gestione della Sicurezza sul lavoro” tenutosi lo scorso maggio presso la stessa sede.
Questa iniziativa conclude un percorso di promozione e di sensibilizzazione delle PMI sui temi della sicurezza sui luoghi di lavoro e della responsabilità sociale avviato alla fine del 2008 con l’organizzazione di concerto tra l’INAIL Campania,  Unioncamere Campania ed il Consorzio Promos Ricerche del Safety Day “Un progetto di Responsabilità Sociale delle Imprese” a Napoli e successivamente ad Avellino e Caserta.
Tale iniziativa, è proseguita anche quest’anno con le CCIAA di Benevento e Salerno, opportunamente rimodulata con l’inserimento di una fase di vera e propria formazione rivolta alle imprese partecipanti.
Il programma, è iniziato come per tutte le Camere della Regione, con un Workshop “Safety Day” di apertura, a cui hanno partecipato professionisti della CON.T.A.R.P. (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) dell’INAIL Campania. Successivamente, tali professionisti sono stati coinvolti anche nella fase formativa, che è stata sviluppata in collaborazione con l’ANGQ – Associazione Nazionale Garanzia della Qualità – ente accreditato per la formazione del personale.
Ai partecipanti al corso, una tre giorni di full immersion sul tema del Safety, sono stati consegnati due distinti attestati rispettivamente: uno dell’INAIL, valido ai fini dell’aggiornamento previsto dalla normativa vigente per RSPP e ASPP ed un secondo dell’ANGQ per “Auditor interno” per aiutare le aziende nella salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori.
Gli attestati sono stati consegnati dalla dott.ssa Donatella Volino, dirigente della Sede INAIL di Salerno e dall’ing. Attilio Montefusco, Direttore Generale del Consorzio Promos Ricerche, ai trentasei partecipanti al corso di cui venti in rappresentanza delle aziende del salernitano: A.S.I.S. Spa, Artes Ingegneria Spa, Ausino Spa, Centro Servizi Ingegneria Srl, Cesaq Srl, ECO.LAB. Service Srl, Edilfer Group Srl,  Huhtamaki Spa, INSUD Srl, BT ENGENEERING, Meridionale Multiservices, MMF Costruzioni Generali Srl, O.M.P.M.  Srl, Omip Srl, Opm Stampi Srl, PRODAL Scarl, Sedab impianti Srl, Selematic Spa, SIC Srl, Vetreria Lamsa Srl, oltre a liberi professionisti in proprio ed in rappresentanza di Enti ed Organismi datoriali: Studio Amante, Studio professionale Milano, Parco Scientifico e Tecnologico Salerno,  Casartigiani Salerno.
A seguito delle richieste presentate da altre imprese regionali, verificata la disponibilità degli Enti promotori, sono state ammesse anche cinque imprese del napoletano quali: AS.M. Scrl., Astaldi Spa, MHI, Thermofrigor Sud Srl, Toledo Scrl, Ramoil e liberi professionisti ed Enti come Ipia “Caselli”, oltre alla Certisalus di Avellino.
Una testimonianza complessiva dell’interesse e del successo, avuto da questa nuova rimodulazione dell’iniziativa realizzata nelle provincie di Benevento e Salerno, è data dai sessanta attestati complessivamente rilasciati, di cui ben cinquantacinque completi essendo riconosciuti a seguito della partecipazione continuativa alle tre giornate di corso.
Va, altresì, evidenziata la quasi totale adesione dei partecipanti a proseguire un percorso formativo di ulteriori due giorni per ottenere il titolo di Auditor Esterno che è attualmente al vaglio delle rispettive Camere di Commercio.
L’obiettivo degli enti promotori è quello di realizzare gruppi di competenze che a livello di aggregazioni territoriali possano contribuire a sviluppare nuove iniziative di coinvolgimento settoriali e/o tematiche e quindi creare ambiti lavorativi più sicuri ed una nuova sostenibilità sulla base di questa puntuale esperienza.
In tale prospettiva, è stato proposto ad INAIL Campania ed Unioncamere Campania di voler sostenere il completamento del programma rimodulato finanziando già dal prossimo autunno, l’organizzazione dell’azione formativa anche nelle altre provincie della Campania, a partire da Napoli, già nel prossimo settembre.

