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Imballaggi alimentari: al via il Regolamento sul sistema del vuoto a rendere

Imballaggi alimentari: al via il Regolamento sul sistema del vuoto a rendere

Con Decreto 3 luglio 2017, n. 142 , pubblicato in GU n.224 del 25-9-2017, il Ministero dell'Ambiente ha diffuso il Regolamento che apre alla sperimentazione su base volontaria del sistema del vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi contenenti birra o acqua minerale serviti al pubblico da alberghi o residenze di villeggiatura, ristoranti, bar e altri punti di consumo, di cui all'articolo 219-bis del Codice Ambiente (D.Lgs. n.152/2006), nonché le forme di incentivazione, le loro modalità di applicazione e i valori cauzionali per ogni singola tipologia di imballaggi. La sperimentazione ha una durata di dodici mesi a partire dal centoventesimo giorno successivo all'entrata in vigore del presente regolamento (il Regolamento entra in vigore il 10 ottobre 2017).

Per aderire al sistema (si veda art.3 del DM n.142/2017), gli esercenti dovranno compilare il Modulo di cui all'Allegato 1 del Decreto al momento dell'acquisto di birra o acqua minerale in imballaggi riutilizzabili, trasmettendo i dati per via telematica o attraverso altre modalità indicate sul sito web del Ministero, o consegnando il modulo al distributore nel caso di filiera di tipo lungo o al produttore di bevande nel caso di filiera di tipo corto, al momento della consegna da parte di quest'ultimo dell'imballaggio pieno. L'adesione dell'esercente al sistema è ammessa anche in caso di somministrazione, nello stesso punto di consumo, di birra o acqua minerale in imballaggi non riutilizzabili.

Previsto un Deposito cauzionale rilasciato dagli esercenti aderenti alla filiera contestualmente all'acquisto dell'imballaggio riutilizzabile pieno con diritto di ripetizione della stessa al momento della restituzione dell'imballaggio vuoto.All' Art. 6 del DM n.142/2017 si definisce anche un Sistema di monitoraggio da parte del Ministero dell'Ambiente finalizzato alla raccolta, all'analisi e alla valutazione dei dati della sperimentazione: riguarda distributori e produttori che dovranno trasmettere, anche attraverso le associazioni di categoria per via telematica all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

La sperimentazione del sistema del vuoto a rendere su cauzione si applica agli imballaggi con le seguenti caratteristiche:

  1. di tipo primario, ai sensi dell'articolo 218, comma 1, lettera b), del Codice Ambiente;
  2. riutilizzabili, ai sensi dell'articolo 218, comma 1, lettera e), del Codice Ambiente;
  3. conformi ai requisiti stabiliti dal decreto del Ministro dell'ambiente del 2 maggio 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 108 dell' 11 maggio 2006, recante «Aggiornamento degli studi europei fissati dal Comitato europeo di normazione (CEN), in conformità' ai requisiti essenziali stabiliti all'articolo 9 della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio»;
  4. destinati all'uso alimentare e al contenimento di birra o acqua minerale;
  5. serviti al pubblico nei punti di consumo;
  6. di volume compreso tra 0,20 e 1,5 litri.

AdA

Scarica il Decreto 3 luglio 2017, n. 142

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Imballaggi di PET: pubblicata la norma UNI 11127

PETLa commissione tecnica Agroalimentare ha pubblicato la norma UNI 11127:2015 in relazione ai requisiti degli imballaggi primari di PET destinati a contenere le bevande; la norma ritira e sostituisce la norma UNI 11127:2004.
La norma specifica i requisiti minimi degli imballaggi primari monouso di PET intesi come bottiglie ottenute con polimero vergine, con polimero riciclato (R-PET) o con miscela dei due.
Essa si applica alle acque minerali naturali, di sorgente e destinate al consumo umano, alle bevande addizionate e non di anidride carbonica, ai succhi e ai nettari di frutta, al latte ed alle bevande a base di latte. La norma non si applica agli imballaggi primari destinati a contenere bevande alcoliche e bevande imbottigliate a caldo.
La norma, disponibile sia in formato elettronico che in formato cartaceo, sarà scontata del 15% ai soci effettivi.
La norma UNI 11127:2015 è contenuta nell’abbonamento all’UNI/CT 003 (ex OT U59) e all’UNI/CT 003/SC 52 (ex SC U5952), relativi alla commissione tecnica Agroalimentare.
Il Consorzio Promos Ricerche, quale punto di riferimento territoriale degli Enti Normatori italiani UNI e CEI, offre, presso i propri uffici, la consultazione gratuita della normativa tecnica dei principali Enti Normatori (UNI, CEI, ISO, IEC, CENELEC, CEN).

