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Privacy: Fondi Horizon per aiutare le Pmi ad allinearsi al Gdpr

Privacy: Fondi Horizon per aiutare le Pmi ad allinearsi al Gdpr

Progetti in materia di privacy, con un budget compreso tra un minimo di tre e un massimo di cinque milioni di euro. E soluzioni rivolte alla sicurezza dei semplici cittadini o delle Pmi e delle microimprese, per consentire una migliore gestione dei processi di trattamento dei dati, soprattutto alla luce dei molti interventi regolatori intervenuti negli ultimi anni.

È questo l’oggetto di un bando Horizon 2020 in scadenza ad agosto per il quale serve, però, una lunga programmazione, vista la grande complessità delle proposte da preparare: si parla, ad esempio, di software per la sicurezza disegnati secondo il modello «open source».

Gli ultimi anni hanno visto l’Unione europea impegnata in una vasta attività di normazione in tema di sicurezza dei dati e delle informazioni.  Tra le varie norme appare il caso di ricordare la direttiva 2016/1148 (la cosiddetta «Nis»), che contiene misure per un elevato livello comune di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell’Unione, la direttiva 2016/943 sulla protezione del know-how riservato e delle informazioni commerciali riservate, e il più noto regolamento 2016/679 (il cosiddetto «Gdpr»), relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali.  Quest’ultimo, nello specifico, ha imposto ai titolari del trattamento l’adozione di misure tecniche e organizzative mirate ad assicurare una maggiore sicurezza nella gestione dei dati personali dei soggetti interessati al trattamento.

Se le grandi imprese hanno, di norma, una struttura tale da poter maturare al proprio interno consapevolezza in merito ai rischi connessi al trattamento dei dati personali ed approntare le necessarie contromisure, lo stesso discorso non può essere sempre fatto in relazione alle Pmi ed alle micro imprese che - a discapito della loro struttura – si trovano spesso a trattare una mole crescente di dati riconducibili a cittadini dell’Unione europea. Questi ultimi si trovano, conseguentemente, a gestire con crescente difficoltà i processi di prestazione del consenso in relazione ai propri dati personali, non potendo sempre comprendere quali dati sono trattati dalle imprese e con quali modalità.

Tramite il bando Horizon 2020 «Topic: Digital security and privacy for citizens and Small and medium enterprises and Micro enterprises», la Commissione europea si impegna a finanziare singoli progetti - ciascuno con budget compreso tra i 3 e i 5 milioni di euro - che abbiano ad oggetto la protezione della riservatezza e della sicurezza dei dati personali dei cittadini europei, ovvero che propongano soluzioni rivolte alle Pmi e microimprese che consentano a queste una migliore gestione dei processi di trattamento.

La scadenza del bando è fissata per il 22 agosto 2019 e il budget totale destinato alla misura è di 18 milioni di euro.  Il bando è aperto a tutte le persone giuridiche, enti e associazioni che direttamente o indirettamente sono coinvolti nella gestione sicura di dati personali.

Con riferimento al primo tema, le proposte dovrebbero portare soluzioni innovative volte ad aiutare i cittadini a monitorare e controllare la sicurezza e la riservatezza del trattamento, ed essere più tutelati a livello di sicurezza informatica.

In relazione al secondo tema, le proposte dovrebbero indicare soluzioni finalizzate alla condivisione delle conoscenze e delle soluzioni in materia di sicurezza da parte delle grandi imprese nei confronti delle micro, piccole e medie imprese.

Quest’ultimo tema appare certamente molto interessante, specialmente nel mercato italiano. Tra le soluzioni che potrebbero essere proposte all’interno dei progetti vi sono quelle legate alla realizzazione di software per la sicurezza secondo il modello del software libero – che consente la partecipazione collaborativa e paritaria di tutti i soggetti coinvolti nella progettazione – e quelle basate su modelli di Open educational resources.

