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Novità dall'UNI. Nascono le Prassi di Riferimento

 

logo uniLe Prassi di Riferimento (PdR) sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI, e da esso emanati, verificata l’assenza di norme o progetti di norma allo studio. Non essendo documenti normativi, le prassi di riferimento non sono elaborate all’interno degli organi tecnici del Sistema UNI bensì in appositi “Tavoli”.
Le PdR sono documenti i cui contenuti esprimono le esigenze di soggetti significativi del mercato e la cui elaborazione è garantita da regole UNI. Non sono norme tecniche UNI, specifiche tecniche UNI/TS o rapporti tecnici UNI/TR (dalle quali si differenziano per il processo di elaborazione, le tipologie di soggetti coinvolti, il livello di consenso e la veste grafica) ma possono diventarlo se successivamente vengono condivise da tutto il mercato di riferimento.
Le prassi di riferimento contengono specificazioni tecniche in forma descrittiva riguardanti argomenti di tutti i settori di competenza dell’Ente, con particolare riguardo ai settori innovativi per la normazione; in particolare prassi già in uso nell’ambito delle prestazioni dei servizi erogati al consumatore/cittadino, applicazioni settoriali di specifiche esistenti, disciplinari industriali, protocolli per la gestione di marchi proprietari, modelli di gestione sperimentati a livello locale, adozione a livello nazionale di CWA...

In definitiva le Prassi di Riferimento consentono di:

•    Disporre di un riferimento tecnico di rapida formalizzazione che risponda ad esigenze - anche solo di parti - del mercato.
•    Anticipare l’applicazione di prescrizioni già condivise in nuove filiere socioeconomiche, a vantaggio di future attività di normazione.
•    Documentare in modo credibile e trasparente le pratiche di standardizzazione e prassi già in uso.
•    Accrescere la cultura dell’innovazione e favorire contesti di sviluppo per le future attività di normazione.
•    Sperimentare a livello nazionale le esperienze già collaudate con successo da CEN, ISO, BSI, AFNOR…

Le prassi saranno rese disponibili gratuitamente per mezzo dell’accesso libero sul sito internet UNI, con una modalità di ricerca che ne consenta la rintracciabilità anche a catalogo.

Approfondisci sul sito dell'UNI

Scarica la brochure informativa

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Classificazione acustica delle unità immobiliari: progetto UNI in inchiesta pubblica

 

Classe-acustica-In caso di edifici con tipologia seriale, cioè con elementi tecnici che si ripetono uguali secondo schemi che dipendono da caratteristiche distributive, organizzative e funzionali degli ambienti delle unità immobiliari, la norma UNI 11367:2010 prevede la possibilità di adottare criteri di campionamento per ciascun requisito acustico al fine di ridurre il numero di prove.
In caso di sistemi edilizi non seriali, la UNI 11367:2010 prevede, in linea generale, la determinazione del valore di un dato requisito attraverso misurazioni per ognuno degli elementi tecnici misurabili. Ciò comporta, nella maggior parte delle situazioni, un numero molto elevato di prove da effettuare in opera.
Il progetto di norma UNI (U20002150), ora entrato in fase di inchiesta pubblica finale, fornisce le linee guida per la selezione di quelle unità immobiliari aventi caratteristiche non seriali che, sulla base delle conoscenze attuali, risultano più critiche sotto il profilo delle prestazioni acustiche. Per queste tipologie di unità possono essere effettuate le misurazioni dei parametri acustici, al fine di determinarne la classificazione acustica, sulla base della procedura descritta dalla UNI 11367.
Il metodo da adottare si fonda sull’individuazione di alcune unità immobiliari nel sistema edilizio oggetto di valutazione, nelle quali devono essere misurati tutti i parametri acustici con la metodologia prevista dalla UNI 11367.

