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La Sicurezza Generale dei Prodotti tra presente e futuro. Nuovo dossier dall'UNI

UC mar2013La libera circolazione dei prodotti nell’Unione europea è subordinata alla garanzia di un livello minimo di sicurezza. Per molti di essi esistono direttive ad hoc, per gli altri il riferimento è la Direttiva sulla Sicurezza Generale dei Prodotti, la cosiddetta GPSD (General Product Safety Directive).
Ora la Commissione europea ha avviato la revisione di questa direttiva, per allinearla alle esigenze dei mercati in evoluzione e alla sfida rappresentata dalla globalizzazione.
Il numero 3/2013 della rivista U&C dedica il proprio dossier a questo argomento – “La Sicurezza Generale dei Prodotti tra presente e futuro” – che riveste un’importanza capitale per i consumatori, per le imprese, per la società. Il dossier tenta una disamina il più possibile completa dei vari aspetti legati alla GPSD tenendo conto dei punti di vista e delle esperienze di principali attori come CEN, ANEC, e degli altri stakeholders coinvolti, focalizzando come quest'ultimi sono attivi nel processo di definizione degli standard minimi di sicurezza dei prodotti di competenza della GPSD e come possono contribuire a migliorarla col processo di revisione in atto.
Tra gli altri contributi pubblicati si segnala il punto sull’attività UNI nel campo delle attività professionali non regolamentate (“Attività professionali non regolamentate: quadro generale e il ruolo dell’UNI”); un approfondimento sulla marcatura CE della segnaletica verticale permanente (“Marcatura CE per la segnaletica verticale permanente per il traffico stradale”) e uno sugli impianti di terra in bassa tensione che ha per oggetto la norma CEI 64-8.
Da segnalare anche la nuova rubrica “Per comunicare è meglio… togliere!”, a cura di Erika Leonardi, consulente aziendale e docente nei corsi di formazione UNI.

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Fonte UNI

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"Le novità del settore Gas". Dossier dall'UNI

copertina feb2013Il numero di febbraio della rivista U&C contiene il dossier "Le novità del settore gas", curato dal CIG.
Si tratta di un approfondimento tematico importante anche perché il 2012 - e il 2013 in corso - sono anni molto impegnativi per lo sviluppo delle attività normative del settore.
A titolo esemplificativo si possono segnalare la revisione delle norme UNI 10738 e UNI 11137 che definiscono i criteri per stabilire l’idoneità o meno degli impianti interni ai fini della loro messa in servizio. I contenuti di queste due norme sono stati poi trasposti in manuali pratici: un'azione di informazione e formazione a supporto degli operatori del settore.
L’aggiornamento della norma UNI 7133, ora strutturata in quattro parti, sulla odorizzazione dei gas combustibili, è stato un altro significativo elemento di novità, insieme alla norma di progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di odorizzazione UNI 9463.
Il tutto in un contesto europeo che vede la pubblicazione del nuovo Regolamento 1025/2012 che costituisce la nuova base legale comunitaria della normazione tecnica.
Il dossier fornisce un quadro esaustivo delle novità e degli sviluppi futuri nel settore gas.

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Fonte UNI

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Professioni certificate. Approfondimento su "Osservatorio Accredia"

Osservatorio ACCREDIA PROFESSIONIE' dedicato al tema della certificazione delle figure professionali il primo numero del 2013 dell'Osservatorio ACCREDIA.

L'Osservatorio ACCREDIA si pone l'obiettivo di monitorare le dinamiche, gli sviluppi, gli elementi di forza e le criticità del sistema della valutazione della conformità, che riguarda le certificazioni, le ispezioni, le prove di laboratorio e le tarature effettuate sotto accreditamento.
Il primo numero del 2013 è dedicato al tema della certificazione delle figure professionali, un settore in cui sono coinvolti 23 organismi, che fino a oggi hanno certificato oltre 80.000 professionisti.
La competenza di chi svolge una professione, attraverso la prestazione di un servizio o la realizzazione di un prodotto, è sicuramente un elemento determinante per risultare competitivi sul mercato del lavoro nazionale, comunitario ed internazionale.
Lo stesso Legislatore, con la recente approvazione della Legge  "Disposizioni in materia di professioni non organizzate" (L. 14 gennaio 2013 n. 4) ha dimostrato grande attenzione per il tema delle professioni, individuando nella certificazione rilasciata sotto accreditamento, sulla base di norme UNI, uno degli strumenti idonei a qualificare il mercato dei lavoratori.
Il quaderno dell'Osservatorio ACCREDIA "La certificazione delle figure professionali" è stato realizzato con il prezioso contributo di molti soggetti competenti sulla materia, in rappresentanza di tutte le Parti Interessate, dal Ministero dello Sviluppo Economico, all'UNI, alla CNA Professioni, agli Organismi di certificazione del personale, per chiudere con il contributo di Federconsumatori.

