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Quattro nuovi progetti di norma in inchiesta pubblica

Dal 9 gennaio scorso silogo unino al prossimo 24 sono in inchiesta pubblica preliminare quattro nuovi progetti di norma. Fino a tale data l’UNI raccoglie indicazioni e commenti delle parti interessate in modo da valutare preventivamente l’interesse del mercato su tali proposte.
Due dei progetti, sono di competenza di UNSIDER, l’Ente Federato all’UNI che si occupa di sviluppare norme tecniche per il settore siderurgico e  sono relativi a  fili, trecce e trefoli per calcestruzzo armato precompresso.
Il terzo progetto, di competenza del Comitato Termotecnico Italiano, riguarda i recipienti a pressione non esposti a fiamma.
Di una nuova norma tecnica nazionale tratta invece il progetto della commissione tecnica UNI “Protezione attiva contro gli incendi”  che ha per oggetto le installazioni fisse antincendio.
E’ possibile prendere visione dei progetti  consultando la banca dati online dei progetti sottoposti all'inchiesta preliminare che contiene non solo i progetti attualmente in fase di inchiesta preliminare, ma anche i riferimenti dei progetti la cui inchiesta è già scaduta: questo per fornire agli utenti un'informazione più completa sulle attività di normazione che UNI propone.


Maggiori informazioni sul sito UNI

Riduzione dei rifiuti:7 milioni per le Province

Non solo risorse periciclo-rifiutir la differenziata e l’impiantistica (150 mln da ripartire a Comuni e Provincia) ma anche fondi per promuovere la riduzione a monte dei rifiuti, lungo la filiera che va dal prosutore al consumatore. L’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania stanzia a quest’ultimo scopo 7 milioni di euro. Le risorse sono assegnate da Palazzo Santa Lucia con un apposito decreto, alle 5 Province della Campania. Gi enti dovranno provvedere ad emanare appositi bandi diretti ai Comuni in base alla popolazione residente per incidere, con incentivi ad hoc, sulla misura. Delle risorse disponibili 3 milioni e 50 mila euro vanno alla Provincia di Napoli, 1 milione 593 mila a quella di Salerno, 1 milione 316 mila euro a quella di Caserta, 630 mila euro alla Provincia di Avellino e 413 mila euro a quella sannita.

Leggi articolo su: Il Denaro

In azienda il «termometro» anti-stress

 

Stress

Lo stress lavoro-correlato non è, di per sé, una malattia, ma quando diventa eccessivo può compromettere seriamente lo stato di salute del lavoratore. Quando si manifesta in misura significativa, questo fattore di rischio comporta effetti negativi anche per il datore di lavoro, in termini di minore impegno del lavoratore, prestazioni e produttività del personale, incidenti causati da errore umano, turnover del personale e abbandono precoce, ma anche elevati tassi di assenza, insoddisfazione per il lavoro e potenziali implicazioni legali.
È evidente quindi l’interesse, sia del datore di lavoro che dei lavoratori, a concorrere nella rilevazione e identificazione del rischio, resa peraltro obbligatoria dallo scorso 31 dicembre. Deve però essere chiaro che la valutazione dello stress lavoro-correlato, di cui all’articolo 28 del Dlgs n. 81/2008, non tende a considerare i rischi psicosociali in generale nè la situazione di mobbing o la violenza sul lavoro, che potrebbero anche emergere dalla rilevazione ma che esulano dalle finalità di questa. Oggetto della rilevazione del rischio da stress lavoro-correlato sono, essenzialmente, le sollecitazioni negative che derivano dall’ambiente di lavoro, dall’organizzazione aziendale e dalle condizioni lavorative, dai rapporti interpersonali, nonchè dalle aspettative di ciascun lavoratore.
Le indicazioni per la corretta rilevazione del rischio sono state raccolte dall’Inail in un manuale (consultabile anche sul sito istituzionale), corredate della modulistica da utilizzare per la predisposizione dei questionari e del documento di valutazione dei rischi (Dvr). L’istituto sottolinea che la rilevazione del rischio da stress lavoro-correlato è parte integrante della valutazione dei rischi e deve, pertanto, essere effettuata dal datore di lavoro che, ai sensi dell’articolo 17 del Dlgs 81/2008, non solo non può delegarla, ma deve effettuarla in collaborazione con il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp) e con il medico competente, previa consultazione del Responsabile dei lavoratori per la sicurezza.