mb

Fonte UNI

 

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Da UNI novità su ascensori, antincendio, dispositivi medici ecc.

logo uniDisponibili nuove norme UNI in italiano, in particolare sono state pubblicate:

  • UNI 11473-3Porte e finestre apribili resistenti al fuoco e/o per il controllo della dispersione di fumo - Parte 3: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza dell’installatore e del manutentore” che definisce i requisiti di conoscenza, abilità e competenza relativi all’attività professionale dell’installatore e del manutentore di porte e finestre apribili resistenti al fuoco e/o al controllo della dispersione del fumo.
  • UNI EN ISO 11607-2Imballaggi per dispositivi medici sterilizzati terminalmente - Parte 2: Requisiti di convalida per il formato, la tenuta e i processi di assemblaggio
  • UNI CEN ISO/TS 16775Imballaggi per dispositivi medici sterilizzati terminalmente - Guida all'applicazione della ISO 11607-1 e ISO 11607-2” relative, rispettivamente, la prima ai requisiti per materiali, sistemi di barriera sterili e sistemi di imballaggio; la seconda, ai requisiti di convalida per il formato, la tenuta e i processi di assemblaggio.
  • UNI EN 81-20:2014Regole di sicurezza per la costruzione e l'installazione degli ascensori - Ascensori per il trasporto di persone e cose - Parte 20: Ascensori per persone e cose accompagnate da persone
  • UNI EN 81-50:2014Regole di sicurezza per la costruzione e l'installazione di ascensori - Verifiche e prove - Parte 50: Regole di progettazione, calcoli, verifiche e prove dei componenti degli ascensori”
  • UNI/TS 11567:2014 "Linee guida per la qualificazione degli operatori economici (organizzazioni) della filiera di produzione del biometano ai fini della tracciabilità e del bilancio di massa". La specifica tecnica definisce uno schema di qualificazione per tutte le organizzazioni che operano all’interno della filiera di produzione del biometano ai fini della tracciabilità; essa si applica sia al singolo operatore, sia ai gruppi di più soggetti tenuti a rispettare i principi definiti dal quadro legislativo nazionale ed europeo che garantiscono tracciabilità e trasparenza.

Il Consorzio Promos Ricerche, quale punto di riferimento territoriale degli Enti Normatori italiani UNI e CEI, offre, presso i propri uffici, la consultazione gratuita della normativa tecnica dei principali Enti Normatori (UNI, CEI, ISO, IEC, CENELEC, CEN).

mb

Fonte UNI

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Rifiuti: novità per gli imballaggi, in vigore il recepimento della direttiva 2013/2/Ue

imballaggiCon il decreto del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare 22 aprile 2014 (in Gazzetta Ufficiale del 14 giugno 2014, n. 136), è stata attuata nell'ordinamento italiano la direttiva 2013/2/UE della Commissione del 7 febbraio 2013, recante modifica dell'Allegato I della direttiva "packaging" 94/62/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.

L'intervento ministeriale elimina imprecisioni e ambiguità presenti nella normativa pregressa che avevano determinato discrepanze nelle legislazioni in materia tra i diversi Stati membri. Il Dm 22 aprile 2014 modifica l'allegato E, Parte IV, D.Lgs. 152/2006 specificando meglio gli esempi illustrativi dei criteri che definiscono cosa sia o cosa non sia "imballaggio" ai sensi della normativa.