Leggi tutto...

Pizza napoletana STG, ecco le regole

 

 pizzaDall’insertopizza Agrimed di giugno di Attilio Montefusco direttore Consorzio Promos Ricerche e Milena Petriccione.
La pizza napoletana è entrata fra le eccellenze alimentari europee, ottenendo il nuovo marchio di “Specialità Tradizionale Garantita” (Stg), che tutela la provenienza e la ricetta di questa antica specialità culinaria di Napoli, riportata in numerosi documenti storici e testi letterari come una delle più grandi invenzioni della cucina napoletana.
La “Pizza Napoletana” compare tra il 1715 ed il 1725, quando Vincenzo Corrado, cuoco del Principe Emanuele di Francavilla, in un trattato sui cibi più utilizzati a Napoli, dichiara che il pomodoro viene impiegato per condire la pizza e i maccheroni. A ciò si riconduce la comparsa ufficiale della “pizza napoletana”, un disco di pasta condito con il pomodoro, così riportata negli stessi Dizionari della Lingua italiana e nell’Enciclopedia Treccani.
Le prime pizzerie, senza dubbio, sono nate a Napoli e fino a metà del ’900 il prodotto era un’esclusiva di Napoli e delle Pizzerie. Fin dal 1700 erano attive nella città diverse botteghe, denominate “pizzerie”, la cui fama era arrivata sino al re di Napoli, Ferdinando di Borbone, che per provare questo piatto tipico della tradizione napoletana, violò l’etichetta di corte, entrando in una rinomata pizzeria, che da quel momento si trasformò in un locale alla moda, deputato alla esclusiva preparazione della “pizza”.
Le molteplici imitazioni dei prodotti Made in Italy, a cui neanche la pizza si sottrae, non sono soltanto il frutto di varianti culinarie ma, spesso, sfociano nella preoccupante realizzazione e denominazione di un prodotto, che assai poco si riesce a collegare con quanto è stato tramandato nei secoli nella città di Napoli.
La pizza, secondo quanto stabilito dal decreto ministeriale del 18 luglio 2000, è un “prodotto tradizionale” in quanto “le metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni”. Già nel 1998, l’Ente di normazione italiano (Uni), con la norma Uni 10791:98 “Verace pizza napoletana artigianale – Definizione, materie prime, requisiti”, stabilì le peculiarità di questo prodotto alimentare preparato con materie prime ben definite, seguendo uno specifico processo di produzione, costituito da un supporto di pasta lievitata, condito, sostanzialmente, con olio e pomodoro e che comprende due tipi: la “marinara” e la “margherita”, differenti tra loro per qualità e quantità degli ingredienti impiegati per guarnirle.
La normlemento di tradizionalità è la specifica qualità, la sequenza degli ingredienti e la omogeneità della loro distribuzione nella guarnizione, oltre aa descrive le materie prime da impiegare: (farina di grano tenero “tipo 00?, acqua, lievito di birra fresco e sale marino) per la preparazione dell’impasto, definendo i dettagli, i tempi, le temperature di lievitazione e le caratteristiche che l’impasto deve assumere, nonché le modalità di lavorazione del panetto lievitato per ottenere il classico disco con l’ispessimento periferico, il cosiddetto “cornicione”.
Altro significativo elle modalità di cottura, che deve avvenire in una particolare zona del forno, rigorosamente a legna, ad una determinata temperatura e per un certo tempo.
L’ultima parte della norma, esclusivamente di applicazione volontaria, è dedicata ai metodi di analisi e di controllo dei requisiti delle materie prime impiegate.
Dal 4 febbraio 2010, a tutela di questo prodotto, difendendone denominazione ed originalità, c’è il Reg. (Ue) n. 97/2010 della Commissione Europea che reca la registrazione nelle specialità tradizionali garantite della denominazione “Pizza Napoletana Stg“.
Tale marchio potrà essere utilizzato solo da coloro che si atterranno strettamente al disciplinare di produzione, in cui sono indicate le caratteristiche che questo prodotto deve avere.

Leggi tutto...