AdA

Scarica il bando

fonte Sole24Ore 10/19 SB e DS

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Bando per università e centri di ricerca per trainare le Pmi su marchi e brevetti

Bando per università e centri di ricerca per trainare le Pmi su marchi e brevetti

Sono tre i milioni messi in campo dal ministero dello Sviluppo economico (Ufficio italiano brevetti e marchi) finalizzati al potenziamento degli Uffici di trasferimento tecnologico (Utt) di università ed enti pubblici di ricerca nazionali (Epr).

Il target finale è, ovviamente, quello delle imprese italiane, dal momento che sono loro le destinatarie dei progetti sul trasferimento di nuove idee e tecnologie attraverso la valorizzazione e la protezione dei titoli di proprietà industriale. L’esperienza passata, spiega il ministero dello Sviluppo economico, è stata positiva e ha visto l’inserimento negli Utt di 70 nuove figure professionali altamente specializzate. Il nuovo bando, quindi, servirà a «non disperdere questo patrimonio di nuove risorse professionali che possono contribuire ad incrementare la capacità innovativa delle imprese, in particolare di quelle piccole e medie, agevolando lo sviluppo di conoscenza scientifico-tecnologica in specifici settori produttivi e contesti locali». Lo scopo è quindi quello di dare continuità ai progetti già finanziati con il bando del 23 luglio 2015 e di sostenerne di nuovi.

Il nuovo avviso si articola su alcuni focus specifici:
finanziare, assicurando continuità operativa, oltre la scadenza del finanziamento già accordato con il bando del 23 luglio 2015, per una durata massima fino al 30 giugno 2020, i progetti delle università italiane e degli enti pubblici di ricerca italiani, per consolidare il processo di rafforzamento degli Utt in corso, in modo da massimizzare l’incremento dell’intensità e la qualità dei processi di trasferimento tecnologico verso le imprese (risorse disponibili 2,5 milioni di euro);
finanziare la realizzazione di nuovi progetti che abbiano l’obiettivo di aumentare l’intensità e la qualità dei processi di trasferimento tecnologico dalle università e dagli Epr alle imprese attraverso il potenziamento dello staff ed il rafforzamento delle competenze degli Utt per aumentare la capacità innovativa delle imprese, in particolare le piccole e medie, agevolando l’assorbimento e lo sviluppo di conoscenza scientifico-tecnologica in specifici settori produttivi e contesti locali (risorse disponibili 500mila euro).

Il bando evidenzia come i progetti di rafforzamento degli Utt devono, per forza di cose, essere una naturale continuazione di quelli già avviati e finanziati con il precedente bando. Vi accedono, quindi, le sole università e gli Epr che hanno ottenuto il finanziamento di progetti sulla linea 1 e 2 del bando del 23 luglio 2015.

A questo scopo, gli stessi dovranno concentrarsi sul potenziamento degli uffici di trasferimento tecnologico individuando, tra le altre cose, un piano che contenga obbligatoriamente il numero di visite nelle Pmi. Gli obiettivi sono :
la maggiore focalizzazione sulla protezione e trasferimento dei titoli di proprietà industriale relativi a specifici settori produttivi;
il sostegno alle attività di valorizzazione di titoli di proprietà industriale, aumentando le occasioni di contatto e promozione verso il mondo industriale, nonché le attività e le iniziative focalizzate nel favorire il trasferimento tecnologico di questi titoli.

Per i nuovi progetti, sono ammissibili le iniziative di potenziamento degli Utt per una loro maggiore focalizzazione sulla protezione e trasferimento dei titoli di proprietà industriale. In questo caso possono presentare una proposta di progetto solo le università e gli Epr che non abbiano presentato e attuato progetti a valere sul bando del 23 luglio 2015, dotati di Utt o di analoga struttura specificamente dedicata al trasferimento tecnologico, formalmente costituiti alla data di presentazione della proposta.

Il bando è aperto: le domande possono essere presentate entro il 22 giugno 2018.

