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"Quale futuro per l'Ambiente?" Nuovo Dossier dell'UNI

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copertina ott2015Le tematiche ambientali sono sempre più frequentemente poste dal legislatore europeo all'attenzione dell'industria e dei consumatori e il concetto di sostenibilità ambientale è ormai largamente diffuso in tutti i settori merceologici e dei servizi. Nell’interesse dello sviluppo sostenibile, si incoraggia infatti la progressiva diminuzione dell’impatto ambientale complessivo di prodotti e servizi connessi con l'impiego delle fonti energetiche tradizionali e con la produzione di rifiuti.
Ad oggi ci troviamo a metà strada tra le prime politiche ambientali, che risalgono ai primi anni settanta, e l'obiettivo per il 2050 (Vision 2050) di "vivere bene nel rispetto dei limiti ecologici del nostro pianeta".
Guardando indietro agli ultimi 40 anni, non si può non riconoscere che l'attuazione delle politiche ambientali europee ha portato vantaggi sostanziali per il funzionamento degli ecosistemi e per la salute dei cittadini. Le politiche ambientali hanno infatti creato opportunità economiche che hanno fatto crescere il settore dell'industria ambientale di oltre il 50% tra il 2000 e il 2011: le emissioni di specifici inquinanti in aria, acqua e suolo sono state ridotte significativamente, l'uso dei carburanti fossili è diminuito, si generano meno rifiuti e i tassi di riciclo sono migliorati in quasi tutti i paesi. Questi miglioramenti sono dovuti per lo più all'ampio corpus legislativo istituito in Europa, che ha contribuito all'innovazione verso un'economia verde sostenibile e ad investimenti in beni e servizi ambientali, creando persino nuovi posti di lavoro. Tuttavia, nonostante i miglioramenti ambientali degli ultimi decenni, le sfide che l'Europa deve affrontare sono ancora oggi considerevoli. La riduzione dell'inquinamento ha migliorato significativamente la qualità dell'aria e delle acque ma la perdita delle funzioni del suolo, il degrado del territorio e i cambiamenti climatici continuano a destare preoccupazione.
Sembrerebbe che le innovazioni che riducono la pressione ambientale in un settore possano causare reazioni che l’aumentano in un altro, causando il cosiddetto effetto rimbalzo, il quale suggerisce la necessità di guardare oltre i miglioramenti di settore e affrontare invece in modo integrato i sistemi di produzione e consumo.
Occorrono pertanto nuovi approcci di governante che vadano oltre i confini nazionali e coinvolgano pienamente le imprese e la società intera. Molti paesi hanno adottato politiche incentrate sulla cosiddetta Green Economy, vista dall'Europa come un approccio strategico alle sfide sistemiche del degrado ambientale, dello sfruttamento delle risorse naturali, ecc. L'approccio dell'economia verde va infatti oltre l'economia circolare, ampliando l'interesse al di là dei rifiuti e delle materie prime fino a considerare il modo in cui bisognerebbe gestire l'uso delle risorse idriche, del suolo e della biodiversità, coerentemente con gli obiettivi di resilienza degli ecosistemi e di benessere umano.
In questo scenario articolato, le norme tecniche  possono certamente contribuire a raggiungere, passo dopo passo, gli obiettivi di miglioramento ambientale previsti dall'Europa, in quanto hanno la potenzialità di influenzare la progettazione di prodotti e processi, ad esempio definendo livelli accettabili di utilizzo dell'energia, procedure di gestione e riciclo dei rifiuti, dei pneumatici a fine vita, di altre misure di protezione ambientale, oltre a una migliore qualità dell'aria e a una più efficiente gestione ambientale delle organizzazioni.

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mb
Fonte UNI