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Ismea, 100 milioni per gli investimenti nell'agroalimentare

Ismea, 100 milioni per gli investimenti nell'agroalimentare

Fino al 20 maggio 2019 sarà possibile presentare progetti a valere sul nuovo bando a sportello di Ismea per il finanziamento di investimenti in ambito agroalimentare.
L'obiettivo dell'intervento è quello di rafforzare la competitività del settore favorendo la modernizzazione delle imprese attraverso l'innovazione tecnologica, lo sviluppo e la creazione di nuove strutture produttive, l'internazionalizzazione e la crescita delle esportazioni con lo sviluppo di piattaforme logistiche e distributive.
I finanziamenti potranno essere richiesti da società di capitali, anche in forma cooperativa, che operano nella produzione, nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e alimentari, nella distribuzione e nella logistica, per progetti di investimento compresi tra i 2 e i 20 milioni di euro - presentati sulla base dei criteri, delle modalità e delle procedure definiti dal dm 12 ottobre 2017 del Mipaaf - che potranno usufruire di finanziamenti a tasso agevolato (pari al 30% del tasso di mercato).

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Chiarimenti Imsea

mb

Fonte ISMEA

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Aziende agricole e agroalimentari, dalla Regione Campania 34 milioni

Aziende agricole e agroalimentari, dalla Regione Campania 34 milioni

Con la pubblicazione sul BURC dell’avviso “Trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli nelle aziende agroindustriali” (PSR, misura 4.2.1), la Regione Campania mette a disposizione altri 34 milioni di euro per sostenere il settore dell’agroindustria e migliorarne tutti gli aspetti della filiera produttiva che riguardano l’efficientamento energetico e la salvaguardia dell’ambiente nelle principali filiere produttive regionali: ortofrutticola, florovivaistica, vitivinicola, olivicolo olearia, cerealicola, carne, lattiero casearia, piante medicinali e officinali.

Nello specifico, si punta ad incentivare investimenti finalizzati:

  • alla costruzione, all’ampliamento o al miglioramento di beni immobili destinati alla attività di lavorazione, trasformazione,
  • alla commercializzazione dei prodotti agricoli;
  • all’acquisto di impianti, macchine ed attrezzature nuove di fabbrica necessarie al ciclo produttivo;
  • al miglioramento dell’efficienza energetica e alla produzione di energia da fonti rinnovabili esclusivamente come parte integrante dell’investimento in un nuovo impianto di trasformazione dei prodotti agricoli per soddisfare il fabbisogno energetico dell’impianto stesso;
  • all’acquisto di programmi informatici, brevetti, diritti d’autore e licenze.

Il tetto massimo di spesa ammesso per ogni intervento è fissato in 4 milioni di euro. Il termine di scadenza delle domande è fissato per le per le ore 16.00 del 5 novembre 2018.

AdA

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Innovazione tecnologica, dalla Regione 45 milioni per le imprese campane

Innovazione tecnologica, dalla Regione 45 milioni per le imprese campane

È stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 36 del 21 maggio 2018 l’avviso pubblico per il sostegno alle imprese campane nell’ambito delle aree di specializzazione coerenti con la Ris3 Strategia di Specializzazione Intelligente – (aerospazio, beni culturali, turismo, edilizia sostenibile, biotecnologie, salute dell’uomo, agroalimentare, energia e ambiente, materiali avanzati e nanotecnologie, trasporti di superficie, logistica).

In particolare, con l’avviso la Regione intende finanziare le seguenti attività di innovazione tecnologica:

  • Fase 1 Studi preliminari per micro e piccole e medie imprese per esplorare la fattibilità tecnica ed economica, la difendibilità intellettuale ed il potenziale commerciale di idee innovative;
  • Fase 2 Progetti di trasferimento tecnologico e di prima industrializzazione per le imprese innovative e ad alto potenziale.

Le risorse disponibili ammontano complessivamente a 45 milioni di euro di fondi Fesr 2014-2020 (5 milioni per la fase 1 e 40 milioni per la fase 2).

Con questo bando la Regione intende stimolare la partecipazione qualificata delle imprese campane a progetti per la ricerca e l’innovazione, con l’obiettivo di valorizzare quelli di qualità e di aumentare la competitività del nostro sistema industriale e produttivo, attraverso il trasferimento sul mercato dei risultati della ricerca.

I progetti devono essere realizzati nell’ambito di proprie unità locali situate in Campania e prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a 50mila euro e non superiori a 120mila euro per la fase 1, e non inferiori a 500mila euro e non superiori a 2 milioni di euro per la fase 2.