continua su: www.ilsole24ore.com

Alimenti a norma

 

uova

La farina è uno degli ingredienti più utilizzati in cucina. Per il suo larghissimo impiego nelle industrie alimentari dolciarie e di panificazione, nella ristorazione fuori casa per la produzione di pizze ed altri prodotti simili e nelle nostre case, il frumento – o grano tenero – è uno dei cereali più coltivati nel nostro paese.

Per aumentare la chiarezza intorno al significato delle diverse tipologie di farina presenti sul mercato ed alle sue caratteristiche, la commissione Agroalimentare dell’UNI ha recentemente pubblicato due nuove norme che riguardano la farina di grano tenero. Esse costituiscono uno strumento ufficialmente riconosciuto, frutto della mediazione dell’associazione che raccoglie i mulini e loro rappresentanti, associazioni e singole industrie alimentari del settore dolciario e della panificazione, enti di ricerca sul grano tenero, mondo accademico, e sono rivolte agli operatori del settore attraverso tutta la filiera, dai produttori della materia prima alle industrie di prima e seconda trasformazione, alla grande distribuzione organizzata, al mondo tecnico scientifico.

Le farine di grano tenero, a seconda del grado di raffinazione, si suddividono in diversi tipi: 00 (molto bianca e priva di crusca, ricavata principalmente dalla parte centrale del chicco), tipo 0, tipi 1 e 2 (meno bianche e contenenti più crusca).

Le farine di grano tenero, a seconda del grado di raffinazione, si suddividono in diversi tipi: 00 (molto bianca e priva di crusca, ricavata principalmente dalla parte centrale del chicco), tipo 0, tipi 1 e 2 (meno bianche e contenenti più crusca).

La UNI 11391 fornisce le definizioni delle farine ottenute dalla macinazione del grano tenero utilizzate per l’alimentazione umana. Tali definizioni riguardano diverse tipologie di prodotto, quali: farina di grano tenero, farina integrale di grano tenero, farina autolievitante, farina maltata.

La UNI 11392, dal titolo “Farina di grano tenero – Classificazione, requisiti, metodi di prova”, ha lo scopo di specificare i requisiti della farina di grano tenero utilizzata per l’alimentazione umana.
Sono riportati i requisiti merceologici, i requisiti tecnologici per le farine con diversa resistenza alla lievitazione e i requisiti aggiuntivi. Per ogni lotto di farina, sono definiti i limiti di non conformità e i criteri di accettazione.
I metodi di analisi della farina di grano tenero riguardano una serie di fattori, che vanno dal tasso di umidità all’indice farinografico, dagli odori estranei al colore, tanto per citarne alcuni. Completa la norma una appendice che riporta il metodo per la ricerca di insetti – vivi o morti – nella farina di grano tenero.

Fonte: www.uni.com

 

L’isolamento acustico degli edifici

 

isolamento

Saranno disponibili a breve – inizialmente in inglese ma seguirà la versione italiana – le norme della serie UNI EN ISO 10140 “Acustica – Misurazione in laboratorio dell’isolamento acustico di edifici e di elementi di edificio” strutturata nelle seguenti parti:

  • Parte 1: Regole di applicazione per prodotti particolari
  • Parte 2: Misurazione dell’isolamento acustico per via aerea
  • Parte 3: Misurazione dell’isolamento del rumore da calpestio
  • Parte 4: Procedure e requisiti di misurazione
  • Parte 5: Requisiti per le apparecchiature e le strutture di prova.