Consegna Attestati Corso Auditor di Benevento

 

L’ 8 giugno scorso, sono stati conssafetiegnati gli attestati rilasciati ai partecipanti al Corso di formazione di Auditor interni di Sistemi di Gestione della Sicurezza sul lavoro tenutosi presso la CCIAA di  Benevento nel marzo scorso.
Il corso, conclude nella provincia di Benevento un iniziativa itinerante che il Consorzio Promos Ricerche ha sviluppato in diretta collaborazione e con il sostegno della  direzione generale dell’INAIL Campania e di UNIONCAMERE Campania,ma rappresenta la penultima tappa di un progetto realizzato presso tutte le CCIAA della regione.
Lo scopo dei corsi è di diffondere un sistema etico nelle imprese, ma anche di dare alle stesse le informazioni di cui necessitano per poter implementare i sistemi di gestione della sicurezza e promuovere lo sviluppo della qualità di servizi e produzioni.
Il progetto realizzato a Benevento è iniziato con un Workshop di apertura tenuto presso la sede Camerale, lo scorso 17 marzo, con la partecipazione dei professionisti della CON.T.A.R.P. dell’ INAIL, successivamente coinvolti, anche nella fase formativa che è stata sviluppata con l’ANGQ -Associazione Nazionale Garanzia della Qualità – ente accreditato per la formazione del personale.
Ai partecipanti al corso, una tre giorni di full immersion sul tema del Safety, svoltasi  alla CCIAA di Benevento, lo scorso marzo, sono stati consegnati due attestati rispettivamente: quello dell’INAIL valido ai fini dell’aggiornamento previsto dalla normativa vigente per RSPP e ASPP e quello dell’ ANGQ per auditor interno per aiutare le aziende nella salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori.
Gli attestati sono stati consegnati da Anna Villanova responsabile INAIL Benevento e Attilio Montefusco direttore del consorzio Promos Ricerche ai ventisette partecipanti venuti in rappresentanza delle aziende del beneventano tra cui: ARCHEOS srl, CO.IM.E.V. srl, I.S.P.A. srl, IMPRESA EDILE STRAD.U.RUSSO, INNOVA srl, LAER srl, POST SRL, RUMMO SPA, SEFIM Soc. Cooperativa, SEIEFFE srl, SIA S.P.A., STREGA ALBERTI S.P.A.,EUROTECH srl, For.M.&S srl, SOLUZIONI PROFESSIONALI sas, oltre a liberi professionisti pervenuti in rappresentanza di enti ed organi datoriali quali CASARTIGIANI ed ASI.
Una testimonianza dell’interesse e del successo è data dai ventiquattro attestati completi riconosciuti a seguito della partecipazione continuativa alle tre giornate di corso e dalle richieste pervenute dai partecipanti di proseguire il percorso formativo di ulteriori due giorni per ottenere il titolo di Auditor Esterno.
Lo stesso incontro avverrà nella prima decade di luglio prossimo anche a Salerno.

Leggi tutto...

Più sicurezza anche per le valvole delle bombole a gas

Valvole GASDi recente pubblicazione la norma UNI EN ISO 22434 Bombole trasportabili per gas - Ispezione e manutenzione delle valvole per bombole specifica i requisiti per l’ispezione e la manutenzione delle valvole per bombole, incluse le valvole con riduttori di pressione integrati cioè le valvole VIPR (ISO 22435 - valvole con regolatore di pressione integrato).
Citando lo scopo della UNI EN ISO 22434: “La norma può essere applicata in qualsiasi occasione (per esempio nel caso dei controlli periodici prescritti per le bombole, i pacchi bombola e i serbatoi trasportati o nel caso di cambiamento del gas contenuto (ISO 11621)) e non necessariamente durante i controlli abituali eseguiti al momento del riempimento.”
Nella sua parte iniziale vengono elencati i termini e le definizioni caratteristici dell’argomento tra i quali dovrebbero risaltare:

  • minor repair – intervento semplice: operazione di pulizia e/o sostituzione di componenti non direttamente a contatto con il gas (volantini, cartucce residuali intercettate, riduttori di flusso, sigilli ecc.);
  • major repair – intervento complesso: operazione di sostituzione di componenti ed accessori a diretto contatto con il gas (in pressione nel caso la bombola non sia vuota) ma che non richiede lo smontaggio della valvola dalla bombola (come valvole di sicurezza, manometri, flussometri ecc.);
  • refurbishment – rimessa a nuovo: operazione che implica lo smontaggio della valvola dalla bombola o serbatoio, il controllo dei suoi componenti interni, il rimontaggio e l’installazione per rimettere la valvola in condizione di poter proseguire il servizio.

