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Professioni non regolamentate. Pubblicate le prime norme UNI

logo uniPubblicate le norme UNI 11476 "Figure professionali operanti nel campo della fotografia e comunicazione visiva correlata - Requisiti di conoscenza, abilità, competenza" e UNI 11477 "Patrocinatore stragiudiziale professionista del risarcimento del danno - Requisiti di conoscenza, abilità e competenza", a compimento dei lavori della commissione tecnica "Attività professionali non regolamentate".
Le norme definiscono i requisiti relativi alle specifiche attività professionali (ossia l'esperto di risarcimento del danno che opera stragiudizialmente e il professionista nel campo della comunicazione visiva per immagini fotografiche fisse o in movimento nelle sue differenti declinazioni).
I requisiti sono specificati, a partire dai compiti e attività specifiche identificate, in termini di conoscenza, abilità e competenza in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualifications Framework - EQF) e sono espressi in maniera tale da agevolare i processi di valutazione e convalida dei risultati dell’apprendimento.
Entrambe le norme operano in sinergia con la legge 4/2013 "Disposizioni in materia di professioni non organizzate", in particolare sono la piena applicazione dell'art. 9.1 "Le associazioni professionali di cui all’art. 2 e le forme aggregative di cui all’art. 3 collaborano all’elaborazione della normativa tecnica UNI relativa alle singole attività professionali, attraverso la partecipazione ai lavori degli specifici organi tecnici o inviando all’ente di normazione i propri contributi nella fase dell’inchiesta pubblica, al fine di garantire la massima consensualità, democraticità e trasparenza. Le medesime associazioni possono promuovere la costituzione di organismi di certificazione della conformità per i settori di competenza, nel rispetto dei requisiti di indipendenza, imparzialità e professionalità previsti per tali organismi dalla normativa vigente e garantiti dall’accreditamento di cui al comma 2", e dell'art. 6.2 e 6.3 "La qualificazione della prestazione professionale si basa sulla conformità della medesima a norme tecniche UNI ISO, UNI EN ISO, UNI EN e UNI, di seguito denominate «normativa tecnica UNI», di cui alla direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 1998, e sulla base delle linee guida CEN 14 del 2010. I requisiti, le competenze, le modalità di esercizio dell’attività e le modalità di comunicazione verso l’utente individuate dalla normativa tecnica UNI costituiscono principi e criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato della singola attività professionale e ne assicurano la qualificazione."

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Progetto di norma UNI per porte e finestre resistenti al fuoco

 

finestra-in-pvc-a-vetri-coppolaAllo studio un progetto di norma finalizzato alla definizione delle modalità di esecuzione e del mercato dei servizi di posa in opera e manutenzione delle porte e finestre apribili resistenti al fuoco e/o per il controllo della dispersione di fumo. Il progetto è di competenza della commissione UNI “Comportamento all'incendio” ed è in queste settimane all'inchiesta pubblica finale, che terminerà il 26 marzo 2013.
Il progetto "Porte e finestre apribili resistenti al fuoco e/o per il controllo della dispersione di fumo - Parte 2: Requisiti per la qualificazione del servizio di posa in opera e manutenzione" descrive i requisiti per la qualificazione del servizio di posa in opera e manutenzione periodica delle porte e finestre apribili resistenti al fuoco e/o per il controllo della dispersione di fumo. Tale qualificazione riguarda sia le risorse (umane, strumentali, ecc.) che concorrono alla fornitura del servizio che le procedure operative seguite dall'organizzazione.
Il riferimento assunto è quello della pratica operativa e della regolamentazione esistente sulla sicurezza in generale (D.Lgs n. 81/2008) e sulla sicurezza antincendio negli ambienti di lavoro (DM 10 marzo 1998), nonché altri regolamenti sulla sicurezza antincendio riferiti alle porte e ai suoi componenti.
In questa regolamentazione è citata, tra l'altro, la figura dell'operatore competente e qualificato; tenuto conto degli orientamenti europei e nazionali per la normazione delle "professioni non regolamentate" (che portano a descrivere nella normativa volontaria le modalità di effettuazione delle attività svolte da queste professioni) si è proceduto a dare alla norma una impostazione divisa in due parti che sviluppano:

  • le modalità operative riferite alle attività di posa in opera ed attività di manutenzione e di gestione della relativa documentazione;
  • l'insieme dei processi che costituiscono il servizio di posa e/o manutenzione descrivendo le attività preliminari e di complemento alla attività operativa effettuata in cantiere.