Secondo i nuovi esempi, che andavano implementati entro il 30 settembre 2013, sono "imballaggio", tra gli altri, le grucce per abiti (solo se vendute insieme all'abito), i rotoli per alluminio, pellicola o carta, le scatole di fiammiferi, piatti e tazze monouso, capsule per il caffè lasciate vuote dopo l'uso, la pellicola di plastica che ricopre gli abiti lavati in lavanderia.

Non sono "imballaggio" i budelli per salsicce, le bustine solubili per detersivi, le posate monouso, i lumini per tombe, i macinapepe ricaricabili.

Scarica il DM 22 aprile 2014

AdA

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Sicurezza imballaggi flessibili di materia plastica. Disponibile un rapporto tecnico del CEN

IMBALLO PLASTICAÈ stata da poco pubblicata la versione italiana di un rapporto tecnico europeo - elaborato dal CEN - che tratta la sicurezza degli imballaggi flessibili di materia plastica, sia destinati al monouso sia riutilizzabili. In casa questo tipo di imballaggi sono spesso accessibili da parte dei bambini e possono rappresentare un potenziale rischio di soffocamento. Per questo motivo si è ritenuta utile l'adozione di un documento, l'UNI CEN/TR 16353, che fornisse delle linee guida per ridurre al minimo il rischio di soffocamento dei bambini. In particolare neonati e bambini piccoli giocano con qualsiasi cosa capiti a loro disposizione e spesso - utilizzando questi materiali in modo improprio - corrono il rischio di gravi lesioni cerebrali (o addirittura di morte) dovute a soffocamento nel momento in cui naso e bocca vengono coperti e tutto l'ossigeno presente nell'involucro in cui la loro testa è intrappolata si esaurisce.Fondamentale è il ruolo dei genitori e degli adulti che possono ridurre questo tipo di rischio attraverso la supervisione dei loro bambini e l'attenta conservazione o smaltimento dei materiali di imballaggio, ma questo non costituisce purtroppo una soluzione affidabile e completa.Nonostante il rischio che gli imballaggi flessibili in plastica possono presentare, il rapporto tecnico "Imballaggi - Linee guida di sicurezza per imballaggi flessibili di materia plastica per ridurre al minimo il rischio di soffocamento dei bambini" ne riconosce la effettiva utilità in particolare in alcuni casi: ad esempio per proteggere alcuni particolari tipi di prodotti, per preservarli dall'umidità, per trasportarli in modo agevole, per proteggerli da danni fisici, per assicurare che più unità di prodotto rimangano unite durante il trasporto (per esempio su un pallet).Per questo dopo aver effettuato la valutazione dei rischi (ad esempio la reale necessità che il prodotto venga avvolto in questo tipo di imballaggio, la grandezza del prodotto da imballare, l'impiego di grafica e colori particolarmente accattivanti per il bambino ecc.) il rapporto tecnico suggerisce di mettere in atto appropriate azioni correttive.Idealmente il rischio dovrebbe essere eliminato del tutto evitando imballaggi che possano causare il soffocamento ma - quando questo non è possibile - l'imballaggio deve comunque essere progettato in modo da ridurre al minimo il rischio. Tra le strategie di sicurezza il documento stabilisce che i fogli e le buste flessibili di materia plastica devono essere sufficientemente spessi da non assumere la forma del viso di un bambino (e per misurare lo spessore il rapporto fornisce uno specifico metodo di prova), oppure devono essere provvisti di mezzi di ventilazione, per esempio fori che consentano un passaggio di aria sufficiente a salvare la vita.Il documento si occupa anche delle dimensioni di questi imballaggi e stabilisce che le buste con un'apertura minore di 38 cm non rappresentino un reale pericolo in quanto non possono essere infilate sulla testa della maggior parte dei bambini piccoli.Per aiutare i genitori o le persone adulte a cui sono affidati i bambini a prendere consapevolezza del potenziale rischio di soffocamento gli imballaggi flessibili di plastica dovranno riportare un'avvertenza che dica "Tenere questo imballaggio fuori dalla portata dei bambini per evitare il pericolo di soffocamento" nella lingua del paese in cui il prodotto è fornito al consumatore.

mb

Fonte UNI

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Imballaggi – Requisiti essenziali

 cartoniDagli studi più recenti emerge che l’opinione pubblica italiana manifesta una sensibilità crescente nei confronti della salvaguardia dell’ambiente e, nel particolare caso dell’imballaggio, valuta la sua sostenibilità.

Frequentemente, tuttavia, le opinioni espresse dai media sembrano non considerare che il mondo dell’imballaggio è soggetto  a disposizioni di legge che ne regolano il rapporto con l’ambiente e richiedono, in definitiva,  la riduzione dell’utilizzo delle risorse nel momento della progettazione e il loro recupero nella fase post-consumo.

Già oggi, moltissimi imballaggi sono realizzati con la minore quantità di materiale possibile senza che questo ne infici la funzione e sono tanti anche gli imballaggi che vengono recuperati quando diventano un rifiuto/risorsa, al termine di un compito svolto in genere egregiamente.

La continua evoluzione verso soluzioni di imballaggio sempre più sostenibili è voluta dalla legge, ma è anche l’espressione della natura stessa delle aziende che determinano la scelta dell’imballaggio: quelle che lo utilizzano per riempirlo con i loro prodotti e quelle che lo realizzano. Infatti, anche il packaging è sottoposto  alla più classica delle richieste economiche: fare di più con meno.

Se le disposizioni e l’economia orientano l’imballaggio verso una sempre maggiore sostenibilità, quale altro fenomeno può aiutare le aziende a rendere questo processo continuativo nel tempo ? Certamente il sapere tecnico specifico.

Questo documento è, in effetti , un contributo al sapere tecnico per tutti coloro che desiderino affrontare il tema della realizzazione di imballaggi sostenibili con un approccio scientifico.

Il pratico sistema  delle domande e delle risposte permette ai vari soggetti della filiera, che definiscono l’imballaggio, di stabilire se i loro imballaggi possiedano le caratteristiche ambientali richieste dalla legge.

Inoltre, adottando i suggerimenti che sono espressi in questo manuale, i tecnici hanno la possibilità di dimostrare le motivazioni delle loro scelte e di conseguenza possono verificarne la validità nel tempo, mirando al miglioramento continuo.

Tutte le aziende che producono e utilizzano imballaggi farebbero bene a dotarsi di questo strumento, in particolare le PMI per le quali è stato primariamente pensato.

Dal sito UNI è possibile scaricare il testo gratuitamente.

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Cosa è il Packaging

 

 

