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Prove non distruttive. Due nuovi progetti di norma

 

logo uniSono due i progetti di competenza della commissione "Prove non distruttive" che sono sottoposti in questi giorni alla fondamentale fase di inchiesta pubblica preliminare.

Il primo tratta la metodologia per la qualificazione delle prove non distruttive, definendone i principi fondamentali e individuandone i metodi per la qualificazione. Il documento che si vuole elaborare individua i metodi per la qualificazione delle prove non distruttive con la finalità di accertare la loro idoneità all’impiego. Esso si applicherebbe alle diverse condizioni che influenzano l’efficacia delle prove non distruttive. La qualificazione potrebbe essere necessaria quando vi è una scostamento dalle regole definite da una norma europea, oppure quando nuove tecniche o metodi devono essere implementati e non esistono norme europee di riferimento. Qualora esista una norma tecnica applicabile, la qualificazione non è ovviamente necessaria.

Il secondo progetto riguarda il controllo automatizzato mediante ultrasuoni (selezione e applicazione dei sistemi). Il rapporto tecnico che si intende sviluppare copre tutte le prove ed i controlli effettuati su parti di componente o su interi sistemi per accertarne sia la correttezza geometrica, le proprietà dei materiali (qualità o difetti) sia la metodologia di fabbricazione (per esempio le saldature).

In entrambi i casi lo spunto è dato da un rapporto tecnico CEN elaborato su mandato dell'Unione europea a supporto della Direttiva 97/23 (PED), per cui si ritiene opportuno ed utile per gli operatori del settore a livello nazionale avviare l'adozione nazionale di queste norme per un più esauriente inquadramento della tematica.

I progetti resteranno in inchiesta pubblica preliminare sino al 31 marzo.

Fonte UNI

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Novità dall'UNI. Nascono le Prassi di Riferimento

 

logo uniLe Prassi di Riferimento (PdR) sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI, e da esso emanati, verificata l’assenza di norme o progetti di norma allo studio. Non essendo documenti normativi, le prassi di riferimento non sono elaborate all’interno degli organi tecnici del Sistema UNI bensì in appositi “Tavoli”.
Le PdR sono documenti i cui contenuti esprimono le esigenze di soggetti significativi del mercato e la cui elaborazione è garantita da regole UNI. Non sono norme tecniche UNI, specifiche tecniche UNI/TS o rapporti tecnici UNI/TR (dalle quali si differenziano per il processo di elaborazione, le tipologie di soggetti coinvolti, il livello di consenso e la veste grafica) ma possono diventarlo se successivamente vengono condivise da tutto il mercato di riferimento.
Le prassi di riferimento contengono specificazioni tecniche in forma descrittiva riguardanti argomenti di tutti i settori di competenza dell’Ente, con particolare riguardo ai settori innovativi per la normazione; in particolare prassi già in uso nell’ambito delle prestazioni dei servizi erogati al consumatore/cittadino, applicazioni settoriali di specifiche esistenti, disciplinari industriali, protocolli per la gestione di marchi proprietari, modelli di gestione sperimentati a livello locale, adozione a livello nazionale di CWA...

In definitiva le Prassi di Riferimento consentono di:

•    Disporre di un riferimento tecnico di rapida formalizzazione che risponda ad esigenze - anche solo di parti - del mercato.
•    Anticipare l’applicazione di prescrizioni già condivise in nuove filiere socioeconomiche, a vantaggio di future attività di normazione.
•    Documentare in modo credibile e trasparente le pratiche di standardizzazione e prassi già in uso.
•    Accrescere la cultura dell’innovazione e favorire contesti di sviluppo per le future attività di normazione.
•    Sperimentare a livello nazionale le esperienze già collaudate con successo da CEN, ISO, BSI, AFNOR…

Le prassi saranno rese disponibili gratuitamente per mezzo dell’accesso libero sul sito internet UNI, con una modalità di ricerca che ne consenta la rintracciabilità anche a catalogo.

