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Guida 2013 al risparmio di carburanti e alle emissioni di CO2 delle auto

guida co2 2013Un manuale per guidare l’auto in modo da consumare meno e salvaguardare ambiente e portafogli. È la pubblicazione “Guida sul risparmio di carburanti e sulle emissioni di anidride carbonica delle autovetture 2013” preparata dai ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e delle Infrastrutture e trasporti per ridurre gli sprechi di carburante e soprattutto le emissioni di inquinanti nell’aria.
La guida all’auto ecologica è prevista dalla direttiva europea 1999/94/CEE e può essere scaricata sui siti web dei ministeri.
La pubblicazione contiene i consigli per ridurre i consumi di carburante e le emissioni di CO2 e cataloga le automobili secondo l’impatto che hanno sull’ambiente. C’è anche un capitolo dedicato in modo specifico ai veicoli a consumo ridotto e a basso impatto ambientale disponibili sul mercato.
Quali i consigli per inquinare meno e risparmiare carburante quando si è alla guida?

  1. accelerare con gradualità
  2. inserire al più presto la marcia superiore
  3. mantenere una velocità moderata e il più possibile uniforme
  4. guidare in modo attento e morbido, evitando frenate brusche e cambi di marcia inutili
  5. rallentare gradualmente rilasciando l’acceleratore con la marcia innestata
  6. spegnere il motore quando si può, ma solo a veicolo fermo
  7. mantenere la pressione di gonfiaggio degli pneumatici entro i valori raccomandati
  8. togliere portascì o portapacchi subito dopo l’uso, portare nel bagagliaio soltanto gli oggetti indispensabili, non modificare il veicolo con alettoni, spoiler.
  9. usare i dispositivi elettrici solo per il tempo necessario
  10. limitare l’uso del climatizzatore

Ma nella guida dei tre ministeri ci sono anche altri suggerimenti, come curare la manutenzione del veicolo eseguendo i controlli e le registrazioni previste dalla casa costruttrice. In particolare, cambiare l’olio al momento giusto e smaltirlo correttamente. Usare gli pneumatici invernali solo nella stagione fredda, perché fanno salire il consumo e producono più rumore. Il condizionatore fa salire i consumi, anche del 25% in certe condizioni: se il clima lo consente, è meglio aprire i finestrini o l’aerazione interna.

mb

Scarica la guida

Fonte: Ministero Sviluppo Economico

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L'ISPRA presenta l'Annuario Dati Ambientali 2012

ISPRAL’Annuario dei Dati ambientali ISPRA 2012,  raccoglie tutti i dati sullo stato dell’ambiente in Italia e si conferma punto di riferimento per decisori politici, ricercatori, detentori di interessi economici e cittadini. Il report, giunto alla sua undicesima edizione, viene proposto in molteplici versioni, per rispondere alle esigenze di un’utenza ampia e variegata.
Oltre alla versione integrale, infatti, il report dell’Istituto è organizzato in “Tematiche in primo piano”, “Tematiche in primo piano light”, “Annuario in cifre”, “Database”, “Multimediale” e “Fumetto”, destinato a un pubblico giovane di non esperti.
Buone notizie per quanto riguarda i preziosi “polmoni verdi” del nostro Paese: si attesta al 36%, nel 2010, il coefficiente di boscosità, ben più alto di quel 28,8% registrato nel 1985. Un contributo importante alla crescita della superficie boscata è dato dall’espansione delle foreste sulle aree abbandonate dall’agricoltura. Fenomeno, questo, condizionato dalla crisi del settore agricolo e dalle politiche comunitarie. La principale minaccia è oggi ancora rappresentata dagli incendi, il 72% dei quali, nel 2011, è risultato essere di natura dolosa, il 14% colposa e il restante 14% di natura dubbia.
Rimane tuttavia pesante la pressione esercitata sull’ambiente dalle attività industriali: continuano a preoccupare, infatti, gli effetti negativi sulla salute dell’uomo e sugli ecosistemi causati dalla presenza di sostanze pericolose nel suolo, nel sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee.

mb

Comunicato Stampa

Approfondisci

Fonte ISPRA

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Rifiuti, il produttore deve verificare i titoli del «gestore»

RifiutiVerificaDestinatarioTrasportatoreIl produttore/detentore dei rifiuti ha il dovere di verificare che il destinatario sia effettivamente autorizzato a ricevere quella specifica tipologia di rifiuti, a nulla rilevando la mera convenienza economica della transazione. In difetto, il produttore dei rifiuti viene meno al dovere di informazione puntuale che gli compete per la sua attività professionale. Se l'autorizzazione è relativa a rifiuti diversi da quelli oggetto di conferimento, quelli consegnati sono gestiti in modo abusivo.
È questo il principio di diritto della sentenza 29727/13 depositata ieri dalla III Penale della Corte di cassazione che, confermando integralmente la decisione di merito del tribunale di Venezia (Sezione distaccata di San Donà di Piave), ha rigettato i ricorsi degli imputati che, in concorso tra loro, sono stati condannati definitivamente per gestione non autorizzata di rifiuti.
I produttori/detentori dei rifiuti sostenevano che la responsabilità fosse del trasportatore che sul titolo abilitativo in capo al destinatario, li aveva tratti in inganno, esibendo l'autorizzazione con i codici Cer dei rifiuti conferiti, titolo abilitativo per il trasporto e non per il destino. La difesa ha quindi cercato di far valere la causa di non punibilità (errore determinato dall'altrui inganno) ma invano. La Corte, infatti, ha ripercorso l'articolo 188, comma 3 del decreto legislativo 152/2006 (Codice ambientale) e le esenzioni previste per la responsabilità del produttore. Tra queste, figura la consegna dei rifiuti a soggetti autorizzati alla loro gestione, purché il detentore riceva la quarta copia del formulario controfirmato e datato in arrivo dal destinatario entro i tre mesi successivi al conferimento al trasportatore. Tuttavia, la Cassazione ha ricordato che il detentore dei rifiuti, quando ne affida la raccolta, il trasporto e lo smaltimento a terzi soggetti privati affinché svolgano per suo conto tali attività, ha il preciso obbligo di controllare che questi terzi siano autorizzati. Si tratta di una verifica «doverosa» che, conformemente ad arresti precedenti, la Corte eleva a rango di «regola di cautela imprenditoriale». Se omessa comporta la responsabilità colposa del detentore dei rifiuti per il reato di gestione illecita (articolo 256, comma 1, Codice ambientale).
La Corte continua affermando che la responsabilità non è esclusa dal fatto che il terzo sia in possesso di autorizzazione relativa a rifiuti diversi da quelli oggetto di conferimento. Infatti, questo equivale al mancato possesso dell'autorizzazione per i rifiuti conferiti. Quindi non serve avere un'autorizzazione quale che sia, occorre che il titolo di assenso preventivo riguardi lo specifico rifiuto e la specifica attività.
Nel caso di specie, la Corte rileva che gli imputati erano perfettamente in grado di sviluppare le verifiche e le cautele necessarie se solo avessero usato «una pur minima diligenza» e non avessero ceduto alla tentazione di risparmiare sui costi di smaltimento.
Quindi, il produttore/detentore che conferisce i propri rifiuti a terzi affinché questi siano smaltiti o recuperati «ha il dovere di accertare» che i terzi siano debitamente autorizzati a tal fine. È questa regola "elementare" di cautela imprenditoriale che induce a configurare per i produttori/detentori dei rifiuti conferiti la «responsabilità per il reato di illecita gestione dei rifiuti in concorso con coloro che li hanno ricevuti in assenza del prescritto titolo abilitativo».

AdA

Fonte: Il Sole 24 Ore (189/13)

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Edilizia sostenibile. Parte la quarta edizione dell'Holcim Awards

EDIL SOSTAperto il bando per la quarta edizione degli Holcim Awards, uno dei concorsi di maggior rilevanza internazionale nell'ambito dell'edilizia sostenibile, che mette in palio premi per un totale di 2 milioni di dollari. Il format del concorso prevede da un lato i progetti di punta di professionisti e dall'altro le visioni della  Next Generation, in un range di ambiti applicativi che spazia dall’architettura all’ingegneria civile, dal paesaggio alla progettazione urbana, fino all'ideazione dei materiali da costruzione e delle nuove tecnologie, sempre sotto il segno della sostenibilità.
La categoria principale degli Holcim Awards è destinata, nello specifico, ad architetti, progettisti, ingegneri, costruttori e imprese di costruzione che abbiano sviluppato risposte sostenibili agli aspetti tecnologici, ambientali, socio-economici e culturali connessi all’edilizia e alle costruzioni. I progetti devono essere ad uno stadio avanzato di progettazione, avere un’alta probabilità di realizzazione, e non devono aver avviato la fase costruttiva prima del 1 Luglio 2013.
Per quanto riguarda il formato “Next Generation”, destinato a studenti e giovani professionisti d'età non superiore ai 30 anni, il concorso premierà le idee più coraggiose e i progetti più visionari, a patto che essi non siano entrati nella fase costruttiva prima del 1 Luglio 2013.
Promosso da Holcim Foundation for Sustainable Construction con sede in Svizzera, il concorso si svolgerà in parallelo in cinque regioni del mondo nel 2013/2014, a cui seguirà una fase globale nel 2015. I vincitori a livello regionale saranno annunciati nelle cerimonie Holcim Awards che si terranno nell’autunno 2014 a Mosca (Regione Europa), Toronto (Regione Nord America), Medellín (Regione America Latina), Beirut (Regione Africa Middle East) e Jakarta (Regione Asia Pacific).
Le candidature per entrambe le categorie dovranno essere presentate online sul sito ufficiale del concorso, entro il 24 Marzo 2014. Sul sito sono disponibili ulteriori informazioni su bando, giurie, premi.

Vai alla Guida Step-by-step

Fonte: Holcim Foundation

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Al Suor Orsola Benincasa la conferenza internazionele: Leadership and Management in Sustainable Tourism.

TURISMO SOSTPromosso dall’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, il convegno si propone come occasione internazionale di studio e confronto sulla capacità di programmazione dei territori e sulla  modalità di gestione dei finanziamenti dedicati al turismo in una prospettiva di sostenibilità.
Si presenteranno, inoltre, ricerche dedicate ai migliori casi di studio sul Management nel settore del Turismo, con i grandi esperti mondiali del turismo sostenibile e rappresentanti delle istituzioni europee. Si concorderà, infine, la Dichiarazione di Napoli su “La gestione efficace dei progetti e degli eventi per il turismo”.
L’incontro si inserisce all’interno della International Summer School, che nasce per professionisti del management, politici, docenti e imprenditori per avviare la nuova metodologia e qualifica “PM4SD – Project Management per lo Sviluppo Sostenibile”

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Gli indicatori del clima in Italia. Pubblicato il Rapporto ISPRA

clima ispraPer favorire l’elaborazione, la rappresentazione e la disponibilità di indicatori sul clima italiano, l’ISPRA ha realizzato e gestisce da alcuni anni il Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA); il sistema SCIA è stato alimentato negli anni grazie alla collaborazione e con i dati del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare (AM), dell’Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura (CRA-CMA, ex UCEA), di numerose Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) e dei Servizi Agrometeorologici Regionali della Sicilia e delle Marche.
Attraverso l’elaborazione delle serie temporali di dati misurati da diverse reti di osservazione, il sistema SCIA rende disponibili i valori decadali, mensili e annuali e i valori climatologici normali di diverse variabili meteoclimatiche; esso consente inoltre di aggiornare periodicamente le informazioni con una procedura standardizzata.
Gli indicatori sono calcolati e sottoposti a controlli di validità con metodologie omogenee e condivise con gli organismi titolari dei dati. Le informazioni prodotte da SCIA sono accessibili attraverso un sito web dedicato, all’indirizzo www.scia.sinanet.apat.it.
I criteri generali adottati per il calcolo e la rappresentazione degli indicatori climatici sono dettati dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, mentre per una descrizione dei controlli di validità dei dati di ingresso e degli indicatori calcolati attraverso il sistema SCIA, si rimanda a documenti specifici.
La disponibilità degli indicatori climatici, insieme alle capacità di monitoraggio e di analisi delle agenzie ambientali, offrono l’opportunità di redigere un rapporto periodico sullo stato del clima italiano e sulle sue tendenze, in cui sono raccolti e presentati i principali elementi che hanno caratterizzato il clima in un certo anno, confrontandoli anche, laddove possibile, con i valori climatologici normali e con l’andamento negli ultimi decenni. La pubblicazione regolare di un rapporto annuale sul clima in Italia, promossa e avviata dal sistema delle agenzie ambientali nel 2006, prosegue con questo VIII rapporto, che presenta alcune novità editoriali rispetto alle precedenti edizioni.

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Fonte ISPRA

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Il CEI promuove lo sviluppo del mercato dei veicoli elettrici

auto pilaIl CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano contribuisce allo sviluppo del percorso di standardizzazione dei sistemi di ricarica per i veicoli elettrici che, attualmente, sono diversi e soggetti a normative differenti da un paese all’altro anche nell’ambito della sola Europa.
Il CEI, con un’azione congiunta con l’industria elettromeccanica italiana, l’organismo tedesco responsabile per l’elaborazione degli standard di sicurezza in campo elettronico ed elettrotecnico DKE (Deutsche Kommission Elektrotechnik Elektronik Informationstechnik) e l’associazione europea CENELEC – Comité Européen de Normalisation Electrotechnique, ha dato un nuovo e forte impulso all’individuazione di soluzioni per un unico standard di ricarica in ambito europeo.
La soluzione proposta dà la possibilità di predisporre prese di ricarica uguali in tutta Europa, provviste o meno di un dispositivo di otturazione (shutter) a protezione delle parti in tensione, andando così incontro alle diverse richieste dei Paesi europei in materia di sicurezza elettrica.
Questa soluzione va a beneficio non solo della diffusione delle auto elettriche, ma anche dei veicoli elettrici leggeri a due ruote come gli scooter e di altri mezzi a tre e quattro ruote.

Fonte CEI

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Capitale green 2016 cercasi. In gara 400 città europee

europa-capitale-verdeCapitale verde europea per il 2016 cercasi. La Commissione Ue ha aperto ufficialmente la caccia alla nuova reginetta fra le città europee più “amiche dell’ambiente” e in grado diventare un modello per altri centri urbani. Con una novità importante per l’Italia: per la prima volta potranno gareggiare tutte le città sopra i 100mila abitanti, mentre prima ad entrare in lizza erano solo quelle sopra i 200mila. La competizione si fa però più dura, visto che il riconoscimento ora è alla portata di oltre 400 città europee. “Vorrei incoraggiare le città più piccole a candidarsi e a usare questa come un’opportunità per rivedere e mettere in luce le loro conquiste ambientali e pianificare un futuro sostenibile per i propri cittadini” dice il commissario europeo all’ambiente, Janez Potocnik. La gara è aperta alle città dei 27 Stati membri dell’Ue, più Paesi candidati (Turchia, Macedonia, Croazia, Montenegro, Serbia e Islanda) e i paesi dello Spazio economico europeo, quindi anche Norvegia e Liechtenstein. Dodici i parametri di valutazione: contributo locale alla lotta contro i cambiamenti climatici; trasporti; aree verdi; rumore; produzione e gestione dei rifiuti; natura e biodiversità; aria; consumo di acqua; trattamento delle acque reflue; ecoinnovazione e occupazione sostenibile; gestione ambientale delle autorità locali e prestazione energetica. La prima ad aver conquistato il titolo è stata Stoccolma nel 2010, sono seguite Amburgo, Victoria-Gasteiz, Nantes, Copenaghen e Bristol.

AdA

Fonte: Il Denaro (24/06/2013)

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Impronta climatica dei prodotti. A Milano l'anteprima della ISO/TS 14067

CARBONNei giorni scorsi l’ISO ha pubblicato la specifica tecnica ISO/TS 14067 “Greenhousegases -Carbon footprint of products - Requirements and guidelines for quantification and Communication” (che attualmente sta svolgendo l’iter per l’adozione come norma nazionale UNI) che definisce i principi, i requisiti e le linee guida per il calcolo dell’impronta climatica dei prodotti, in collaborazione con le norme sulla valutazione del ciclo di vita (UNI EN ISO 14040 e 14044) e sulle etichette e dichiarazioni ambientali (UNI EN ISO 14020, 14024 e 14025).
Con il termine generico di “impronta climatica” (carbon footprint) si intende l’ammontare totale di gas ad effetto serra emessi direttamente o indirettamente da un’attività, un prodotto, un’azienda o una persona, ed è un indicatore dell’impatto che le attività umane hanno sui cambiamenti climatici.
Calcolare e comunicare l’impronta ambientale di un prodotto è la migliore risposta alla crescente consapevolezza dei consumatori circa il proprio ruolo nel percorso di riduzione delle emissioni globali: la trasparenza e credibilità dei dati “a norma” permetterà quindi scelte di acquisto più consapevoli.Considerata l’importanza dell’argomento, abbiamo deciso di organizzare – in collaborazione con Accredia e il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare - un incontro dipresentazione in anteprima destinato principalmente a:
•    imprese e organizzazioni no-profit (manager ambientali, responsabili marketing e
•    comunicazione),
•    professionisti (esperti della sostenibilità, verificatori ambientali),
•    enti locali (assessorati all’ambiente e responsabili degli acquisti).

La partecipazione è riservata ai Soci, gratuita, previa iscrizione entro il 10 luglio 2013.
Le richieste di partecipazione verranno accolte fino al raggiungimento della capienza della sala.

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Fonte UNI

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Tecnologie green per le PMI. Domande entro il 5 settembre 2013

Tecno greenLa DG Ambiente della Commissione Europea ha pubblicato il bando 2013 relativo all’iniziativa Eco-Innovation. Le risorse finanziarie messe a disposizione ammontano complessivamente a  31,6 milioni di Euro.  
La scadenza per l’invio delle idee progettuali è il  5 settembre.
L’obiettivo generale dell’invito e di cofinanziare prodotti, tecniche, servizi e processi eco-innovativi che  mirano  a prevenire o ridurre l'impatto ambientale oppure a contribuire a un uso ottimale delle risorse.
Le priorità  del bando 2013 sono:

  1. Riciclaggio dei materiali
  2. Prodotti sostenibili per la costruzione
  3. Alimenti e bevande
  4. Acqua
  5. Imprese verdi

Le proposte di progetto devono avere come conseguenza benefici ambientali ed economici e devono contribuire all’innovazione delle PMI
Il contributo a fondo perduto copre fino al 50% delle spese sostenute.
Al bando possono partecipare tutte le persone legali stabilite nel territorio dell’Unione Europea, Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Albania, Croazia, Macedonia, Israele, Montenegro, Serbia e Turchia, ma verranno privilegiati i progetti candidate da PMI (in forma singola o con latri partner).  In particolare possono fare domanda di finanziamento le PMI che hanno sviluppato un prodotto, un processo o un servizio ecologico innovativo che stenta ancora a collocarsi sul mercato .
Il bando e la documentazione per candidare un’ idea progettuale sono scaricabili al link: http://ec.europa.eu/environment/eco-innovation/apply-funds/application-pack/index_en.htm

Fonte Il Denaro

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