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Napoli, ecco i dottori dell’arte

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Sul concettodiagnosis di diagnosi dell’opera d’arte, sulle prospettive autenticamente multidisciplinari inaugurate dalla diagnostica dei beni culturali, si è discusso nel corso del I Convegno internazionale “Diagnosis for the conservation and valorization of Cultural Heritage“, tenutosi nel corso della due giorni appena conclusa presso l’Hotel Capodimonte di Napoli. Promosso dall’Aies (Associazione Italiana Esperti Scientifici) e dalla Società Chimica Italiana, l’evento ha riunito alcuni tra i più autorevoli esperti al mondo nel campo della teoria e delle tecnologie del restauro. Scienziati e umanisti riuniti per discutere insieme su come declinare al meglio il concetto di reversibilità delle opere d’arte. “Il concetto di reversibilità – ha spiegato Ciro Piccioli, presidente dell’Aies – è oggigiorno divenuto molto difficile da applicare e richiede un percorso progettuale complesso, che conduca ad una diagnosi vera e completa prima di intervenire sull’opera. Questa complessità di principi ha collocato la chimica tra le scienze più utili e necessarie per la conservazione del Patrimonio Culturale ed Ambientale, aprendo di fatto un nuovo settore applicativo per i chimici. Resta tuttavia l’esigenza che i diversi linguaggi che descrivono l’opera d’arte debbano trovare una sintesi nella diagnosi e questo – ha sottolineato Piccioli – è un problema irrisolto perché non è facile immaginare una diagnosi né tanto meno tradurla in un documento, proprio per la difficoltà di inventare un linguaggio nuovo che superi il semplice accostamento di quelli esistenti”.
In un momento in cui monumenti invidiatici in tutto il mondo denunciano con tragico clamore un uno stato di conservazione a dir poco approssimativo, il convegno è suonato come un tempestivo memento non solo a chi ha responsabilità dirette nella tutela del patrimonio artistico ma anche nei confronti della cittadinanza “comune”. “Conoscere – hanno sottolineato i promotori del convegno, tra cui i professori Luigi Campanella e Nicola Lena Cota – significa anche misurare e misurare significa creare le condizioni affinché l’acquisizione di dati risulti affidabile. Si potrebbe dire: qualità delle misure significa qualità del progetto di conoscenza e valorizzazione. E’ anche un problema di formazione e di educazione, ovvero di cultura contemporanea. La diagnosi, da questo punto di vista, è sintesi creativa, il nuovo che emerge dall’interazione dei diversi linguaggi critici secondo cui si è esaminata e descritta l’operà d’arte, una chiave di lettura che diventa un nuovo valore dell’opera stessa”.
L’articolo completo su Il Denaro
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