Il “pacchetto” di norme sostituisce alcune parti delle “vecchie” norme della serie UNI EN ISO 140, e precisamente le UNI EN 20140-10:1993, UNI EN ISO 140-1:2006, UNI EN ISO 140-3:2006, UNI EN ISO 140-6:2000, UNI EN ISO 140-8:1999, UNI EN ISO 140-11:2005 e UNI EN ISO 140-16:2006.

Il metodo di prova è identico al precedente e di conseguenza i dati ottenuti sono ancora validi. La nuova famiglia di norme non è altro che una ristrutturazione organica di tutta la materia con particolare riguardo ad alcuni aspetti emersi in questi anni nell’applicazione della varie parti delle norme serie UNI EN ISO 140.

Sinteticamente, la parte 1 specifica i requisiti di prova per gli elementi di edificio e per i prodotti, inclusi i requisiti dettagliati per la preparazione, il montaggio, le condizioni di funzionamento e di prova, oltre alle grandezze applicabili e le informazioni di prova aggiuntive per il rapporto. Le procedure generali di prova per la misurazione dell’isolamento acustico per via aerea e dell’isolamento del rumore da calpestio sono riportate, rispettivamente, nelle UNI EN ISO 10140-2 e UNI EN ISO 10140-3.

La parte 2 definisce il metodo di laboratorio per la misurazione dell’isolamento acustico per via aerea di elementi di edificio quali pareti, solai, porte, finestre, imposte/persiane/elementi oscuranti, elementi di facciata, vetrate, piccoli elementi tecnici, come dispositivi per il convogliamento dell’aria, tracce d’impianti, e loro combinazioni, per esempio pareti e solai con contropareti, controsoffitti e pavimenti galleggianti.
I risultati di prova ottenibili possono essere utilizzati per confrontare le proprietà dell’isolamento acustico di elementi di edificio e per classificare tali elementi in base alle loro capacità di isolare acusticamente, per aiutare la progettazione dei prodotti da costruzione che necessitano di proprietà acustiche certe e per stimare le prestazioni in opera degli edifici.
Le misurazioni sono eseguite in strutture di prova in laboratorio nelle quali la trasmissione sonora per via laterale è soppressa. I risultati delle misurazioni eseguite in conformità alla norma non sono applicabili direttamente alle situazioni in opera senza tenere conto di altri fattori che possono influenzare l’isolamento acustico, come per esempio la trasmissione per via laterale, le condizioni al contorno e il fattore di smorzamento totale.

La parte 3 specifica i metodi di laboratorio per la misurazione dell’isolamento del rumore da calpestio di solai. I risultati di prova possono essere utilizzati per confrontare le proprietà dell’isolamento acustico di elementi di edificio e per classificare tali elementi in base alle loro capacità di isolare acusticamente, per aiutare la progettazione dei prodotti da costruzione che necessitano di proprietà acustiche certe e per stimare le prestazioni in opera degli edifici.
Le misurazioni sono eseguite in strutture di prova in laboratorio nelle quali la trasmissione sonora per via laterale è soppressa. I risultati della misurazioni fatte in conformità alla norma non sono applicabili direttamente alle situazioni in opera senza tenere conto di altri fattori che possono influenzare l’isolamento acustico, come per esempio la trasmissione per via laterale, le condizioni al contorno e il fattore di smorzamento.
Il metodo di prova descritto in questa parte 3 della norma utilizza la macchina di calpestio normalizzata secondo UNI EN ISO 10140-5, che simula il rumore dei passi di una persona con le scarpe. La UNI EN ISO 10140-3 è applicabile a tutti i tipi di solai (sia pesanti sia leggeri) con tutti i tipi di rivestimenti per pavimenti

La parte 4 definisce le procedure di base per la misurazione dell’isolamento acustico per via aerea e dell’isolamento del rumore da calpestio nei laboratori di prova, mentre la parte 5 specifica le strutture e le apparecchiature di prova per la misurazione dell’isolamento sonoro degli elementi di edifice quail:

  • componenti e materiali;
  • elementi tecnici (piccolo elementi di edificio)
  • sistemi di miglioramento dell’isolamento acustico.

