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Promos Ricerche è un Consorzio senza fini di lucro. SCOPO: La promozione e l’introduzione dell’innovazione in qualsiasi forma e settore. Scopri di più.

Regole e controlli dalla UE per la pizza certificata

 

La UE ha pubblicpizza018ato sulla «Gazzetta Ufficiale» Ue del 5 febbraio scorso un capitolato (regolamento CE 97/2010), a questo si è aggiunto il decreto delle Politiche agricole (in «Gazzetta Ufficiale» n. 38 del 16 febbraio) per dettare le regole sulla pizza, quella certificata. In Italia ci sono ventiduemila pizzerie e se vorranno esporre il marchio STG - specialità tradizionale garantita – dovranno adeguarsi.

Emergono però delle problematiche. Alcune specifiche sono chiare e scendono nel dettaglio altre più blande. Il forno deve essere a legna e la cottura a 485°. Non viene specificata la provenianza del pomodoro o della mozzarella, ad esempio. Si dice però che la mozzarella fusa in superficie, aglio e basilico non bruciati ma profumati, pomodoro denso e consistente, cornicione rialzato di 1-2 centimentri e dorato, spessore al centro tra 0,36 a 0,44 centimetri.
E ancora va verificata la temperatura degli ingredienti all’uscita dal forno, che per la pasta deve essere fra i 60 e i 65°, per il pomodoro fra i 75-80°, l’olio fra 75-85° e la mozzarella fra i 65-70°.

Uno Statuto per le PMI

 

Si tratta di uno Simpresetatuto delle piccole e medie imprese che definisce i diritti e lo status giuridico delle Pmi. Lo Statuto inoltre promuoverà la cultura d’impresa del Paese, fatta di aziende micro, piccole e medie.

Per le micro e piccole imprese poi, si pensa di semplificarne l’avvio specialmente per quelle giovanili, femminili e tecnologiche, collocate nelle aree svantaggiate del Paese.

Nel progetto è chiaro il  riferimento all’iniziativa europea «Small Business Act» del 2008, che mira a creare condizioni favorevoli per la crescita delle PMI. La Legge dovrebbe completare l’iter in primavera.

“La nuova Direttiva Macchine: raffronto con la recente normativa europea”

 


foto DirettivaMacchine

Il 29 dicembre 2009 è entrato in vigore in tutta Europa la nuova Direttiva Macchine 2006/42/CE, in sostituzione della direttiva 98/37/CE. La Direttiva Macchine propone nuove regole tecniche per la produzione delle macchine ma anche nuovi adempimenti burocratici da soddisfare per la loro commercializzazione sul mercato europeo.

L’ISPESL, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del lavoro, ed il Consorzio Promos Ricerche, sede dello Sportello RSI della Camera di Commercio di Napoli, riferimento territoriale degli Enti normatori italiani CEI ed UNI, hanno organizzato per giovedì 17 dicembre il convegno sul tema, dal titolo “La nuova direttiva macchine: raffronto con la recente normativa europea”.
L’incontro, realizzat

 

 

o in diretta collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Napoli, rientra nelle attività del POINT (Punto di Orientamento ed Informazioni sulla Normativa Tecnica) del Consorzio Promos Ricerche, ed è parte di un più ampio programma di promozione della cultura della qualità dei processi aziendali, sicurezza, igiene del lavoro e tutela dell’ambiente nelle imprese napoletane. Il convegno rientra nell’ambito dell’iniziativa divulgativa “Pillole di Sicurezza” del Dipartimento I.S.P.E.S.L. di Napoli.

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10 novembre 2009. Modelli organizzativi 231 Evoluzione della Responsabilità Amministrativa d’Impresa: nuovi reati e prospettive di ulteriore ampliamento

 

