fbpx

itenfrdees

Promos Ricerche è un Consorzio senza fini di lucro. SCOPO: La promozione e l’introduzione dell’innovazione in qualsiasi forma e settore. Scopri di più.

News

"Quale futuro per l'Ambiente?" Nuovo Dossier dell'UNI

copertina ott2015Le tematiche ambientali sono sempre più frequentemente poste dal legislatore europeo all'attenzione dell'industria e dei consumatori e il concetto di sostenibilità ambientale è ormai largamente diffuso in tutti i settori merceologici e dei servizi. Nell’interesse dello sviluppo sostenibile, si incoraggia infatti la progressiva diminuzione dell’impatto ambientale complessivo di prodotti e servizi connessi con l'impiego delle fonti energetiche tradizionali e con la produzione di rifiuti.
Ad oggi ci troviamo a metà strada tra le prime politiche ambientali, che risalgono ai primi anni settanta, e l'obiettivo per il 2050 (Vision 2050) di "vivere bene nel rispetto dei limiti ecologici del nostro pianeta".
Guardando indietro agli ultimi 40 anni, non si può non riconoscere che l'attuazione delle politiche ambientali europee ha portato vantaggi sostanziali per il funzionamento degli ecosistemi e per la salute dei cittadini. Le politiche ambientali hanno infatti creato opportunità economiche che hanno fatto crescere il settore dell'industria ambientale di oltre il 50% tra il 2000 e il 2011: le emissioni di specifici inquinanti in aria, acqua e suolo sono state ridotte significativamente, l'uso dei carburanti fossili è diminuito, si generano meno rifiuti e i tassi di riciclo sono migliorati in quasi tutti i paesi. Questi miglioramenti sono dovuti per lo più all'ampio corpus legislativo istituito in Europa, che ha contribuito all'innovazione verso un'economia verde sostenibile e ad investimenti in beni e servizi ambientali, creando persino nuovi posti di lavoro. Tuttavia, nonostante i miglioramenti ambientali degli ultimi decenni, le sfide che l'Europa deve affrontare sono ancora oggi considerevoli. La riduzione dell'inquinamento ha migliorato significativamente la qualità dell'aria e delle acque ma la perdita delle funzioni del suolo, il degrado del territorio e i cambiamenti climatici continuano a destare preoccupazione.
Sembrerebbe che le innovazioni che riducono la pressione ambientale in un settore possano causare reazioni che l’aumentano in un altro, causando il cosiddetto effetto rimbalzo, il quale suggerisce la necessità di guardare oltre i miglioramenti di settore e affrontare invece in modo integrato i sistemi di produzione e consumo.
Occorrono pertanto nuovi approcci di governante che vadano oltre i confini nazionali e coinvolgano pienamente le imprese e la società intera. Molti paesi hanno adottato politiche incentrate sulla cosiddetta Green Economy, vista dall'Europa come un approccio strategico alle sfide sistemiche del degrado ambientale, dello sfruttamento delle risorse naturali, ecc. L'approccio dell'economia verde va infatti oltre l'economia circolare, ampliando l'interesse al di là dei rifiuti e delle materie prime fino a considerare il modo in cui bisognerebbe gestire l'uso delle risorse idriche, del suolo e della biodiversità, coerentemente con gli obiettivi di resilienza degli ecosistemi e di benessere umano.
In questo scenario articolato, le norme tecniche  possono certamente contribuire a raggiungere, passo dopo passo, gli obiettivi di miglioramento ambientale previsti dall'Europa, in quanto hanno la potenzialità di influenzare la progettazione di prodotti e processi, ad esempio definendo livelli accettabili di utilizzo dell'energia, procedure di gestione e riciclo dei rifiuti, dei pneumatici a fine vita, di altre misure di protezione ambientale, oltre a una migliore qualità dell'aria e a una più efficiente gestione ambientale delle organizzazioni.