Soglia il quaderno di Osservatorio Accredia.

Fonte: ACCREDIA

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UNI/TS 11461. Metodo di calcolo del contenuto di biomassa nei rifiuti.

BIOMASSA RIFIUTILa direttiva 26 marzo 2009 sulla promozione dell'uso di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (che sostituisce e integra le direttive 2001/77/EC e 2003/30/EC), include la "biomassa" nella lista delle risorse di energia rinnovabili, definita come "la frazione biodegradabile di prodotti, rifiuti e residui di origine biologica, derivanti dall'agricoltura (incluse le sostanze di origine animale e vegetale), dalle attività agroforestali e dalle industrie connesse inclusa la pescicoltura e l'acquacoltura, e inclusa la frazione biodegradabile di rifiuti urbani e speciali".
L'energia elettrica prodotta per combustione di rifiuti e residui di vario genere può accedere quindi all'incentivazione economica riservata alle fonti di energia rinnovabile, ma per la sola parte riferibile al contenuto di biomassa.
Il problema che si pone nella pratica deriva dal fatto che i rifiuti urbani e molti rifiuti speciali sono classificabili come combustibili "ibridi", vale a dire costituiti da una parte fossile e da una di origine biogenica che deve in qualche maniera essere quantificata.
Determinare la quota parte di energia termica o elettrica attribuibile alla fonte rinnovabile si presenta spesso come un problema di non facile soluzione. Le metodologie comunemente adottate prevedono un bilancio energetico dei diversi combustibili (fossili, parzialmente biodegradabili o completamente biodegradabili) in ingresso all'impianto. A tale scopo è necessario un campionamento e un'analisi dei singoli combustibili per determinarne alcune proprietà chimico-fisiche, come il Potere Calorifico Inferiore (PCI) e la quota dello stesso attribuibile alla frazione biodegradabile.
Questo tipo di approccio può risultare difficoltoso ed è spesso oneroso per la complessità delle operazioni di campionamento, riduzione del campione e determinazione analitica connesse.
La recente specifica tecnica UNI/TS 11461 descrive un metodo adatto alla quantificazione dell'energia rinnovabile prodotta dalla combustione di biomassa in impianti di co-combustione, incenerimento e co-incenerimento, dove vengono utilizzati combustibili "ibridi". Il metodo si basa sulla determinazione del radiocarbonio (14C) nella CO2 generata dalla combustione e campionata alle emissioni degli impianti di termovalorizzazione, direttamente al camino.
La UNI/TS 11461 permette quindi di misurare su base ponderale il contenuto di biomassa di un combustibile "ibrido" ed anche di definire la frazione di CO2 emessa dalla sua combustione che non concorre alle emissioni di gas serra, in quanto proveniente da biomassa. Ma non è tutto: la norma permette anche di stimare la percentuale di energia elettrica rinnovabile prodotta dall'impianto, vale a dire quella imputabile alla sola biomassa contenuta nel combustibile parzialmente biodegradabile utilizzato o da un mix di combustibili fossili e/o biodegradabili e/o parzialmente biodegradabili allo scopo di quantificare gli eventuali incentivi economici previsti dalla normativa vigente in materia di energia rinnovabile.

Fonte UNI

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Professioni non regolamentate. Dall'UNI una norma per i professionisti della comunicazione

logo uniAnche dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell'attesa legge 4/2013 sulle attività professionali non organizzate, i lavori di normazione proseguono e le attività di elaborazione dei documenti tecnici si susseguono.

La UNI 11483Attività professionali non regolamentate - Figura professionale del comunicatore - Requisiti di conoscenza, abilità e competenza” appena pubblicata, è un ulteriore passo verso un quadro generale di qualificazione delle professioni che faccia perno sulla normazione tecnica volontaria.

Augusto Ancillotti, coordinatore del gruppo di lavoro che in seno alla commissione tecnica Attività professionali non regolamentate ha elaborato la norma sui comunicatori professionali, esprime piena soddisfazione per l'attività svolta e per le prospettive che si aprono per tutto il settore: "Lo scopo della norma UNI è fare in modo che sul mercato possano operare delle persone che si qualifichino come comunicatori professionali. Se la comunicazione in sé è un fatto puramente umano, è ovvio che quando l'attività di comunicazione si configura come una prestazione professionale nasce la necessità di una regolamentazione, per quanto su base assolutamente volontaria."