La Conferenza sull’evoluzione d583988425, è stata organizzata dal Consorzio Promos Ricerche e dal Rina. La Conferenza si è svolta il 10 novembre 2009 presso i locali della Camera di Commercio di Napoli.
Un panel di relatori molto ricco per un seminario che si annuncia concentrato e concreto nelle stesse parole di Enzo Agliardi, caporedattore del quotidiano economico Il Denaro, moderatore del convegno: «in sala ci sono molti addetti ai lavori. Sarà un seminario molto concreto e pratico. Rischi, sanzioni e consigli rispetto alla Legge e in modo che i partecipanti possano portarsi a casa qualche appunto dettagliato. C’è il tempo e il modo di affrontare il tema da tutti i punti di vista».
Il primo a prendere la parola è Lucio Tisi, segretario generale della Camera di Commercio di Napoli, sottolinea che: «bisogna investire in tranquillità sociale e informazione. Puntare sulla tipicità per avviare la ripresa economica».
Renato Santagata Ordinario di Diritto Commerciale alla Parthenope, si sofferma sull’Art. 6 del
D. Lgs  231 e sull’adeguatezza amministrativa dei modelli organizzativi nel prevenire i reati,  «un consulente aziendale deve studiare l’azienda, la sua natura, le sue dimensioni, e proporre un’organizzazione articolata e che consenta adeguati flussi di informazione».
Alessandro De Nicola Porta ad esempio regioni come la Calabria o la Lombardia che hanno emanato Leggi Regionali sul modello prospettato del Decreto 231 e si sofferma sulla questione del dolo, che in alcuni casi non è così palese. Per esempio nella sicurezza sul lavoro, «anche nella 231 l’impresa è responsabile. Se l’evento è colposo come si fa a dire che l’impresa ha avuto un interesse?». Caso emblematico è quello della Thyssenkrupp, la “colpa” dell’impresa è di non aver investito adeguatamente in sicurezza.
Eugenio Fusco Sostituto Procuratore Tribunale di Milano, pone l’accento sull’importanza e le conseguenze dell’assenza di un modello 231 in sede d’indagine, «le indagini hanno mostrato che molte aziende non si sono dotate di modelli organizzativi, specialmente le PMI. I modelli devono prevenire i reati, il prossimo passo sarà quello di verificare la loro efficacia. Nel futuro molte cose cambieranno, la 231 impone alle imprese di dover provare e allora l’indagine sarà sempre più raffinata. Ci sarà una considerazione diversa per la legalità. Le sociatà si attrezzeranno nei confronti di questa normativa per la legalità».
Bruno Assumma, Professore di Diritto Penale all’Ateneo Federico II di Napoli, parte dalla premessa che il modello è una parte del sistema di controllo che si compone anche di codice etico, sistema sanzionatorio e organismo di vigilanza: «il modello è un sistema di controllo che si evolve, le procedure devono essere controllate progressivamente. Deve prevenire ed essere fatto da professionisti con un’attenta mappatura delle aree di rischio. Il modello organizzativo per l’azienda deve essere un vestito su misura».
Achille Tonani Responsabile Settore Sostenibilità, Governance e Innovazione Divisione Certificazione e Servizi S.p.a. del Rina aggiunge alla discussione che è «ipotizzabile un intervento del legislatore in materia di reati ambientali».
Michele Bertani, Professore Diritto Industriale e Concorrenza Università degli studi di Foggia – Special Counsel Orrick Italia – tratta le problematiche connesse alla proprietà intellettuale, Intellectual Property. Possono insorgere diversi illeciti in merito, si pensi solo al diritto d’autore o alla contraffazione dei marchi, «l’introduzione di questi reati è una novità». IP come fattore di rischio sì ma anche di opportunità se si adotta un atteggiamento propositivo, «la IP è veramente la nuova ricchezza e di conseguenza va valorizzata e tutelata».
Attilio Montefusco, Direttore del Consorzio Promos Ricerche e Responsabile Sportello RSI Camera di Commercio di Napoli, che informa le imprese del territorio sulle evoluzioni delle normative tecniche. Rispetto al modello 231 aggiunge: «va funzionalizzato e articolato per fasi nell’ottica di un miglioramento continuo che procede per correzioni e feedback in un circolo virtuoso. Ci vuole una maggiore cultura più che le sanzioni. Bisogna creare delle sinergie per portare questo messaggio, un approccio aziendale integrato, orientato agli aspetti sociali, etici, ambientali».

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ISTAT: in Italia lavora solo la metà delle donne

 

Solo il 47%donne-tra-famiglia-e-lavoro delle donne in Italia ha un lavoro, secondo gli ultimi dati Istat. Nel mercato del lavoro permangono differenze di genere, nel resto d’Europa la media è del 57,2% della popolazione di riferimento.  Ovviamente sono escluse da questa statistica le casalinghe, lavoro a tutt’oggi non riconosciuto come tale. I dati sono del 2008, anno in cui è cominciata la crisi nel nostro Paese: dunque il tasso di occupazione ha segnato una battuta d’arresto dopo un lungo periodo di crescita (era occupato il 58,7% della popolazione nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni), mentre per la prima volta dopo oltre un decennio la disoccupazione è tornata ad aumentare (6,7% rispetto al 6,1 del 2007).
Un altro dato che desta preoccupazione è quello riguardante il titolo di studio: circa la metà della popolazione adulta italiana fra i 25 e i 64 anni, non va oltre il diploma di scuola media. Percentuale che ci colloca in fondo alla graduatoria insieme a Spagna, Portogallo e Malta.