AdA

Fonte Sole24Ore 149/18 AS

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Digitalizzazione Pmi, dal 14 settembre le richieste di voucher

Digitalizzazione Pmi, dal 14 settembre le richieste di voucher

Gli investimenti per la digitalizzazione delle Pmi possono essere effettuati dal 14 marzo 2018 dalle imprese elencate nel Dm Sviluppo economico del 14 marzo 2018, il quale però non ha ancora stabilito l’importo dei voucher assegnabili alle singole imprese ammesse. In attesa di questo provvedimento, il Mise, con decreto del 29 marzo 2018, ha stabilito che le «richieste di erogazione» definitiva del voucher potranno essere presentare telematicamente dal 14 settembre 2018.

Le domande di “prenotazione” del voucher digitalizzazione (il quale prometteva un contributo a fondo perduto di un importo massimo di 10mila euro, pari al 50% della spesa), potevano essere presentare, telematicamente dal sito del ministero dello Sviluppo economico, dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2018 e fino alle ore 17.00 del 12 febbraio 2018 (il termine originario del 9 febbraio 2018 è stato posticipato dal decreto del direttore per gli incentivi alle imprese del Mise del 9 febbraio 2018).

Il «provvedimento cumulativo di prenotazione del voucher» è stato emanato il 14 marzo 2018 e contiene l’elenco, su base regionale, delle imprese, a cui risulta assegnabile il voucher. Non riporta, però, l’«importo del voucher assegnato», in quanto le domande sono state ben 91.500 e l’ammontare delle agevolazioni richieste è stato di circa 625 milioni di euro, a fronte di risorse disponibili di 100 milioni di euro. Pertanto, potrebbero essere attribuiti voucher solo per il 16% dell’ammontare richiesto dalle imprese.

Il ministero sta ancora svolgendo i necessari approfondimenti e verifiche (ad esempio, sulle «dichiarazioni sostitutive di atto notorio rilasciate dalle imprese» nella domanda), anche al fine di destinare ulteriori risorse finanziarie, ma ha ritenuto opportuno non rinviare l’emanazione del decreto del 14 marzo 2018, con l’elenco delle imprese ammesse, per consentire a queste ultime di «dare immediato avvio alla realizzazione dei progetti di digitalizzazione dei processi aziendali». Va ricordato, infatti, che le relative spese sono ammissibili, solo se sono «sostenute successivamente» al 14 marzo 2018. Un ulteriore decreto, quindi, fornirà l’elenco delle imprese per le quali le suddette verifiche si sono «concluse con esito positivo, con l’indicazione dell’importo del voucher assegnato», come determinato sulla base delle risorse disponibili (articolo 1, comma 4, del decreto 14 marzo 2018).

Nonostante questo decreto, con gli importi dell’incentivo ammesso, non sia ancora stato emanato, il 29 marzo scorso il ministero ha decretato che le imprese indicate nel provvedimento cumulativo del 14 marzo 2018 potranno presentare telematicamente le «richieste di erogazione» definitiva del voucher a partire dal 14 settembre 2018.

AdA

fonte Sole24Ore 91/18 LDS

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Voucher digitalizzazione PMI, domande fino al 9 febbraio

Voucher digitalizzazione PMI, domande fino al 9 febbraio

È partito il conto alla rovescia per l’apertura del bando che mette in palio i voucher per la digitalizzazione delle Pmi.  Una manciata di giorni in cui le aziende avranno ancora tempo di registrarsi sulla piattaforma online del ministero dello Sviluppo economico per poi presentare la domanda vera e propria fino alle ore 17:00 del 9 febbraio.

Sono cinque gli ambiti di intervento per le Pmi che vogliono tenere il passo con la tecnologia e sono individuate nel decreto direttoriale 24 ottobre 2017:

  • migliorare l’efficienza aziendale;
  • modernizzare l'organizzazione del lavoro, mediante l'utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro;
  • sviluppare soluzioni di e-commerce;
  • fruire della connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare;
  • realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo Ict.

In soldoni si tratta di una copertura del 50% fino a un massimo di 10mila euro a impresa per le spese sostenute per hardware, software, servizi di consulenza specialistica, attivazione del servizio di connessione a banda larga, acquisto e messa in funzione di decoder e parabole per la tecnologia satellitare.