Fonte: UNI

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Auto elettriche a prova di scossa

 

Auto elettricaSono sicure le auto elettriche? E si rischiano scosse elettriche? Queste sono solo alcune delle domande che la gente comune si pone quando pensa alle autovetture alimentate con energia elettrica.
Una risposta a questi timori l’ha fornita recentemente la normazione tecnica, attraverso l’aggiornamento della ISO 6469-3:2011Electrically propelled road vehicles – Safety specifications – Part 3: Protection of persons against electric shock”.
Questo documento, riveduto e aggiornato, fornisce infatti le  specifiche di sicurezza per i veicoli elettrici e ibridi al fine di  prevenire gli infortuni e si presenta come un valido strumento a servizio di quel mercato nascente su scala mondiale dei veicoli stradali elettrici.

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Sacchi biodegradabili e in polietilene. Nuovi progetti di norma

 

logo uniTre progetti di norma di competenza di UNIPLAST, Ente Italiano di Unificazione nelle Materie Plastiche federato all’UNI, vengono sottoposti in queste settimane all’inchiesta pubblica finale, che terminerà il 12 maggio prossimo (consulta la banca dati >>).
Il primo progetto (E1321C260) tratta le specificazioni per sacchi di polietilene per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, cioè ne definisce dimensioni e requisiti. La futura norma – che sostituisce la UNI 7315:1989 - si applica anche ai sacchi destinati alla raccolta differenziata di frazioni di rifiuti non biodegradabili e non si applica invece ai sacchi destinati alla raccolta differenziata della frazione organica umida.
Sono escluse dal campo applicativo della norma anche i sacchi denominati fodere, conosciuti anche con il nome di liners, che non hanno requisiti di portata ma funzione di protezione dei cassonetti per ridurne le frequenze di lavaggio.
L'aggiornamento della normativa è stato fatto alla luce degli sviluppi del nuovo progresso tecnologico e delle norme europee pubblicate per i materiali e le metodologie di prova.
Il secondo progetto (E1321D050) ha per oggetto tipi, requisiti e metodi di prova dei sacchi di materiale termoplastico biodegradabile e compostabile (secondo la norma UNI EN 13432 o la UNI EN 14995) per la raccolta della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. I sacchi sono ottenuti da film tubolare, sottoposti a saldatura e taglio.
La norma definisce dimensioni, campionamento, materiali, massa areica e altre caratteristiche fisico-meccaniche di questi prodotti.
Il terzo progetto (E1325D335) ha per titolo “Materie plastiche prime-secondarie - Polivinilcloruro plastificato destinato ad impieghi diversi, proveniente dal riciclo di residui industriali e/o materiali da pre e/o post consumo - Parte 5: Requisiti e metodi di prova” ed è destinato a sostituire la norma UNI 10667-5:2011.
Due sono le tipologie di polivinilcloruro plastificato considerate: il tipo A (cioè R PVC-P-A con contenuto di PVC compound maggiore o uguale al 90%) e il tipo B (cioè R PVC-P-B con contenuto di PVC compound maggiore o uguale al 70%).

Sino al 12 maggio i progetti di norma sono liberamente consultabili sul sito internet. Entro quella data chi fosse interessato può inviare i propri commenti utilizzando l’apposito modulo online.

Fonte UNI

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Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione. Nuova edizione della CEI 31-35

 

CEIE’ stata pubblicata la nuova edizione della Guida Tecnica CEI 31-35 “Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87)”.
Essa ha lo scopo di approfondire il tema della classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili relativa ad opere di nuova realizzazione e alle trasformazioni o ampliamenti di quelle esistenti, nel rispetto della Norma europea CEI EN 60079-10-1: 2010 (CEI 31-87).
La classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione equivale alla ripartizione in zone delle aree, nelle quali possono formasi atmosfere esplosive, dell’Allegato XLIX del D.Lgs. 81/08 (Testo Unico sulla sicurezza).
La classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione, pur non facendo parte del progetto dell’impianto elettrico, deve essere redatta contestualmente al progetto dell'opera nel suo insieme e prima della scelta dei requisiti di sicurezza dei prodotti che compongono gli impianti (apparecchi, sistemi di protezione, componenti).
Il campo di applicazione della Guida comprende i luoghi nei quali il pericolo di accensione è dovuto alla presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili in miscela con aria in condizioni atmosferiche normali: quindi, prevalentemente, luoghi in cui si svolgono attività industriali.
Per gli altri campi i principi generali sono comunque validi e, in assenza di norme tecniche specifiche, la Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87) e la Guida CEI 31-35 possono essere comunque applicate.
La Guida CEI 31-35 non si applica a miniere con possibile presenza di grisou, a luoghi di trattamento o produzione di esplosivi, a luoghi in cui il pericolo di esplosione può manifestarsi per la presenza di polveri o fibre combustibili, a casi con guasti catastrofici, a locali adibiti ad uso medico e ad ambienti domestici.
La Guida CEI 31-35 è reperibile presso tutti i punti CEI
Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Semplificazione e Certificazione: la Qualità alleato dello Stato

MARCHIO ACCREDIA

Prima il decreto Brunetta e lo Statuto delle Imprese, oggi le misure in materia di autorizzazioni per l'esercizio delle attività economiche e di controlli sulle imprese. Anche con l'insediamento del nuovo Governo, si conferma di voler puntare sulle certificazioni per avviare il processo di semplificazione in favore delle imprese.

Già l'art. 30 del decreto Brunetta del 2008 disponeva che, per le imprese dotate di certificazione ambientale o di qualità sotto accreditamento, le verifiche periodiche degli Organismi di certificazione sostituissero i controlli amministrativi. Il provvedimento è rimasto inattuato per mancanza dei decreti attuativi, ma ha segnato una linea d'indirizzo, nonostante il principio fosse stato considerato favorevolmente anche dalla Corte Costituzionale (sent 04/12/2009, n. 322).

Poi l'art. 11 dello Statuto delle Imprese del novembre 2011 "certificazione sostitutiva e procedura di verifica" ha stabilito espressamente che "le certificazioni relative a prodotti, processi e impianti rilasciate alle imprese dagli enti di normalizzazione a ciò autorizzati e da società professionali o da professionisti abilitati sono sostitutive della verifica da parte della pubblica amministrazione e delle autorità competenti, fatti salvi i profili penali", nell'ottica della "progressiva riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese, in particolare delle micro, piccole e medie imprese, in conformità a quanto previsto dalla normativa europea".

Quanto alle misure dell'attuale Governo, il pacchetto "Semplificazione e Sviluppo" prevede l'emanazione di regolamenti volti, tra l'altro alla "soppressione di controlli sulle imprese in possesso di certificazione ISO o equivalente, per le attività oggetto di tale certificazione", oltre all'emanazione entro la fine del 2012 di uno o più regolamenti per stabilire, tra l'altro, la "sostituzione delle procedure autorizzatorie ambientali con autocertificazioni per le imprese in possesso di certificazioni UNI EN ISO 14.000 o EMAS, con riferimento alle attività oggetto delle certificazioni medesime, e per gli interventi in aree ecologicamente attrezzate".

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Leggi anche il dossier di U&C di gennaio 2012

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Protezione dalle radiazioni. La norma ISO 27048

 

Nel corso del 2011 è stata pubblicata la norRadiazionima ISO 27048Radiation protection - Dose assessment for the monitoring of workers for internal radiation exposure”: un contributo importante alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. Il documento - elaborato dall’ISO/TC 85 “Nuclear energy, nuclear technologies and radiological protection”, SC 2 “Radiological protection” - permetterà di migliorare la tutela dei lavoratori esposti alle radiazioni e fornirà nel contempo le basi tecniche per consolidare, anche a livello mondiale, regole e disposizioni vigenti in questo settore.

Nello specifico la norma contribuirà ad ottenere risultati più affidabili e coerenti nel momento in cui viene misurata la concentrazione di sostanze radioattive.

Sono molti i lavoratori che quotidianamente, sebbene in misura diversa,  sono esposti a radiazioni ionizzanti. Questi lavoratori necessitano quindi di una maggiore sorveglianza e di un più accurato controllo sanitario.

Per tutti coloro che sono esposti a radioattività per inalazione, ingestione o per contatto con la pelle è importante sviluppare un programma globale di controllo. Questo deve consistere principalmente nella accurata misurazione delle attività biologiche e dei tassi di eliminazione delle radiazioni attraverso urine o feci. Ne consegue che per l'interpretazione quantitativa di tali misurazioni è necessario disporre di modelli ben definiti e di dati che descrivano il comportamento delle sostanze radioattive nel corpo umano.

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Catene da neve a "norma"

 

ConCatene neve il protrarsi delle condizioni meteorologiche sfavorevoli e con l’intensificarsi delle precipitazioni nevose uno dei problemi che preoccupano maggiormente gli automobilisti è quello della sicurezza durante la guida. Le catene da neve sono uno strumento utilissimo in grado di aiutare concretamente il guidatore in caso di neve e ghiaccio.
A volte però non
è così semplice scegliere tra l’ampia gamma di prodotti disponibili sul mercato, sia per la poca dimestichezza che i consumatori hanno con l’acquisto di questo tipo di dispositivo (spesso effettuato in emergenza) sia per il fatto che –nonostante l’apparente semplicità delle catene da neve- il loro utilizzo può rivelarsi a volte più difficoltoso del previsto.
Per stabilire con chiarezza le principali caratteristiche viene in aiuto la norma UNI 11313:2010 “Veicoli stradali - Dispositivi supplementari di aderenza per pneumatici di autoveicoli di categoria M1, N1, O1, O2 - Requisiti di sicurezza e metodi di prova” che definisce le catene da neve “di qualità”

Leggi il Comunicato Stampa dell'UNI

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Dispositivi medici. Nuova norma UNI

Dispositivi mediciSecondo la normativa attualmente in vigore i dispositivi medici (noti anche come medical device) per essere classificati come tali devono essere preventivamente sottoposti ad indagini cliniche. Le aziende che producono tali dispositivi hanno infatti l’esigenza di verificare la sicurezza e le prestazioni dei propri prodotti e, per far questo, si avvalgono di specifici studi clinici, che costituiscono l’elemento essenziale per evitare rischi e verificare la reale efficacia di ogni tecnologia applicata a questi prodotti. Inoltre gli studi clinici sono  fondamentali per le scelte terapeutiche del medico come anche per le decisioni di politica sanitaria che devono bilanciare gli investimenti fatti nell’innovazione con le necessità di contenimento dei costi.

Proprio per venire incontro alle esigenze dei produttori di questi dispositivi è stata pubblicata la norma UNI EN ISO 14155:2012 che tratta la buona pratica clinica per la progettazione, l'esecuzione, la registrazione e la dimostrazione delle indagini cliniche condotte su soggetti umani per valutare la sicurezza o le prestazioni dei dispositivi medici a fini regolamentari.
La nuova norma stabilisce regole chiare e precise per poter condurre studi validi non solo per l’Europa, ma anche a livello internazionale. Tra gli obiettivi principali vi è  quello di  proteggere i pazienti, assicurare la condotta scientifica della valutazione clinica e di assistere promotori, ricercatori, comitati etici, autorità regolatorie ed organismi coinvolti nella valutazione della conformità dei dispositivi medici.


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UNI ISO 14006. Ecodesign per ridurre l'impatto ambientale di prodotti e servizi

ecodesign 14006Ogni prodotto o servizio ha un impatto sull’ambiente durante tutte le fasi del suo ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime al trattamento di fine-vita.
Obiettivo dell’ecodesign è quello di integrare gli aspetti ambientali nelle fasi di progettazione e di sviluppo di prodotti e servizi, al fine di ridurre il loro impatto ambientale negativo e di migliorare le performance ambientali lungo tutto il loro ciclo di vita.
Risultato: prodotti e servizi più puliti, un pianeta più verde.

A livello internazionale l’ISO ha pubblicato una nuova norma della famiglia 14000, destinata ad aiutare le organizzazioni a ridurre gli effetti ambientali negativi dei loro prodotti e servizi. La norma, recepita a livello nazionale come UNI ISO 14006:2011 “Sistemi di gestione ambientale - Linee guida per l’integrazione dell’ecodesign”, fornisce le linee guida per aiutare le organizzazioni ad istituire, documentare, attuare, mantenere attiva e migliorare in modo continuo la loro gestione dell’ecodesign come parte del sistema di gestione ambientale.

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