In più «quasi un lavoratore su cinque può essere considerato irregolare», specialmente al Sud. La dimensione media delle imprese italiane resta molto piccola: circa 4 addetti per impresa. In Italia ci sono 66 imprese ogni mille abitanti, valore tra i più elevati in Europa, e il tasso di imprenditorialità è pari al 32,2%, valore quasi triplo rispetto alla media europea. Si tratta di piccole imprese ma diffuse in modo capillare.

Dall’Istat arrivano anche dati sull’anagrafe. Il nostro è un Paese di vecchi e questo dato viene riconfermato: abbiamo 143 anziani ogni 100 giovani. La regione più anziana è la Liguria, la più giovane la Campania. Siamo agli ultimi posti in Europa per la natalità, svettiamo invece per la longevità. Con una vita media di 84 anni per le donne e di 79 anni per gli uomini. L’Italia si colloca tra i paesi a bassa fecondità, con 1,41 figli per donna nel 2008: si tratta comunque del livello più alto registrato negli ultimi dieci anni e va attribuito soprattutto alla componente straniera.

E per quanto riguarda gli immigrati, nel 2008 le concessioni di cittadinanza italiana sono state poco meno di 40mila. Un dato in crescita contenuta rispetto al 2007, dopo un forte incremento registrato nel 2006. I cittadini stranieri in possesso di un valido permesso di soggiorno erano nel 2007 poco più di due milioni, mentre al 1° gennaio 2009 la popolazione residente straniera era di quattro milioni di persone, il 6,5% della popolazione residente in Italia. Quasi il doppio rispetto al 2001. Circa il 51% degli stranieri possiede un titolo di studio fino alla licenza media, il 38,4% ha un diploma di scuola superiore e il 10,5% una laurea.

Roma punta al risparmio energetico

 

La Capitale punta al risparmio energetico a partire da questo nuovo anno, il 2010.

risparmio energetico2--400x300Infatti, per le strade di Roma, i lampioni che illumineranno le notti saranno volti al risparmio.

Illuminazione a basso impatto, dunque, attraverso un grande lavoro a Roma e una nuova tipologia di lampioni che permetta di non consumare più del dovuto. Gradualmente, quindi, si provvederà alla sostituzione delle vecchie lampade a vapori di sodio per sostituirli con LED e lampioni fotovoltaici.

Nell’attesa che simili provvedimenti vengano piano piano presi in tutta la penisola, ci congratuliamo con Roma, che già in passato ha dimostrato di essere all’avanguardia per la sperimentazione a risparmio energetico sul proprio territorio, quando sono stati installati 51 punti luce a LED in due strade. In questo modo, si abbatteranno tantissimo i costi dell’illuminazione, prima di tutto e poi sicuramente il risparmio si tradurrà in minore inquinamento.

Sicurezza alimentare: aggiornato l’elenco di acciai inossidabili per recipienti e imballaggi

 

Con il Decreto dehome 1 00l Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali n. 176 del 27 ottobre 2009 è stato fornito il nuovo elenco degli acciai inossidabili che possono essere impiegati in contatto con alimenti. Questo allegato – n. 176 – sostituisce, l’allegato II, sezione 6 – Acciai inossidabili – del decreto ministeriale 21 marzo 1973 che disciplina per quanto riguarda l’acciaio inossidabile, l’utilizzo degli imballaggi, dei recipienti, degli utensili destinati a venire a contatto diretto con le sostanze di tipo alimentare o personale. Date le dimensioni e l’importanza del packaging nella produzione e nel consumo odierni è necessario prestare attenzione alle sostanze con cui i prodotti alimentari e di uso personale vengono in contatto. Questa nuova norma va in questa direzione.
Rimane però un problema, gli oggetti d’acciaio prodotti oppure commercializzati in un altro Stato dell’Unione europea e quelli prodotti nei Paesi contraenti dell’accordo SEE, non sono comunque soggetti a questa disciplina.