Infine per la formazione qualificata nel campo Ict, le spese per la partecipazione a corsi e per l’acquisizione di servizi di formazione a favore di titolari, legali rappresentanti, amministratori, soci e dipendenti dell’impresa beneficiaria.

L’iscrizione al Registro delle imprese è requisito indispensabile per poter partecipare al bando e ricevere il contributo a fondo perduto. Di qui l’esclusione dei professionisti in forma singola. Le risorse sono ripartite su base regionale, ma nessun candidato in regola con i requisiti sarà scartato: la disciplina prevede che nel caso in cui l’importo delle domande sia superiore alle risorse disponibili si procederà al riparto delle risorse in proporzione al fabbisogno di ciascuna impresa.

AdA

fonte Sole24Ore 25/18 FLa

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Crowdfunding online per le Pmi, in vigore il nuovo regolamento Consob

Crowdfunding online per le Pmi, in vigore il nuovo regolamento Consob

Nuove regole sul crowdfunding. La raccolta di capitali e fondi, in particolare on line, da parte delle piccole e medie imprese, già disciplinata dalla Consob con un regolamento del 26 giugno 2013, subisce rilevanti modifiche, per effetto del nuovo regolamento del 29 novembre del 2017, in vigore dal 3 gennaio.

L’obiettivo è quello di adeguare la normativa secondaria di emanazione Consob in materia di equity crowdfunding alle modifiche in merito apportate al decreto legislativo del 24 febbraio 1998 n. 58 (Tuf).

In particolar modo, la legge di Bilancio 2017 – legge 11 dicembre 2016, n. 232 – ha introdotto non poche novità in materia di equity crowdfunding (raccolta di capitale di rischio), estendendo la relativa disciplina contenuta nel Tuf – in precedenza limitata esclusivamente alle start-up ed alle piccole e medie imprese innovative – a tutte le piccole e medie imprese come definite dalla disciplina dell’Unione europea.

Al contempo, con la manovra di primavera (Dl 50/2017) il legislatore ha esteso a tutte le Pmi costituite in forma di srl le deroghe al diritto societario già previste per le start-up innovative, ivi inclusa la possibilità di offrire al pubblico le quote sociali anche attraverso i portali per la raccolta di capitali.

I gestori dei portali dovranno innanzitutto aderire a un sistema di indennizzo a tutela degli investitori che abbia le caratteristiche già previste dal’articolo 59 dello stesso Tuf. In alternativa, potranno stipulare una polizza assicurativa per responsabilità professionale per danni derivanti al cliente dalla loro attività, che copra – per ciascun indennizzo – almeno 20mila euro e, per il totale degli eventuali indennizzi richiesti, la cifra di un milione di euro all’anno.

Per i gestori, ovviamente, sono previsti stringenti requisiti di onorabilità e professionalità, ma, soprattutto, una regolamentazione ferrea dei conflitti di interesse. È chiaro che il fenomeno è potenzialmente frequente, dal momento che chi gestisce il portale potrebbe avere interessi particolari in imprese offerenti i titoli. In tal caso, oltre che a comunicare ai sottoscrittori dei titoli in questione i potenziali conflitti, si dovrà giungere all’astensione dall’incarico da parte degli emittenti, qualora il conflitto risulti assai rilevante e condizionante per il mercato.

Inoltre, i gestori – iscritti in apposito elenco gestito e supervisionato dalla Consob stessa – per contenere i conflitti suddetti, dovranno adottare adeguati presidi operativi che assicurino la compatibilità dell’offerta col mercato di riferimento della domanda. Ancora, essi faranno eseguire una due diligence dell’operazione in conflitto da soggetti terzi e indipendenti. Così come faranno fare ai soggetti che tramiteranno gli ordini dei sottoscrittori la verifica dell’adeguatezza degli strumenti finanziari oggetto delle offerte, prevista dal Tuf e dal regolamento intermediari.