Più che i requisiti vengono descritte le attività di ispezione e di intervento da intraprendere quando si ritiene che la valvola abbia bisogno di una controllata. Sono previste due possibilità: scartare la valvola o procedere con la procedura descritta.

Continua su U&C n. 1 di Gen. 2012

Leggi tutto...

Libri e documenti cartacei che non invecchiano

 

libri

Finalmente anche in Italia è possibile per gli operatori del settore - produttori, gestori e fruitori finali - avvalersi di un buon range di strumenti normativi idonei a indicare le caratteristiche ottimali e i requisiti fisici di base per la realizzazione di manufatti - le rilegature cartacee di libri o documenti - indispensabili alla conservazione e trasmissione futura del patrimonio documentario.
Alla UNI ISO 14416:2011 potranno rivolgersi con buona sicurezza bibliotecari, archivisti, legatori e restauratori, perché offre parametri certi di raffronto. La norma si applica a materiali documentari destinati per loro natura e finalità sia all’utilizzo pubblico - usurante - che ad una conservazione prolungata nel tempo. Le procedure tecniche qui descritte non sono invece da applicarsi a quegli oggetti che il gestore ritenga “di elevato valore storico e artistico”: per essi si rendono infatti necessarie metodiche specialistiche, con l’impiego di materiali, tecniche e professionalità non ricompresi nel dettato di questa norma.

Continua su U&C n.1 di Gen. 2012

Leggi tutto...

Seminario Marcatura CE

 

Alla Camera di Commceercio di Napoli, in via S. Aspreno 2, il 23 giugno si terrà un seminario sulla “Marcatura CE e commercializzazione dei prodotti nuove politiche dell’Unione Europea“.
Il seminario si terrà nella sala Brun dalle ore 9.30 di mercoledì 23 giugno.
Interverranno: Santo Vittorio Romano Direttore Unioncamere Campania,  Attilio Montefusco Direttore Consorzio Promos Ricerche, Raffaele D’Angelo Coordinatore CON.T.A.R.P. Direzione Regionale Campania – INAIL – Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione, Massimiliano Faiella – ISPESL – Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro.
Si parlerà di Sicurezza dei cittadini: Accreditamento e sorveglianza del mercato (Reg. CE 765/08) e commercializzazione dei prodotti (Decisione CE 768/08), Sicurezza delle macchine: cosa cambia con l’entrata in vigore della Direttiva 2006/42/CE, recepita a livello nazionale con il Dlgs. 17/2010. Arricchiranno il dibattito testimonianze delle CCIAA campane e testimonianze Aziendali, fino alla discussione sulle novità che potrebbero essere introdotte dalla Commissione UE sulla base della Decisione 768/08.
Al termine dei lavori saranno somministrati questionari.

Leggi tutto...

Nasce in Asia la città ideale

 