Rinvio per la messa al bando dei sacchetti di plastica

 

Sono inquinanti e simplasticabolo dello smaltimento non ecosostenibile. Si calcola che ogni anno se si stendessero tutti i sacchetti di plastica utilizzati in Italia si potrebbe coprire un territorio grande quanto la Valle D’Aosta.
Per fabbricarli e smaltirli utilizziamo petrolio, immettiamo anidride carbonica nell’atmosfera, eppure potremmo ridurre drasticamente il loro utilizzo portandoci in giro borse utili a trasportare un nuovo acquisto.
E infatti, il comma 1130 della Finanziaria 2007 prevedeva il definitivo divieto a partire dal 1° gennaio 2010, della commercializzazione di sacchi non biodegradabili per l’asporto di merci, nel rispetto della direttiva comunitaria EN 13432.
Ma i tempi stringono e la vecchia inquinante busta di plastica resiste.
In attesa che arrivi la data del definitivo divieto meglio ricorrere ai sacchetti di tela, nel rispetto dell’ambiente.

Comune di Napoli: contributi affitto per i giovani

 

Il Comune mutuo-casadi Napoli, attraverso la sinergia degli Assessorati alle Politiche Giovanili e  al Patrimonio e con il finanziamento del Ministero per la Gioventù, promuove un progetto finalizzato a favorire l’autonomia abitativa dei giovani in città.
L’iniziativa si rivolge a giovani che intendono avviare un processo di emancipazione dalla famiglia di origine in età compresa tra i 18 ed i 35 anni, anche cittadini comunitari o extra-comunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Per essere ammessi al finanziamento occorre essere titolari di un contratto di locazione ad uso abitativo regolarmente registrato, oppure stipulare un contratto di locazione per un alloggio sito nel territorio del Comune di Napoli. I richiedenti dovranno avere un reddito complessivo non superiore ai dodicimila euro e non possedere immobili di proprietà nel Comune di Napoli ad eccezione, eventualmente, di quello occupato dai genitori.
Il contributo previsto è di duemila euro annui e comunque non potrà superare l’ammontare del canone di locazione. Il bando e la graduatoria prevedono l’assegnazione del punteggio in base ad una serie di indicatori e la partecipazione on-line. Sarà infatti possibile accedere al bando collegandosi al sito www.pmm.napoli.it e seguire le istruzioni dal 25 gennaio al 25 febbraio 2010.
E’ la prima volta che viene promosso a Napoli un intervento per la casa specificamente indirizzato al pubblico dei giovani e questo strumento assume particolare rilevanza nella fase attuale di crisi economica in cui la precarietà del lavoro e la perdita di potere d’acquisto dei redditi hanno dato al  disagio abitativo connotazioni molto diverse rispetto al passato. L’Amministrazione ha inteso quindi fornire una risposta innovativa e congrua alle necessità crescenti dei giovani ai quali viene dato oggi un contributo concreto per poter accedere al mercato degli alloggi.
Il Bando è disponibile sul sito del Comune di Napoli.

Imprese “socialmente responsabili

 

 

Le imprese devono esserPresentazione2e “responsabili” verso tutta una serie di attori nei confronti dei quali agiscono direttamente o indirettamente. Le aziende devono tutelare e garantire i lavoratori che offrono la loro forza lavoro. Lo fanno anche sviluppando le pari opportunità, assicurando la formazione dei singoli.
Hanno obblighi nei confronti dei clienti, ai quali spetta qualità e sicurezza nei prodotti e dei servizi offerti. Ma le imprese devono essere responsabili anche nei confronti dell’ambiente – affrontando, con interventi mirati, le problematiche energetiche, la tutela dell’ambiente e del patrimonio socio-culturale – e della comunità, dimostrando concreta sensibilità e disponibilità.
Ancora le aziende devono essere responsabili nei confronti dei fornitori, della Pubblica Amministrazione, dei Partner finanziari, dei Soci/azionisti, e molti altri.
Per l’impresa agire in maniera responsabile costituisce un importante variabile strategica, in grado di migliorare le performance finanziarie, i processi di coesione interna e la gestione operativa, nonché, dal punto di vista del marketing, è una nuova via di posizionamento del prodotto e del marchio.
La Camera di Commercio IAA di Napoli, ha aderito al progetto CSR di Unioncamere, attivando un servizio di informazione e di assistenza per la promozione della RSI per dare alle imprese ulteriori opportunità di sviluppo. Questo sportello è attivo presso il Consorzio Promos Ricerche.

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