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Radiazioni Ionizzanti di Origine Naturale, nuova sezione PAF

Radiazioni Ionizzanti di Origine Naturale, nuova sezione PAF

È disponibile on line sul Portale Agenti Fisici (PAF) la nuova sezione dedicata alla tutela dei lavoratori da esposizione a radiazioni ionizzanti di origine Naturale

Nella nuova sezione si forniscono elementi utili alla valutazione del rischio dovuto all’esposizione al radon nei luoghi di lavoro, alla presenza di radionuclidi nei materiali da costruzione, così come nelle materie prime, nei sottoprodotti e nei residui connessi ad alcuni processi industriali (le cosiddette attività NORM).

Le radiazioni ionizzanti sono da sempre presenti nell’ambiente terrestre, poiché il nostro pianeta è composto da elementi costituiti in gran parte da nuclidi instabili (isotopi radioattivi). Gli elementi radioattivi sono quindi presenti ovunque: nelle rocce, nel terreno, in aria e in acqua (radioattività naturale). La radioattività naturale pertanto può essere considerata la sorgente principale di radiazioni cui l’uomo è normalmente esposto.

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Lavoratori outdoor: protezione dalla radiazione UV offerta dagli indumenti da lavoro

Lavoratori outdoor: protezione dalla radiazione UV offerta dagli indumenti da lavoro

È stato pubblicato sul Portale Agenti Fisici il rapporto sulla “Valutazione preliminare della protezione dalla radiazione Ultravioletta Solare offerta dagli indumenti di lavoro utilizzati da assistenti alla balneazione”.

Le indagini condotte hanno evidenziato che i lavoratori all’aperto dei comparti oggetto di indagine (agricoltura, edilizia, pesca, balneazione, cave) svolgono attività in orari a rischio, ricevono dosi elevate di radiazione solare ultravioletta e in genere non sono messe in atto adeguate misure di tutela. Fra i lavoratori outdoor oggetto dei comparti indagati sono state inoltre riscontrate patologie tumorali cutanee.

In considerazione del fatto che la scelta e l’uso consapevole di indumenti da lavoro appropriati nelle ore centrali del giorno in cui l’UV index è elevato rappresenta una delle fondamentali misure di tutela da mettere in atto ai fini della prevenzione del rischio da esposizione ad UV solare per i lavoratori outdoor, è emersa l’esigenza di valutare se e in che misura gli abituali indumenti da lavoro siano in grado di fornire una fotoprotezione cutanea adeguata.

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Strutture sanitarie: attività di imaging medico con esposizioni a radiazioni

Strutture sanitarie: attività di imaging medico con esposizioni a radiazioni

Disponibile online una nuova pubblicazione realizzata dall'INAIL e destinata al comparto medico-radiologico: il volume "Attività di imaging medico con esposizioni a radiazioni" che fornisce informazioni sulla possibile interazione fra figure professionali coinvolte nella valutazione dei rischi in campo sanitario, in caso di presenza contemporanea di agenti di rischio differenti.

Il Volume mira a far accrescere la consapevolezza degli operatori in merito alle problematiche legate all'approccio alla valutazione del rischio utilizzato dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione RSPP e dallo specialista (l'esperto qualificato per le radiazioni ionizzanti e l'esperto responsabile in ambito di risonanza magnetica), al fine di tradurre tali acquisizioni nella quotidiana pratica professionale.

La Guida parte dalla normativa di riferimento per l'esposizione professionale a radiazioni in ambito sanitario, ed approfondisce poi le diverse figure interessate dalla valutazione del rischio specifico da radiazioni ionizzanti e non ionizzanti. Analizza poi la gestione dei rischi nei reparti di diagnostica per immagini. Dettaglia anche una procedura per una efficace interazione tra le varie figure professionali coinvolte, suddivisa in diverse fasi: identificazione e organizzazione del sistema; analisi e valutazione dei rischi; pianificazione e attivazione degli interventi; individuazione dei rischi la cui valutazione e gestione risultino condivise fra le diverse figure professionali; sensibilizzazione d'azione; monitoraggio ed audit; riesame e miglioramento.

Nella realtà di diverse strutture sanitarie dislocate sul territorio nazionale, questa interazione fra soggetti coinvolti a vario titolo nella valutazione dei rischi risulta per nulla armonica quanto piuttosto confusa, in particolare nei reparti di diagnostica per immagini riferiti alla risonanza magnetica dove, spiegano i ricercatori DIMEIL, vige una normativa nazionale specifica, il d.m. del 02/08/1991 e il d.p.r. 542/1994, che non è riportata nel testo unico di salute e sicurezza.

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Misurazione gas radon, obbligo dal 3 febbraio 2018

Misurazione gas radon, obbligo dal 3 febbraio 2018

La Direttiva 2013/59/EURATOM del Consiglio del 5 dicembre 2013 stabilisce le norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.
Il radon (precedentemente niton) è l'elemento chimico che nella tavola periodica viene rappresentato dal simbolo Rn e numero atomico 86.