Le domande di agevolazione potranno essere presentate a mezzo Pec, all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. a partire dalle ore 12 del 45° giorno dalla pubblicazione dell’avviso nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. La procedura di selezione delle domande è a “sportello valutativo” e durerà di regola 30 giorni dal termine di presentazione delle stesse.

AdA

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Conservazione in atmosfera controllata. Allo studio una nuova norma

Conservazione in atmosfera controllata. Allo studio una nuova norma

Allo studio una nuova norma su “Frutta e ortaggi - Conservazione in atmosfera controllata - Requisiti tecnici” che definirà i requisiti per la progettazione, l'installazione e l'esercizio dei sistemi di conservazione in atmosfera controllata. Si applica a diverse specie vegetali ma non a prodotti conservati in atmosfera modificata o protettiva.
Il progetto, di interesse della Commissione Agroalimentare, si trova nella fase dell’inchiesta preliminare, fase fondamentale per vagliare l’interesse del mercato relativamente a nuovi temi che la normazione tecnica intende sviluppare.
La futura norma, andrà a sostituire la UNI 10193 del 1993 e tiene in considerazione sia i numerosi studi effettuati nel settore della conservazione degli ortofrutticoli freschi sia l'evoluzione tecnologica degli impianti e delle attrezzature, compresi i sistemi di monitoraggio e controllo.
L’aggiornamento interessa sia le diverse componenti della filiera degli ortofrutticoli freschi (produttori agricoli, distributori, consumatori e utenti finali) sia il mercato nazionale e internazionale, poiché la qualità e il valore merceologico e nutrizionale degli ortofrutticoli freschi dipendono dalle condizioni di coltivazione, di raccolta, ma anche di conservazione. Puntando sempre più sulla qualità, tutti i componenti della filiera ortofrutticola devono assicurarsi della corretta conservazione dei prodotti dopo la raccolta.
Da ciò deriva l'opportunità di individuare le caratteristiche tecnologiche di un sistema di impianti e attrezzature in grado di mantenere i più alti livelli possibili di qualità per permettere ai prodotti di concorrere sul mercato nazionale ed estero.
La norma nazionale potrebbe successivamente essere estesa all'area comunitaria europea.
L’inchiesta pubblica preliminare terminerà in data 30 marzo 2018. Sino a quella data sarà possibile inviare eventuali commenti.

mb
Fonte UNI

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Microbiologia della catena alimentare. Pubblicate tre nuove norme

Microbiologia della catena alimentare. Pubblicate tre nuove norme

Per mantenere gli alimenti al riparo da batteri indesiderati è importante mettere a punto metodi di prova e tecniche di laboratorio specifiche che diano la possibilità di preservare i cibi. Questi studi sono approfonditi dalla cosiddetta microbiologia della catena alimentare.
La Commissione Agroalimentare dell’UNI ha provveduto al recepimento, in lingua italiana, di tre norme a tema: EN ISO 10272-1, EN ISO 10272-2 e EN ISO 21528-2..
Il primo documento UNI EN ISO 10272-1:2017 “Microbiologia della catena alimentare - Metodo orizzontale per la ricerca e la conta di Campylobacter spp. - Parte 1: Metodo per la ricerca” specifica un metodo orizzontale per la ricerca mediante arricchimento o inoculazione diretta.
Si applica a:

  • prodotti destinati al consumo umano;
  • prodotti destinati all'alimentazione animale;
  • campioni ambientali prelevati nelle zone di produzione e della movimentazione degli alimenti;
  • campioni provenienti dalla fase di produzione primaria come feci animali, polvere e tamponi.

La seconda norma, UNI EN ISO 10272-2, specifica un metodo orizzontale per la conta di Campylobacter spp. Come per la parte 1 si applica ai medesimi prodotti destinati al consumo umano e all’alimentazione animale compresi i campioni ambientali sopra citati.
Infine, il terzo documento, la UNI EN ISO 21528-2, specifica un metodo per la conta di Enterobacteriaceae. Anche questa norma si applica ai prodotti destinati al consumo umano, ai mangimi per animali, e ai campioni ambientali nel settore della produzione primaria, della produzione alimentare e della manipolazione degli alimenti.

mb

Fonte UNI

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Microbiologia della catena alimentare: analisi  prodotti della pesca