Vai al Dossier

Il Consorzio Promos Ricerche, quale punto di riferimento territoriale degli Enti Normatori italiani UNI e CEI, offre, presso i propri uffici, la consultazione gratuita della normativa tecnica dei principali Enti Normatori (UNI, CEI, ISO, IEC, CENELEC, CEN).

mb
Fonte UNI

Leggi tutto...

Consumo di suolo. Pubblicato il Rapporto ISPRA 2015

ISPRA SuoloPubblicata la seconda edizione del Rapporto ISPRA che fornisce un quadro completo sull’avanzata della copertura artificiale del nostro territorio. Il Rapporto sul consumo di suolo in Italia 2015 integra nuove informazioni, aggiorna le precedenti stime sulla base di dati a maggiore risoluzione e completa il quadro nazionale con specifici indicatori per regioni, province e comuni. Sono, inoltre, approfonditi alcuni aspetti che caratterizzano le dinamiche di espansione urbana e di trasformazione del paesaggio a scala nazionale e locale con riferimento alla fascia costiera, alle aree montane, ai corpi idrici, alle aree protette, alle aree a pericolosità idraulica, all’uso del suolo, alle forme e alle densità di urbanizzazione, ai fenomeni dello sprawl urbano, della frammentazione, della dispersione e della diffusione insediativa.
L’importante novità dell’edizione di quest’anno, è la pubblicazione della prima carta nazionale ad altissima risoluzione sul consumo di suolo. Per la prima volta, in Italia, è possibile avere un quadro omogeneo ed estremamente accurato, dell’intero territorio nazionale, che permette la valutazione del fenomeno del consumo di suolo anche a scala locale. È un risultato che non si sarebbe mai ottenuto senza il contributo fondamentale di tutte quelle informazioni e cartografie rese disponibili da una gran parte delle amministrazioni centrali (si pensi ai Ministeri competenti, all’AGEA, all’Istat) e, soprattutto, regionali.

Scarica il Rapporto 2015

mb

Fonte: ISPRA

Leggi tutto...

Mitigazione sonora. Presto una norma UNI

MITIGAZDal titolo “Acustica - Misure di mitigazione sonora - Parte 1: Generalità”, la futura norma tratta gli aspetti tecnici e procedurali relativi alla valutazione dei costi, dell’efficacia e dell’efficienza delle misure di mitigazione applicabili alle infrastrutture di trasporto e definisce le modalità tecniche operative per l’individuazione delle strategie o soluzioni di maggiore efficacia. Non si applica alle sorgenti di tipo industriale.
Tra le componenti interessate al documento vi sono coloro che devono gestire l’inquinamento acustico ambientale (per esempio i gestori delle infrastrutture stradali, ferroviarie e aeroportuali), gli enti di controllo ambientale nazionali, i tecnici professionisti, i fabbricanti dei dispositivi utilizzati per l’abbattimento del rumore.
La norma sarà suddivisa in 3 parti:

  • Parte 1: Generalità, che introduce i concetti generali di Analisi Costi-Efficacia e Costi-Benefici ed esplicita le modalità operative per la valutazione dei costi; sono descritte le principali misure di mitigazione sonora a cui le tecniche di analisi si applicano;
  • Parte 2: Analisi Costi-Efficacia (CEA), che intende descrivere le modalità operative per la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza delle misure di mitigazione sonora al fine di individuare la strategia o la soluzione economicamente più vantaggiosa;
  • Parte 3: Analisi Costi-Benefici (CBA). In questa parte verranno descritte le modalità di valutazione dei benefici e introdotti gli indicatori prestazionali per valutare la sostenibilità delle misure ipotizzate e le procedure con cui individuare la strategia o la soluzione di maggiore efficienza.

Fino al 14 novembre il progetto di norma U20002690 di interesse della Commissione Acustica e vibrazioni è sottoposto all’inchiesta pubblica preliminare. Entro tale data è possibile inviare commenti al documento.

 

 Il Consorzio Promos Ricerche, quale punto di riferimento territoriale degli Enti Normatori italiani UNI e CEI, offre, presso i propri uffici, la consultazione gratuita della normativa tecnica dei principali Enti Normatori (UNI, CEI, ISO, IEC, CENELEC, CEN, DIN, BSI, AFNOR, ecc.).

mb

Fonte UNI

Leggi tutto...

