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Guida agli impianti di terra negli edifici. Nuova edizione della CEI 64-12

Guida agli impianti di terra negli edifici. Nuova edizione della CEI 64-12

Pubblicata la terza edizione della CEI 64-12Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario”.
Questa nuova edizione contiene importanti modifiche tecniche dovute a nuove norme e leggi entrate in vigore dopo la precedente edizione.
La Guida CEI 64-12 è stata preparata con lo scopo di indicare agli operatori edili e ai committenti i notevoli vantaggi economici e tecnici che si possono ottenere con un tempestivo e coordinato intervento degli operatori elettrici prima e durante la costruzione delle opere edili (per es. utilizzando gli scavi delle armature metalliche del calcestruzzo armato prima del getto di cemento) e di fornire agli operatori elettrici informazioni utili per realizzare correttamente i vari interventi. A questo scopo vengono:

  • ricordati brevemente gli obiettivi e le funzioni degli impianti di terra di protezione, facendo riferimento alle norme in vigore;
  • indicati i criteri di base da seguire per la loro progettazione e la loro esecuzione, mettendo in evidenza possibili soluzioni costruttive;
  • illustrate le usuali tecniche di verifica;
  • messe in evidenza la documentazione tecnica, preliminare e finale, necessaria.

Sono trattati gli impianti di terra di impianti elettrici alimentati da sistemi di I categoria (cioè oltre 50 V fino a 1000 V compresi, se a corrente alternata, o oltre 120 V fino a 1500 V compresi, se a corrente continua) e di II categoria (cioè oltre 1000 V se a corrente alternata o oltre 1500 V se a corrente continua, fino a 35000 V compresi); vengono fornite informazioni sulla progettazione ed esecuzione dei dispersori, dei conduttori di terra, dei conduttori equipotenziali principali, i conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali supplementari.
La Guida contiene inoltre alcuni Allegati che trattano diversi argomenti, tra i quali: definizioni, simboli, fenomeni di corrosione nei terreni, resistività del terreno, problemi di adeguamento per impianti preesistenti, predisposizione per la protezione contro i fulmini, impianto di terra per le esigenze del cantiere.
La nuova edizione sostituisce completamente la precedente CEI 64-12:2009

mb
Fonte CEI

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Manutenzione, disponibile una nuova norma UNI

Manutenzione, disponibile una nuova norma UNI

Recepita e pubblicata in italiano dalla Commissione “Manutenzione” la norma UNI EN 17007:2018 “Processo di manutenzione e indicatori associati
Nell’accezione più diffusa la manutenzione è considerata quella scienza che finalizza le attività umane ad un impiego economico sostenibile delle risorse, nella progettazione e nella gestione dei sistemi “artificiali” antropici (cioè propri dell’uomo) e nella conservazione dei sistemi naturali.
Coordinare e gestire un’organizzazione comprende inevitabilmente anche il concetto di manutenzione per il suo intero ciclo di vita.
La UNI EN 17007 fornisce una descrizione generica del processo di manutenzione. Specifica le caratteristiche di tutti i processi, che fanno parte del processo di manutenzione e stabilisce un modello di manutenzione per fornire delle linee guida per la definizione degli indicatori.
È applicabile a tutte le organizzazioni (aziende, istituzioni, agenzie, ecc.) responsabili della manutenzione dei beni fisici. Pertanto, è stata definita senza presupporre una particolare organizzazione e non ha lo scopo di proporne una.
Questa descrizione può essere adattata in base al tipo e alle dimensioni dell'organizzazione scelta per eseguire la manutenzione, alla complessità dei sistemi sottoposti a manutenzione e allo scopo e campo di applicazione dei servizi esterni appaltati.
La finalità della ripartizione in processi e la rappresentazione delle loro interrelazioni è quello di aiutare il personale addetto alla manutenzione, e in particolare la gestione a diversi livelli, a:

  a) identificare chiaramente le azioni da effettuare per soddisfare gli obiettivi complessivi fissati dalla Direzione in termini di manutenzione;
  b) delegare responsabilità che garantiscano la realizzazione delle azioni con i livelli di prestazione richiesti;
  c) per ogni processo, determinare chiaramente:
       1. gli input necessari e la loro origine,
       2. i risultati richiesti e l'uso previsto;
  d) sorvegliare e valutare quantitativamente le prestazioni ottenute ai vari livelli della ripartizione in processi;
  e) migliorare la raccolta e la distribuzione dei dati.