Detti processi trattano le risorse umane e attrezzature, la definizione dei compiti degli operatori coinvolti, la programmazione del servizio e le registrazioni conseguenti.

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Certificazione di persone. In italiano la ISO/IEC 17024

logo uni"Valutazione della conformità. Requisiti generali per organismi che eseguono la certificazione di persone" è il titolo della nuova norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024:2012 – pubblicata in lingua italiana – che contiene principi e requisiti per organismi che certificano le persone a fronte di requisiti specifici e comprende l'elaborazione e il mantenimento di schemi di certificazione di persone.
Può servire come base per il riconoscimento di tali organismi e di schemi rispetto ai quali le persone vengono certificate, al fine di facilitarne l'accettazione a livello nazionale e internazionale. I criteri della norma possono essere utilizzati per l'accreditamento o la valutazione tra pari o per la designazione da parte di autorità governative, proprietari di schemi e altri.
Alcune delle principali innovazioni del contenuto riguardano:

  • i termini e le definizioni
  • la gestione dell'imparzialità: l'organismo di certificazione deve documentare la struttura, le politiche e le procedure per gestire l'imparzialità delle proprie attività e deve rendere accessibile al pubblico, senza richiesta, una dichiarazione con cui riconosce l'importanza dell'imparzialità e dell'obiettività nello svolgimento dei propri compiti e assicura la gestione dei conflitti d'interessi
  • la struttura dell'organismo di certificazione in relazione alla formazione-addestramento
  • il personale
  • la sicurezza: l'organismo deve elaborare politiche e procedure documentate per garantire la sicurezza in tutte le fasi del processo di certificazione e deve intervenire opportunamente con azioni correttive in caso di violazioni
  • gli schemi di certificazione (per ogni categoria di certificazione deve essere previsto uno specifico schema)
  • il processo di esame per valutare la competenza dei candidati
  • ricorsi e reclami: il loro trattamento deve comprendere almeno i processi per riceverli, valutarli, esaminarli e per decidere le azioni da intraprendere, la loro tracciabilità e registrazione e l'assicurazione che, se del caso, siano messe in atto opportune correzioni e azioni correttive
  • il sistema di gestione.

La norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024:2012 va incontro alla crescente esigenza delle persone di far valere le loro competenze e capacità per mantenere o ricercare determinate posizioni lavorative.

Fonte UNI

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La ISO 9001 sarà rivista in chiave "etica"

 

NEW 9001Le note che seguono intendono rappresentare un contributo per una evoluzione in senso "etico" della ISO 9001, a partire dalla proposta italiana presentata nell'ambito dei recenti lavori dell'ISO/TC 176/SC2 per la futura revisione della norma.

I lavori di revisione della ISO 9001 hanno ormai superato la fase iniziale, durante la quale si è proceduto a:

  • definire, attraverso il coinvolgimento delle parti interessate, il tipo di revisione richiesto: se per modificare sostanzialmente la versione attuale, o semplicemente introdurre limitate modifiche;
  • raccogliere esperienze, idee e suggerimenti per la futura edizione;
  • raccogliere e organizzare i documenti di input;
  • stabilire un programma temporale, in base al quale la nuova norma dovrebbe essere pubblicata nel 2015.

Accertato che le parti interessate richiedono una norma sostanzialmente "nuova", nel periodo che ha preceduto l'ultima riunione plenaria del comitato ISO/TC 176 (San Pietroburgo 10-17 novembre 2012) e durante la riunione stessa (in particolare, attraverso i lavori del gruppo ISO/TC 176/SC2, WG24), sono state predisposte le specifiche di progettazione e le prime bozze, ancora molto generali, della futura versione della norma più "popolare" del mondo. In particolare, fra i principali input dell'ultimo Plenary Meeting sono stati considerati:

  • il Design Specification ISO/TC 176/SC 2/WG 24/N0068 del 28 giugno 2012;
  • il Preliminary Document ISO/TC176/SC2/WG24/N0070 (basato sull'Annex SL alla Direttiva 2 dell'ISO, che fornisce una struttura comune per le norme dei sistemi di gestione), pure del 28 giugno 2012.