Il mercato attualmente si presenta molto variegato e non tutti gli operatori del settore si presentano con le stesse abilità e competenze tecniche.

"Il problema è che il cliente, ad oggi, non sa distinguere le attività di comunicazione professionali da quelle che non lo sono. Vi è dunque la necessità di operare delle distinzioni in base a regole codificate. Le norme UNI e la legge 4/2013 appena pubblicata forniscono una prima garanzia in questo senso".

La proposta di norma nasce quasi due anni e mezzo fa. Un lungo e approfondito iter di elaborazione ora giunto felicemente a conclusione e che può portare subito benèfici effetti non solo per chi opera nel settore ma anche per l'utente, che ora avrà uno strumento in più per distinguere tra le varie offerte sul mercato della comunicazione.

"Quello che conta di più è che piano piano si sta diffondendo una vera cultura della qualificazione delle professioni, anche perché in qualche modo spinti in tal senso dal sistema europeo e dallo schema EQF (European Qualifications Framework, n.d.r.). Ad ogni modo sul mercato questi valori si affermeranno per necessità di cose. E i professionisti della comunicazione, con la norma UNI 11483 e la relativa certificazione di conformità, avranno così un'ottima freccia al loro arco per stare efficacemente sul libero mercato ed essere pienamente competitivi".

 

Fonte: UNI

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Costruzioni stradali. Allo studio una nuova norma UNI

logo uniDal 22 febbraio al 23 aprile fase di inchiesta pubblica finale per un progetto di norma nazionale di interesse della commissione Costruzioni stradali ed opere civili delle infrastrutture. Si tratta del progetto U71002010 "Geosintetici con funzione barriera - Geosintetici polimerici a base di poliolefine (TPO-FPO) - Caratteristiche e limiti di accettazione", che vede come co-autore la commissione Ingegneria strutturale.
Il progetto stabilisce le proprietà caratteristiche, i metodi di prova, i limiti di accettazione e il relativo grado di significatività per geosintetici polimerici con funzione barriera a base di poliolefine (TPO - FPO), in particolare sia geomembrane con entrambe le facce lisce, sia geocompositi formati dall'accoppiamento di geomembrane con geotessili nontessuti o altri tipi di geosintetici.
Entro il 23 aprile tutti i soggetti interessati possono scaricare liberamente il testo del progetto di norma, in formato PDF, dalle pagine del sito UNI e inviare i propri commenti.

Fonte UNI

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Responsabilità Sociale obiettivo strategico del Governo

RSI UNIIl concetto di responsabilità sociale delle organizzazioni viene sempre più valorizzato e rilanciato a tutti i livelli, sia nazionale, sia europeo, sia  internazionale, tramite l'adozione di iniziative e di strumenti volti a favorire la condotta responsabile delle imprese. Operare in modo sostenibile per le organizzazioni significa non solo fornire prodotti e servizi che soddisfano i clienti/consumatori senza impattare sull'ambiente ma significa anche operare in modo socialmente responsabile.
Possono infatti definirsi "socialmente responsabili" le organizzazioni che integrano volontariamente all’interno della propria gestione problematiche di tipo sociale e ambientale.
Anche il Governo italiano ha posto l’accento sull’importanza del ruolo dell’impresa nella società e sulla gestione responsabile delle attività economiche quale veicolo di creazione di valore, a mutuo vantaggio delle imprese stesse, dei cittadini e delle comunità.
Per fare il punto sull’attuazione della norma ISO 26000 a due anni dalla sua pubblicazione la Commissione UNI "Responsabilità sociale delle organizzazioni" si è riunita in seduta  plenaria a Milano nel mese di febbraio.
Al centro del dibattito il nuovo “Piano d’Azione Nazionale sulla Responsabilità Sociale d’Impresa 2012/2014” messo a punto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e dal Ministero per lo sviluppo economico, in attuazione della Comunicazione della Commissione Europea COM (2011) 681 sulla “Strategia rinnovata dell'UE per il periodo 2011-14 in materia di responsabilità sociale delle imprese”.
Con questo piano d’azione il Governo italiano intende creare un contesto più propizio ai comportamenti volontari delle imprese al fine di favorire il raggiungimento degli obiettivi pubblici di sviluppo dell’economia e della società e di tutela dell’ambiente.
Come ha spiegato Danilo Giovanni Festa, direttore generale della DG per il terzo settore e le formazioni sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il piano d’azione è stato frutto di un lavoro che si è avvalso del contributo delle Confederazioni d’impresa, delle università, delle organizzazioni sindacali e degli esponenti del terzo settore (volontariato e associazionismo). Proprio grazie a queste componenti - e in particolare al contributo fondamentale offerto dalle tre organizzazioni sindacali CGL, CISL e UIL - è stato possibile  conoscere le migliori pratiche messe in atto dalle aziende.
“Grazie a loro infatti - illustra Festa - siamo venuti a sapere che in Italia ci sono dei punti di eccellenza, dei contratti posti in essere da aziende (in particolare della filiera chimico petrolifera) che possono essere tranquillamente considerati a livello dei paesi scandinavi. Preziosissimo è stato anche il contributo delle Regioni che hanno portato la nostra proposta in conferenza Stato-Regioni e che ci hanno fatto conoscere le realtà locali”.

