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Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici - Pubblicato da ISPRA il Rapporto 2016

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CONSUMO SUOLO 2016La terza edizione del rapporto sul consumo di suolo in Italia, oltre a fornire un quadro aggiornato e nuovi indicatori utili a valutare le caratteristiche e le tendenze dei processi di trasformazione del nostro territorio, inquadra il tema del consumo di suolo all’interno di un più ampio sistema territoriale in veloce evoluzione. Il rapporto introduce, inoltre, nuove valutazioni sull’impatto della crescita della copertura artificiale del suolo, che causa la perdita di una risorsa fondamentale, così come delle sue funzioni e dei relativi servizi ecosistemici. Un suolo libero da elementi artificiali e non impermeabilizzato, infatti, è fondamentale per il nostro benessere e per l’equilibrio dell’intero ecosistema a livello locale e globale.
Per la prima volta è stato possibile riportare all’interno del rapporto dati aggiornati all’anno precedente, con un dettaglio a scala nazionale, regionale e comunale, grazie anche al lavoro di monitoraggio delle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome, che insieme a ISPRA costituiscono il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) recentemente istituito da una norma nazionale che dà forza a un sistema a servizio del Paese.  I dati pubblicati e riferiti al 2015, sono suscettibili di un miglioramento ulteriore nei prossimi mesi, ma già consentono di avere un quadro aggiornato e affidabile del fenomeno nelle diverse realtà locali.
La stessa legge istitutiva del SNPA, ci affida il compito fondamentale, tra gli altri, di monitorare le trasformazioni del territorio e la perdita di suolo naturale, agricolo e semi naturale, inteso come risorsa ambientale essenziale e fondamentalmente non rinnovabile, in attesa dell’approvazione di una norma specifica, in discussione in Parlamento, che possa formalizzare il percorso verso il progressivo rallentamento e futuro azzeramento del consumo di suolo netto. Tale percorso, richiesto dall’Europa, è vitale per il nostro ambiente, il nostro benessere e la nostra stessa economia, che può essere rilanciata anche da una maggiore tutela del patrimonio ambientale, dal riconoscimento del valore del capitale naturale e da una piena integrazione dei cicli e dei processi naturali.
Il rapporto, da quest’anno prodotto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, si apre ai contributi di altri soggetti esterni, del mondo istituzionale come della ricerca, e si avvale anche dei risultati ottenuti da importanti progetti europei in questo campo, conclusi e in corso, in grado di migliorare le metodologie di analisi e di valutazione, anche attraverso un proficuo confronto con le iniziative avviate da altri Paesi Membri.

mb

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Fonte ISPRA