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Rifiuti elettrici, nuove regole per produttori e importatori

Rifiuti elettrici, nuove regole per produttori e importatori

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Si estendono a tutti i settori industriali, dalle macchine a controllo numerico a quelle per la climatizzazione e la componentistica elettromeccanica, gli obblighi di gestire a fine vita la raccolta e il trattamento dei prodotti elettrici ed elettronici immessi sul mercato.

L’appuntamento è fissato per il prossimo 15 agosto con l’entrata in vigore delle norme sull’”apertura dello scopo “(Open scope) previste dal Decreto Legislativo 49/2014 che recepisce la Direttiva 2012/19 Ue e introduce una serie di nuove regole per produttori e importatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee). Si allarga così il ventaglio dei prodotti che a fine vita dovranno essere avviati al recupero in quanto Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) per effetto dell’Open scope. Norme che si applicano alle Aee previste nelle sei categorie dello scopo (si veda le voci accanto) «salvo quelle espressamente escluse».

Dal primo gennaio 2018 la direttiva si applica agli inverter, i gruppi di continuità (Ups), i contatori del gas elettronici e gli impianti di citofonia, sicurezza e per il controllo degli accessi che si aggiungono a chiavette Usb, carica batteria, power bank e trasformatori. Per aiutare le aziende a comprendere i nuovi obblighi e modus operandi Anie Confindustria ha preparato una guida che sarà presentata domani presso la sede milanese, che aiuta a comprendere il nuovo quadro normativo. «Il sistema Anie ha accettato in maniera propositiva le norme che rientrano nel perimetro della responsabilità sociale che tutte le imprese devono sviluppare - sottolinea Maria Antonietta Portaluri, direttore generale di Anie Confindustria -. Abbiamo messo a disposizione delle imprese la nostra esperienza acquisita dall’avvio del sistema Raee perché riteniamo fondamentale creare per le aziende un quadro di riferimento stabile, certo e chiaro».

Tra le tante novità c’è il modello dei Raee “dual use”, come pc, stampanti, smartphone e prodotti simili che possono essere impiegati indifferentemente sia dalle famiglie che imprese, industrie ed enti pubblici. La direttiva Ue li colloca esclusivamente nel regime domestico. Si rafforza il ruolo dei sistemi Raee nazionali a cui saranno chiamati a contribuire i produttori e importatori di Aee secondo il principio della responsabilità estesa.

L’Unione ha normato anche il concetto di Aee grandi o piccole adottando come elemento di misura le dimensioni con il modello di un cubo che deve contenere completamente l’apparecchio. Se il lato misura più o meno di 50 centimetri cambia la categoria di riferimento. «Il punto è sicuramente importante, per due ragioni - spiega Edoardo Croci, docente della Bocconi e direttore dello Iefe, centro di ricerca di economia e politica dell’energia e dell’ambiente -. Ci possono essere problemi rendicontazione laddove si dovranno classificare Aee non facilmente comparabili con tale forma e dimensione oltre a complessità operative perchè Raee come i tv con dimensioni sopra e sotto la soglia finiranno in due categorie diverse».

Le esclusioni invece riguardano, tra l’altro, i macchinari e componenti di grandi dimensioni per l’installazione fissa come le linee di produzione con robot e macchine utensili e quelle create su misura dell’impianto che devono essere disinstallate da professionisti o/e hanno un peso superiore alle 44 tonnellate.

Il finanziamento della raccolta dei Raee professionali nuovi, quelli immessi nel mercato dopo ferragosto, è a carico del produttore che dovrà garantire il loro ritiro a fine vita. Per quelli “storici” nel caso di sostituzione sarà il produttore della nuova Aee - su richiesta del proprietario - altrimenti sarà lui a pagare gli oneri di smaltimento.

Produttori e importatori di Aee dovranno iscriversi al Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione e indicare tra le altre cose la categoria e tipologia di Aee e comunicare annualmente le variazioni e il peso dell’immesso nel mercato nei 12 mesi precedenti. Sui beni obbligatoriamente dovrà essere apposta una etichetta con il nome del produttore o il logo o il numero di registrazione al registro nazionale.

L’economia circolare dei Raee il prossimo primo gennaio 2019 vedrà un’altra scadenza chiave: l’aumento del tasso minimo di raccolta. Si dovrà raggiungere almeno il 65% dell’immesso sul mercato nei precedenti tre anni o, in alternativa, all’85% del Raee generati. Un altro progresso verso modelli produttivi e di consumo sempre più sostenibili.

AdA

fonte Sole24Ore 49/18 EN