Tutto ciò è necessario, è bene chiarirlo, poiché a un gestore è consentito offrire sul proprio portale la sottoscrizione di suoi titoli ovvero di quelli emessi da società controllanti, controllate, collegate, ma ovviamente le precauzioni saranno raddoppiate rispetto all’offerta di prodotti di terzi.
L’articolo 14 del regolamento Consob, in versione integrale riportata sul sito della Consob, prevede una serie di informazioni obbligatorie che i portali devono rendere chiaramente visibili al pubblico, sia identificative con esattezza del gestore, dei servizi offerti, delle garanzie, delle regole di trasparenza previste dalla normativa nazionale.

Si ricorda infatti che in materia è anche intervenuto il Dlgs del 3 agosto 2017 n. 129, di attuazione della direttiva 2014/65/Ue (cosiddetta Mifid II), che ha previsto ulteriori modifiche alle disposizioni del Tuf in materia di raccolta di capitali di rischio tramite portali on-line, anch’essa da poco entrata in vigore.

AdA

fonte Sole24Ore 4/18 RR

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Voucher per l’internazionalizzazione delle Pmi, al via la procedura online per compilare la domanda

Voucher per l’internazionalizzazione delle Pmi, al via la procedura online per compilare la domanda

Con decreto del Direttore Generale per le politiche internazionalizzazione e la promozione degli scambi del 18 settembre 2017, il Ministero dello Sviluppo Economico ha definito le modalità operative e i termini per la richiesta e la concessione dei “Voucher per l’internazionalizzazione”, finalizzati a sostenere le PMI e le reti di imprese nella loro strategia di accesso e consolidamento nei mercati internazionali con 26 milioni di risorse stanziate, ai sensi del DM 17 luglio 2017.

Si tratta della seconda edizione di questo importante strumento di sostegno all’internazionalizzazione delle PMI, che prevede interessanti novità rispetto al bando precedente:

  • Anche le PMI costituite in forma di società di persone potranno presentare la domanda;
  • Sono previsti contributi a fondo perduto di diversa entità, a seconda delle esigenze dei beneficiari;
  • È previsto uno stanziamento di risorse comunitarie per le Regioni Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Basilicata;

Le PMI che intendono richiedere l’accesso ai voucher potranno iniziare la compilazione on-line della domanda a partire dal 21 novembre 2017. L’apertura dello sportello è prevista dalle ore 10.00 del 28 novembre 2017.

In particolare, per agevolare le imprese, il bando stabilisce che, a partire dalle ore 10.00 del 21 novembre 2017, le imprese interessate potranno iniziare la compilazione della domanda di accesso alle agevolazioni tramite l’apposita procedura informativa resa disponibile nell’apposita sezione “Voucher per l’internazionalizzazione” del sito internet del Ministero.

Le domande di accesso completate e firmate digitalmente dovranno essere presentate esclusivamente online a partire dalle ore 10.00 del 28 novembre 2017 e fino al termine ultimo delle ore 16.00 del 1° dicembre 2017.

Decreto Direttoriale del 18 settembre 2017

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Diagnosi energetiche Pmi, bando Mise 2017

Diagnosi energetiche Pmi, bando Mise 2017

Il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato il bando 2017 che mette a disposizione delle Regioni e Province autonome ulteriori 15 milioni di euro per il cofinanziamento di nuovi programmi volti ad incentivare gli audit energetici nelle PMI o l’adozione di sistemi di gestione dell’energia conformi alle norme ISO 50001.

L'iniziativa è promossa in collaborazione con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

La scadenza per presentare i programmi è fissata al 30 novembre 2017.

AdA

Scarica il Decreto 8 novembre 2017 - Bando 2017 per il cofinanziamento delle diagnosi energetiche nelle PMI

Vai alla scheda informativa sull'Efficienza energetica

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Voucher per la digitalizzazione delle Pmi, 100 milioni di euro

Voucher per la digitalizzazione delle Pmi, 100 milioni di euro

A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della delibera CIPE del 10 luglio 2017, che ha completato la dotazione finanziaria e l'ha ripartita tra le regioni, dal 30 gennaio al 9 febbraio 2018 sarà possibile per le micro, piccole e medie imprese di tutto il territorio nazionale presentare la domanda per l'ottenimento del contributo in forma di voucher per l'acquisto di hardware, software e servizi specialistici finalizzati alla digitalizzazione dei processi aziendali e all'ammodernamento tecnologico.

