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Gestione informativa mediante BIM

Gestione informativa mediante BIM

La commissione UNI “Prodotti processi e sistemi per l’organismo edilizio” ha curato il recente recepimento in lingua italiana della nuova UNI EN ISO 19650-1:2019Organizzazione e digitalizzazione delle informazioni relative all'edilizia e alle opere di ingegneria civile, incluso il Building Information Modelling (BIM) - Gestione informativa mediante il Building Information Modelling - Parte 1: Concetti e principi
La norma descrive i concetti e i principi per la gestione delle informazioni in uno stadio di maturità denominato "Building Information Modelling (BIM) secondo la serie ISO 19650". La norma mette a disposizione raccomandazioni inerenti a un quadro concettuale per la gestione delle informazioni, che includa, lo scambio, la registrazione, l'aggiornamento e l'organizzazione per tutti gli attori.
È applicabile all'intero ciclo di vita di un cespite immobile, compresa la pianificazione strategica, la progettazione iniziale, l'ingegnerizzazione, lo sviluppo, la predisposizione della documentazione per gli affidamenti e la costruzione, il funzionamento operativo quotidiano, la manutenzione, la ristrutturazione, la riparazione e la fine del ciclo di vita.
Inoltre, può essere adattata a cespiti immobili o a commesse di qualsiasi dimensione e complessità, al fine di non ostacolare la flessibilità e la versatilità che connota l'ampio spettro di potenziali strategie di aggiudicazione e di affidamento degli incarichi senza pregiudicarne il costo di implementazione della norma. Si applica congiuntamente alla serie UNI 11337, che si pone come norma complementare.
La UNI EN ISO 19650-1 è destinata all’utilizzo principalmente da parte di:

  • coloro che partecipano alla procedura di affidamenti, alla progettazione, alla costruzione e/o alla messa in esercizio dei cespiti immobili;
  • coloro che partecipano alla consegna delle attività di gestione del cespite immobile, compreso l'esercizio e la manutenzione.

Vi sono diversi modi in cui i proprietari/operatori o i committenti del cespite immobile possono soddisfare al meglio i loro particolari requisiti o rispondere ai loro contesti nazionali. Ciò comprende le procedure di aggiudicazione e le modalità di conferimento degli incarichi. I concetti e i principi per la gestione delle informazioni descritti nella norma dovrebbero essere adottati e applicati in conformità alle circostanze e ai requisiti specifici delle attività di gestione del cespite immobile o di realizzazione della commessa. I requisiti informativi dovrebbero specificare o guidare il modo in cui realizzare tutto ciò e i dettagli dovrebbero essere concordati preventivamente affinché tali requisiti siano comunicati in modo efficiente ed efficace.

mb
Fonte UNI

Normazione e Obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030.

Normazione e Obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030.

Pubblicato dall’UNI il Dossier: “Raggiungiamo gli Obiettivi ONU 2030.
La normazione è sostenibilità nei suoi principi ispiratori. Trovare una soluzione condividendola tra tutti i soggetti interessati affinché possa portare a una sua totale applicazione, tenendo in considerazione aspetti economici, sociali e ambientali, costituisce garanzia di sostenibilità.
Applicare la norma vuol dire scegliere consapevolmente una soluzione sostenibile, significa contribuire al raggiungimento degli Obiettivi ONU per l’Agenda 2030.
Il dossier rafforza il messaggio presentando la forte relazione tra UNI e la strategia ONU, nelle diverse attività svolte dal sistema della normazione, nelle fasi di ricerca e innovazione e di sviluppo di prassi di riferimento e norme tecniche.
I primi articoli inquadrano la tematica, focalizzando l’attenzione alla storia dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e il ruolo dell’infrastruttura per la qualità in tale contesto, ruolo che UNI ha assunto formalmente con la definizione dei Grandi Temi in applicazione delle sue Linee Politiche 2017-2019.
Smart cities, economia circolare, digitalizzazione dell’industria, etica, sono solo alcuni degli argomenti che vengono approfonditi in UNI al fine di anticipare gli indirizzi della società ed essere pronti a proporre delle soluzioni condivise ad applicazione volontaria, prima che le trasformazioni culturali siano oggetto di interventi di legislazione.
Il dossier illustra alcuni esempi di relazione tra le attività di normazione e l’implementazione dell’Agenda 2030. Si citano il progetto di UNECE sulla differenza di genere nel mondo della normazione, l’iniziativa finanziata dall’Unione europea per un uso circolare dell’acqua, lo sviluppo sul valore sociale della ricerca responsabile e la sperimentazione per applicare l’economia circolare ai pneumatici.
Vi sono poi le testimonianze sullo sviluppo delle prassi di riferimento, quali la UNI/PdR 25 sulla dieta mediterranea, la UNI/PdR 13 sulla sostenibilità degli edifici e la UNI/PdR 48 sulla sicurezza urbana.
Ovviamente, anche l’attività di normazione nazionale è molta attenta ai temi della sostenibilità, soprattutto nel mondo dei servizi e delle professioni. Perciò si è voluto dare evidenza nel dossier alle norme UNI 11031 (servizi per persone con problematiche di dipendenza da sostanze stupefacenti), UNI 11010 (servizi per l’inclusione delle persone con disabilità), UNI 11402 (educazione finanziaria al cittadino) e UNI 11720 (qualificazione del professionista esperto in salute, sicurezza e ambiente).

Scarica il Dossier

mb
Fonte UNI

Materiali gemmologici. Classificazione tipologica del taglio

Materiali gemmologici. Classificazione tipologica del taglio

Pubblicata a cura della Commissione Commercio la norma UNI 10173:2019Materiali gemmologici - Classificazione tipologica del taglio
Il taglio è la seconda qualità più importante da ricercare in una gemma. Anche se il cristallo grezzo di una gemma colorata possiede un colore eccellente, un taglio mal fatto può influire negativamente sul valore della gemma rifinita. Al contrario, un cristallo grezzo di qualità media, può essere valorizzato da un buon taglio. È chiaro quindi quanto possano essere importanti delle linee guida in questo settore.
La norma stabilisce i principi generali atti a consentire l’applicazione univoca della nomenclatura relativa ai seguenti argomenti inerenti il taglio dei materiali gemmologici:

  • elementi morfologici del taglio;
  • tipologia dei tagli;
  • parti del taglio in base alle tipologie dei tagli;
  • tipologia delle forme;
  • caratteristiche di finitura;
  • foratura.

La norma si applica in tutti i casi di taglio nei quali siano utilizzati o citati materiali gemmologici.
Occorre però distinguere il taglio relativo al diamante da quello praticato su altri materiali gemmologici.
Mentre per il diamante esistono precise norme di taglio, per le altre gemme il taglio è determinato da:

  1. esigenze di mercato (moda, gusto, ecc.);
  2. maggiore rendimento dal grezzo;
  3. proprietà ottiche (pleocroismo, asterismo, ecc.);
  4. colore (intensità, zonature, limpidezza, ecc.).

Molte gemme non costituite da diamante utilizzano tagli propri di questa pietra, mentre tagli propri di altre pietre possono essere utilizzati per il diamante.
Esistono anche tagli non codificabili che non sono propri di alcuna gemma in particolare e quindi possono essere utilizzati su qualunque materiale, compreso il diamante. Gli aspetti relativi all'argomento taglio sono molteplici e interdipendenti. La norma prende in considerazione separatamente tutti questi possibili aspetti.
Pertanto, le gemme in possesso di caratteristiche previste dalla UNI 10173, per ciò che riguarda il taglio (per esempio: taglio cabochon), possono essere del tutto diverse sotto altri punti di vista (per esempio: forma rotonda o rettangolare o quadrata od ovale con base inferiore lucida o non lucida).

mb
Fonte UNI

Biotecnologie. Requisiti generali per il biobanking

Pubblicata a cura della Commissione Tecnologie biomediche e diagnostiche la UNI ISO 20387:2019 “Biotecnologie - "Biobanking" - Requisiti generali per il "biobanking".
Nell’accezione più comune per biobanca s’intende un'unità operativa che fornisce un servizio di conservazione e gestione del materiale biologico e dei relativi dati clinici, in accordo con un codice di buon utilizzo e di corretto comportamento.
Più semplicemente le biobanche sono delle unità di servizio, senza scopo di lucro diretto, finalizzate alla raccolta e alla conservazione di materiale biologico utilizzato per diagnosi, per studi sulla biodiversità e per ricerca. Un campo in continua ascesa viste le potenzialità di questi studi volti al futuro; ecco perché anche la normazione fa la sua parte.
La norma specifica i requisiti generali di competenza, imparzialità e coerente funzionamento delle biobanche, inclusi i requisiti relativi al controllo qualità per garantire materiali biologici e dati associati di qualità appropriata. Il documento è applicabile a tutte le organizzazioni che eseguono il "biobanking" per la ricerca e lo sviluppo, incluso il "biobanking" di materiale biologico da organismi multicellulari (per esempio umani, animali, funghi e piante) e microrganismi.
Organizzazioni di tutti i tipi, enti di accreditamento, pubbliche amministrazioni, ecc. possono utilizzare questo documento per confermare e/o riconoscere la loro competenza in materia. La norma non si applica al materiale biologico destinato alla produzione di alimenti/mangimi, ai laboratori che effettuano analisi per la produzione di alimenti/mangimi e/o all'uso terapeutico.
Per ciò che concerne il trattamento di materiali umani per scopi diagnostici il riferimento normativo è la ISO 15189.
Nella norma è citata come riferimento normativo la ISO 8601, Data elements and interchange formats - Information interchange - Representation of dates and times.

mb

Fonte UNI

Gestione delle risorse umane. Pubblicata la UNI ISO 30400

Gestione delle risorse umane. Pubblicata la UNI ISO 30400

È grazie alla Commissione UNI "Responsabilità sociale delle organizzazioni" che è stata adottata anche in lingua italiana la UNI ISO 30400:2017 “Gestione delle risorse umane – Vocabolario
La gestione delle risorse umane è d’importanza strategica per tutte le organizzazioni. Anche la normazione quindi è presente in questo ambito così di rilievo.
Il documento definisce i termini utilizzati nelle norme sulla gestione delle risorse umane. È stato elaborato al fine di aiutare a favorire una comprensione comune del vocabolario fondamentale e mantenerne la coerenza nelle norme sulla gestione delle risorse umane.
Il documento è destinato ad essere utilizzato da:

  • coloro che si occupano di risorse umane;
  • professionisti accademici e studenti;
  • coloro che predispongono le relative norme;
  • stakeholder nelle organizzazioni, indipendentemente dalla dimensione e dal tipo di organizzazione;
  • sindacati, consigli di fabbrica, altri rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro;
  • altri soggetti interessati alla professione di gestione delle risorse umane.

La UNI ISO 30400 entra nello specifico definendo la terminologia relativa all’organizzazione, alle risorse umane e alla pianificazione, alle persone, alle metriche delle risorse umane, alla governance umana, all’impiegabilità sostenibile, alla diversità e all’inclusione, alla pianificazione della forza lavoro, all’assunzione, alla mobilità della forza lavoro, alla gestione dei talenti e per finire alla gestione della conoscenza.
All’interno della norma è riportata tra le altre la definizione riferita alla “gestione delle risorse umane” con la quale s’intende la gestione delle persone nell’organizzazione estendendo il significato anche alla gestione dei talenti, alla relazioni con i dipendenti e a quelle industriali, alla formazione e sviluppo, alla ricompensa e altri benefici in genere, ecc.
La gestione delle risorse umane ottimizza il contributo delle persone per supportare il successo dell'organizzazione e degli stakeholder.

mb

Fonte: UNI

Sedute da lavoro. Pubblicata la UNI 10814:2019

Sedute da lavoro. Pubblicata la UNI 10814:2019

Pubblicata a cura della Commissione Mobili dell’UNI la UNI 10814:2019 “Sedute da lavoro - Caratteristiche costruttive, requisiti e metodi di prova”
La norma specifica le caratteristiche costruttive, le dimensioni ed i requisiti con relativi metodi di prova delle sedute da lavoro; rientrano in questa categoria le sedute per cassieri del supermercato, officine, laboratori, ecc. ma non si applica alle sedute per ufficio e per uso domestico. Entrando nello specifico per “seduta da lavoro” s’intende una seduta girevole regolabile in altezza, usata in ambienti in cui devono essere svolte attività di lavoro stando seduti.
Queste sedute da lavoro con altezza del sedile maggiore di 540 mm devono essere munite di appoggiapiedi regolabile in altezza indipendentemente dal sedile. La regolazione dell'appoggiapiedi e quella del sedile devono essere tali da garantire che la loro distanza relativa, per qualsiasi altezza del sedile da terra, copra il campo compreso tra 420 mm e 510 mm. La distanza dell'appoggiapiedi dal sedile deve essere regolabile con un passo non maggiore di 20 mm.
Il basamento delle sedute da lavoro deve essere costituito da almeno 5 punti di appoggio e questi possono essere costituiti da ruote.
La norma contiene i seguenti riferimenti normativi:

  • UNI EN 1335-1 Mobili per ufficio - Sedia da lavoro per ufficio - Dimensioni - Determinazione delle dimensioni;
  • UNI EN 16139 Mobili - Resistenza, durabilità e sicurezza - Requisiti per sedute non domestiche;
  • UNI EN 1022 Mobili- Sedute - Determinazione della stabilità.

Le norme sono disponibili sia in formato elettronico sia in formato cartaceo.

mb
Fonte UNI

Servizi di sicurezza privata, pubblicata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 54

Servizi di sicurezza privata, pubblicata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 54

Pubblicata la prassi di riferimento UNI/PdR 54 "Sicurezza privata - Mappatura delle attività degli operatori della vigilanza (sicurezza complementare/sussidiaria), sicurezza ausiliaria, servizi di controllo/stewarding e investigazioni”.
Per “sicurezza complementare/sussidiaria” si intendono tutti quei servizi di sicurezza che devono essere necessariamente svolti da guardie particolari giurate: ad esempio la sicurezza negli aeroporti, nei porti, nelle stazioni ferroviarie e metropolitane, la custodia e il trasporto di valori, la vigilanza armata mobile, la vigilanza presso infrastrutture del settore energetico o delle telecomunicazioni e presso ogni altra struttura che può costituire un obiettivo sensibile ai fini della sicurezza, dell’incolumità pubblica o della tutela ambientale.
Il documento, frutto della collaborazione tra UNI e A.I.S.S.-Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria fornisce una mappatura delle attività e delle figure professionali che operano nel settore della sicurezza privata, ovvero la vigilanza (sicurezza complementare/sussidiaria), la sicurezza ausiliaria, i servizi di controllo/stewarding1) e le investigazioni.
La nuova UNI/PdR 54 definisce inoltre i requisiti di conoscenza, abilità e competenza relativi agli operatori che svolgono la propria attività nell’ambito dei servizi di sicurezza privata, secondo una classificazione su sei livelli: dal titolare/rappresentante legale fino all’operatore base, passando per i livelli intermedi del direttore/responsabile servizi, del coordinatore servizi, del capo squadra e dell’operatore specializzato.
Il documento può essere applicato da tutte le organizzazioni che svolgono servizi di sicurezza privata come ad esempio: investigazioni, attività di prevenzione di reati contro il patrimonio, custodia e guardianato passiva in strutture private e pubbliche, monitoraggio delle aree pubbliche e private, vigilanza, assistenza alla clientela e visitatori, gestioni di flusso e deflusso di persone e mezzi e attività di prevenzione nel corso di eventi, spettacoli e manifestazioni fieristiche e sportive, monitoraggio di infrastrutture critiche in genere.

mb

Fonte: UNI

Bando per la “Prevenzione e contrasto del lavoro irregolare e dello sfruttamento nel settore agricolo”

Bando per la “Prevenzione e contrasto del lavoro irregolare e dello sfruttamento nel settore agricolo”

Pubblicato congiuntamente dal Ministero del Lavoro e dal ministero dell’Interno il bando per la “Prevenzione e contrasto del lavoro irregolare e dello sfruttamento nel settore agricolo” che stanzia 23 milioni di euro per finanziamenti e a valere sul Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020 e sul Fondo Sociale Europeo, Programma Operativo Nazionale “Inclusione” 2014-2020.
Il bando rende disponibili 15 milioni per il lotto 1 Fami che interessa le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Val d’Aosta, Veneto, PA di Trento e PA di Bolzano; e 8 milioni per il lotto 2 Fse per Abruzzo, Basilicata, Calabria Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Per entrambi i lotti i soggetti ammessi a presentare domanda sono Regioni/Province; Enti locali; Enti del Terzo settore operanti nel settore dell’Avviso; associazioni enti fondazioni cooperative sociali onlus; Camere di Commercio; enti ecclesiastici; associazioni di categoria; patronati ed enti bilaterali; società cooperative e società consortili; operatori pubblici e privati accreditati; organismi accreditati da Regioni e Province; università, istituti di ricerca, istituti scolastici superiori, CPIA e CFP; organismi e organizzazioni internazionali; altri Enti pubblici.
I progetti dovranno riguardare attività come supporto all’emersione; orientamento formativo e occupazionale; integrazione lavorativa; intermediazione; inclusione attiva. Destinatari i cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti sul territorio italiano, vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo.
Il Budget per singola proposta non dovrà essere inferiore a 1 milione.
La scadenza per entrambi i lotti è il 15 aprile 2019.alle ore 16.

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Mb
Fonte: Ministero del Lavoro

Dall’OCSE La Guida sul Dovere di Diligenza per la Condotta d’Impresa Responsabile

Dall’OCSE La Guida sul Dovere di Diligenza per la Condotta d’Impresa Responsabile

Disponibile anche in italiano la Guida dell’OCSE sul Dovere di Diligenza per la Condotta d’Impresa Responsabile.
L’obiettivo della Guida OCSE è quello di offrire alle imprese un supporto pratico volto all’implementazione delle Linee guida OCSE destinate alle imprese multinazionali, usando un linguaggio semplice per spiegare le raccomandazioni sul dovere di diligenza e le relative disposizioni. Attuare queste raccomandazioni aiuta le imprese ad evitare e ad affrontare gli impatti negativi sui lavoratori, sui diritti umani, sull’ambiente, sulla corruzione, sui consumatori e sul governo societario, che possono essere ricondotti alle loro attività, alla loro catena di fornitura e ad altre relazioni commerciali dell’impresa. L’Appendice alla Guida contiene ulteriori spiegazioni, consigli ed esempi di applicazione del dovere di diligenza.
La Guida intende altresì promuovere una visione comune presso i Governi e le parti interessate (stakeholders) circa il dovere di diligenza per la condotta d’impresa responsabile. I Principi guida delle Nazioni Unite sulle Imprese e i Diritti umani, nonché la Dichiarazione tripartita dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) di principi sulle imprese multinazionali e la politica sociale, contengono altresì raccomandazioni sul dovere di diligenza e questa Guida può aiutare le imprese ad attuarle.
La preparazione di questo testo è stata curata dal Gruppo di lavoro dell’OCSE sulla condotta d’impresa responsabile (WPRBC) ed ha comportato un processo condiviso con più portatori di interesse, con i Paesi membri e non membri dell’OCSE, nonché con rappresentanti del mondo delle imprese, dei sindacati e della società civile.

Scarica la Guida OCSE

mb

Fonte MISE - Punto Contatto Nazionale

 

Ismea, 100 milioni per gli investimenti nell'agroalimentare

Ismea, 100 milioni per gli investimenti nell'agroalimentare

Fino al 20 maggio 2019 sarà possibile presentare progetti a valere sul nuovo bando a sportello di Ismea per il finanziamento di investimenti in ambito agroalimentare.
L'obiettivo dell'intervento è quello di rafforzare la competitività del settore favorendo la modernizzazione delle imprese attraverso l'innovazione tecnologica, lo sviluppo e la creazione di nuove strutture produttive, l'internazionalizzazione e la crescita delle esportazioni con lo sviluppo di piattaforme logistiche e distributive.
I finanziamenti potranno essere richiesti da società di capitali, anche in forma cooperativa, che operano nella produzione, nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e alimentari, nella distribuzione e nella logistica, per progetti di investimento compresi tra i 2 e i 20 milioni di euro - presentati sulla base dei criteri, delle modalità e delle procedure definiti dal dm 12 ottobre 2017 del Mipaaf - che potranno usufruire di finanziamenti a tasso agevolato (pari al 30% del tasso di mercato).

Scarica il Bando

Chiarimenti Imsea

mb

Fonte ISMEA

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