Approfondisci sul sito dell'UNI

Scarica la brochure informativa

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Classificazione acustica delle unità immobiliari: progetto UNI in inchiesta pubblica

 

Classe-acustica-In caso di edifici con tipologia seriale, cioè con elementi tecnici che si ripetono uguali secondo schemi che dipendono da caratteristiche distributive, organizzative e funzionali degli ambienti delle unità immobiliari, la norma UNI 11367:2010 prevede la possibilità di adottare criteri di campionamento per ciascun requisito acustico al fine di ridurre il numero di prove.
In caso di sistemi edilizi non seriali, la UNI 11367:2010 prevede, in linea generale, la determinazione del valore di un dato requisito attraverso misurazioni per ognuno degli elementi tecnici misurabili. Ciò comporta, nella maggior parte delle situazioni, un numero molto elevato di prove da effettuare in opera.
Il progetto di norma UNI (U20002150), ora entrato in fase di inchiesta pubblica finale, fornisce le linee guida per la selezione di quelle unità immobiliari aventi caratteristiche non seriali che, sulla base delle conoscenze attuali, risultano più critiche sotto il profilo delle prestazioni acustiche. Per queste tipologie di unità possono essere effettuate le misurazioni dei parametri acustici, al fine di determinarne la classificazione acustica, sulla base della procedura descritta dalla UNI 11367.
Il metodo da adottare si fonda sull’individuazione di alcune unità immobiliari nel sistema edilizio oggetto di valutazione, nelle quali devono essere misurati tutti i parametri acustici con la metodologia prevista dalla UNI 11367.

Fonte: UNI

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La ISO 26000 raccomandata dalla Commissione Europea

RSI 26000

La norma internazionale ISO 26000 è uno dei tre documenti raccomandati dalla Commissione europea alle imprese della UE per rispettare i loro impegni in tema di responsabilità sociale. Questa autorevole raccomandazione viene da una recente comunicazione fatta ai vertici dell’Unione europea che delinea una rinnovata strategia per la responsabilità sociale delle imprese per il periodo 2011-2014.
La Commissione intende infatti controllare l’impegno assunto dalle imprese europee, con più di mille impiegati, di tenere in considerazione nelle loro attività i principi internazionali della CSR (Corporate Social Responsibility) e la guida rappresentata appunto dalla ISO 26000, la norma tecnica che ha visto la luce nel 2010. Allo stesso tempo la Commissione invita tutte le grandi imprese della UE a impegnarsi per adottare, entro il 2014, almeno uno dei tre documenti guida sulla Corporate Social Responsibility: la ISO 26000, il Global Compact (Patto Globale) delle Nazioni Unite, o le linee guida per le imprese multinazionali sviluppate dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD).
Perché la Commissione europea punta proprio ora in maniera decisiva sulla responsabilità sociale?
La risposta sta, paradossalmente, proprio nella attuale crisi economica: questa, e le sue inevitabili ricadute sociali, hanno avuto come effetto un danno inevitabile alla fiducia dei consumatori e alla affidabilità del mercato. L’attenzione pubblica è stata posta, dunque, sulle prestazioni non solo economiche delle imprese, ma anche se non soprattutto etiche e sociali.
Rinnovando gli sforzi per promuovere politiche e strategie di responsabilità sociale, la Commissione intende creare le condizioni per una crescita sostenibile, per un mercato responsabile e, a medio e lungo termine, per una più piena e stabile occupazione.

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Catene da neve a "norma"

 

ConCatene neve il protrarsi delle condizioni meteorologiche sfavorevoli e con l’intensificarsi delle precipitazioni nevose uno dei problemi che preoccupano maggiormente gli automobilisti è quello della sicurezza durante la guida. Le catene da neve sono uno strumento utilissimo in grado di aiutare concretamente il guidatore in caso di neve e ghiaccio.
A volte però non
è così semplice scegliere tra l’ampia gamma di prodotti disponibili sul mercato, sia per la poca dimestichezza che i consumatori hanno con l’acquisto di questo tipo di dispositivo (spesso effettuato in emergenza) sia per il fatto che –nonostante l’apparente semplicità delle catene da neve- il loro utilizzo può rivelarsi a volte più difficoltoso del previsto.
Per stabilire con chiarezza le principali caratteristiche viene in aiuto la norma UNI 11313:2010 “Veicoli stradali - Dispositivi supplementari di aderenza per pneumatici di autoveicoli di categoria M1, N1, O1, O2 - Requisiti di sicurezza e metodi di prova” che definisce le catene da neve “di qualità”