I lavori hanno portato all'elaborazione di un working draft, nel quale incominciano a mostrarsi alcune delle possibili novità della futura revisione della ISO 9001. Durante la discussione che ha accompagnato la preparazione di tale bozza, fra gli argomenti più controversi è emerso quello della "gestione responsabile" dell'organizzazione. Di questo argomento, in funzione dei commenti che verranno raccolti nelle successive fasi di evoluzione del draft, resterà una traccia più o meno importante nella ISO 9001 che verrà.
A tale riguardo, è stata da tempo espressa dall'Italia una posizione nazionale, riassunta, nell'ultima sua revisione, nel documento ISO TC176-SC2-WG24_N0075 (utilizzato come uno fra gli input per l'attività del WG24) che, nel delineare una proposta complessiva di quale dovrebbe essere la nuova norma, descrive le logiche essenziali in base alle quali si ritiene necessario estendere i contenuti della futura revisione al tema etico.

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Rifiuti solidi urbani. Dall'UNI una norma tecnica.

sacco bioRaccolta differenziata, rifiuti organici, compostaggio: termini che sono entrati ormai nella quotidianità delle famiglie italiane, traducendosi in pratiche abituali. Ma – a meno di non avere una piccola compostiera in casa – non basta differenziare i rifiuti organici (avanzi di cucina e di giardino) dagli altri tipi di rifiuti: è altrettanto importante utilizzare per la raccolta i sacchetti giusti, biodegradabili e compostabili in modo da non interferire con le pratiche di compostaggio o digestione anaerobica.
Quali debbano essere i requisiti dei sacchetti, la loro dimensione e le caratteristiche fisico-meccaniche, è indicato in modo chiaro nella norma UNI 11451, "Sacchi biodegradabili e compostabili per la raccolta della frazione organica dei rifiuti solidi urbani - Tipi, requisiti e metodi di prova".
"Nella norma UNI 11451 si definiscono i riferimenti tecnici dei sacchetti biodegradabili e compostabili destinati alla raccolta dell'umido domestico – spiega Claudio Puliti, relatore della norma UNI e tecnico commerciale di Ibi Plast srl – la norma è importante per il consumatore perché identifica un prodotto idoneo per la raccolta dell'umido domestico, e per il gestore della raccolta rifiuti perché il film che costituisce il sacchetto può essere trattato insieme ai rifiuti organici, negli appositi impianti di compostaggio e di digestione anaerobica".
Secondo i dati del rapporto "Rifiuti Urbani 2012" dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la frazione organica dei rifiuti raccolta ammonta a circa 4,2 milioni di tonnellate (con un incremento del 12% rispetto all'anno precedente). Il Rapporto evidenzia, inoltre, l'elevato potenziale sviluppo della raccolta dell'organico che, se avviato in modo capillare sull'intero territorio italiano, potrebbe ammontare a 6-7 milioni di tonnellate l'anno.

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Arredi per la casa. Nuove norme UNI

 

Letto castelloLa scelta di mobili e arredi per la casa si arricchisce sempre più, ma le innumerevoli proposte sul mercato come si rapportano nei confronti della resistenza, della durata e della sicurezza?
Sui letti a castello e i letti alti (l'insieme di componenti che possono essere assemblati sotto forma di letti sovrapposti) è stata recentemente pubblicata la versione bilingue italiano-inglese della norma UNI EN 747 "Mobili - Letti a castello e letti alti" suddivisa in due parti: "Requisiti di sicurezza, resistenza e durata" (parte 1) e "Metodi di prova" (parte 2).
Per quanto riguarda la sicurezza dei letti, bordi e spigoli vivi devono essere arrotondati o smussati, non devono essere presenti tubi con estremità aperte, non deve essere possibile smontare il letto – o i suoi componenti – senza l'ausilio di un utensile. I requisiti si riferiscono alla base del letto, alle barriere di sicurezza (che devono essere continue con l'eccezione di una apertura per accedervi), alle scale o altro mezzo di accesso.
I requisiti dimensionali sono previsti per minimizzare il rischio di infortuni, in particolare dei bambini.
I requisiti di resistenza e di durata – che rappresentano l'uso da parte di un occupante per letto – interessano il fissaggio, la deformazione e la resistenza della scala, il telaio e gli elementi di fissaggio, la stabilità.
Tutti i letti per i quali si dichiara la conformità alla UNI EN 747-1 (che sostituisce l'edizione pari numero del 2007 e la UNI EN 13453-1:2005) devono essere corredati di istruzioni per l'uso e marcati in modo chiaro e permanente.
La parte 2 specifica i metodi di prova per valutare la sicurezza, la resistenza e la durata di questa tipologia di arredo. Essa descrive un insieme di prove che consistono nell'applicare, sulle diverse parti di letti a castello e di letti alti, carichi o forze che simulano l'utilizzo normale da parte di una persona adulta, trattando anche gli usi impropri che possono ragionevolmente prevedersi. Per queste prove vengono utilizzati coni di misurazione, dispositivi a massa d'urto, molle, tamponi di carico, materassi di prova, fermi. Il documento sostituisce la UNI EN 747-2 del 2007 e la UNI EN 13453-2:2005.
Un'altra norma, di recente pubblicazione che sostituisce la UNI ENV 13759:2001, specifica invece i metodi di prova (basati sull'utilizzo da parte di una persona di peso non superiore a 110 kg) per determinare la durabilità:

  • di meccanismi reclinabili, manuali e azionabili elettricamente, per la seduta di adulti
  • di meccanismi per convertire divani e poltrone in letti.

Si tratta della UNI EN 13759 "Mobili - Meccanismi di funzionamento per sedute e divani letto - Metodi di prova".

Fonte UNI

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Stazioni di servizio. Requisiti di sicurezza

Stazione servizioAncora una volta la normazione tecnica entra prepotentemente nella vita quotidiana e lo fa con la pubblicazione di una nuova norma che riguarda le apparecchiature installate presso le stazioni di rifornimento dei carburanti che vengono spesso utilizzate - in modalità self service - dagli stessi conducenti dei veicoli a motore.
Si tratta della UNI EN 13617 Parte 1 "Stazioni di servizio – Requisiti di sicurezza per la costruzione e prestazioni dei distributori di carburante e delle unità di pompaggio remote". Il documento si applica infatti alle unità di pompaggio e ai distributori di carburante che sono installati nelle stazioni di servizio, progettati per erogare combustibili liquidi nei serbatoi dei veicoli a motore, barche e aerei leggeri e in contenitori portatili, e destinati per l'uso e la conservazione a temperature comprese tra -20 °C e +40 °C.
La norma prende in esame tutti i rischi significativi e le situazioni potenzialmente pericolose identificate per le pompe di distribuzione del carburante e li raccoglie in una specifica tabella nella quale - di fianco alle tipologie di rischio (ad esempio rischi meccanici, elettrici, termici) - vengono indicate le necessarie azioni da attuare per eliminare o quantomeno ridurre al minimo questi rischi.
Inoltre la norma indica i requisiti relativi alla salute e alla sicurezza per la progettazione, la costruzione e il funzionamento di queste attrezzature.
Ad esempio: le pompe di erogazione del carburante devono essere dotate dei sistemi necessari per evitare la fuoriuscita di liquidi che possono penetrare accidentalmente nel terreno gocciolando dal beccuccio erogatore. Per quanto riguarda le pistole erogatrici la UNI EN 13617 rimanda alla norma UNI EN 13012 che specifica appunto i requisiti di sicurezza e ambientali per la costruzione e la prestazione di questo tipo di pistole di erogazione da montare nelle pompe dosatrici e nei distributori installati nelle stazioni di servizio. Tale norma stabilisce, tra l'altro, che le pompe devono essere progettate in modo che la valvola di erogazione del carburante si chiuda ermeticamente quando il serbatoio del veicolo è pieno. Deve essere inoltre garantito il corretto funzionamento della sorgente di pressione delle pompe: quando gli erogatori sono tutti sul gancio nessun tubo dovrà essere pressurizzato mentre quando si stacca la pistola di erogazione dal gancio solo il tubo associato dovrà essere pressurizzato.
La norma UNI EN 13617-1 non tratta il rumore e i rischi connessi al trasporto e all'installazione e non considera i tassi di efficienza di recupero del vapore. Inoltre la norma non si applica alle apparecchiature per l'utilizzo con gas di petrolio liquefatto (GPL) o gas naturale liquefatto (GNL) o gas naturale compresso (CNG).