Essa si applica alle strutture dei laboratori di prova nei quali la trasmissione sonora per via laterale è soppressa tra l’ambiente emittente e quello ricevente.

La futura UNI EN ISO 10140-5 specifica infine le procedure di qualificazione da utilizzare per la messa a punto di nuove attrezzature di prova per le misurazioni dell’isolamento acustico. Queste possono essere ripetute periodicamente per assicurarsi che non insorgano problemi nelle apparecchiature e nelle attrezzature di prova.

Fonte: www.uni.com

Porta a tavola la sicurezza

 tavola


Per informazioni rivolgersi a:

Consorzio Promos Ricerche

Via S. Aspreno, 2 – 80133  Napoli
Tel +39 081 4109140
Fax +39 081 5520181
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Sicurezza sul lavoro, priorità per lo sviluppo

 

Sicurezza sui luoghi di lavoro e responsabilità sociale d’impresa al centro dell’attenzione nello speciale “Safety day”, ciclo di iniziative promosse dal Consorzio Promos Ricerche in collaborazione con Inail Campania, Union Camere Campania e le Camere di Commercio locali.

LA PUNTATA IN ONDA  SU www.denaro.it/DenaroTv ALLE ORE 22,50, dedicata all’incontro organizzato presso l’ente camerale di Caserta.

Scopo del progetto è sviluppare un dibattito con enti, imprese e organizzazioni per informare le aziende sull’opportunità per i loro adetti o referenti di partecipare gratuitamente a un percorso formativo specialistico.

Smart Grids

smart

La ricerca dell'energia pulita e rinnovabile, dell'energia efficiente, di consumi minori e migliori e dell'ottimizzazione dell'intero settore energetico pare essere giunta ad un punto cruciale.

 

La rete intelligente – nel linguaggio tecnico detta Smart Grid – è una concatenazione energetica interconnessa, capillarizzata, supportata da varie fonti (derivanti il più possibile da energie naturali).

In altre parole è un innovativo sistema di trasmissione e di distribuzione dell'energia elettrica che riconosce e gestisce in modo dinamico richieste di maggiore o minore consumo (razionalizzando dunque la gestione dei flussi come un vero e proprio organismo intelligente) e consente l'integrazione con energie rinnovabili. Essa infatti utilizza e riutilizza energia pulita in un sistema continuo, senza sprechi e con il minor costo e tasso di emissioni possibile.

I Governi di tutto il mondo, sempre più sensibili al tema del risparmio energetico, vedono nella Smart Grid una grande opportunità e un investimento ottimo e sicuro per il futuro economico ed ambientale della popolazione.

L'Italia è uno dei paesi che più investe e investirà sull'energia pulita, sia per motivi di accordi economico-politici, sia anche grazie ad una vasta e immensa disponibilità di risorse e spazi naturali.

La normazione tecnica è particolarmente viva nell'ambito energetico e, attraverso UNINFO, ente di normazione federato all'UNI, guida e coordina i progetti relativi alle reti intelligenti.

CEN, CENELEC ed ETSI hanno già presentato il Joint WG on standards for the Smart Grid e in parallelo vanno avanti i lavori anche in ambito ISO con la pubblicazione della Resolution 25: Establishment of a Special Working Group on Smart Grid, JTC1 N 9885.

In Italia il lavoro procede anche con il CEI, che a questo proposito ha costituito il comitato tecnico 313, Reti Intelligenti.