La norma non riguarda la manutenzione del software in sé, ma si applica alle entità che contengono software. Nel documento viene riportata come riferimento normativo la norma EN 13306 Maintenance - Maintenance terminology.

mb

Fonte: UNI

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Gestione informativa mediante BIM

Gestione informativa mediante BIM

La commissione UNI “Prodotti processi e sistemi per l’organismo edilizio” ha curato il recente recepimento in lingua italiana della nuova UNI EN ISO 19650-1:2019Organizzazione e digitalizzazione delle informazioni relative all'edilizia e alle opere di ingegneria civile, incluso il Building Information Modelling (BIM) - Gestione informativa mediante il Building Information Modelling - Parte 1: Concetti e principi
La norma descrive i concetti e i principi per la gestione delle informazioni in uno stadio di maturità denominato "Building Information Modelling (BIM) secondo la serie ISO 19650". La norma mette a disposizione raccomandazioni inerenti a un quadro concettuale per la gestione delle informazioni, che includa, lo scambio, la registrazione, l'aggiornamento e l'organizzazione per tutti gli attori.
È applicabile all'intero ciclo di vita di un cespite immobile, compresa la pianificazione strategica, la progettazione iniziale, l'ingegnerizzazione, lo sviluppo, la predisposizione della documentazione per gli affidamenti e la costruzione, il funzionamento operativo quotidiano, la manutenzione, la ristrutturazione, la riparazione e la fine del ciclo di vita.
Inoltre, può essere adattata a cespiti immobili o a commesse di qualsiasi dimensione e complessità, al fine di non ostacolare la flessibilità e la versatilità che connota l'ampio spettro di potenziali strategie di aggiudicazione e di affidamento degli incarichi senza pregiudicarne il costo di implementazione della norma. Si applica congiuntamente alla serie UNI 11337, che si pone come norma complementare.
La UNI EN ISO 19650-1 è destinata all’utilizzo principalmente da parte di:

  • coloro che partecipano alla procedura di affidamenti, alla progettazione, alla costruzione e/o alla messa in esercizio dei cespiti immobili;
  • coloro che partecipano alla consegna delle attività di gestione del cespite immobile, compreso l'esercizio e la manutenzione.

Vi sono diversi modi in cui i proprietari/operatori o i committenti del cespite immobile possono soddisfare al meglio i loro particolari requisiti o rispondere ai loro contesti nazionali. Ciò comprende le procedure di aggiudicazione e le modalità di conferimento degli incarichi. I concetti e i principi per la gestione delle informazioni descritti nella norma dovrebbero essere adottati e applicati in conformità alle circostanze e ai requisiti specifici delle attività di gestione del cespite immobile o di realizzazione della commessa. I requisiti informativi dovrebbero specificare o guidare il modo in cui realizzare tutto ciò e i dettagli dovrebbero essere concordati preventivamente affinché tali requisiti siano comunicati in modo efficiente ed efficace.

mb
Fonte UNI

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Normazione e Obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030.

Normazione e Obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030.