Se dovessimo dpakefinirlo da un punto di vista essenzialmente materiale potremmo dire che il packaging è: «Nel prodotto, tutto quanto non è il prodotto stesso»[1]. Il packaging è il simbolo che genera attenzione, comunica il prodotto e motiva il consumatore all’acquisto. A volte può diventare l’oggetto principale d’acquisto, o assumere un’importanza pari al prodotto[2].  Il packaging, abbandonata la mera funzione di imballaggio, rappresenta oggi una delle più interessanti componenti del marketing mix.
Il packaging e l’ambiente
«Il problema dei rifiuti, per quanto riguarda i paesi sviluppati, è conseguenza anche della dimensione che il packaging ha assunto nella nostra società dei consumi. […] Gli imballaggi che paghiamo con la nostra spesa rappresentano circa il 60% del volume e il 40% del peso dei rifiuti urbani degli italiani. Le soluzioni finora individuate vanno dal divieto di vendita dei prodotti imballati o quantomeno dal loro spacchettamento, da eseguirsi alle casse o fuori ai supermercati, al cauzionamento dei vuoti a rendere, alla vendita “alla spina” dei prodotti sciolti, come pasta e olio, ma anche detersivi e quant’altro, alla promozione di stoviglie lavabili invece di quelle usa e getta»[11].
Come sottolinea Marco Piciocchi, il problema dello smaltimento del packaging va considerato. Un’attenzione particolare merita la scelta dei materiali e delle tecnologie, rispetto alle necessità e ai principi ecologici, di salvaguardia ambientale, e più in generale, di riferimento ai valori del consumatore. Recenti cambiamenti sul piano valoriale della società, assieme al diffondersi di una cultura consumistica, hanno indotto modificazioni significative nel confezionamento dei prodotti. Il dilemma carta/plastica, il disuso della tecnologia spray, un’attenzione maggiore al riciclo sono solo alcuni degli esempi proponibili in cui la confezione ha dovuto adeguarsi a richieste di carattere sociale[12].
Ancora di più, se investire in ecologia conviene alle aziende, così come si rileva in un recente rapporto della Confartigianato che ha realizzato una classifica delle attività anti-crisi. Fra queste l’ecologia, il benessere, l’alimentazione di qualità e l’informatica, cresciuti nonostante questo periodo di crisi economica[13]. Gli esempi di aziende piccole, medie e grandi, che hanno operato una svolta “verde” a partire anche dal packaging dei prodotti offerti, sono diversi. Iniziano a percorrere una strada di produzione votata all’ecologia, imperniando anche il battage di pubblicità e comunicazione proprio su questo aspetto, dimostrando così ancora una volta la valenza comunicativa della confezione, del packaging, così come detto fin dall’inizio.
“INK Evolution”, è il metodo ideato dalla Ecostore per rigenerare le cartucce delle stampanti, tutto all’interno del negozio è improntato alla tecnologia al servizio dell’ambiente. Gli astucci che contengono le cartucce sono in carta riciclata, il sacchetto con cui il cliente porta via quello che ha acquistato è biodegradabile[14]. Presso gli Ecostore è possibile smaltire stampanti, toner e telefoni cellulari, questo grazie ad un accordo con Legambiente. Questi servizi poi sono offerti con una riduzione dei costi. Come nel caso dei prodotti alla spina. Una pratica antica recuperata a favore dell’ambiente e delle tasche. Nel 2005 a Torino, con il marchio CRAI e i suoi Ecopoint, si è avviata un’inversione di tendenza in materia di sprechi e vuoto a perdere. Caffé, cereali, pasta, riso, caramelle, spezie, ma anche detersivi e detergenti per la casa e l’igiene personale, sono conservati in silos e pronti per la distribuzione nelle quantità richieste dal cliente, in un sacchetto biodegradabile e compostabile, che può essere smaltito senza impatto ambientale. La merce costa in media il 20% in meno, e in un anno possono essere risparmiate 750.000 tonnellate di confezioni.
Ancora, in Inghilterra è nato un packaging rivoluzionario “Belu Bio Bottles” per il confezionamento dell’acqua minerale. La bottiglia è realizzata attraverso la lavorazione del grano e, a detta dei tecnici inglesi, ha dei tempi di decomposizione molto brevi (qualche mese): «Si annuncia quindi essere una rivoluzione, sia dal punto di vista ambientale, permettendo di eliminare quelle vergognose piramidi di plastica e polimeri che si ammassano spesso nelle vicinanze dei raccoglitori d’immondizia, sia dal punto di vista del packaging»[15].
La “Rizieri Scarpe Eco”, che produce scarpe da donna, ha proposto il packaging ecologico legato al glamour e la sua campagna si basa su questo: «Rizieri non ci propone solamente le sue scarpe. – citando il comunicato stampa – Ci parla anche di ecologia e di moda che può veramente essere sostenibile[16]. [..] Rizieri, attento all’ecologia, ha rinnovato così il suo packaging, proponendoci le sue preziose e deliziose calzature, all’interno di scatole di cartone riciclato bianco e rosa. Una confezione chic per scarpe glamour, che fanno bene al nostro ambiente, dando una mano a salvarlo».
Negli ultimi tempi anche grandi multinazionali come la Coca Cola o la Nestlè stanno effettuando ricerche per puntare sul biodegradabile: la prima per ridurre la propria produzione in plastica e alluminio, la seconda addirittura vuole realizzare dei contenitori per il proprio latte che al contatto con l’acqua si sciolgano.
Stessa strada “verde” per Fiat, che ha come slogan “Guidati dal futuro” e fa riferimento a tecnologia ed ecologia. «La riduzione dell’impatto ambientale è un preciso impegno del Gruppo Fiat», si legge sul sito internet[17], per questo fra le attività del 2008, è proseguito il miglioramento continuo del packaging che ha visto coinvolta tutta la catena di fornitura fino ai siti produttivi del Gruppo Fiat, con risultati sia sul fronte della riduzione di utilizzo di materia prima metallica sia di riduzione dell’impiego di imballi a perdere in cartone[18].
[1] Le Pack, BSN Emballage, 1987
[2] Cfr. La comunicazione d’impresa, a cura di Giampaolo Fabris. Sperling & Kupfer Editori, Milano 2006. Il packaging, di Vanni Codeluppi, p. 333.
[3] Mauro Ferraresi, Il packaging. Oggetto e comunicazione, Franco Angeli, Milano, 2003.
[4] Cfr. La comunicazione d’impresa, a cura di Giampaolo Fabris. Sperling & Kupfer Editori, Milano 2006. Introduzione di Giampaolo Fabris, Una cabina di regia: l’orchestrazione, p. 9.
[5] Ibidem.
[6] Cfr. La comunicazione d’impresa, a cura di Giampaolo Fabris. Sperling & Kupfer Editori, Milano 2006. Il prodotto, di Vanni Codeluppi, p. 334.
[7] Cfr. La comunicazione d’impresa, a cura di Giampaolo Fabris. Sperling & Kupfer Editori, Milano 2006. Introduzione di Giampaolo Fabris, Una cabina di regia: l’orchestrazione, p. 9.
[8] Ibidem, p. 344.
[9] Ibidem, p. 3.
[10] Ibidem, p. 27.
[11] Marco Piciocchi, La gestione dei rifiuti nel mondo, in Galli sulla munnezza, di Rossella Savarese, Franco Angeli 2009.
[12] Cfr. La comunicazione d’impresa, a cura di Giampaolo Fabris. Sperling & Kupfer Editori, Milano 2006. Il packaging, di Vanni Codeluppi, p. 334.
[13] La green economy raggiunge risultati brillanti, le aziende di questo tipo sono cresciute del 4,2%[13].
[14] www.econote.it.
[15] http://www.marketingroutes.com/2006/05/29/packaging-ecologico/
[16] http://www.stylosophy.it/articolo/rizieri-propone-il-packaging-ecologico/7527/
[17] http://sostenibilita.fiatgroup.com/responsabilita-ambientale/logistica.php.
[18] http://sostenibilita.fiatgroup.com/

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Sicurezza alimentare: aggiornato l’elenco di acciai inossidabili per recipienti e imballaggi

 

Con il Decreto dehome 1 00l Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali n. 176 del 27 ottobre 2009 è stato fornito il nuovo elenco degli acciai inossidabili che possono essere impiegati in contatto con alimenti. Questo allegato – n. 176 – sostituisce, l’allegato II, sezione 6 – Acciai inossidabili – del decreto ministeriale 21 marzo 1973 che disciplina per quanto riguarda l’acciaio inossidabile, l’utilizzo degli imballaggi, dei recipienti, degli utensili destinati a venire a contatto diretto con le sostanze di tipo alimentare o personale. Date le dimensioni e l’importanza del packaging nella produzione e nel consumo odierni è necessario prestare attenzione alle sostanze con cui i prodotti alimentari e di uso personale vengono in contatto. Questa nuova norma va in questa direzione.
Rimane però un problema, gli oggetti d’acciaio prodotti oppure commercializzati in un altro Stato dell’Unione europea e quelli prodotti nei Paesi contraenti dell’accordo SEE, non sono comunque soggetti a questa disciplina.

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