Sostenibilità dei biocarburanti e bioliquidi

soste biocarRecentemente pubblicata la norma UNI CEN/TS 16214-2Criteri di sostenibilità per la produzione di biocarburanti e bioliquidi per applicazioni energetiche - Principi, criteri, indicatori e verificatori - Parte 2: Valutazione di conformità inclusi la catena di custodia e il bilancio di massa” che definisce gli aspetti pratici che i produttori di biocarburanti e bioliquidi devono seguire per poter dimostrare che i loro prodotti sono sostenibili.
A livello nazionale il documento è stato integrato con altre due specifiche tecniche: la UNI/TS 11429 “Qualificazione degli operatori economici della filiera di produzione di biocarburanti e bioliquidi” e la UNI/TS 11441 “Gestione del bilancio di massa nella filiera di produzione di biocarburanti e bioliquidi” che, dettagliando ulteriormente la materia, vanno a integrare quello che il DM 23 gennaio 2012 definisce come “Sistema nazionale di certificazione per biocarburanti e bioliquidi”.
Il tema della sostenibilità dei biocarburanti e bioliquidi viene di fatto introdotto nel quadro legislativo e normativo europeo grazie alla direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. La direttiva RED - Renewable Energy Directive, richiede che biocarburanti (carburanti di origine biogenica destinati all’autotrazione) e bioliquidi (combustibili di origine biogenica destinati alla produzione di energia termica e/o elettrica) possano essere contabilizzati dai Paesi membri ai fini degli obiettivi fissati al 2020 solo se sostenibili.
Gli enti di normazione e vari istituti di ricerca europei si sono attivati per fornire al mercato degli strumenti adatti e condivisi (nel caso delle norme tecniche) per poter calcolare i risparmi di gas a effetto serra e per aiutare gli operatori a gestire le filiere produttive e a dimostrare il rispetto dei requisiti richiesti.

 Il Consorzio Promos Ricerche, quale punto di riferimento territoriale degli Enti Normatori italiani UNI e CEI, offre, presso i propri uffici, la consultazione gratuita della normativa tecnica dei principali Enti Normatori (UNI, CEI, ISO, IEC, CENELEC, CEN, DIN, BSI, AFNOR, ecc.).

mb

Fonte UNI

 

 

Leggi tutto...

Sostenibilità ambientale nelle costruzioni. Presto dall'UNI una nuova Prassi di Riferimento

SOST EDILIZIARecentemente approvato il progetto di prassi di riferimento UNI dal titolo “Sostenibilità ambientale nelle costruzioni – Strumenti operativi per la valutazione della sostenibilità”.
Il documento, frutto della collaborazione tra UNI e ITACA, l’Istituto per l’Innovazione e Trasparenza degli Appalti e Compatibilità Ambientale, illustra - nella Sezione 0 di inquadramento generale - i principi metodologici e procedurali che sottendono al sistema di analisi multicriteria per la valutazione della sostenibilità ambientale, ai fini della classificazione degli edifici attraverso l’attribuzione di un punteggio di prestazione.
La Sezione 1 della prassi di riferimento specifica invece i criteri per la valutazione di sostenibilità ambientale e il calcolo del punteggio di prestazione degli edifici residenziali. Output dell’attività condotta per il calcolo del punteggio di prestazione è la “relazione di valutazione”, effettuata su un singolo edificio e la sua area esterna di pertinenza e contenente gli esiti della valutazione rispetto ai criteri presi in considerazione.
L’attività di elaborazione della prassi di riferimento, coordinata da UNI, ha visto il contributo degli esperti di ITACA, attraverso i rappresentanti delle Regioni, iiSBE Italia, CTI, Politecnico di Torino, Politecnico delle Marche e Sapienza Università di Roma; il progetto è ora sottoposto alla fase di consultazione pubblica, con scadenza 19 novembre, al fine di raccogliere osservazioni da parte del mercato.
Il processo di valutazione definito dalla prassi di riferimento si fonda sul Protocollo ITACA, uno strumento per la valutazione e certificazione del livello di sostenibilità ambientale di edifici di diverse destinazioni d’uso. Il Protocollo è promosso dalle Regioni Italiane e gestito da uno specifico comitato di gestione che oltre, a rappresentanti di queste ultime e di ITACA, ha visto la partecipazione di iiSBE Italia e di ITC-CNR. Si ricorda che il Protocollo ITACA si fonda sullo strumento SBTool, sviluppato nell’ambito del processo di ricerca Green Building Challenge, coordinato dall’organizzazione no profit iiSBE (International iniziative for a Sustainable Built Environment), e scelto nel 2002 come riferimento dalle Regioni Italiane.
La prassi di riferimento per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici è sviluppata coerentemente con le norme europee sulla valutazione della sostenibilità nelle costruzioni, in particolare con le norme predisposte dal Comitato Tecnico CEN/TC 350 che ha elaborato una serie di norme a livello sia di edificio sia di prodotto edilizio.
Si ricorda che le prassi di rifermento sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta ai soli autori, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione auspicata di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva ai mercati in cambiamento.

mb

Fonte UNI

Leggi tutto...

Gestione dei pneumatici fuori uso. Pubblicato un Decreto Direttoriale dal Ministero dell'Ambiente

pneumaticiIl 9 luglio 2014, sul sito del Ministero dell'Ambiente è stata annunciata la pubblicazione del Decreto Direttoriale 7 luglio 2014, n. 5171, di approvazione del contributo per la gestione degli pneumatici fuori uso derivanti da demolizione dei veicoli a fine vita per l'anno 2014. Il decreto ha efficacia dal quindicesimo giorno dalla loro data di pubblicazione sul sito ministeriale.Nel decreto è presente una tabella che indica l'importo del contributo in base alle diverse Tipologie di pneumatico, al loro peso e alla tipologia di veicoli utilizzatori, classificati secondo le categorie di cui all'articolo 47 Dlgs 285/1992 (Codice della strada)
La gestione dei pneumatici fuori uso è regolamentata dal Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 (Codice Ambiente), in particolare, l'articolo 228, comma 2 del Codice Ambiente, prevede che la gestione dei pneumatici fuori uso sia regolata con apposito decreto del Ministro dell'Ambiente, ovvero il DM 11 aprile 2011, n. 82 con il quale è adottato il regolamento per la gestione degli pneumatici fuori uso.
L'articolo 7, comma 2 del DM 82/2011 ha istituito il Comitato di gestione degli PFU provenienti da veicoli fuori uso che, entro il 31 maggio 2015, deve inviare a all'Autorità competente, ovvero la Direzione generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche, il rendiconto economico della gestione dei proventi introitati nell'anno 2014 in applicazione del decreto 5171/2014.
Con l'articolo 7 comma 5 del DM 82/2011 si ricorda che è il Comitato a definire l'entità del contributo per la copertura dei costi di raccolta e gestione degli pneumatici dei veicoli a fine vita, mentre con apposito regolamento (contenuto nel Decreto 20 gennaio 2012) sono stati definiti i parametri tecnici per l'individuazione delle diverse categorie di contributo per la copertura dei costi di raccolta e trattamento degli PFU, nonché delle spese relative alla gestione ed alla amministrazione del Comitato e del fondo in cui è versato il contributo (fondo) stesso riscosso dal rivenditore del veicolo all'atto della vendita.
Il contributo, ai sensi dell'articolo 7 del DM 82/2011, deve garantire la copertura dei costi di raccolta e gestione degli pneumatici provenienti dai veicoli a fine vita, nonché delle spese relative alla gestione ed alla amministrazione del Comitato e del fondo.

mb

Leggi il Decreto Direttoriale del 7 luglio 2014

Leggi il DM n. 82 del 11/04/2011

Fonte Ministero Ambiente

Leggi tutto...

Dal Ministero dell'Ambiente una guida per il risparmio di carburante nelle autovetture

guida risparmio carburanteDisponibile sul sito del Ministero dell’Ambielte la “Guida al risparmio di carburante delle autovetture” - edizione 2014, la cui pubblicazione è prevista dalla direttiva 1999/94/CEE, recepita in Italia con il decreto del Presidente della Repubblica 17 febbraio 2003, n. 84. La guida fornisce ai consumatori informazioni utili per un acquisto consapevole di autovetture nuove, con lo scopo di contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra e al risparmio energetico.
La guida, approvata con decreto interministeriale del Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e delle Infrastrutture e Trasporti, è pubblicata anche sui siti Internet degli altri Ministeri interessati.
Il trasporto, la cui domanda è in forte espansione, rappresenta un settore critico per il raggiungimento degli obbiettivi di Kyoto in quanto è responsabile di una parte significativa del consumo totale di energia. I fattori che determinano tali livelli elevati di emissioni di gas serra sono legati in parte alle prestazioni dei singoli modelli di autovettura in termini di consumi ed emissioni di CO2 e in parte alle elevate percorrenze annue dei veicoli e allo stile di guida del conducente.
La guida contiene un elenco di tutti i modelli di autovetture commercializzate al 15 marzo 2014, con i rispettivi consumi ed emissioni di CO2, una lista dei modelli a più basse emissioni, divisi per alimentazione a benzina, a gasolio, a bifuel (con utilizzo di GPL o metano) e a propulsione elettrica e ibrida, nonché consigli utili agli automobilisti per guidare in modo ecologico ed economico.

Scarica la Guida

mb

Fonte: Ministero Ambiente

Leggi tutto...

Relazione Piano Nazionale OGM. Disponibili i dati 2013

piano ogmCon l’anno 2012 inizia il terzo triennio di programmazione, il Piano nazionale si articola in più parti, definisce ruoli ed obiettivi per tutti i soggetti coinvolti, individua le principali matrici  alimentari da sottoporre al controllo e i criteri a cui ogni Regione e Provincia autonoma deve conformarsi per l’adozione di un Piano regionale di controllo ufficiale sul proprio territorio.
Nel 2013, secondo anno del triennio di programmazione, l’attività di controllo ufficiale per la ricerca di OGM nel settore degli alimenti ha confermato la costante e particolare attenzione che tutte le Regioni e Province autonome e tutti i soggetti interessati rivolgono alla tematica OGM. Solo in una Regione non sono stati svolti i controlli programmati.
Esaminando i dati relativi al territorio, la valutazione generale dei risultati è positiva, sia dal punto di vista della numerosità dei campionamenti che di percentuale di non conformità. Infatti, il numero totale di campioni analizzati ed elaborati è di 868 sul territorio per i quali è stata rilevata una sola non conformità riguardante il riso GM non autorizzato.
La percentuale di positività degli eventi autorizzati e i relativi valori riscontrati sono diminuiti rispetto all’anno precedente. Ciò conferma da una parte la consapevolezza crescente degli operatori del settore alimentare che pongono particolare attenzione lungo tutta la filiera, dall’approvvigionamento delle materie prime alla commercializzazione del prodotto finito, dall’altra l’efficacia dei controlli ufficiali messi in atto.
Relativamente alla fase di importazione, nel corso del 2013 i campionamenti risultano essere stati 137, un numero superiore rispetto a quello dell’anno precedente.
Il riscontro delle positività all’importazione ha riguardato, oltre il riso, altre matrici, confermando che questa fase rimane un punto fondamentale nella catena dei controlli ufficiali. Pertanto, gli uffici di frontiera, prime Autorità sanitarie coinvolte nella nazionalizzazione e commercializzazione di prodotti alimentari, è fondamentale che contribuiscano sempre attivamente alla realizzazione di quanto programmato nel Piano nazionale proprio in relazione al ruolo essenziale che rivestono nella catena dei controlli ufficiali.
Altro ruolo fondamentale nella attività di controllo viene svolto dai laboratori pubblici. A tal proposito, considerata la complessità del controllo analitico, l’attività diventa sempre più intensa, ai fini sia della validazione dei metodi, sia della relativa applicazione nell’ambito del controllo ufficiale. In tale contesto, si sottolinea ancora una volta la necessità di completare il processo di espansione, peraltro già a buon punto, dell’attività analitica di screening, ed iniziare ad incrementare l’attività analitica accreditata anche per la rilevazione e quantificazione di eventi GM autorizzati sul mercato comunitario, al fine di assicurare l’omogeneità dell’azione di controllo sul territorio nazionale.
In considerazione della necessità di ricercare un numero crescente di eventi GM, è tuttavia ipotizzabile per il prossimo futuro, al fine di razionalizzare l’attività analitica sia per gli aspetti tecnici che economici, un sistema di supporto mutualistico tra laboratori con specializzazione analitica complementare.
Premesso quanto sopra, tenuto conto dei risultati complessivi ottenuti anche per il 2013, si conferma che sul mercato italiano sostanzialmente i prodotti alimentari hanno rispettato i requisiti d’etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando in tal modo una corretta informazione al consumatore. La presenza di OGM, autorizzati e non, negli alimenti in Italia è decisamente limitata ed a concentrazioni estremamente basse, ed i controlli alla frontiera contribuiscono a mantenere tale risultato.

mb

Consulta la Relazione

Fonte: Ministero della Salute

Leggi tutto...

Sviluppo sostenibile delle aree verdi. Dall'UNI una Prassi di Riferimento

pdr 8Lo scorso 20 giugno UNI ha pubblicato la prassi di riferimento "Linee guida per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi – Pianificazione, progettazione, realizzazione e manutenzione" (UNI/PdR 8:2014).
Il documento è frutto della collaborazione tra UNI e le Associazioni Landeres e BAI – Borghi Autentici d'Italia, ed ha lo scopo di fornire delle linee guida per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi, urbani e peri-urbani, quali i parchi e giardini pubblici e privati, i parchi e giardini storici, le alberate stradali, il verde a corredo delle infrastrutture, i parcheggi alberati, i percorsi ciclo-pedonali, parchi e percorsi fluviali ed aree spondali in ambito urbano, parchi divertimento, verde di pertinenza delle strutture turistico/ricettive, ecc.
Con questa prassi di riferimento si fornisce agli operatori del settore – dai progettisti ai manutentori, dai responsabili della pianificazione del verde nell'ambito delle amministrazioni locali ai vivaisti, ai giardinieri – uno strumento di orientamento della pianificazione, progettazione, realizzazione, manutenzione e produzione di materiale vegetale. Il tutto in un'ottica di sostenibilità, seguendo le tre direttrici della qualità ambientale, economica e sociale in relazione alla gestione del territorio.
Il documento può essere utilizzato a supporto dell'applicazione della Legge "Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani" (n.10 del 14 gennaio 2013, GU n. 27 dell'1 febbraio 2013, in vigore dal 16 febbraio 2013), consentendo a tutti i soggetti coinvolti nella filiera della gestione del paesaggio di orientare politiche integrate di sostenibilità urbana finalizzate all’estensione e alla qualità degli spazi verdi e alla realizzazione di servizi eco-sistemici. In questo senso, il documento si basa su tre pilastri principali:

  1. rafforzare la biodiversità e la resilienza per implementare la rete ecologica e sociale su scala locale;
  2. adottare buone pratiche per la progettazione, il mantenimento e la gestione degli spazi verdi e per la produzione vegetale;
  3. applicare un metodo di gestione a basso input energetico, fisico ed economico.

Per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi la prassi di riferimento individua una serie di azioni specifiche tramite le quali è possibile conseguire 15 obiettivi di qualità – qualità paesaggio, biodiversità, pianta, suolo, scarti, acqua, energia, inquinamento, nutrizione, difesa, diserbo, macchinari e attrezzi, materiali, produzione vegetale, sociale. Inoltre, sono fornite delle indicazioni in merito alle attività di formazione da promuovere presso gli amministratori, i tecnici e gli operatori del settore.
La prassi di riferimento UNI/PdR 8:2014 “Linee guida per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi – Pianificazione, progettazione, realizzazione e manutenzione”  è disponibile e liberamente scaricabile dal sito UNI.

Leggi la UNI/PdR 8:2014

mb

Fonte UNI

Leggi tutto...

Ogm, la UE delega gli Stati

ogmToccherà all'Italia, presidente di turno dell'Unione europea da luglio in poi, negoziare con il Parlamento l'accettazione dell'accordo raggiunto ieri tra i Ventotto sul tema controverso degli organismi geneticamente modificati (Ogm). Dopo una lunga trattativa, i governi hanno trovato un compromesso. La Commissione potrà autorizzare l'uso di specifici Ogm in Europa, ma i singoli paesi potranno a loro volta bloccarne la coltivazione sul loro territorio nazionale. «Le questioni relative alla vendita e all'importazione degli Ogm continueranno a essere regolate a livello europeo», si legge in un comunicato del Consiglio dopo l'accordo raggiunto ieri a Lussemburgo.
«La coltivazione, tuttavia, potrebbe richiedere maggiore flessibilità in alcuni casi poiché il tema ha forti dimensioni nazionali, regionali e locali». Il mercato mondiale dei semi che producono organismi geneticamente modificati ha avuto nel 2013 un valore di 16 miliardi di dollari.
Molti paesi europei sono favorevoli agli Ogm. Attenta a un settore agricolo nazionale particolarmente forte e influente, la Francia invece è stata il capofila di un gruppo di stati membri che in questi anni ha bloccato un accordo, e chiesto nei fatti la possibilità di opt-out. L'intesa prevede che i paesi membri possano chiedere alla società di adattare «la portata geografica» della sua autorizzazione fino a impedire la coltivazione «in parte o nell'insieme del suo territorio».
Inoltre, il singolo paese potrà decidere «sulla base di nuove e obiettive circostanze» di introdurre limiti fino a due anni dopo la concessione dell'autorizzazione da parte della Commissione europea. L'esecutivo comunitario continuerà infatti a dare il benestare per la coltivazione a livello europeo. Già ieri Bruxelles ha preannunciato che intende autorizzare la coltivazione del mais transgenico TC1507, del gruppo Pioneer, anche se non ha precisato da quando.
Dinanzi ai timori di molti, dal 2004 non vi è stata più alcuna autorizzazione alla coltivazione di Ogm in Europa. Solo l'importazione di prodotti Ogm è stata consentita. Attualmente, l'unico prodotto Ogm coltivato nell'Unione è un tipo di grano messo a punto da Monsanto. L'accordo di ieri è stato permesso dal benestare della Francia e della Germania che hanno apprezzato il margine di flessibilità, tanto che Berlino ha già annunciato che intende bloccare l'uso di Ogm sul suo territorio.
In Italia, l'associazione di categoria Assobiotec ha criticato il compromesso raggiunto a Lussemburgo: «Siamo di fronte ad un accordo assurdo - ha detto il presidente di Assobiotec Alessandro Sidoli -. Mi domando che senso abbia dotarsi della normativa più severa al mondo, che richiede di fornire accurati dossier scientifici, e poi lasciare agli Stati membri la possibilità di decidere su basi di fatto non oggettive».
Coldiretti e la Confederazione italiana agricoltori hanno invece approvato l'intesa.
La partita ora passa al Parlamento perché la materia è soggetta a procedura di codecisione. Toccherà alla prossima presidenza italiana dell'Unione, negoziare con l'assemblea di Strasburgo una intesa definitiva.
Nel luglio 2011, il Parlamento europeo aveva dato il suo benestare di principio al compromesso di opt-out presentato a suo tempo dalla Commissione europea, ma già ieri gli ambientalisti hanno preannunciato battaglia per modificare un'intesa di cui sono critici.

Autore: Romano Beda

Fonte: Il Sole 24 Ore

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS