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Acqua di piscina. In revisione la UNI 10637

piscineIl gruppo di lavoro "Piscine" che si è riunito nel mese di marzo a Milano si sta occupando della revisione della norma UNI 10637 "Piscine - Requisiti degli impianti di circolazione, trattamento, disinfezione e qualità dell'acqua di piscina", la cui ultima edizione risale al 2006, per aggiornarla alle nuove tecnologie in particolare per quanto riguarda la parte impiantistica. Il gruppo vanta una componente ampia e rappresentativa di tutto il vasto mondo delle piscine: ne fanno parte infatti produttori e distributori di materiali ed attrezzature per piscine, costruttori e gestori di impianti.
Un settore quello delle piscine che, ad eccezione degli ultimi due anni in cui si è registrata una flessione abbastanza significativa, ha sempre avuto uno sviluppo importante, in particolare per quanto riguarda il settore privato e quello delle piscine destinate ai centri benessere.
"Il mercato delle piscine in Italia è cresciuto non solo in termini numerici ma anche tipologici – spiega Ivano Pelosin, coordinatore del gruppo di lavoro e presidente Assopiscine. Negli ultimi due anni abbiamo purtroppo assistito ad una contrazione, soprattutto nella fascia medio-bassa, mentre nel settore privato si continuano a realizzare piscine di gamma alta e altissima. Gli impianti pubblici rallentano perché i finanziamenti dei progetti sono più difficoltosi. Le forme e le tipologie si sono molto diversificate. Regge ancora il settore delle piscine inserite in contesti alberghieri, termali, nelle SPA, quindi piscine particolari con giochi d'acqua, cascate, idromassaggi ecc.".
La norma UNI 10637 è un documento sviluppato da UNI, che, già nella versione del 1997, ha concorso a supportare l'Accordo approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 16 gennaio 2003 relativo agli "aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio" e il successivo Accordo interregionale del 2004.

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Protezione contro le scariche atmosferiche. Aggiornata la normativa CEI

fulminiÈ stata pubblicata nel febbraio 2013 la nuova serie di Norme CEI EN 62305-1/4 (classificazione CEI 81-10/1-4) relativa alla protezione delle strutture contro i fulmini. La serie si compone di quattro Parti aventi ciascuna uno specifico campo di applicazione. Il presente volume sostituisce completamente la serie Norme CEI EN 62305:2006-04.

  • CEI EN 62305-1 “Principi generali” Indica i principi generali che sono alla base della protezione contro il fulmine di strutture, impianti e persone.
  • CEI EN 62305-2 “Valutazione del rischio”.Si riferisce alla valutazione del rischio dovuto a fulmini a terra, ed ha lo scopo di fornire la procedura per la determinazione di detto rischio.
  • CEI EN 62305-3 “Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone”Definisce i requisiti per la protezione contro i fulmini contro i danni materiali e alle persone mediante un impianto di protezione.
  • CEI EN 62305-4 “Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture”.

Fornisce elementi sul progetto, l’installazione, la manutenzione e la verifica delle misure di protezione (SPM) per gli impianti interni elettrici ed elettronici per ridurre il rischio di danni permanenti dovuti all’impulso elettromagnetico (LEMP) associato al fulmine.
Le quattro norme della Serie, pubblicate singolarmente in inglese – italiano, sono raccolte, nella sola versione in italiano, anche in un unico Volume per rendere più agevole la consultazione delle norme stesse.
Contemporaneamente alle Norme della serie CEI EN 62305 è stata pubblicata la Guida tecnica CEI 81-2 “Guida per la verifica delle misure di protezione contro i fulmini”.
Essa fornisce indicazioni per verificare la rispondenza alle Norme CEI EN 62305 delle misure di protezione contro i fulmini adottate a seguito della valutazione del rischio di una struttura.
La Guida è indirizzata a chi, a qualsiasi titolo, è chiamato alla verifica dei sistemi di protezione contro i fulmini.

Per  informazioni  contattare il Punto CEI di Napoli:
c/o Consorzio Promos Ricerche
Via S. Aspreno, 2 - 80133 Napoli
Tel.  081 4109140 - 081 7607233
Fax: 081 5520181

Fonte CEI

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Etilometri. Pubblicata la UNI EN 16280

etilometroGuidare in stato di ebbrezza – oltre ad essere pericoloso per noi e per gli altri – è un reato che viene sanzionato dal Codice della Strada. Il tasso alcolemico massimo consentito per legge a chi si mette alla guida di un qualsiasi mezzo motorizzato è attualmente pari a 0,5 grammi di alcol per litro di sangue. Dopo questo limite le sanzioni sono molto pesanti con ammende che vanno dai 500 euro in su sino ad arrivare al fermo del veicolo, al ritiro della patente e – in alcuni casi – anche all'arresto del conducente. Condizioni più severe sono previste per neopatentati e conducenti di professione.Dopo una serata passata in compagnia di amici – coi quali abbiamo magari bevuto una birra o un bicchiere di vino – capita di avere dei dubbi sulla possibilità o meno di poter guidare senza correre il rischio di essere sanzionati in caso di controlli. Per far fronte a queste situazioni, fermo restando che è fortemente sconsigliato bere prima di mettersi al volante, esiste uno strumento che può aiutare i conducenti di autoveicoli a capire se sono in grado o meno di guidare: l'etilometro.Per definire le caratteristiche di questi prodotti è stata appena pubblicata la nuova norma UNI EN 16280 "Etilometri per il pubblico – Requisiti e metodi di prova" che si applica a quei dispositivi che misurano la concentrazione di alcol contenuta in un campione di respiro esalato, progettati e destinati ad essere utilizzati come test di autocontrollo da parte del pubblico e che forniscono un'indicazione attendibile della concentrazione alcolemica al momento della prova.
La norma specifica le esigenze fondamentali di sicurezza e le prestazioni, i metodi di prova e i requisiti per la marcatura e l'etichettatura di questi prodotti, così come le istruzioni per un loro corretto utilizzo.
La norma non prevede che i risultati ottenuti da tali dispositivi possano sostituire i risultati ottenuti dagli analizzatori per l'analisi del tasso alcolemico nel respiro coperti dalla International Organization of Legal Metrology OIML R 126:1998 o dagli etilometri utilizzati in applicazioni professionali trattati dalla UNI EN 15964 o da regolamenti nazionali.I due obiettivi principali di questi dispositivi consistono, da una parte, nel contribuire alla prevenzione di incidenti collegati al consumo di alcol, in particolare incidenti stradali e, dall'altra, nell'educare e rendere i consumatori consapevoli delle loro responsabilità mettendoli in grado di misurare direttamente il loro tasso alcolemico.
Lo scopo di questa norma è quello di definire i requisiti di un dispositivo che sia in grado di fornire misure che trattengano una persona che ha consumato alcool dal mettersi alla guida di un automezzo o comunque da intraprendere qualsiasi altra attività "rischiosa". I requisiti di questa norma sono applicabili esclusivamente ai dispositivi di tipo elettronico.
Il documento è stato sviluppato in sede europea dal comitato tecnico CEN/TC 367 "Breath-alcohol testers" (segreteria francesce). A livello UNI la norma è stata trattata sotto la competenza della Commissione tecnica Tecnologie biomediche e diagnostiche.

Fonte UNI

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Rilascio di nichel: nuovo riferimento normativo

nichelChi vende oggetti di oreficeria e bigiotteria da lunedì 1° aprile ha ufficialmente una nuova norma di riferimento per quanto riguarda i metodi di prova per la misurazione del rilascio di nichel.

Dal 1° aprile 2013 è entrata infatti in vigore la UNI EN 1811:2011 come norma armonizzata ai sensi del Regolamento REACH, il provvedimento comunitario che disciplina la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche.

Pensato con l'obiettivo di ridurre al minimo gli effetti nocivi sulla salute umana e sull'ambiente derivanti dall'utilizzo delle sostanze chimiche, il Regolamento (CE) N. 1907/2006, meglio conosciuto come REACH (Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals), ha riordinato la normativa comunitaria prevendendo, tra l'altro, precisi limiti di rilascio per diverse tipologie di sostanze.

In particolare l’allegato XVII, punto 27, fa riferimento al nichel (e ai suoi composti), prevedendone precise restrizioni nell’utilizzo. Esso non può infatti essere adoperato “in tutti gli oggetti metallici che vengono inseriti negli orecchi perforati e in altre parti perforate del corpo umano, a meno che il tasso di cessione” – il cosiddetto limite di migrazione – “sia inferiore a 0,2 ?g/cm2/settimana”. Inoltre non può essere utilizzato "in articoli destinati ad entrare in contatto diretto e prolungato con la pelle" (quali ad esempio orecchini, collane, bracciali e catenelle, braccialetti da caviglia, anelli, orologi da polso, cinturini, bottoni automatici ecc...) se il tasso di cessione è superiore a 0,5 ?/cm2/settimana.

La norma UNI EN 1811 pubblicata nell'aprile 2011, che è andata a sostituire - restringendone il campo di applicazione – la precedente edizione del 2008, specifica un metodo per simulare il rilascio di nichel, proprio al fine di determinare se gli articoli sottoposti al test sono conformi al sopra citato allegato XVII, punto 27 del regolamento REACH.

Citata come norma armonizzata, la norma UNI EN 1811:2011 entra ora ufficialmente in vigore.

A far data quindi dal 1° aprile 2013 - data in cui ai sensi del regolamento europeo la UNI EN 1811:2008 esce di scena per far posto alla nuova UNI EN 1811:2011 – tutti gli oggetti di oreficeria e bigiotteria che hanno “limiti di migrazione” superiori a quelli previsti non potranno più essere posti in vendita.

Queste restrizioni valgono non solo per gli oggetti prodotti dal 1° aprile, ma anche per le giacenze attualmente esistenti tanto presso i produttori quanto presso i commercianti.

 

Fonte: UNI

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Rifiuti: campionamento manuale e analisi degli eluati. Allo studio norma UNI.

rifiuti campionamentoDal 25 marzo al 24 maggio fase di inchiesta pubblica finale per un progetto di norma nazionale di interesse della commissione Ambiente. Si tratta del progetto U53002100 "Rifiuti - Campionamento manuale, preparazione del campione ed analisi degli eluati" che si applica a tutti i tipi di rifiuti, quali i rifiuti liquidi, liquefattibili per riscaldamento, fanghi liquidi, fanghi pastosi, polveri o rifiuti granulari, rifiuti grossolani, monolitici o massivi.
La futura norma – che sostituisce la UNI 10802 del 2004 – descrive:

  • il processo di definizione di un piano di campionamento;
  • tecniche di campionamento manuale di rifiuti liquidi, granulari, pastosi, grossolani, monolitici e fanghi in relazione al loro diverso stato fisico e conservazione a breve termine;
  • procedure di riduzione delle dimensioni dei campioni dei rifiuti prelevati in campo, al fine di facilitarne il trasporto in laboratorio;
  • documentazione per la rintracciabilità delle operazioni di campionamento;
  • procedure per l'imballaggio, la conservazione, lo stoccaggio del campione a breve termine e il trasporto dei campioni di rifiuti;
  • procedure di riduzione delle dimensioni dei campioni per le analisi di laboratorio;
  • procedimenti di preparazione ed analisi degli eluati.

L'inchiesta pubblica finale terminerà il 24 maggio prossimo. Entro tale data tutti i soggetti interessati possono scaricare liberamente il testo del progetto di norma, in formato PDF, dalle pagine del sito (NORMAZIONE > UNI: inchiesta pubblica finale) e inviare i propri commenti.

Fonte UNI

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Rivelatori autonomi di fumo. Edizione italiana per la EN 14604

fumoRilevazioni statistiche condotte sul territorio europeo hanno evidenziato che la maggior parte dei decessi causati da un incendio avviene nelle abitazioni.
Partendo dalla considerazione che anche nel nostro Paese gli incendi domestici sono un fenomeno frequente che comporta elevate perdite di vite umane e il fatto che ad oggi non esistono norme, linee guida, raccomandazioni che possano indurre gli occupanti a dotarsi di mezzi di protezione, appare quanto mai opportuna la recente pubblicazione - in lingua italiana - della norma europea EN 14604 "Smoke alarm devices".
La UNI EN 14604 "Rivelatori autonomi di fumo con avvisatore acustico" specifica i requisiti, i metodi di prova, i criteri di prestazione e le istruzioni di installazione ed uso del fabbricante per rivelatori/avvisatori funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione, destinati all'impiego in edifici residenziali.
Già diffusamente utilizzati in Europa, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda, gli "smoke alarms" sono dispositivi contenenti in un unico alloggiamento tutti i componenti necessari per rilevare il fumo ed emettere, qualora la concentrazione superi il livello di soglia prefissato, una segnalazione acustica di allarme. Sebbene non possano ridurre il rischio d'incendio, possono tuttavia limitare gli effetti sulle persone e sui beni se considerati come parte integrante di un piano di emergenza.
La norma fornisce le definizioni dei termini utilizzati (quali: condizione normale, condizione di guasto, condizione di allarme, tacitazione di allarme) e indica i requisiti generali di conformità, di indicazione della presenza di tensione, di alimentazione, la durata del segnale di allarme e del segnale di guasto, la sostituibilità dell'alimentazione stessa da parte dell'utilizzazione, ecc.. Vengono inoltre fornite le condizioni per le prove, le prescrizioni e i procedimenti per l'esecuzione delle stesse relativamente alla capacità della batteria, all'emissione sonora del segnale di allarme, alla sensibilità del rivelatore.
L'efficacia dei rilevatori, ai fini della salvaguardia delle persone in caso di incendio, unita all'affidabilità conferita dalla marcatura CE (la norma EN 14604 è una norma armonizzata nel contesto della direttiva Prodotti da costruzione) e al basso costo, dovrebbe consentire a questo dispositivo la più ampia diffusione.
E' in preparazione una linea guida che fornirà, in modo semplice, elementi per la scelta del prodotto, la collocazione, l'utilizzo, la manutenzione (davvero limitata), al fine di evitare allarmi indesiderati o mancati funzionamenti.

Fonte UNI

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Generatori di calore: la nuova UNI 10683

stufaFrutto di un lavoro preparatorio di quasi quattro anni la norma UNI 10683 "Generatori di calore alimentati a legna o altri biocombustibili solidi - Verifica, installazione, controllo e manutenzione" si presenta in versione notevolmente ampliata rispetto alla precedente versione del 2005, rivelandosi uno strumento di lavoro completo a beneficio degli operatori professionali.
Sono stati presi in considerazione tutti gli impianti a biocombustibile solido (alimentati generalmente a legna e pellet) di potenza inferiore ai 35 kW: stufe, termocucine, piccole caldaie, inserti a focolare chiuso o aperto, stufe assemblate in opera e stufe a pellet.
Della precedente versione è stata mantenuta l'impostazione che considera come un impianto unitario l'insieme composto da apparecchio, presa d'aria e sistema di evacuazione dei prodotti della combustione.
Le novità introdotte sono molteplici: alcune intervengono a precisare buone prassi di installazione già consolidate, altre fanno riferimento alle novità impiantistiche di questi ultimi anni; altre infine disciplinano aspetti operativi trattati per la prima volta.
La distinzione tra installazioni ammesse e non ammesse è stata resa più razionale e coordinata con la UNI 7129 e con la relativa disciplina dell'installazione degli impianti a gas per uso domestico.
Sempre in nome della sicurezza degli impianti, è stato introdotto l'obbligo di misurare in opera la depressione che si viene a creare nei locali di installazione rispetto all'ambiente esterno per effetto dell'installazione dell'apparecchio. Si tratta di un'innovazione che non sostituisce l'obbligo di prevedere adeguate prese d'aria secondo quanto disposto dal costruttore dell'apparecchio o, in mancanza, secondo i valori previsti nella norma.
E' stata aggiunta la disciplina del controllo e della manutenzione degli apparecchi e dei componenti dell'impianto che contiene, tra l'altro, la previsione di interventi periodici sulle singole parti compresa la pulizia dell'impianto fumario, a cadenze prestabilite.
La nuova norma di installazione è stata scritta e pensata per operatori professionali, ma coinvolge tutti i soggetti della filiera dell'impianto.
I produttori degli apparecchi e dei sistemi fumari sono facilitati nell'assistere i propri installatori e i clienti con una formazione sempre più mirata per il corretto utilizzo degli apparecchi e dei singoli componenti.
I progettisti hanno finalmente utili precisazioni sulla sicurezza delle installazioni di cui tener conto nella predisposizione delle funzionalità dell'edificio.
Ai consumatori si richiede di rinunciare al fai-da-te in cambio di una prestazione altamente qualificata degli installatori, la cui preparazione fa la differenza...

Fonte UNI

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Incidenti stradali. Norma UNI per i rilievi

INCIDENTEI rilievi costituiscono la fonte di informazione primaria per coloro che hanno il compito di ricostruire la dinamica di un incidente stradale e di valutare il comportamento dei soggetti coinvolti. Solo attraverso l'esame dei rilievi si possono accertare le cause che hanno prodotto l'incidente, risalire ai comportamenti, stabilire le cause (o concause) degli eventi.
La norma UNI 11472 "Rilievo degli incidenti stradali – Modalità di esecuzione", pubblicata lo scorso mese di febbraio, nasce dall'esigenza di uniformare a livello nazionale le modalità di rilievo di un incidente stradale e orientare la raccolta di dati per la sua corretta ricostruzione.
Elaborata dalla commissione tecnica Costruzioni stradali ed opere civili delle infrastrutture, la norma descrive la procedura per il rilievo degli incidenti stradali ponendo l'attenzione su cosa deve essere rilevato e con quali modalità, affinché tali azioni possano costituire una valida base di partenza per una successiva ricostruzione dell'incidente.
Lo scopo del documento è quello di creare le condizioni affinché il tecnico incaricato della ricostruzione dell'incidente stradale possa operare utilizzando dati il più possibile completi e rilevati in modo corretto.
La UNI 11472 fornisce la sequenza temporale con cui devono essere eseguiti i rilievi, gli elementi da rilevare (tracce a terra, tracce di frenata, abrasioni gommose, incisioni e scalfitture, tracce di liquidi presenti sul luogo dell'incidente, distribuzione dei detriti, indagine sui veicoli), le infrastrutture presenti, la segnaletica... La norma riporta altresì le diverse tecniche di rilievo (descrittivo, metrico, planimetrico) e le modalità per effettuare il rilievo fotografico, che deve fornire sia una visione di insieme che di dettaglio.
Per quanto riguarda invece le competenze dei tecnici che effettuano la ricostruzione degli incidenti stradali, delle cause tecniche che li hanno determinati e dei comportamenti delle persone coinvolte nell'evento, si rimanda al progetto di norma UNI (>> vai all'articolo) sottoposto in questi giorni alla fase di inchiesta pubblica preliminare dal titolo "Qualificazione dei tecnici per la ricostruzione e l'analisi degli incidenti stradali" (progetto U71002120 che revisiona e aggiorna nei contenuti la precedente norma UNI 11294 del 2008).
Il tecnico dell'infortunistica stradale è un professionista indipendente che in ambito giudiziario, nella sua qualità di esperto, ricostruisce la dinamica di un incidente per conto di un'autorità giudiziaria, allo scopo di determinare le modalità e le cause oggettive dell'evento, indagando anche sul comportamento dei conducenti, le condizioni della strada e le circostanze ambientali.
Nato dall'esigenza di uniformare a livello nazionale le competenze dei tecnici in materia di infortunistica del traffico e della circolazione stradale, il progetto di norma fornirà una garanzia in più stabilendo i requisiti che devono avere i tecnici professionisti che effettuano i rilevamenti.

Fonte: UNI

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La Sicurezza Generale dei Prodotti tra presente e futuro. Nuovo dossier dall'UNI

UC mar2013La libera circolazione dei prodotti nell’Unione europea è subordinata alla garanzia di un livello minimo di sicurezza. Per molti di essi esistono direttive ad hoc, per gli altri il riferimento è la Direttiva sulla Sicurezza Generale dei Prodotti, la cosiddetta GPSD (General Product Safety Directive).
Ora la Commissione europea ha avviato la revisione di questa direttiva, per allinearla alle esigenze dei mercati in evoluzione e alla sfida rappresentata dalla globalizzazione.
Il numero 3/2013 della rivista U&C dedica il proprio dossier a questo argomento – “La Sicurezza Generale dei Prodotti tra presente e futuro” – che riveste un’importanza capitale per i consumatori, per le imprese, per la società. Il dossier tenta una disamina il più possibile completa dei vari aspetti legati alla GPSD tenendo conto dei punti di vista e delle esperienze di principali attori come CEN, ANEC, e degli altri stakeholders coinvolti, focalizzando come quest'ultimi sono attivi nel processo di definizione degli standard minimi di sicurezza dei prodotti di competenza della GPSD e come possono contribuire a migliorarla col processo di revisione in atto.
Tra gli altri contributi pubblicati si segnala il punto sull’attività UNI nel campo delle attività professionali non regolamentate (“Attività professionali non regolamentate: quadro generale e il ruolo dell’UNI”); un approfondimento sulla marcatura CE della segnaletica verticale permanente (“Marcatura CE per la segnaletica verticale permanente per il traffico stradale”) e uno sugli impianti di terra in bassa tensione che ha per oggetto la norma CEI 64-8.
Da segnalare anche la nuova rubrica “Per comunicare è meglio… togliere!”, a cura di Erika Leonardi, consulente aziendale e docente nei corsi di formazione UNI.

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Fonte UNI

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Gestione Ambientale. L'ISO lancia un sondaggio per il miglioramento delle norme

GEST AMB 14001Si chiama “Sondaggio Miglioramento Continuo ISO 14001” (“ISO 14001 continual improvement survey 2013”) e ha l'obiettivo di raccogliere i desideri e le esigenze degli utenti e di tutte le parti interessate in merito alle norme sui sistemi di gestione ambientale. E’ questa la nuova iniziativa di consultazione pubblica che l’ISO ha messo in campo nelle scorse settimane in vista dei lavori di revisione delle norme ISO 14001 e ISO 14004.
L’indagine, che si articola attraverso numerose domande a cui è possibile rispondere online e in forma rigorosamente anonima, prende in considerazione alcuni temi chiave dei Sistemi di Gestione Ambientale emersi nel corso delle discussioni attualmente in atto nei gruppi di lavoro già oggi impegnati nella rivisitazione di queste norme.
Il questionario si rivolge principalmente a coloro che fanno parte di organizzazioni che hanno applicato le norme ISO 14001 e ISO 14004 (gli utenti della normazione tecnica) e a coloro che hanno conoscenze operative e di natura pratica su tali documenti, per esempio gli organismi di certificazione, le agenzie di regolamentazione, le università, gli istituti di ricerca, le associazioni di categoria, i gruppi industriali, le società scientifiche.
La ISO 14001 è la norma sui Sistemi di Gestione Ambientale più diffusa nel mondo.
Qualche numero: a dicembre 2011 erano ben 267.457 su scala internazionale le certificazioni di conformità ad essa, distribuite in 158 Paesi, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente (fonte ISO).
Ma un dato ancor più significativo riguarda proprio il nostro Paese che, in Europa, si pone ora al primo posto per diffusione delle certificazioni di conformità ISO 14001: a fine 2011 (ultimi dati rilevati) sono infatti ben 21.009, contro le 16.341 della Spagna che sino alla rilevazione precedente deteneva il primato (fonte ISO).
Una leadership, dunque, che rende ancor più importante una partecipazione massiccia dell’Italia a questa consultazione, così da riuscire a rappresentare in modo adeguato in sede ISO l’esperienza e le aspettative nazionali per un'evoluzione delle norme ISO 14001 e ISO 14004 in chiave sempre più positiva.
Il questionario, disponibile anche in lingua italiana, può essere compilato fino al 30 aprile 2013.

Accedi al Questionario

Fonte: UNI

 

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