Pubblicato dall’UNI il Dossier: “Raggiungiamo gli Obiettivi ONU 2030.
La normazione è sostenibilità nei suoi principi ispiratori. Trovare una soluzione condividendola tra tutti i soggetti interessati affinché possa portare a una sua totale applicazione, tenendo in considerazione aspetti economici, sociali e ambientali, costituisce garanzia di sostenibilità.
Applicare la norma vuol dire scegliere consapevolmente una soluzione sostenibile, significa contribuire al raggiungimento degli Obiettivi ONU per l’Agenda 2030.
Il dossier rafforza il messaggio presentando la forte relazione tra UNI e la strategia ONU, nelle diverse attività svolte dal sistema della normazione, nelle fasi di ricerca e innovazione e di sviluppo di prassi di riferimento e norme tecniche.
I primi articoli inquadrano la tematica, focalizzando l’attenzione alla storia dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e il ruolo dell’infrastruttura per la qualità in tale contesto, ruolo che UNI ha assunto formalmente con la definizione dei Grandi Temi in applicazione delle sue Linee Politiche 2017-2019.
Smart cities, economia circolare, digitalizzazione dell’industria, etica, sono solo alcuni degli argomenti che vengono approfonditi in UNI al fine di anticipare gli indirizzi della società ed essere pronti a proporre delle soluzioni condivise ad applicazione volontaria, prima che le trasformazioni culturali siano oggetto di interventi di legislazione.
Il dossier illustra alcuni esempi di relazione tra le attività di normazione e l’implementazione dell’Agenda 2030. Si citano il progetto di UNECE sulla differenza di genere nel mondo della normazione, l’iniziativa finanziata dall’Unione europea per un uso circolare dell’acqua, lo sviluppo sul valore sociale della ricerca responsabile e la sperimentazione per applicare l’economia circolare ai pneumatici.
Vi sono poi le testimonianze sullo sviluppo delle prassi di riferimento, quali la UNI/PdR 25 sulla dieta mediterranea, la UNI/PdR 13 sulla sostenibilità degli edifici e la UNI/PdR 48 sulla sicurezza urbana.
Ovviamente, anche l’attività di normazione nazionale è molta attenta ai temi della sostenibilità, soprattutto nel mondo dei servizi e delle professioni. Perciò si è voluto dare evidenza nel dossier alle norme UNI 11031 (servizi per persone con problematiche di dipendenza da sostanze stupefacenti), UNI 11010 (servizi per l’inclusione delle persone con disabilità), UNI 11402 (educazione finanziaria al cittadino) e UNI 11720 (qualificazione del professionista esperto in salute, sicurezza e ambiente).

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mb
Fonte UNI

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Materiali gemmologici. Classificazione tipologica del taglio

Materiali gemmologici. Classificazione tipologica del taglio

Pubblicata a cura della Commissione Commercio la norma UNI 10173:2019Materiali gemmologici - Classificazione tipologica del taglio
Il taglio è la seconda qualità più importante da ricercare in una gemma. Anche se il cristallo grezzo di una gemma colorata possiede un colore eccellente, un taglio mal fatto può influire negativamente sul valore della gemma rifinita. Al contrario, un cristallo grezzo di qualità media, può essere valorizzato da un buon taglio. È chiaro quindi quanto possano essere importanti delle linee guida in questo settore.
La norma stabilisce i principi generali atti a consentire l’applicazione univoca della nomenclatura relativa ai seguenti argomenti inerenti il taglio dei materiali gemmologici:

  • elementi morfologici del taglio;
  • tipologia dei tagli;
  • parti del taglio in base alle tipologie dei tagli;
  • tipologia delle forme;
  • caratteristiche di finitura;
  • foratura.

La norma si applica in tutti i casi di taglio nei quali siano utilizzati o citati materiali gemmologici.
Occorre però distinguere il taglio relativo al diamante da quello praticato su altri materiali gemmologici.
Mentre per il diamante esistono precise norme di taglio, per le altre gemme il taglio è determinato da:

  1. esigenze di mercato (moda, gusto, ecc.);
  2. maggiore rendimento dal grezzo;
  3. proprietà ottiche (pleocroismo, asterismo, ecc.);
  4. colore (intensità, zonature, limpidezza, ecc.).

Molte gemme non costituite da diamante utilizzano tagli propri di questa pietra, mentre tagli propri di altre pietre possono essere utilizzati per il diamante.
Esistono anche tagli non codificabili che non sono propri di alcuna gemma in particolare e quindi possono essere utilizzati su qualunque materiale, compreso il diamante. Gli aspetti relativi all'argomento taglio sono molteplici e interdipendenti. La norma prende in considerazione separatamente tutti questi possibili aspetti.
Pertanto, le gemme in possesso di caratteristiche previste dalla UNI 10173, per ciò che riguarda il taglio (per esempio: taglio cabochon), possono essere del tutto diverse sotto altri punti di vista (per esempio: forma rotonda o rettangolare o quadrata od ovale con base inferiore lucida o non lucida).

mb
Fonte UNI

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Biotecnologie. Requisiti generali per il biobanking

Pubblicata a cura della Commissione Tecnologie biomediche e diagnostiche la UNI ISO 20387:2019 “Biotecnologie - "Biobanking" - Requisiti generali per il "biobanking".
Nell’accezione più comune per biobanca s’intende un'unità operativa che fornisce un servizio di conservazione e gestione del materiale biologico e dei relativi dati clinici, in accordo con un codice di buon utilizzo e di corretto comportamento.
Più semplicemente le biobanche sono delle unità di servizio, senza scopo di lucro diretto, finalizzate alla raccolta e alla conservazione di materiale biologico utilizzato per diagnosi, per studi sulla biodiversità e per ricerca. Un campo in continua ascesa viste le potenzialità di questi studi volti al futuro; ecco perché anche la normazione fa la sua parte.
La norma specifica i requisiti generali di competenza, imparzialità e coerente funzionamento delle biobanche, inclusi i requisiti relativi al controllo qualità per garantire materiali biologici e dati associati di qualità appropriata. Il documento è applicabile a tutte le organizzazioni che eseguono il "biobanking" per la ricerca e lo sviluppo, incluso il "biobanking" di materiale biologico da organismi multicellulari (per esempio umani, animali, funghi e piante) e microrganismi.
Organizzazioni di tutti i tipi, enti di accreditamento, pubbliche amministrazioni, ecc. possono utilizzare questo documento per confermare e/o riconoscere la loro competenza in materia. La norma non si applica al materiale biologico destinato alla produzione di alimenti/mangimi, ai laboratori che effettuano analisi per la produzione di alimenti/mangimi e/o all'uso terapeutico.
Per ciò che concerne il trattamento di materiali umani per scopi diagnostici il riferimento normativo è la ISO 15189.
Nella norma è citata come riferimento normativo la ISO 8601, Data elements and interchange formats - Information interchange - Representation of dates and times.

mb

Fonte UNI

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Gestione delle risorse umane. Pubblicata la UNI ISO 30400

Gestione delle risorse umane. Pubblicata la UNI ISO 30400

È grazie alla Commissione UNI "Responsabilità sociale delle organizzazioni" che è stata adottata anche in lingua italiana la UNI ISO 30400:2017 “Gestione delle risorse umane – Vocabolario
La gestione delle risorse umane è d’importanza strategica per tutte le organizzazioni. Anche la normazione quindi è presente in questo ambito così di rilievo.
Il documento definisce i termini utilizzati nelle norme sulla gestione delle risorse umane. È stato elaborato al fine di aiutare a favorire una comprensione comune del vocabolario fondamentale e mantenerne la coerenza nelle norme sulla gestione delle risorse umane.
Il documento è destinato ad essere utilizzato da:

  • coloro che si occupano di risorse umane;
  • professionisti accademici e studenti;
  • coloro che predispongono le relative norme;
  • stakeholder nelle organizzazioni, indipendentemente dalla dimensione e dal tipo di organizzazione;
  • sindacati, consigli di fabbrica, altri rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro;
  • altri soggetti interessati alla professione di gestione delle risorse umane.

La UNI ISO 30400 entra nello specifico definendo la terminologia relativa all’organizzazione, alle risorse umane e alla pianificazione, alle persone, alle metriche delle risorse umane, alla governance umana, all’impiegabilità sostenibile, alla diversità e all’inclusione, alla pianificazione della forza lavoro, all’assunzione, alla mobilità della forza lavoro, alla gestione dei talenti e per finire alla gestione della conoscenza.
All’interno della norma è riportata tra le altre la definizione riferita alla “gestione delle risorse umane” con la quale s’intende la gestione delle persone nell’organizzazione estendendo il significato anche alla gestione dei talenti, alla relazioni con i dipendenti e a quelle industriali, alla formazione e sviluppo, alla ricompensa e altri benefici in genere, ecc.
La gestione delle risorse umane ottimizza il contributo delle persone per supportare il successo dell'organizzazione e degli stakeholder.

mb

Fonte: UNI

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Sedute da lavoro. Pubblicata la UNI 10814:2019

Sedute da lavoro. Pubblicata la UNI 10814:2019

Pubblicata a cura della Commissione Mobili dell’UNI la UNI 10814:2019 “Sedute da lavoro - Caratteristiche costruttive, requisiti e metodi di prova”
La norma specifica le caratteristiche costruttive, le dimensioni ed i requisiti con relativi metodi di prova delle sedute da lavoro; rientrano in questa categoria le sedute per cassieri del supermercato, officine, laboratori, ecc. ma non si applica alle sedute per ufficio e per uso domestico. Entrando nello specifico per “seduta da lavoro” s’intende una seduta girevole regolabile in altezza, usata in ambienti in cui devono essere svolte attività di lavoro stando seduti.
Queste sedute da lavoro con altezza del sedile maggiore di 540 mm devono essere munite di appoggiapiedi regolabile in altezza indipendentemente dal sedile. La regolazione dell'appoggiapiedi e quella del sedile devono essere tali da garantire che la loro distanza relativa, per qualsiasi altezza del sedile da terra, copra il campo compreso tra 420 mm e 510 mm. La distanza dell'appoggiapiedi dal sedile deve essere regolabile con un passo non maggiore di 20 mm.
Il basamento delle sedute da lavoro deve essere costituito da almeno 5 punti di appoggio e questi possono essere costituiti da ruote.
La norma contiene i seguenti riferimenti normativi:

  • UNI EN 1335-1 Mobili per ufficio - Sedia da lavoro per ufficio - Dimensioni - Determinazione delle dimensioni;
  • UNI EN 16139 Mobili - Resistenza, durabilità e sicurezza - Requisiti per sedute non domestiche;
  • UNI EN 1022 Mobili- Sedute - Determinazione della stabilità.

Le norme sono disponibili sia in formato elettronico sia in formato cartaceo.

mb
Fonte UNI

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Servizi di sicurezza privata, pubblicata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 54

Servizi di sicurezza privata, pubblicata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 54

Pubblicata la prassi di riferimento UNI/PdR 54 "Sicurezza privata - Mappatura delle attività degli operatori della vigilanza (sicurezza complementare/sussidiaria), sicurezza ausiliaria, servizi di controllo/stewarding e investigazioni”.
Per “sicurezza complementare/sussidiaria” si intendono tutti quei servizi di sicurezza che devono essere necessariamente svolti da guardie particolari giurate: ad esempio la sicurezza negli aeroporti, nei porti, nelle stazioni ferroviarie e metropolitane, la custodia e il trasporto di valori, la vigilanza armata mobile, la vigilanza presso infrastrutture del settore energetico o delle telecomunicazioni e presso ogni altra struttura che può costituire un obiettivo sensibile ai fini della sicurezza, dell’incolumità pubblica o della tutela ambientale.
Il documento, frutto della collaborazione tra UNI e A.I.S.S.-Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria fornisce una mappatura delle attività e delle figure professionali che operano nel settore della sicurezza privata, ovvero la vigilanza (sicurezza complementare/sussidiaria), la sicurezza ausiliaria, i servizi di controllo/stewarding1) e le investigazioni.
La nuova UNI/PdR 54 definisce inoltre i requisiti di conoscenza, abilità e competenza relativi agli operatori che svolgono la propria attività nell’ambito dei servizi di sicurezza privata, secondo una classificazione su sei livelli: dal titolare/rappresentante legale fino all’operatore base, passando per i livelli intermedi del direttore/responsabile servizi, del coordinatore servizi, del capo squadra e dell’operatore specializzato.
Il documento può essere applicato da tutte le organizzazioni che svolgono servizi di sicurezza privata come ad esempio: investigazioni, attività di prevenzione di reati contro il patrimonio, custodia e guardianato passiva in strutture private e pubbliche, monitoraggio delle aree pubbliche e private, vigilanza, assistenza alla clientela e visitatori, gestioni di flusso e deflusso di persone e mezzi e attività di prevenzione nel corso di eventi, spettacoli e manifestazioni fieristiche e sportive, monitoraggio di infrastrutture critiche in genere.

mb

Fonte: UNI

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Locali tecnici per impianti antincendio. Dall’UNI una nuova norma

Locali tecnici per impianti antincendio. Dall’UNI una nuova norma

Pubblicata, a cura della Commissione UNI “Protezione attiva contro gli incendi”, ha da poco realizzato la norma UNI 11292:2019Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio - Caratteristiche costruttive e funzionali
Affrontare l’argomento antincendio non significa solo parlare di estintori o sistemi estinguenti. La sicurezza antincendio si costruisce anche creando le condizioni e le aree idonee alla protezione.
Questo documento specifica i requisiti costruttivi e funzionali minimi da soddisfare nella realizzazione di locali tecnici destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per l'alimentazione idrica di impianti antincendio. La norma, inoltre, integra le prescrizioni delle normative applicabili all'argomento ed in particolare della UNI EN 12845 e UNI 10779.
I locali devono essere progettati, realizzati e gestiti con l'obiettivo di conseguire lo stesso livello di affidabilità funzionale dell'alimentazione idrica nel rispetto delle disposizioni normative vigenti in materia.
Tali locali devono mantenere, rispetto ai danni causati dall'incendio nell'edificio protetto dall’impianto antincendio e da ogni altro evento avverso ragionevolmente prevedibile (ad esempio inondazioni, allagamenti, terremoto, ecc.), la propria integrità strutturale e la fruibilità, in sicurezza, da parte delle persone interessate, per tutta la durata di funzionamento dell'impianto antincendio servito.
La UNI 11292 si applica ai locali di nuova costruzione, realizzati in opera o prefabbricati, siano essi di tipo separato, adiacente o entro l'edificio protetto dall'impianto antincendio.
Può essere altresì applicata ai locali esistenti in caso di modifiche sostanziali del locale e/o dell'unità di pompaggio.
All’interno del documento sono riportati i seguenti riferimenti normativi:

  •  UNI 10779 Impianti di estinzione incendi - Reti di idranti - Progettazione, installazione ed esercizio;
  •  UNI 10803 Scale prefabbricate - Terminologia e classificazione;
  •  UNI 10804 Scale prefabbricate - Rampe di scale a giorno - Dimensioni e prestazioni meccaniche;
  •  UNI EN 1838 Applicazione dell'illuminotecnica - Illuminazione di emergenza;
  •  UNI EN 12464-1 Luce e illuminazione - Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro in interni;
  •  UNI EN 12845 Installazioni fisse antincendio - Sistemi automatici a sprinkler - Progettazione, installazione ed esercizio;
  •  CEI EN 60309-1 Spine e prese per uso industriale Parte 1: Prescrizioni generali;
  •  CEI EN 60309-2 Spine e prese per uso industriale Parte 2: Prescrizioni di intercambiabilità dimensionale per spine e prese con spinotti ed alveoli cilindrici.

mb
Fonte UNI

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