Dasostenibilita-urbana--240x154 il sole 24 ore
Dharavi è la più grande baraccopoli indiana. Rifiuti, abitazioni improvvisate, sovrappopolazione. Eppure le vicine discariche di Mumbay (ex Bombay) sono diventate una risorsa. Secondo l’Onu migliaia di persone a Dharavi lavorano in circa 400 unità per il riciclo: scavano tra gli scarti, selezionano i residui, recuperano i materiali. Circa 15mila piccole imprese sono impegnate nella produzione di accessori e giocattoli a partire da plastiche, legno e metalli trovati nelle discariche. La sostenibilità diventa una chiave per lo sviluppo locale in un’area apparentemente priva di risorse.
Ma in India aziende e ricercatori hanno risposto alle esigenze locali e sociali con tecnologie “verdi” ad hoc. Non hanno strutture fognarie 730 milioni di persone: è un’emergenza sanitaria soprattutto nei centri urbani. L’imprenditore Bindeshwar Pathak ha inventato le «Sulabh toilet»: bagni pubblici che recuperano le evacuazioni umane. Batteri metanigeni trasformano i liquami in biogas, mentre le urine raccolte, ricche di fosfati, diventano fertilizzante per i terreni. Finora Pathak ha costruito 160 impianti per la produzione di gas dai rifiuti delle toilette. A Dacca (Bangladesh) un’organizzazione non profit, Ashoka, ha lanciato il programma «Waste concern»: gli addetti alla raccolta nelle discariche ricevono uno stipendio per portare materiali utili nei centri di riciclaggio. In cinque anni hanno trasformato 125mila tonnellate di scarti in fertilizzante.
Dal 2030 il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle città, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. E oggi un miliardo di persone abita in baraccopoli o favelas. È il mercato di chi vive «alla base della piramide»: secondo la Banca Mondiale vale 5mila miliardi di dollari. Le frontiere di ricerca imprenditoriale, l’attenzione per l’ecologia e le prospettive di pianificazione urbana si intrecciano a partire dai bisogni del territorio. «Nonostante la sofisticazione del just-in-time e l’efficienza delle catene di approvvigionamento, solo il 10% degli input materiali mobilitati dalla società industriale viene condensato nei prodotti che consumiamo. Il restante 90% è sprecato, finisce in discarica o in mare», osserva Gunter Pauli, direttore dello Zeri Institute, un centro di ricerca impegnato in progetti a basso impatto ambientale. L’obiettivo di Pauli è minimizzare la generazione di scarti modificando gli ecosistemi produttivi: come nelle baraccopoli, i rifiuti diventano input al l’interno di una filiera integrata che li valorizza. In che modo? A partire dal design sistemico: «Bisogna ispirarsi all’ambiente: qualsiasi cosa funzioni bene in natura è sostenibile. Occorre utilizzare materiali localmente disponibili e cercare connessioni alternative esplorando le caratteristiche biochimiche».
Una trasformazione sistemica che supera i confini dei paesi in via di sviluppo e che coinvolge tutte le città. Partendo comunque necessariamente da un approccio integrato che, come sottolinea questo rapporto, deve affrontare tutti gli aspetti della convivenza urbana, dalla mobilità all’energia, dai servizi all’alimentazione e ai rifiuti [...].

Leggi tutto...

Un percorso per la competitività

 

compet: Un percorso per la competitività. Grande l’impegno profuso dalle Istituzioni europee per l’attestazione della Rsi. Di Attilio Montefusco, direttore Consorzio Promos Ricerche e Lucia Briamonte, ricercatrice Inea – Istituto Nazionale di Economia Agraria.
Che la responsabilità sociale d’impresa, (Rsi o Corporate Social Responsibility, Csr) costituisca “la strada maestra” per la competitività delle imprese è ormai opinione diffusa. A questo hanno contribuito sia lo sforzo iniziale delle Istituzioni europee, sia una letteratura economica sempre più estesa quantitativamente e qualitativamente; l’ultima tendenza è l’evoluzione naturale da Responsabilità Sociale d’Impresa a Responsabilità Sociale d’Organizzazione, come riportato nel D.lgs. 81/08 come ” l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle aziende e organizzazioni nelle loro attività commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate” estendendo, così l’area d’interesse a qualsivoglia sistema socio-economico.
L’impresa socialmente responsabile si manifesta attraverso comportamenti improntati al rispetto dell’ambiente e dei lavoratori, offrendo un contesto lavorativo più sicuro e motivante, assicurando una riduzione dei rischi aziendali e garantendo un elevato standard qualitativo dei propri processi e prodotti.
La RSI nell’Agricoltura
Quello della responsabilità sociale d’impresa (Rsi) è un tema che, negli ultimi anni, ha interessato in modo crescente il sistema agroalimentare.
Da sempre, quest’ultimo manifesta una vocazione naturale e un elevato grado di sensibilità rispetto alle tematiche della salute, sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e del territorio.
Nello stesso tempo, i consumatori iniziano a richiedere maggiori informazioni sul prodotto, sviluppando una crescente sensibilità verso produzioni socialmente responsabili, sostenibili sotto il profilo ambientale, ma soprattutto caratterizzate da livelli crescenti di sicurezza e salubrità. Questa nuova attitudine da parte dei consumatori ha portato al riconoscimento del valore della tipicità delle produzioni e alla conseguente tutela delle produzioni locali e del territorio.
In breve, i temi della responsabilità sociale costituiscono un’opportunità di crescita aziendale, che alcune imprese nel settore agroalimentare hanno cercato di cogliere rispondendo alla crescente domanda dei consumatori e adottando, nell’ambito delle proprie strategie e attività, pratiche di responsabilità sociale. La RSI consente all’impresa agroalimentare di differenziare il proprio prodotto attraverso l’acquisizione di caratteristiche distintive riconosciute e richieste dal consumatore, sebbene le buone pratiche in questo senso presentino talvolta difficoltà di implementazione.
Nonostante ciò, l’adozione di pratiche socialmente responsabili non appare ancora consolidata nell’ambito di una visione strutturale e strategica nell’azione dell’impresa agroindustriale. Tale comportamento, infatti, incontra difficoltà da ricondursi prevalentamente alla struttura produttiva del settore, composta in prevalenza da imprese di piccola e media dimensione.
Seppure la responsabilità sociale costituisca un tema importante, l’adozione di comportamenti socialmente responsabili sembra dipendere ancora da dimensioni soggettive, dalle sensibilità e dalle esperienze individuali dei singoli imprenditori. In altri termini, il sistema agroalimentare italiano offre esempi di eccellenza sia tra le grandi che le tra piccole imprese, ma la RSI non risulta essere adottata su scala ampia o in modo pienamente consapevole da tutte.
Inoltre, alcuni degli strumenti tradizionali che si inseriscono in un processo di responsabilità sociale, quali il bilancio sociale, il bilancio ambientale e il bilancio di sostenibilità, sono maggiormente indicati per realtà imprenditoriali di maggiori dimensioni e non tengono conto delle specificità del settore agroalimentare.
Viceversa per le piccole e medie imprese un approccio più realistico può essere orientato all’attivazione di sistemi gestionali proiettati a superare il mero rispetto delle leggi, delle prescrizioni minime e degli obblighi giuridici, al fine di dare una più esaustiva risposta alle esigenze dei vari “stakeholder” (portatori di interesse nei confronti delle imprese) utilizzando gli strumenti normativi disponibili:
- Sa 8000, standard di certificazione riguardante: lavoro infantile, salute e sicurezza sul lavoro, libertà di associazione e rappresentanza sindacale, oltre a salvaguardare tutti i diritti dei lavoratori.
- Iso 26000, linea guida che integra un comportamento socialmente responsabile nelle strategie, nei sistemi, nelle pratiche e nei processi di un organizzazione.
- Uni En Iso 9001, Sistema di Gestione della Qualità, che dimostra la capacità di un Organizzazione di fornire prodotti e servizi conformi a determinati standard e finalizzato ad accrescere la soddisfazione del cliente.
- Uni En Iso 14001, Sistema di Gestione Ambientale, in grado di dimostrare l’impegno nel minimizzare l’impatto ambientale dei processi, prodotti e servizi, attestandone l’affidabilità.
- BS OHSAS 18001, Sistema di Gestione Salute e Sicurezza, per rispondere alle normative vigenti ed aiutare le aziende a formulare politiche di prevenzione e salvaguardia della Salute dei Lavoratori;
- Iso 22000 Sistemi di Gestione della Sicurezza nel settore agroalimentare, che consente a tutte le aziende coinvolte nella filiera di identificare i rischi cui sono esposte e di gestirli in modo efficace. La certificazione secondo tale norma fornisce efficaci strumenti per comunicare con gli stakeholder; si tratta di un elemento particolarmente importante per dimostrare l’impegno di un’azienda nei confronti della sicurezza alimentare nel pieno rispetto dei requisiti di Corporate Governance, Responsabilità Sociale d’Impresa e Bilancio di Sostenibilità.
Il percorso dell’INEA
In tale contesto, l’Inea ha portato avanti, sin dal 2005, alcuni progetti finalizzati allo studio della responsabilità sociale e alla sua diffusione nel sistema agroalimentare. Il raggiungimento dei traguardi fissati dall’Inea ha permesso di creare una solida piattaforma conoscitiva sulla responsabilità sociale nel sistema agroalimentare. Gli studi condotti hanno portato all’elaborazione di tre volumi sulla Rsi nel settore agricolo e agroindustriale, nonché un modello di percorso di responsabilità sociale in grado di cogliere le specificità del sistema e della dimensione delle singole imprese.
Le specificità del settore, allo sviluppo nella prima fase dell’attività, alla messa a punto da parte dell’Inea, di un insieme articolato di strumenti a favore delle imprese e degli operatori del settore:
- le Linee Guida “Promuovere la responsabilità sociale delle imprese agricole e agroalimentari”;
- i casi studio “Le esperienze italiane sulla responsabilità sociale”;
- il volume “La responsabilità sociale per le imprese del settore agricolo e agroalimentare”;
- un sito internet dedicato (www.agres.inea.it);
- un’attività di divulgazione a livello nazionale e internazionale.
In particolare, l’attività svolta ha portato alla realizzazione delle linee guida di settore a favore delle imprese e degli operatori del settore, con lo scopo di favorire l’adozione di procedure socialmente responsabili per le imprese del sistema agroalimentare. L’elaborazione delle linee guida ha tenuto conto della complessità del sistema agroalimentare e, in particolare, della pluralità degli ambiti di intervento, della tipologia produttiva, delle differenti classi dimensionali delle imprese (micro, piccola, media e grande) e dei diversi gradi di concentrazione (cooperative, consorzi, associazioni, ecc.). Le specificità del sistema agroalimentare sono attualmente oggetto di ulteriore analisi con riferimento a tre temi nodali: i rapporti di filiera, il consumo responsabile e i metodi di produzione sostenibile.
Il Consorzio Promos
La Camera di Commercio IAA di Napoli, impegnata a promuovere il potenziamento della struttura imprenditoriale locale, ha aderito al progetto CSR di Unioncamere dal 2005, attuando un progetto di sensibilizzazione delle PMI con l’attivazione di un servizio di informazione e di assistenza per la promozione della Rs per dare alle imprese ulteriori opportunità di sviluppo. La realizzazione e attivazione dello sportello è stata affidata al Consorzio Promos Ricerche, che in collaborazione con gli Enti Normatori UNI e CEI, sta sviluppando un puntuale servizio informativo.
Partenariati
Alla luce di tali considerazioni e dell’impegno del Consorzio Promos Ricerche nell’attività di sensibilizzazione e assistenza alle imprese sul territorio, diviene naturale e concreta la volontà di promuovere in maniera più strutturata la diffusione della cultura della responsabilità sociale nel sistema agroalimentare campano. In particolare, questa volontà si traduce nella formulazione di due obiettivi generali:
1.dotare le imprese campane dei requisiti di “qualità” del prodotto e, di conseguenza, di un vantaggio competitivo;
2.effettuare degli studi che consentano di individuare le tendenze evolutive del settore, le specificità di filiera dei comparti più significativi per l’economia campana e le possibili difficoltà nella diffusione delle buone pratiche di RSI.
In questo senso, gli obiettivi appena formulati saranno facilmente raggiungibili attraverso un partenariato che vede: l’INEA provvedere a un’attività di accompagnamento delle imprese del settore nella comprensione e nell’applicazione di metodologie e strumenti della RSI adatti alla propria realtà produttiva attraverso l’applicazione delle sue linee guida e il Consorzio Promos Ricerche mettere a disposizione la sua conoscenza inerente all’implementazione di Sistemi di Gestione delle imprese del territorio regionale acquisita attraverso il lavoro svolto in questi anni.
Questo connubio, infatti, va visto come una buona opportunità per trasferire alle imprese del tessuto locale concetti e metodologie orientate a un percorso che porti a una crescente attenzione per gli aspetti salutistici, sociali ed ecocompatibili delle produzioni agricole.

 

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS