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Professioni non regolamentate. Pubblicata la legge

 

GAZZETTAE’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 22 del 26/1/2013 la attesa Legge 14 gennaio 2013, n. 4 in materia di professioni non organizzate, già approvata in sede legislativa lo scorso 19 dicembre.
Il provvedimento entrerà in vigore il 10 febbraio prossimo.
Come anticipato, la legge dà piena applicazione a quel principio di sinergia tra legislazione e normazione tecnica che da sempre è considerato un elemento fondamentale di sviluppo. In particolare l’articolo 6 della legge ora ufficialmente pubblicata, che ha per titolo “Autoregolamentazione volontaria”, pur non rendendo obbligatorio il rispetto delle norme UNI, definisce quei principi e criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato dell’attività professionale che la norma tecnica di fatto garantisce. Così la conformità alle norme tecniche diventa un fattore importante, come altrettanto determinante diventa quindi la partecipazione ai lavori degli organi tecnici UNI.
“L’attività normativa che UNI ha avviato sulle attività professionali non regolamentate” – ha ribadito Piero Torretta, Presidente UNI – “risponde tra l’altro a un grande principio sancito dal nuovo regolamento europeo, cioè l’attenzione per i cosiddetti ‘soggetti deboli’, che normalmente sono le piccole imprese e gli utenti. E le professioni sono perlopiù esercitate proprio da piccoli imprenditori e lavoratori autonomi”.
Questo importante – e per certi aspetti innovativo – filone di attività normativa non è nuovo. Sono anni che in ISO, CEN e UNI si sviluppano norme sulla qualificazione di attività professionali e già ora esiste un consistente pacchetto di norme UNI pubblicate e di altre in avanzato stadio di lavorazione

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La ISO 9001 sarà rivista in chiave "etica"

 

NEW 9001Le note che seguono intendono rappresentare un contributo per una evoluzione in senso "etico" della ISO 9001, a partire dalla proposta italiana presentata nell'ambito dei recenti lavori dell'ISO/TC 176/SC2 per la futura revisione della norma.

I lavori di revisione della ISO 9001 hanno ormai superato la fase iniziale, durante la quale si è proceduto a:

  • definire, attraverso il coinvolgimento delle parti interessate, il tipo di revisione richiesto: se per modificare sostanzialmente la versione attuale, o semplicemente introdurre limitate modifiche;
  • raccogliere esperienze, idee e suggerimenti per la futura edizione;
  • raccogliere e organizzare i documenti di input;
  • stabilire un programma temporale, in base al quale la nuova norma dovrebbe essere pubblicata nel 2015.

Accertato che le parti interessate richiedono una norma sostanzialmente "nuova", nel periodo che ha preceduto l'ultima riunione plenaria del comitato ISO/TC 176 (San Pietroburgo 10-17 novembre 2012) e durante la riunione stessa (in particolare, attraverso i lavori del gruppo ISO/TC 176/SC2, WG24), sono state predisposte le specifiche di progettazione e le prime bozze, ancora molto generali, della futura versione della norma più "popolare" del mondo. In particolare, fra i principali input dell'ultimo Plenary Meeting sono stati considerati:

  • il Design Specification ISO/TC 176/SC 2/WG 24/N0068 del 28 giugno 2012;
  • il Preliminary Document ISO/TC176/SC2/WG24/N0070 (basato sull'Annex SL alla Direttiva 2 dell'ISO, che fornisce una struttura comune per le norme dei sistemi di gestione), pure del 28 giugno 2012.

I lavori hanno portato all'elaborazione di un working draft, nel quale incominciano a mostrarsi alcune delle possibili novità della futura revisione della ISO 9001. Durante la discussione che ha accompagnato la preparazione di tale bozza, fra gli argomenti più controversi è emerso quello della "gestione responsabile" dell'organizzazione. Di questo argomento, in funzione dei commenti che verranno raccolti nelle successive fasi di evoluzione del draft, resterà una traccia più o meno importante nella ISO 9001 che verrà.
A tale riguardo, è stata da tempo espressa dall'Italia una posizione nazionale, riassunta, nell'ultima sua revisione, nel documento ISO TC176-SC2-WG24_N0075 (utilizzato come uno fra gli input per l'attività del WG24) che, nel delineare una proposta complessiva di quale dovrebbe essere la nuova norma, descrive le logiche essenziali in base alle quali si ritiene necessario estendere i contenuti della futura revisione al tema etico.

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Rifiuti solidi urbani. Dall'UNI una norma tecnica.

sacco bioRaccolta differenziata, rifiuti organici, compostaggio: termini che sono entrati ormai nella quotidianità delle famiglie italiane, traducendosi in pratiche abituali. Ma – a meno di non avere una piccola compostiera in casa – non basta differenziare i rifiuti organici (avanzi di cucina e di giardino) dagli altri tipi di rifiuti: è altrettanto importante utilizzare per la raccolta i sacchetti giusti, biodegradabili e compostabili in modo da non interferire con le pratiche di compostaggio o digestione anaerobica.
Quali debbano essere i requisiti dei sacchetti, la loro dimensione e le caratteristiche fisico-meccaniche, è indicato in modo chiaro nella norma UNI 11451, "Sacchi biodegradabili e compostabili per la raccolta della frazione organica dei rifiuti solidi urbani - Tipi, requisiti e metodi di prova".
"Nella norma UNI 11451 si definiscono i riferimenti tecnici dei sacchetti biodegradabili e compostabili destinati alla raccolta dell'umido domestico – spiega Claudio Puliti, relatore della norma UNI e tecnico commerciale di Ibi Plast srl – la norma è importante per il consumatore perché identifica un prodotto idoneo per la raccolta dell'umido domestico, e per il gestore della raccolta rifiuti perché il film che costituisce il sacchetto può essere trattato insieme ai rifiuti organici, negli appositi impianti di compostaggio e di digestione anaerobica".
Secondo i dati del rapporto "Rifiuti Urbani 2012" dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la frazione organica dei rifiuti raccolta ammonta a circa 4,2 milioni di tonnellate (con un incremento del 12% rispetto all'anno precedente). Il Rapporto evidenzia, inoltre, l'elevato potenziale sviluppo della raccolta dell'organico che, se avviato in modo capillare sull'intero territorio italiano, potrebbe ammontare a 6-7 milioni di tonnellate l'anno.

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Arredi per la casa. Nuove norme UNI

 

Letto castelloLa scelta di mobili e arredi per la casa si arricchisce sempre più, ma le innumerevoli proposte sul mercato come si rapportano nei confronti della resistenza, della durata e della sicurezza?
Sui letti a castello e i letti alti (l'insieme di componenti che possono essere assemblati sotto forma di letti sovrapposti) è stata recentemente pubblicata la versione bilingue italiano-inglese della norma UNI EN 747 "Mobili - Letti a castello e letti alti" suddivisa in due parti: "Requisiti di sicurezza, resistenza e durata" (parte 1) e "Metodi di prova" (parte 2).
Per quanto riguarda la sicurezza dei letti, bordi e spigoli vivi devono essere arrotondati o smussati, non devono essere presenti tubi con estremità aperte, non deve essere possibile smontare il letto – o i suoi componenti – senza l'ausilio di un utensile. I requisiti si riferiscono alla base del letto, alle barriere di sicurezza (che devono essere continue con l'eccezione di una apertura per accedervi), alle scale o altro mezzo di accesso.
I requisiti dimensionali sono previsti per minimizzare il rischio di infortuni, in particolare dei bambini.
I requisiti di resistenza e di durata – che rappresentano l'uso da parte di un occupante per letto – interessano il fissaggio, la deformazione e la resistenza della scala, il telaio e gli elementi di fissaggio, la stabilità.
Tutti i letti per i quali si dichiara la conformità alla UNI EN 747-1 (che sostituisce l'edizione pari numero del 2007 e la UNI EN 13453-1:2005) devono essere corredati di istruzioni per l'uso e marcati in modo chiaro e permanente.
La parte 2 specifica i metodi di prova per valutare la sicurezza, la resistenza e la durata di questa tipologia di arredo. Essa descrive un insieme di prove che consistono nell'applicare, sulle diverse parti di letti a castello e di letti alti, carichi o forze che simulano l'utilizzo normale da parte di una persona adulta, trattando anche gli usi impropri che possono ragionevolmente prevedersi. Per queste prove vengono utilizzati coni di misurazione, dispositivi a massa d'urto, molle, tamponi di carico, materassi di prova, fermi. Il documento sostituisce la UNI EN 747-2 del 2007 e la UNI EN 13453-2:2005.
Un'altra norma, di recente pubblicazione che sostituisce la UNI ENV 13759:2001, specifica invece i metodi di prova (basati sull'utilizzo da parte di una persona di peso non superiore a 110 kg) per determinare la durabilità:

  • di meccanismi reclinabili, manuali e azionabili elettricamente, per la seduta di adulti
  • di meccanismi per convertire divani e poltrone in letti.

Si tratta della UNI EN 13759 "Mobili - Meccanismi di funzionamento per sedute e divani letto - Metodi di prova".

Fonte UNI

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Finanziamenti per le costruzioni. Dall'UNI le Linee Guida

FIN COSTRIl testo della nuova specifica tecnica UNI/TS 11453 "Linee guida per l'iter di finanziamento per le costruzioni" definisce i processi di finanziamento delle costruzioni, dalla bancabilità alla gestione del finanziamento in fase di erogazione, fino alla conclusione dell'opera e restituzione del finanziamento utilizzato.
È stata ideata e redatta secondo principi di Linee guida, che indicano un percorso, un processo, rigoroso ma libero di essere adottato ed interpretato, pur nella condivisione di una metodologia di lavoro in tutto l'iter di finanziamento per le costruzioni, che contenga precisi eventi ed univoche definizioni.
I principi base adottati dal GL 3 della commissione Prodotti, processi e sistemi per l'organismo edilizio – che ha elaborato il documento – sono stati essenzialmente quattro:

  1. portare a pari livello il soggetto e il progetto
  2. collegare i processi di finanziamento con le fasi del progetto
  3. rappresentare i processi come gerarchie di eventi
  4. individuare e descrivere i documenti che consentano la concreta applicazione dei processi in tutto l'iter di finanziamento.

Nella stesura della norma si è voluto ricercare la semplificazione del rapporto fra banca – impresa – PA – professionisti, applicando ai singoli documenti (di calcolo, di autocertificazione, ufficiali) attributi qualificanti la natura dell'informazione. L'individuazione dei documenti nella natura e nel numero costituisce una caratteristica importante della UNI/TS 11453.

L'applicazione della norma prevede la necessità di tradurre gli elementi dei singoli processi con output tangibili, assumendo come principio base la semplificazione del rapporto tra i diversi soggetti che intervengono a vario titolo in tutto l'iter di finanziamento delle costruzioni e consentendo in tal modo la reale verifica e controllo dei requisiti riportati nella specifica tecnica.

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Stazioni di servizio. Requisiti di sicurezza

Stazione servizioAncora una volta la normazione tecnica entra prepotentemente nella vita quotidiana e lo fa con la pubblicazione di una nuova norma che riguarda le apparecchiature installate presso le stazioni di rifornimento dei carburanti che vengono spesso utilizzate - in modalità self service - dagli stessi conducenti dei veicoli a motore.
Si tratta della UNI EN 13617 Parte 1 "Stazioni di servizio – Requisiti di sicurezza per la costruzione e prestazioni dei distributori di carburante e delle unità di pompaggio remote". Il documento si applica infatti alle unità di pompaggio e ai distributori di carburante che sono installati nelle stazioni di servizio, progettati per erogare combustibili liquidi nei serbatoi dei veicoli a motore, barche e aerei leggeri e in contenitori portatili, e destinati per l'uso e la conservazione a temperature comprese tra -20 °C e +40 °C.
La norma prende in esame tutti i rischi significativi e le situazioni potenzialmente pericolose identificate per le pompe di distribuzione del carburante e li raccoglie in una specifica tabella nella quale - di fianco alle tipologie di rischio (ad esempio rischi meccanici, elettrici, termici) - vengono indicate le necessarie azioni da attuare per eliminare o quantomeno ridurre al minimo questi rischi.
Inoltre la norma indica i requisiti relativi alla salute e alla sicurezza per la progettazione, la costruzione e il funzionamento di queste attrezzature.
Ad esempio: le pompe di erogazione del carburante devono essere dotate dei sistemi necessari per evitare la fuoriuscita di liquidi che possono penetrare accidentalmente nel terreno gocciolando dal beccuccio erogatore. Per quanto riguarda le pistole erogatrici la UNI EN 13617 rimanda alla norma UNI EN 13012 che specifica appunto i requisiti di sicurezza e ambientali per la costruzione e la prestazione di questo tipo di pistole di erogazione da montare nelle pompe dosatrici e nei distributori installati nelle stazioni di servizio. Tale norma stabilisce, tra l'altro, che le pompe devono essere progettate in modo che la valvola di erogazione del carburante si chiuda ermeticamente quando il serbatoio del veicolo è pieno. Deve essere inoltre garantito il corretto funzionamento della sorgente di pressione delle pompe: quando gli erogatori sono tutti sul gancio nessun tubo dovrà essere pressurizzato mentre quando si stacca la pistola di erogazione dal gancio solo il tubo associato dovrà essere pressurizzato.
La norma UNI EN 13617-1 non tratta il rumore e i rischi connessi al trasporto e all'installazione e non considera i tassi di efficienza di recupero del vapore. Inoltre la norma non si applica alle apparecchiature per l'utilizzo con gas di petrolio liquefatto (GPL) o gas naturale liquefatto (GNL) o gas naturale compresso (CNG).

Fonte: UNI

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Marcatura CE per la segnaletica verticale

 

VerticaleIl  1° gennaio 2013 è entrata in vigore, dopo gli anni previsti di coesistenza con le varie norme nazionali, la norma europea EN 12899-1:2007 che impone la marcatura CE obbligatoria su tutti i segnali verticali permanenti per il traffico stradale prodotti e commercializzati nei paesi dell’Unione Europea. Anche per l’Italia vengono così superate le vecchie normative in essere, con il recepimento in lingua italiana, nel corpus normativo nazionale, della UNI EN 12899-1:2008.
La norma europea è stata elaborata dal Comitato Tecnico CEN /TC 226 “Attrezzature stradali” in conseguenza di un apposito mandato conferito al CEN dalla Commissione Europea e dall’Associazione Europea di Libero Scambio, e vasto è stato il suo recepimento: oltre all’Italia anche Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria.
Ciò significa innanzitutto che ciascun fabbricante può scegliere di far certificare i propri prodotti presso un Ente di certificazione di un qualsiasi altro Stato e che le certificazioni rilasciate da ciascun Ente europeo accreditato sono valide e riconosciute automaticamente in tutti gli altri Stati membri. Si tratta di un’ opportunità di sviluppo enorme per il mercato specifico: per tutti i produttori di segnaletica verticale italiani ed europei si apre il grande mercato della segnaletica verticale stradale sull’enorme rete infrastrutturale viaria europea.
La norma in Italia è entrata automaticamente in vigore il 1° gennaio 2013, senza necessità di ulteriori Decreti attuativi, in quanto ha lo status di norma nazionale, con la conseguenza che la sua applicazione è obbligatoria e cogente. Dal 1° gennaio 2013, fermo restando la validità dei segnali verticali permanenti già installati precedentemente, non possono quindi più essere prodotti e commercializzati sul territorio nazionale ed europeo segnali verticali permanenti senza marcatura CE.

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Dossier di approfondimento sul nuovo regolamento europeo sulla normazione

Regolamento NormazioneSul numero di gennaio della rivista U&C  viene affrontato un tema di grande rilevanza per il presente e il futuro del sistema economico e industriale nazionale e comunitario: il dossier è infatti interamente dedicato al nuovo regolamento europeo sulla normazione tecnica volontaria.
Approvato definitivamente in prima lettura dall’Europarlamento (11 settembre) e dal Consiglio dell’Unione Europea (4 ottobre) e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della UE in data 14 novembre 2012 (entrato quindi in vigore il 4 dicembre e in applicazione dal 1° gennaio di quest'anno), il Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla normazione europea adatta e semplifica l’attuale quadro legislativo, contribuendo a ridurre i tempi di normazione, facilitando la partecipazione delle parti interessate storicamente “più deboli” e tenendo maggiormente in conto temi quali l’impatto ambientale del ciclo di vita di prodotti e dei servizi e l’uso efficiente delle risorse.
Esso pone dunque la nuova base legale della normazione europea sostituendo la vigente direttiva 98/34/CE sulla procedura di informazione che sin dalla sua prima versione del 1983 (ex dir.83/189/CEE) ha svolto un importantissimo ruolo nel definire e regolamentare la normazione tecnica ai fini di un suo contributo nell’eliminazione delle barriere tecniche alla libera circolazione dei prodotti.
Il dossier raccoglie da un lato il parere di coloro che hanno partecipato attivamente all’iter di approvazione del regolamento, dall’altro riporta il punto di vista di coloro che ne sono i diretti destinatari e che sono chiamati ad applicarlo.

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Fonte UNI

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Normativa tecnica. Allo studio nuove norme UNI.

 

logo uniSono sottoposti alla fondamentale fase di inchiesta pubblica preliminare, sino al prossimo 6 gennaio, undici progetti di norma nazionale. Entro tale data chiunque - attraverso il sito internet - può inoltrare i propri commenti e segnalare l'interesse a partecipare agli eventuali lavori normativi.
I progetti che si intendono avviare riguardano numerosi argomenti di rilievo per il mercato.
Il primo, a cura del CTI - Comitato Termotecnico Italiano, ha per oggetto i requisiti di qualificazione degli operatori delle ditte installatrici e/o perforatrici dei sistemi geotermici a pompa di calore.
Il mercato italiano presenta un notevole incremento sia in domanda che in offerta per questo genere di impianti, che trattano fonti di energia rinnovabile come richiesto dalla legislazione vigente. Il documento che si intende sviluppare può essere un utile strumento a supporto della legislazione attualmente in fase di sviluppo.
Due progetti riguardano invece il tema del monitoraggio e della diagnostica dello stato delle macchine. In questo caso si tratta dell'adozione di altrettante norme internazionali: le ISO 18436:2012 parti 1 e 3. Una riguarda i requisiti degli Enti che rilasciano le certificazioni al personale addetto in questo specifico ambito, l'altra i requisiti per gli Enti che effettuano formazione (con i relativi criteri di qualifica dei formatori).
I due progetti sono a cura delle commissioni tecniche "Acustica e vibrazioni" e "Manutenzione".
Quattro progetti, di competenza della commissione tecnica "Legno", riguardano invece gli imballaggi di legno (termini e definizioni, analisi dei requisiti, dimensionamento e realizzazione e guida per l'applicazione). Si tratta della revisione delle parti 1, 2 e 3 della norma UNI 9151 e della norma UNI 10920.
Di una nuova norma nazionale si parla invece con il progetto della commissione "Tecnologie biomediche e diagnostiche". Si tratta in particolare dei requisiti di prestazione e sicurezza, e dei relativi metodi di prova, delle calzature ortopediche di serie. Al momento mancano infatti in Italia specifici riferimenti normativi in materia.
La commissione "Agroalimentare" mette invece in campo la revisione della UNI ISO 7301, sulle specifiche minime del riso, destinato al consumo umano. In questo caso l'intervento è dato dall'esigenza di allinearsi con l'aggiornata situazione internazionale.
La commissione "Impianti di ascensori, montacarichi, scale mobili e apparecchi similari" intende invece far partire i lavori di elaborazione di una norma tecnica nazionale sui criteri di buona tecnica per la modifica o la sostituzione di parti di ascensori rispondenti alla Direttiva 95/16/CE.
La nuova norma permetterebbe di fornire la presunzione di conformità alla regola dell'arte.
La revisione della norma UNI 11235:2007 sulle istruzioni per la progettazione, l'esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde è infine oggetto di un nuovo progetto a cura della commissione "Prodotti, processi e sistemi per l'organismo edilizio".
La necessità sono principalmente di fornire alle amministrazioni locali, provinciali o regionali il supporto normativo al fine di inserire appositi benefici rispetto all’uso delle coperture a verde sugli edifici.

Fonte UNUI

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Professioni non regolamentate: approvata la legge, pronte le norme UNI

professioni1La X Commissione della Camera dei Deputati ha approvato oggi in sede legislativa la proposta di legge “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” (già A.C. 1934-B) definendo quindi la disciplina delle professioni non organizzate in ordini o collegi, cioè di tutte quelle attività economiche volte alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitate abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo, con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell’articolo 2229 del Codice Civile, delle professioni sanitarie e delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative.
La nuova legge promuove l’autoregolamentazione volontaria e la qualificazione dell’attività dei soggetti che esercitano le professioni di cui sopra anche indipendentemente dall’adesione ad un’associazione. Stabilisce infatti che l’esercizio della professione è libero e fondato sull’autonomia, sulle competenze e sull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica, nel rispetto dei principi di buona fede, dell’affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza, dell’ampliamento e della specializzazione dell’offerta dei servizi, della responsabilità del professionista.
L’articolo 6 “Autoregolamentazione volontaria” dà piena applicazione al principio di sinergia tra legislazione e normazione tecnica, affermando che la qualificazione della prestazione professionale si basa sulla conformità a norme tecniche UNI. Sebbene la legge non renda obbligatorio il rispetto delle norme UNI, i requisiti, le competenze, le modalità di esercizio dell’attività e le modalità di comunicazione verso l’utente individuate dalle stesse costituiscono principi e criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato della singola attività professionale e ne assicurano la qualificazione.

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Norme UNI già esistenti

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