Ciascuna impresa può beneficiare di un unico voucher di importo non superiore a 10 mila euro, nella misura massima del 50% del totale delle spese ammissibili. Entro 30 giorni dalla chiusura dello sportello il Ministero adotterà un provvedimento cumulativo di prenotazione del Voucher, su base regionale, contenente l'indicazione delle imprese e dell'importo dell'agevolazione prenotata.

Nel caso in cui l'importo complessivo dei Voucher concedibili sia superiore all'ammontare delle risorse disponibili (100 milioni di euro), queste saranno ripartite in proporzione al fabbisogno derivante dalla concessione del Voucher da assegnare a ciascuna impresa beneficiaria. Ai fini del riparto saranno considerate tutte le imprese ammissibili alle agevolazioni che avranno presentato la domanda nel periodo di apertura dello sportello, senza alcuna priorità connessa al momento della presentazione.

Verificata la documentazione finale che le imprese sono tenute a presentare entro 30 giorni dalla data di ultimazione delle spese, che dovranno essere sostenute dopo la comunicazione dell'avvenuta prenotazione del contributo, il Ministero determinerà l'importo del Voucher da erogare in relazione ai titoli di spesa risultati ammissibili.

Nell'ambito della dotazione finanziaria complessiva è prevista una riserva destinata alla concessione del Voucher alle micro, piccole e medie imprese che hanno conseguito il rating di legalità e che sono quindi incluse nel relativo elenco dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

AdA

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Fondo Pmi con riserva per il Sud: attivati 200 milioni per ottenere garanzie, professionisti tra i destinatari

pon congiunto2Le imprese del Mezzogiorno hanno più chance per aggiudicarsi le risorse del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all’articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 662/1996. Lo stabilisce un decreto interministeriale Mise/Mef del 13 marzo 2017, con cui è stato espressamente stabilito che parte delle risorse del Programma operativo nazionale “Imprese e competitività” Fesr 2014-2020 siano utilizzate per creare una riserva speciale all’interno del Fondo cui potranno attingere, nelle sole regioni del Mezzogiorno, le Pmi ed i professionisti, allo scopo di efficientare il loro accesso al credito e lo sviluppo, anche attraverso l’ottenimento di garanzie su portafogli di finanziamenti.

La nuova sezione del Fondo sarà denominata riserva Pon Ic. Nel complesso, i beneficiari potranno contare su una dotazione destinata di 200 milioni, di cui 194,8 milioni per interventi in favore delle Pmi operanti nelle Regioni meno sviluppate, ossia Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, e 5,2 milioni per interventi in favore dei soggetti beneficiari delle Regioni in transizione, ossia Abruzzo, Molise e Sardegna.

Sotto il profilo operativo, le nuove risorse saranno assegnate con le medesime modalità ordinariamente impiegate dal Fondo e, quindi, non faranno che rafforzare la mera disponibilità di mezzi finanziari da destinare a Pmi e professionisti, aventi almeno una sede produttiva ubicata nelle regioni del Sud.

Tuttavia, le operazioni finanziarie per le quali può essere concessa la garanzia della riserva Pon Ic devono essere espressamente dirette al finanziamento:

  • delle iniziali fasi dell’attività dei soggetti beneficiari;
  • del capitale connesso all'espansione dell'attività dei soggetti beneficiari;
  • del capitale necessario al rafforzamento delle attività generali del soggetto beneficiario;
  • di nuovi progetti aziendali, quali, a titolo esemplificativo, la realizzazione di nuove strutture o di campagne di marketing;
  • di attività di penetrazione in nuovi mercati, nel rispetto di quanto consentito dal regolamento de minimis e dal regolamento di esenzione;
  • di attività dirette alla realizzazione di nuovi prodotti o servizi o all’ottenimento di nuovi brevetti. La garanzia della Riserva Pon Ic, chiarisce il decreto, è concessa in favore dei soggetti beneficiari a titolo gratuito. Essa può intervenire come:
  • “garanzia diretta”, ossia rilasciando la garanzia sul portafoglio di finanziamenti in favore del soggetto finanziatore, responsabile dell'erogazione dei finanziamenti ai soggetti beneficiari e della strutturazione e gestione del portafoglio di finanziamenti;
  • “controgaranzia”, ossia rilasciando la garanzia in favore di un confidi, garante del soggetto finanziatore, con il quale il confidi medesimo collabora per la strutturazione e gestione del portafoglio di finanziamenti.

Nel caso di garanzia diretta, la riserva Pon Ic copre, nella misura massima dell’80%, la perdita registrata sul singolo finanziamento ricompreso nel portafoglio garantito mentre nel caso di controgaranzia, la stessa interviene concedendo la propria garanzia al confidi che, in relazione a un portafoglio di finanziamenti, rilascia la garanzia di 1° livello.

AdA

fonte sole24ore 104/17 AS

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PMI vittime di mancati pagamenti, al via i finanziamenti agevolati

finanziamenti agevolati pmiAl via le domande per i finanziamenti agevolati alle PMI vittime di mancati pagamenti: la procedura sul portale del Ministero dello Sviluppo Economico è attiva dal 3 aprile. Si tratta dello strumento previsto dalla Legge di Stabilità 2016 (comma 199, legge 208/2015), che ha istituito il “Fondo per il credito alle imprese vittime di mancati pagamenti“, accessibile alle PMI in crisi di liquidità dopo essere rimaste vittime di debitori imputati per i seguenti reati: estorsione (articolo 629), truffa (articolo 640), insolvenza fraudolenta (641), false comunicazioni sociali (articolo 2621 del codice civile).

Il beneficio consiste in un finanziamento a tasso zero per un importo pari a quello dei mancati incassi, fino a un massimo di 500mila euro, di durata compresa fra tre e dieci anni, compreso un periodi di preammortamento massimo di due anni. La domanda si presenta esclusivamente online, seguendo apposita procedura: la fase di compilazione delle istanze è aperta dallo scorso 3 marzo e dal 3 aprile è possibile effettuare l’invio.

La domanda è compilata in formato digitale, seguendo lo schema previsto dalla circolare del Mise dello scorso 22 dicembre 2016, è obbligatorio avere la PEC (posta elettronica certificata) registrata al Registro Imprese. In fase di compilazione della domanda, il sistema espone una serie di dati acquisiti dal registro Imprese, che la PMI è tenuta a verificare, fornendo eventuali precisazioni. Dopo che la domanda è stata compilata in ogni sua parte, il sistema rilascia giorno, ora, minuto e secondo di presentazione della domanda di finanziamento, e codice identificativo della stessa. Ogni PMI può presentare una sola domanda: nel caso in cui ne presenti una successiva, automaticamente si annulla la precedente.

Il ministero esamina le domande verificando correttezza dei dati, possesso dei requisiti, capacità della PMI di rimborsare il finanziamento: se ritiene necessarie integrazioni, le chiede all’impresa attraverso la PEC. Se il finanziamento richiesto è superiore a 150mila euro, è necessaria la documentazione antimafia. I requisiti che la PMI vittima di mancati pagamenti deve avere per accedere al finanziamento agevolato sono:

  • crisi di liquidità a causa dei mancati pagamenti: significa che l’impresa ha un rapporto pari ad almeno il 20% fra ammontare crediti non incassati e crediti verso i clienti;
  • iscrizione al Registro Imprese;
  • pieno esercizio per propri diritti (no scioglimento, liquidazione, procedure concorsuali);
  • parametri di bilancio: rapporto fra patrimonio netto e totale attivo non inferiore al 5%, flusso di cassa dell’ultimo bilancio non inferiore alla somma degli impegni annuali per capitale derivanti dal finanziamento richiesto e dagli in essere alla data di presentazione della domanda.

AdA

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