Microbiologia della catena alimentare: analisi prodotti della pesca

Appena pubblicata la norma UNI EN ISO 6887-3:2017Microbiologia della catena alimentare - Preparazione dei campioni di prova, della sospensione iniziale e delle diluizioni decimali per l'analisi microbiologica - Parte 3: Regole specifiche per la preparazione dei pesci e dei prodotti della pesca
Nello specifico la norma spiega le regole per la preparazione dei campioni di pesce e dei prodotti della pesca e le loro sospensioni per l'esame microbiologico quando i campioni richiedono una preparazione differente dal metodo descritto nella UNI EN ISO 6887-1. Quest’ultima definisce le regole generali per la preparazione della sospensione iniziale e delle diluizioni per l’analisi microbiologica.
La UNI EN ISO 6887-3 include procedure speciali per il campionamento di molluschi, tunicati ed echinodermi crudi da aree di produzione primaria ed è applicabile ai seguenti pesci e molluschi crudi, lavorati o congelati e relativi prodotti:

  • Prodotti della pesca, molluschi, tunicati ed echinodermi crudi, inclusi: pesce intero o filetti, con o senza pelle e testa, ed eviscerati; crostacei, interi o sgusciati; cefalopodi; molluschi bivalvi; gasteropodi; tunicati ed echinodermi.
  • Prodotti lavorati, inclusi: pesce affumicato, intero o preparato in filetti, con o senza pelle; crostacei, molluschi, tunicati ed echinodermi cotti o parzialmente cotti, interi o sgusciati; pesce e prodotti multicomponente a base di pesce cotti o parzialmente cotti.
  • Pesce, crostacei, molluschi e altri crudi o congelati cotti, in blocchi o diversamente, inclusi: pesce, filetti e pezzi di pesce; crostacei (per esempio polpa di granchio, gamberetti), molluschi, tunicati ed echinodermi interi e sgusciati.

La norma è di competenza della commissione UNI “Agroalimentare” che si è occupata del suo recepimento in lingua italiana.

mb
Fonte UNI

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Agroalimentare. Pubblicata una norma UNI sul contenuto di olio nei semi oleaginosi

Agroalimentare. Pubblicata una norma UNI sul contenuto di olio nei semi oleaginosi

È stata pubblicata, a cura della commissione Agroalimentare, la norma UNI EN ISO 22630Farina di semi oleaginosi - Determinazione del contenuto di olio” che nell’ambito dei semi oleaginosi si occupa di determinare il contenuto di olio attraverso un metodo di estrazione rapido.
La norma specifica un metodo di estrazione che può essere utilizzato per verificare l'efficienza del processo di estrazione dell'olio per comparazione del contenuto di olio di semi oleaginosi con il contenuto di olio residuo delle corrispondenti farine di estrazione, pellet e torte.
Si applica a farine di semi oleaginosi ottenute da semi oleaginosi mediante espulsione o estrazione con un solvente.
Questo documento sostituisce la EN ISO 734-2:2010. Al suo interno sono richiamate le seguenti norme:

  • ISO 771 Oilseed residues -- Determination of moisture and volatile matter content
  • ISO 5502 Oilseed residues -- Preparation of test samples

La norma, sviluppata dall’ISO/CT 34 Food products in collaborazione con il CEN/TC 307, è disponibile sia in formato elettronico sia in formato cartaceo.


mb


Fonte UNI

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Olio extra vergine di oliva. Progetto di norma della Commissione Agroalimentare

olive-oil-w-olivesLa Commissione Agroalimentare è interessata al progetto di norma UNI1603053 “Olio extra vergine di oliva - Determinazione del contenuto di idrossitirosolo e tirosolo negli oli extravergini di oliva”, di competenza del GL 18 “Oli, grassi animali e vegetali e loro sottoprodotti, semi e frutti oleaginosi”.
Il beneficio che si attende dalla futura norma riguarda la dichiarazione nutrizionale degli oli. Il contenuto in idrossitirosolo e tirosolo totali determinati con il metodo proposto è basato sull’idrolisi completa delle forme naturali peculiari dell’olio extra vergine di oliva “esteri secoiridoidi derivanti dall’oleuropeina e dal ligstroside” che contengono i due alcoli e sul loro dosaggio mediante l’utilizzo di calibrazione esterna.
L’esigenza di poter disporre di un metodo validato e normalizzato da utilizzare anche per la dichiarazione in etichettatura del contenuto in idrossitirosolo e tirosolo totali negli oli extra vergini di oliva è nata a seguito all'opinione scientifica dell’EFSA riguardante le proprietà nutrizionali dei polifenoli e al successivo Reg. UE 432/2012.
In ogni caso il metodo messo a punto rappresenta un nuovo strumento analitico nell’ambito della normativa nazionale.