Fonte: UNI

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Dossier di approfondimento sul nuovo regolamento europeo sulla normazione

Regolamento NormazioneSul numero di gennaio della rivista U&C  viene affrontato un tema di grande rilevanza per il presente e il futuro del sistema economico e industriale nazionale e comunitario: il dossier è infatti interamente dedicato al nuovo regolamento europeo sulla normazione tecnica volontaria.
Approvato definitivamente in prima lettura dall’Europarlamento (11 settembre) e dal Consiglio dell’Unione Europea (4 ottobre) e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della UE in data 14 novembre 2012 (entrato quindi in vigore il 4 dicembre e in applicazione dal 1° gennaio di quest'anno), il Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla normazione europea adatta e semplifica l’attuale quadro legislativo, contribuendo a ridurre i tempi di normazione, facilitando la partecipazione delle parti interessate storicamente “più deboli” e tenendo maggiormente in conto temi quali l’impatto ambientale del ciclo di vita di prodotti e dei servizi e l’uso efficiente delle risorse.
Esso pone dunque la nuova base legale della normazione europea sostituendo la vigente direttiva 98/34/CE sulla procedura di informazione che sin dalla sua prima versione del 1983 (ex dir.83/189/CEE) ha svolto un importantissimo ruolo nel definire e regolamentare la normazione tecnica ai fini di un suo contributo nell’eliminazione delle barriere tecniche alla libera circolazione dei prodotti.
Il dossier raccoglie da un lato il parere di coloro che hanno partecipato attivamente all’iter di approvazione del regolamento, dall’altro riporta il punto di vista di coloro che ne sono i diretti destinatari e che sono chiamati ad applicarlo.

Leggi il Dossier di approfondimento

Fonte UNI

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Professioni non regolamentate: approvata la legge, pronte le norme UNI

professioni1La X Commissione della Camera dei Deputati ha approvato oggi in sede legislativa la proposta di legge “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” (già A.C. 1934-B) definendo quindi la disciplina delle professioni non organizzate in ordini o collegi, cioè di tutte quelle attività economiche volte alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitate abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo, con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell’articolo 2229 del Codice Civile, delle professioni sanitarie e delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative.
La nuova legge promuove l’autoregolamentazione volontaria e la qualificazione dell’attività dei soggetti che esercitano le professioni di cui sopra anche indipendentemente dall’adesione ad un’associazione. Stabilisce infatti che l’esercizio della professione è libero e fondato sull’autonomia, sulle competenze e sull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica, nel rispetto dei principi di buona fede, dell’affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza, dell’ampliamento e della specializzazione dell’offerta dei servizi, della responsabilità del professionista.
L’articolo 6 “Autoregolamentazione volontaria” dà piena applicazione al principio di sinergia tra legislazione e normazione tecnica, affermando che la qualificazione della prestazione professionale si basa sulla conformità a norme tecniche UNI. Sebbene la legge non renda obbligatorio il rispetto delle norme UNI, i requisiti, le competenze, le modalità di esercizio dell’attività e le modalità di comunicazione verso l’utente individuate dalle stesse costituiscono principi e criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato della singola attività professionale e ne assicurano la qualificazione.

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Norme UNI già esistenti

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Norme UNI per la caratterizzazione dei cuoi da pelletteria

 

cuoioAlla fine degli anni '90 il settore conciario e quello degli utilizzatori del cuoio hanno prodotto una serie di documenti normativi nei quali veniva introdotto il concetto di "idoneità all'uso" per i differenti campi di applicazione, stabilendo un livello qualitativo minimo del prodotto "cuoio" che, se non rispettato, si sarebbe potuto ripercuotere sulla qualità dei prodotti offerti al consumatore finale.
Queste norme sono risultate così efficaci da diventare la base delle specifiche di prodotto di grandi aziende, di istituti di certificazione, di strutture appartenenti alla Pubblica Amministrazione, nonché lo strumento tecnico principale per la risoluzione delle contestazioni tra fornitori e utilizzatori. Esse hanno coperto tutte le destinazioni merceologiche del cuoio e hanno imposto un livello di qualità del prodotto con requisiti restrittivi e rispondenti alla destinazione d'uso finale.
Per il settore della pelletteria il documento di riferimento è la UNI 10826 "Cuoio - Caratteristiche e requisiti dei cuoi destinati all'industria della pelletteria e degli accessori", ora revisionata e totalmente rinnovata. La valutazione delle performance del cuoio per destinazione d'uso, riportata nella norma, è stata possibile grazie alla UNI 11287 "Pelletteria - Glossario".
Per garantire una valutazione più oggettiva dell'idoneità all'uso del cuoio, nella nuova versione della UNI 10826 sono state introdotte numerose indicazioni sulle modalità di campionamento, di condizionamento e di esecuzione delle singole prove di laboratorio.
La UNI 10826:2012 è un valido strumento per la gestione e regolamentazione dei contratti di approvvigionamento, per la risoluzione delle contestazioni nonché le specifiche necessarie ai laboratori di prova per una caratterizzazione "univoca" del prodotto cuoio.

Fonte: UNI

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