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Impianti termici centralizzati. Nuova edizione della UNI 10200

condominio-2Da sempre il riscaldamento rappresenta una delle voci più “pesanti” del bilancio familiare, a maggior ragione in tempi, come questi, di grave difficoltà economica per le famiglie. Risparmiare, dunque, è necessario ma può essere difficile se si abita in un condominio dotato di impianto di riscaldamento centralizzato. La soluzione però esiste ed è quella di adottare sistemi per la contabilizzazione e la termoregolazione del calore che permettono di gestire in modo autonomo il riscaldamento della propria abitazione, pur vivendo in un condominio.
Una risposta a queste esigenze arriva dalla norma UNI 10200, "Impianti termici centralizzati di climatizzazione invernale e produzione di acqua calda sanitaria - Criteri di ripartizione delle spese di climatizzazione invernale ed acqua calda sanitaria" edizione 2013, mirata  proprio a stabilire i principi per una corretta ed equa ripartizione delle spese di climatizzazione invernale e acqua calda sanitaria in edifici di tipo condominiale, provvisti o meno di dispositivi per la contabilizzazione dell’energia termica, distinguendo i consumi volontari di energia delle singole unità immobiliari da tutti gli altri consumi.
Mediante l’installazione di particolari dispositivi, infatti, è possibile regolare la temperatura del proprio appartamento (termoregolazione) pagando solo il calore effettivamente consumato (contabilizzazione). Oltre a contenere i costi, questo sistema  garantisce anche maggiore  comfort abitativo, mantenendo costante ed equilibrata la temperatura di casa.
La nuova edizione della norma UNI 10200 fornisce indicazioni per la ripartizione delle spese in proporzione ai consumi volontari dei singoli appartamenti al fine di ridurre gli sprechi, salvaguardando comunque la qualità della vita.
La riduzione dei consumi viene garantita dal sistema di contabilizzazione e termoregolazione che deve essere realizzato secondo determinati principi di progettazione. In tal senso la UNI 10200fornisce una linea guida per la progettazione e la conduzione dell'impianto, oltre a dare indicazioni su quale sia il sistema di contabilizzazione più indicato per un determinato tipo di impianto di distribuzione (a colonne montanti o ad anello) e per un determinato tipo di terminale di emissione (radiatore, termoconvettore, pannello radiante a pavimento, a parete, a soffitto e bocchette di aria calda).
Un’altra norma recentemente aggiornata - e che viene espressamente richiamata dalla UNI 10200 - è la UNI 9019 che rientra nel quadro normativo nazionale in materia di contabilizzazione del calore e di ripartizione delle spese di climatizzazione invernale.
Il documento descrive una metodologia di calcolo indiretto dell’energia termica erogata all’unità immobiliare, che consiste nell’evoluzione del metodo dei “gradi-giorno”, già in uso nella versione precedente della norma. I metodi di contabilizzazione indiretta, a differenza di quella diretta, non danno la misura del calore utilizzato nelle unità immobiliari ma un conteggio proporzionale a questo; tali conteggi sono quindi utilizzati per una corretta ripartizione delle spese di riscaldamento.
Il metodo di calcolo dei consumi descritto dalla UNI 9019 deriva dal tradizionale metodo del contatore, ormai non più utilizzabile, introducendo la compensazione del tempo di inserzione dei corpi scaldanti. Grazie alla  formula di conteggio migliorata ed evidenziata nella nuova edizione della norma, si ottengono le precisioni  richieste dalle legislazioni nazionali e regionali vigenti.