mb

Fonte UNI

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Nasce l'Associazione “Terra Flegrea” per la difesa ed il rilancio dell'agricoltura di qualità e della tradizione dei Campi Flegrei

terra flegreaE' nata “Terra Flegrea”, un'associazione senza fine di lucro, che accomuna l’intento di persone e di aziende del territorio di tutelare, promuovere e proporre al mercato le tradizionali produzioni agricole locali e i loro derivati di pregio.
E' convinzione comune nell’Associazione “Terra Flegrea”, che bisogna favorire l'incontro produttore-consumatore, sviluppare politiche di prodotto e di marketing, assistere gli associati per la predisposizione di pratiche di finanziamento, predisporre disciplinari di produzione a tutela della qualità, realizzare marchi e manuali di gestione dei prodotti e quanto altro utile agli associati, al territorio ed al mercato.
L'agricoltura del territorio, nonostante in difficoltà, sia per l’abbandono dei giovani, sia per le nuove tendenze di mercato, rappresenta ancora un'importante componente dell'economia locale, che per le eccellenti qualità del terreno vulcanico e per le condizioni climatiche, va ulteriormente rivalutata e rilanciata.
Si parte dal “Mandarino dei Campi Flegrei”, che è stato di recente riconosciuto “prodotto della tradizione” dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, grazie all’impegno dell’Associazione “L'Immagine del Mito”, del Consorzio Promos Ricerche e della Camera di Commercio di Napoli, che ha assicurato il contribuito per mettere a punto il disciplinare di produzione, il marchio ed il regolamento d’uso.
Soddisfatti del risultato Giovanni Guardascione, Domenico Ferrante e Sergio Pepicelli dell'Associazione “L'immagine del Mito”, promotori del progetto “Terra Flegrea”, a cui hanno dato pieno sostegno l’Amministratore Delegato, Ferdinando Flagiello ed il Direttore Generale, Attilio Montefusco, del Consorzio Promos Ricerche, che si sono avvalsi, per il supporto tecnico, dall'agronomo Gianluca Iovine.
Tutti presenti i primi soci che, il 29 marzo u.s. dinanzi al Notaio Marco De Ciutis, presso gli uffici del Consorzio Promos Ricerche all'interno della sontuosa sede della Camera di Commercio di Napoli, hanno costituito la nuova associazione: Nunzio Mancino – Presidente, Raffaele Verde – Vicepresidente, Antonio Guardascione - Segretario e Tesoriere, Ernesto Colutta, Vincenzo Guardascione, Nicola Scamardella, Gennaro Schiano e Teresa Vitale.

mb

 

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Chiusure metalliche in contatto con gli alimenti. Allo studio una norma UNI

vasi-ermetici-recupero-riparatoLa Commissione Agroalimentare (UNI/CT  “Migrazioni specifiche da chiusure metalliche”) propone il progetto UNI1602531 “Chiusure metalliche in contatto con gli alimenti - Determinazione di Poliadipati (PAD) con peso molecolare minore di 1.000 Da in simulante alimentare olio vegetale (D2)” che specifica due metodi che utilizzano rispettivamente cromatografia liquida interfacciata a spettrometria di massa (LC-MS) e gascromatografia interfacciata a spettrometria di massa (GC-MS) per la determinazione della migrazione specifica di poliadipati.
La metodologia LC-MS è stata validata con circuiti interlaboratorio e prove che hanno permesso di ottenere dati di precisione. La metodologia GC-MS è argomentata nell'appendice A come alternativa non corredata di dati di precisione.
I poliadipati (PAD) trovano attualmente largo impiego come plastificanti per guarnizioni in polivinilcloruro (PVC) usate nella produzione di tappi metallici per chiusure ermetiche di vasi e bottiglie in vetro.
Considerato che le guarnizioni possono entrare in contatto diretto con l’alimento contenuto all’interno del vaso esiste la potenzialità che questi plastificanti possano migrare verso l’alimento. Ciò può avvenire principalmente durante la produzione industriale, durante le fasi di imballaggio e trattamento termico, ma può poi proseguire occasionalmente anche nelle operazioni di trasporto e stoccaggio.
Il progetto ha raggiunto la fase di inchiesta pubblica finale. Fino al 1° maggio 2017 sarà possibile inviare commenti.

mb

Fonte UNI

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