Leggi il Comunicato Stampa dell'UNI

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Dispositivi medici. Nuova norma UNI

Dispositivi mediciSecondo la normativa attualmente in vigore i dispositivi medici (noti anche come medical device) per essere classificati come tali devono essere preventivamente sottoposti ad indagini cliniche. Le aziende che producono tali dispositivi hanno infatti l’esigenza di verificare la sicurezza e le prestazioni dei propri prodotti e, per far questo, si avvalgono di specifici studi clinici, che costituiscono l’elemento essenziale per evitare rischi e verificare la reale efficacia di ogni tecnologia applicata a questi prodotti. Inoltre gli studi clinici sono  fondamentali per le scelte terapeutiche del medico come anche per le decisioni di politica sanitaria che devono bilanciare gli investimenti fatti nell’innovazione con le necessità di contenimento dei costi.

Proprio per venire incontro alle esigenze dei produttori di questi dispositivi è stata pubblicata la norma UNI EN ISO 14155:2012 che tratta la buona pratica clinica per la progettazione, l'esecuzione, la registrazione e la dimostrazione delle indagini cliniche condotte su soggetti umani per valutare la sicurezza o le prestazioni dei dispositivi medici a fini regolamentari.
La nuova norma stabilisce regole chiare e precise per poter condurre studi validi non solo per l’Europa, ma anche a livello internazionale. Tra gli obiettivi principali vi è  quello di  proteggere i pazienti, assicurare la condotta scientifica della valutazione clinica e di assistere promotori, ricercatori, comitati etici, autorità regolatorie ed organismi coinvolti nella valutazione della conformità dei dispositivi medici.


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UNI ISO 14006. Ecodesign per ridurre l'impatto ambientale di prodotti e servizi

ecodesign 14006Ogni prodotto o servizio ha un impatto sull’ambiente durante tutte le fasi del suo ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime al trattamento di fine-vita.
Obiettivo dell’ecodesign è quello di integrare gli aspetti ambientali nelle fasi di progettazione e di sviluppo di prodotti e servizi, al fine di ridurre il loro impatto ambientale negativo e di migliorare le performance ambientali lungo tutto il loro ciclo di vita.
Risultato: prodotti e servizi più puliti, un pianeta più verde.

A livello internazionale l’ISO ha pubblicato una nuova norma della famiglia 14000, destinata ad aiutare le organizzazioni a ridurre gli effetti ambientali negativi dei loro prodotti e servizi. La norma, recepita a livello nazionale come UNI ISO 14006:2011 “Sistemi di gestione ambientale - Linee guida per l’integrazione dell’ecodesign”, fornisce le linee guida per aiutare le organizzazioni ad istituire, documentare, attuare, mantenere attiva e migliorare in modo continuo la loro gestione dell’ecodesign come parte del sistema di gestione ambientale.

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Libri e documenti cartacei che non invecchiano

 

libri

Finalmente anche in Italia è possibile per gli operatori del settore - produttori, gestori e fruitori finali - avvalersi di un buon range di strumenti normativi idonei a indicare le caratteristiche ottimali e i requisiti fisici di base per la realizzazione di manufatti - le rilegature cartacee di libri o documenti - indispensabili alla conservazione e trasmissione futura del patrimonio documentario.
Alla UNI ISO 14416:2011 potranno rivolgersi con buona sicurezza bibliotecari, archivisti, legatori e restauratori, perché offre parametri certi di raffronto. La norma si applica a materiali documentari destinati per loro natura e finalità sia all’utilizzo pubblico - usurante - che ad una conservazione prolungata nel tempo. Le procedure tecniche qui descritte non sono invece da applicarsi a quegli oggetti che il gestore ritenga “di elevato valore storico e artistico”: per essi si rendono infatti necessarie metodiche specialistiche, con l’impiego di materiali, tecniche e professionalità non ricompresi nel dettato di questa norma.

Continua su U&C n.1 di Gen. 2012

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Alimenti a norma

 

uova

La farina è uno degli ingredienti più utilizzati in cucina. Per il suo larghissimo impiego nelle industrie alimentari dolciarie e di panificazione, nella ristorazione fuori casa per la produzione di pizze ed altri prodotti simili e nelle nostre case, il frumento – o grano tenero – è uno dei cereali più coltivati nel nostro paese.

Per aumentare la chiarezza intorno al significato delle diverse tipologie di farina presenti sul mercato ed alle sue caratteristiche, la commissione Agroalimentare dell’UNI ha recentemente pubblicato due nuove norme che riguardano la farina di grano tenero. Esse costituiscono uno strumento ufficialmente riconosciuto, frutto della mediazione dell’associazione che raccoglie i mulini e loro rappresentanti, associazioni e singole industrie alimentari del settore dolciario e della panificazione, enti di ricerca sul grano tenero, mondo accademico, e sono rivolte agli operatori del settore attraverso tutta la filiera, dai produttori della materia prima alle industrie di prima e seconda trasformazione, alla grande distribuzione organizzata, al mondo tecnico scientifico.

Le farine di grano tenero, a seconda del grado di raffinazione, si suddividono in diversi tipi: 00 (molto bianca e priva di crusca, ricavata principalmente dalla parte centrale del chicco), tipo 0, tipi 1 e 2 (meno bianche e contenenti più crusca).

Le farine di grano tenero, a seconda del grado di raffinazione, si suddividono in diversi tipi: 00 (molto bianca e priva di crusca, ricavata principalmente dalla parte centrale del chicco), tipo 0, tipi 1 e 2 (meno bianche e contenenti più crusca).

La UNI 11391 fornisce le definizioni delle farine ottenute dalla macinazione del grano tenero utilizzate per l’alimentazione umana. Tali definizioni riguardano diverse tipologie di prodotto, quali: farina di grano tenero, farina integrale di grano tenero, farina autolievitante, farina maltata.

La UNI 11392, dal titolo “Farina di grano tenero – Classificazione, requisiti, metodi di prova”, ha lo scopo di specificare i requisiti della farina di grano tenero utilizzata per l’alimentazione umana.
Sono riportati i requisiti merceologici, i requisiti tecnologici per le farine con diversa resistenza alla lievitazione e i requisiti aggiuntivi. Per ogni lotto di farina, sono definiti i limiti di non conformità e i criteri di accettazione.
I metodi di analisi della farina di grano tenero riguardano una serie di fattori, che vanno dal tasso di umidità all’indice farinografico, dagli odori estranei al colore, tanto per citarne alcuni. Completa la norma una appendice che riporta il metodo per la ricerca di insetti – vivi o morti – nella farina di grano tenero.

Fonte: www.uni.com

 

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L’isolamento acustico degli edifici

 

isolamento

Saranno disponibili a breve – inizialmente in inglese ma seguirà la versione italiana – le norme della serie UNI EN ISO 10140 “Acustica – Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico di edifici e di elementi di edificio” strutturata nelle seguenti parti:

  • Parte 1: Regole di applicazione per prodotti particolari
  • Parte 2: Misurazione dell’isolamento acustico per via aerea
  • Parte 3: Misurazione dell’isolamento del rumore da calpestio
  • Parte 4: Procedure e requisiti di misurazione
  • Parte 5: Requisiti per le apparecchiature e le strutture di prova.

Il “pacchetto” di norme sostituisce alcune parti delle “vecchie” norme della serie UNI EN ISO 140, e precisamente le UNI EN 20140-10:1993, UNI EN ISO 140-1:2006, UNI EN ISO 140-3:2006, UNI EN ISO 140-6:2000, UNI EN ISO 140-8:1999, UNI EN ISO 140-11:2005 e UNI EN ISO 140-16:2006.

Il metodo di prova è identico al precedente e di conseguenza i dati ottenuti sono ancora validi. La nuova famiglia di norme non è altro che una ristrutturazione organica di tutta la materia con particolare riguardo ad alcuni aspetti emersi in questi anni nell’applicazione della varie parti delle norme serie UNI EN ISO 140.

Sinteticamente, la parte 1 specifica i requisiti di prova per gli elementi di edificio e per i prodotti, inclusi i requisiti dettagliati per la preparazione, il montaggio, le condizioni di funzionamento e di prova, oltre alle grandezze applicabili e le informazioni di prova aggiuntive per il rapporto. Le procedure generali di prova per la misurazione dell’isolamento acustico per via aerea e dell’isolamento del rumore da calpestio sono riportate, rispettivamente, nelle UNI EN ISO 10140-2 e UNI EN ISO 10140-3.

La parte 2 definisce il metodo di laboratorio per la misurazione dell’isolamento acustico per via aerea di elementi di edificio quali pareti, solai, porte, finestre, imposte/persiane/elementi oscuranti, elementi di facciata, vetrate, piccoli elementi tecnici, come dispositivi per il convogliamento dell’aria, tracce d’impianti, e loro combinazioni, per esempio pareti e solai con contropareti, controsoffitti e pavimenti galleggianti.
I risultati di prova ottenibili possono essere utilizzati per confrontare le proprietà dell’isolamento acustico di elementi di edificio e per classificare tali elementi in base alle loro capacità di isolare acusticamente, per aiutare la progettazione dei prodotti da costruzione che necessitano di proprietà acustiche certe e per stimare le prestazioni in opera degli edifici.
Le misurazioni sono eseguite in strutture di prova in laboratorio nelle quali la trasmissione sonora per via laterale è soppressa. I risultati delle misurazioni eseguite in conformità alla norma non sono applicabili direttamente alle situazioni in opera senza tenere conto di altri fattori che possono influenzare l’isolamento acustico, come per esempio la trasmissione per via laterale, le condizioni al contorno e il fattore di smorzamento totale.

La parte 3 specifica i metodi di laboratorio per la misurazione dell’isolamento del rumore da calpestio di solai. I risultati di prova possono essere utilizzati per confrontare le proprietà dell’isolamento acustico di elementi di edificio e per classificare tali elementi in base alle loro capacità di isolare acusticamente, per aiutare la progettazione dei prodotti da costruzione che necessitano di proprietà acustiche certe e per stimare le prestazioni in opera degli edifici.
Le misurazioni sono eseguite in strutture di prova in laboratorio nelle quali la trasmissione sonora per via laterale è soppressa. I risultati della misurazioni fatte in conformità alla norma non sono applicabili direttamente alle situazioni in opera senza tenere conto di altri fattori che possono influenzare l’isolamento acustico, come per esempio la trasmissione per via laterale, le condizioni al contorno e il fattore di smorzamento.
Il metodo di prova descritto in questa parte 3 della norma utilizza la macchina di calpestio normalizzata secondo UNI EN ISO 10140-5, che simula il rumore dei passi di una persona con le scarpe. La UNI EN ISO 10140-3 è applicabile a tutti i tipi di solai (sia pesanti sia leggeri) con tutti i tipi di rivestimenti per pavimenti

La parte 4 definisce le procedure di base per la misurazione dell’isolamento acustico per via aerea e dell’isolamento del rumore da calpestio nei laboratori di prova, mentre la parte 5 specifica le strutture e le apparecchiature di prova per la misurazione dell’isolamento sonoro degli elementi di edifice quail:

  • componenti e materiali;
  • elementi tecnici (piccolo elementi di edificio)
  • sistemi di miglioramento dell’isolamento acustico.

Essa si applica alle strutture dei laboratori di prova nei quali la trasmissione sonora per via laterale è soppressa tra l’ambiente emittente e quello ricevente.

La futura UNI EN ISO 10140-5 specifica infine le procedure di qualificazione da utilizzare per la messa a punto di nuove attrezzature di prova per le misurazioni dell’isolamento acustico. Queste possono essere ripetute periodicamente per assicurarsi che non insorgano problemi nelle apparecchiature e nelle attrezzature di prova.

Fonte: www.uni.com

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