Il radon è un elemento chimicamente inerte (in quanto gas nobile), naturalmente radioattivo. A temperatura e pressione standard il radon è inodore e incolore. Nonostante sia un gas nobile, alcuni esperimenti indicano che il fluoro può reagire col radon e formare il difluoruro di radon. Il radon è solubile in acqua e poiché la sua concentrazione in atmosfera è in genere estremamente bassa, l'acqua naturale di superficie a contatto con l'atmosfera (sorgenti, fiumi, laghi…) lo rilascia in continuazione per volatilizzazione anche se generalmente in quantità molto limitate. D'altra parte, l'acqua profonda delle falde, può presentare una elevata concentrazione di 222Rn rispetto alle acque superficiali.

In Italia gli enti preposti alla misura del radon nelle abitazioni e nei luoghi chiusi sono le ARPA, a cui si può fare riferimento per adottare provvedimenti di bonifica nei casi di superamento dei limiti di legge.
Le principali fonti di inquinamento da radon all'interno degli ambienti confinati sono:

• il suolo
• i materiali da costruzione
• l'acqua

Il radon prodotto nel suolo è in grado di diffondersi fino ad arrivare in superficie.  I materiali da costruzione rappresentano una fonte di radon indoor di secondaria importanza rispetto al suolo; tuttavia, in alcuni casi possono essere la causa principale. Alcune rocce come graniti e porfidi, spesso usati in edilizia e alcuni materiali da costruzione tipici italiani, come il tufo e la pozzolana, contengono infatti un alto tenore di uranio, progenitore del radon.

I lavori non potranno essere eseguiti dai datori di lavoro, ma richiederanno l’intervento di un tecnico esperto in radioprotezione. L’uso di estrattori potrebbe favorire il ritorno alla normalità così come un’adeguata ventilazione è sempre consigliabile per evitare alte concentrazioni del gas.

La misurazione semestrale del gas radon, entrerà in vigore il 3 febbraio 2018, entro quella data bisognerà attrezzarsi per evitare sanzioni o addirittura la chiusura dell’attività.

Scarica la direttiva 2013/59/EURATOM DEL CONSIGLIO

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Radioprotezione dei lavoratori: aggiornata la UNI EN ISO 20553

Radioprotezione dei lavoratori: aggiornata la UNI EN ISO 20553

In vigore dal 9 novembre la norma UNI EN ISO 20553:2017 sul Monitoraggio dei lavoratori esposti per motivi professionali al rischio di contaminazione interna da materiale radioattivo.

La norma specifica i requisiti minimi per la progettazione di adeguati programmi di monitoraggio dei lavoratori esposti al rischio di contaminazione interna da sostanze radioattive e stabilisce i principi per lo sviluppo di traguardi e requisiti compatibili per detti programmi di monitoraggio.

Recepisce lo standard ISO 20553:2006: Radiation protection -- Monitoring of workers occupationally exposed to a risk of internal contamination with radioactive material, e sostituisce la precedente UNI del 2009.

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Radiazioni ionizzanti, in Gazzetta Ue la direttiva Euratom 5 dicembre 2013

euratomPubblicata il 17 gennaio 2014 in Gazzetta ufficiale Europea la Direttiva 5 dicembre 2013/59/Euratom che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom.

La scadenza per gli Stati membri affinchè provvedano all’entrata in vigore del provvedimento è stata fissata al 6 febbraio 2018. Contestualmente, ancora dal 6 febbraio 2018, le direttive sopra citate verranno definitivamente abrogate.

“La direttiva fissa le norme fondamentali di sicurezza uniformi relative alla protezione sanitaria delle persone soggette ad esposizione professionale, medica e della popolazione contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti” e si applica in qualsiasi contesto sorga un rischio esposizione a radiazioni ionizzanti. Indipendentemente dal fatto che l’esposizione sia pianificata, esistente o emergente.

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Radioprotezione. Avviato l'iter per l'adozione di una norma ISO

 

Radiazioni ionizzantiIl 9 aprile è partita la fase di inchiesta pubblica preliminare per il progetto U54022200, adozione della norma internazionale ISO 2919:2012, “Radioprotezione - Sorgenti radioattive sigillate - Requisiti generali e classificazione”, seguito dalla commissione nazionale Tecnologie nucleari e radioprotezione.
La norma ISO 2919 stabilisce un sistema di classificazione per le sorgenti radioattive sigillate basato su test di prestazione e specifica requisiti generali, test di prestazione, test alla produzione, sigle identificative e certificazioni. Essa fornisce una serie di test attraverso i quali da un lato i produttori di sorgenti radioattive sigillate possono valutare la sicurezza dei loro prodotti in uso e dall’altro gli utilizzatori di tali sorgenti possono selezionare quelle idonee per l’utilizzo richiesto, specialmente in relazione alla protezione dal rilascio di materiale radioattivo, con conseguente esposizione alle radiazioni ionizzanti.
I test sono suddivisi in diversi gruppi, incluso, per esempio, l’esposizione a temperature estreme (alte o basse) e una varietà di test meccanici. Ogni test può essere applicato con gradi diversi di difficoltà. Il criterio di superamento o fallimento del test dipende dalla perdita del contenuto da parte delle sorgenti radioattive sigillate.

Continua sul sito UNI

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