A livello sia nazionale che internazionale, quindi, i lavori per l'incremento e la diffusione delle reti intelligenti fervono. UNINFO è uno dei protagonisti di questa intensa attività attraverso un accurato lavoro internazionale, sinergico e specifico che crea una linea guida omogenea per i propri esperti, per il proprio paese e per l'intera comunità europea.

fonte: www.uni.com

Incentivi Ue alla mobilità sostenibile

 

In arrivo 12 milioni per promuovere i progetti di 30 metropoli europee.
Per le città intelligenti del futuro, in grado di promuovere la mobilità e lo sviluppo sostenibile, l’Unione europea è pronta a investire circa dodici milioni di euro, selezionando trenta città in tutta Europa che riceveranno gli incentivi. A fare il punto sul progetto Smart cities che entrerà nel vivo della selezione nel prossimo mese di giugno è stato, ieri, a Milano Carlo Corazza, portavoce del vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani.
Corazza è intervenuto al summit “Green mobility e sviluppo urbano sostenibile” organizzato dal Gruppo 24 Ore. «Dall’Italia abbiamo già ricevuto le candidature di Torino e Genova» ha spiegato Corazza. L’urgenza di ripensare ai modelli di sviluppo urbano e di colmare il gap infrastrutturale su scala mondiale è stata evidenziata anche da Riccardo Trentini di Boston consulting group: «Per acqua, trasporti e rifiuti servono 40 triliardi di dollari da oggi al 2030 – ha osservato – inevitabile coinvolgere i capitali privati».
A livello locale molte le esperienze citate: da Salerno che si prepara a diventare il polo dell’architettura contemporanea («Abbiamo investimenti per 1,4 milioni e firme come Zaha Hadid e David Chipperfield» ha spiegato il sindaco uscente Vincenzo De Luca) al progetto di auto elettriche Zero Emission city in avvio a Parma.
Ma ciò che ancora manca, secondo Leopoldo Freyrie, neo-presidente dell’Ordine architetti «è una visione strategica unitaria nelle nostre città». Mentre Giuseppe Roma direttore del Censis, ha chiesto «un ascolto preventivo dei cittadini». Per l’auto elettrica la grande sfida si gioca sui costi. Renault (quattro miliardi di investimenti sul piatto e quattro modelli in arrivo a partire dal 2012) stima che nell’arco di 5-6 anni si arriverà a produrre un modello equivalente per prezzo ai veicoli tradizionali.
Ne è meno convinta Peugeot, che dal 2010 ha commercializzato in Europa il primo modello elettrico al 100%. In Italia uno dei principali ostacoli alla diffusione dell’auto elettrica è l’assenza di colonnine di ricarica. Lo ha ricordato Paolo Ghinolfi («Ne mancano ancora troppe»), ad di Arval, società leader nel noleggio auto a lungo termine, il quale ha invitato le case costruttrici a «non fare un prodotto di difesa». A giugno, inoltre, debutterà a Singapore un progetto targato Bosch che prevede l’installazione di 60 colonnine per 60 vetture.
Fonte: Il Sole 24 Ore

Al traguardo il decreto sul bonus ricerca

 

 

 

 images4Al traguardo le regole per sbloccare il credito d’imposta per la ricerca. Sul piatto ci sono 150 milioni per il 2010 e altri 200 per quest’anno, a copertura del credito d’imposta per le spese sostenute per finanziare attività di ricerca (cosiddetto «bonus ricerca»).
A beneficiare di questi fondi sono coloro che, dopo aver inoltrato in via telematica all’agenzia delle Entrate – in occasione del clic day del 6 maggio 2009 – il formulario, non hanno ricevuto il nulla osta perché le risorse a disposizione erano andate esaurite.
Le risorse sono stanziate dal decreto di natura non regolamentare del ministero dell’Economia e delle Finanze del 4 marzo 2011 («Modalità di utilizzo dell’ulteriore stanziamento disposto dal comma 236 dell’articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191, per le finalità di cui all’articolo 29, comma 1, del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185»), che è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 89 del 18 aprile.
A prevedere fondi aggiuntivi per il bonus ricerca è stata la legge 191 del 2009. In base alle indicazioni fornite dall’agenzia delle Entrate il 2 agosto 2010, infatti, l’ammontare del credito d’imposta richiesto dai soggetti che non hanno ricevuto il nulla osta alla fruizione ammonta, complessivamente, a oltre 736 milioni di euro (la stima teneva conto delle denunce presentate entro il 25 luglio del 2010).
continua su:www.ilsole24ore.com

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