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Asseverazione nel settore delle costruzioni. Dall'UNI nuova Prassi di Riferimento

COSTRUZIONIPubblicata la nuova Prassi di riferimento che UNI ha prodotto in collaborazione con la rete dei Comitati Paritetici Territoriali (CPT) e che stabilisce gli “Indirizzi operativi per l’asseverazione nel settore delle costruzioni edili e di ingegneria civile” (UNI/PdR 2:2013).
Questo documento fornisce gli indirizzi operativi per il rilascio della asseverazione prevista dall’art. 51 del D.Lgs 81/08 e si applica al servizio di asseverazione erogato appunto dai CPT cioè dagli organismi bilaterali che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro nel settore edilizia e che – concretamente – si recano sul luogo di lavoro e interloquiscono direttamente con azienda e lavoratori. L’asseverazione è un processo particolare mediante il quale si garantisce che i modelli di organizzazione e gestione della sicurezza siano effettivamente attuati e applicati dall’azienda stessa.
“Dopo aver elaborato un primo documento al suo interno – spiega Ruggero Lensi, Direttore Relazioni esterne sviluppo e innovazione dell’UNI – la CNCPT (Commissione nazionale per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro) ha voluto inquadrarlo in modo corretto e coerente. Per questo motivo ha chiesto la nostra collaborazione e in pochi mesi siamo riusciti a definire un documento che identifica le fasi di verifica, le relative modalità operative e le competenze delle figure professionali incaricate del processo di asseverazione”.
“Abbiamo deciso – spiega il presidente CNCPT, Marco Garantola – di approfondire gli aspetti connessi alla asseverazione costruendo una procedura, fissata in un documento, valida per l’intero territorio nazionale, in grado di fornire indicazioni omogenee a garanzia di tutte le imprese edili che vorranno fare asseverare i propri modelli di organizzazione e gestione della sicurezza. Per questo – conclude Garantola – ci siamo rivolti all’UNI affinché si giungesse all’elaborazione di una ‘prassi di riferimento’, un documento che ha una durata limitata (cinque anni) ma che rispetto alla classica “norma tecnica” ha il vantaggio di essere più snella, fornendo al contempo tutte le garanzie di trasparenza che deve avere il mercato”.
Il processo di asseverazione, che prende avvio con la richiesta da parte dell’impresa edile al CPT, prevede sostanzialmente tre fasi: una fase Istruttoria, caratterizzata dalla richiesta di asseverazione e dalla verifica dei pre-requisiti di accesso al servizio di asseverazione dell’impresa richiedente, una fase di Verifica durante la quale si effettua appunto la verifica e l’analisi di tutti gli obblighi documentali e un‘ultima fase, Valutativa, caratterizzata dalla valutazione del rapporto di verifica e dal rilascio dell’asseverazione.

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Fonte UNI

 

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Sicurezza dei prodotti. La Commissione europea razionalizzerà la normativa

BAND EURUna efficace politica di sicurezza dei prodotti è alla base di un Mercato Unico europeo in cui consumatori e fabbricanti possano sentirsi adeguatamente tutelati.
Attualmente tuttavia la normativa UE in materia di sicurezza dei prodotti di consumo e di vigilanza del mercato è cresciuta in maniera frammentata: nel tempo si sono sviluppati diversi testi legislativi, in un quadro generale non sempre coerente che ha lasciato spazio a lacune e doppioni.
Ora la Commissione europea ha avanzato nuove proposte volte a razionalizzare la materia, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza dei prodotti di consumo che circolano nel mercato unico e potenziare la vigilanza del mercato
“Per cogliere tutti i benefici del mercato unico” – ha dichiarato Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per l’Industria e l’imprenditoria – “abbiamo bisogno di norme di alta qualità sulla sicurezza dei prodotti e di un sistema di attuazione ben coordinato che lo sostenga.”
Un miglior coordinamento dei controlli è in grado di “eliminare la concorrenza sleale di operatori scorretti, disonesti o criminali”.
Maggiori condizioni di sicurezza per i consumatori, dunque, e maggiori condizioni di parità per le imprese, questi i punti sottolineati da Tonio Borg, Commissario europeo per la Salute e la politica dei consumatori: “Il pacchetto di proposte che la Commissione ha adottato mira a soddisfare queste aspettative. Consumatori, imprese, autorità nazionali trarranno grandi benefici da norme chiare e coerenti in tutto il mercato unico, da una vigilanza del mercato più efficace e da una migliore tracciabilità dei prodotti.”
Le principali modifiche che il pacchetto presentato dalla Commissione intende apportare sono: responsabilità più chiare per fabbricanti, importatori e distributori; strumenti più efficaci per far rispettare le prescrizioni di sicurezza; miglioramento della tracciabilità dei prodotti lungo tutta la catena di fornitura (con indicazione del paese d’origine); procedura semplificata per la notifica dei prodotti pericolosi (con sinergie tra sistema RAPEX e ICSMS).
Le proposte della Commissione saranno discusse in sede di Parlamento europeo e di Consiglio.
L’entrata in vigore della nuova normativa è prevista per il 2015.

Fonte: UNI

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