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Nuova norma CEI per i dispositivi di protezione per il rilevamento dei lavoratori

Nuova norma CEI per i dispositivi di protezione per il rilevamento dei lavoratori

È stata recentemente pubblicata la Norma CEI EN IEC 62046 (CEI 44-17) “Sicurezza del macchinario – Applicazione dei dispositivi di protezione per rilevare la presenza di persone” che specifica i requisiti per la scelta, il posizionamento, la configurazione e la messa in servizio di dispositivi di protezione in grado di rilevare la presenza di persone al fine di proteggerle da parti pericolose di macchinari in applicazioni industriali.
La Norma afferisce all’impiego di dispositivi di protezione elettrosensibili (ESPE) specificati nella serie di Norme CEI EN 61496 e all’impiego di tappeti e pavimenti sensibili alla pressione specificati nella Norma ISO 13856-1; essa prende in considerazione le caratteristiche dei macchinari, i dispositivi di protezione, l’ambiente e l’interazione umana.
L’edizione include Allegati contenenti alcuni esempi che illustrano in modo chiaro i principi di questa Norma. Gli esempi forniti sono da intendersi come soluzioni rappresentative per illustrare alcuni importanti concetti di integrazione di dispositivi di protezione e sono stati semplificati per maggiore chiarezza.
Questa edizione recepisce il testo originale inglese della pubblicazione IEC ed è quindi pubblicata dal CEI in lingua inglese per consentirne l’immediato utilizzo da parte degli utenti, nel rispetto della data di pubblicazione fissata dagli enti normatori internazionali; successivamente il CEI pubblicherà, in un nuovo fascicolo, la versione solo italiana con medesima validità della presente.

mb

Fonte CEI

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Foratrici e fresatrici per il legno, nuova norma UNI

Foratrici e fresatrici per il legno, nuova norma UNI

Il legno materiale estremamente duttile nella sua lavorazione trova spesso riferimenti di sicurezza e qualità nella normazione tecnica. È il caso del recente recepimento della norma EN ISO 19085-3 da parte della commissione Legno.

Questo documento fornisce i requisiti di sicurezza e le misure per le macchine foratrici, fresatrici e macchine combinate foratrici/fresatrici a controllo numerico.

La norma tratta tutti i pericoli significativi, le situazioni e gli eventi pericolosi pertinenti alle macchine quando esse sono azionate, regolate e mantenute come previsto e nelle condizioni previste dal fabbricante compreso l'utilizzo scorretto ragionevolmente prevedibile. Interessa quindi i progettisti, i fabbricanti, i fornitori e gli importatori delle macchine descritte nello scopo e campo di applicazione; inoltre, comprende un elenco di informazioni che il fabbricante deve fornire all'utilizzatore.

Le macchine trattate nella norma sono progettate per pezzi costituiti da legno massiccio; materiale con caratteristiche fisiche simili al legno; pannelli di gesso, pannelli di fibre rivestiti di gesso; materiali compositi con anima in poliuretano o in materiale minerale laminato con lega leggera; materiali compositi a matrice polimerica e materiali termoplastici thermoset elastomerici rinforzati, e pannelli compositi realizzati con i materiali sopra elencati.

Per concludere la UNI EN ISO 19085-3 non tratta pericoli specifici relativi ad attrezzature per la bordatura montate sulle macchine; all’utilizzo di mole; alla eiezione da utensili di fresatura e/o segatura attraverso aperture protette mediante cortine su macchine in cui la distanza tra la superficie di appoggio del pezzo e il bordo inferiore della chiusura parziale è maggiore di 600 mm; alla eiezione dovuta al guasto di utensili di fresatura con un diametro del cerchio di taglio maggiore o uguale a 16 mm e di utensili da taglio non conformi alle EN 847-1 ed EN 847-2; alla combinazione di un'unica macchina utilizzata con altre macchine (come parte di una linea); alla necessità di calpestare il corpo della macchina o di entrarvi a causa delle sue grandi dimensioni, per esempio per regolare gli elementi di serraggio delle macchine per pareti di legno, e ai sistemi integrati di carico/scarico dei pezzi per esempio robot.

AdA

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Atmosfere iperbariche: pubblicata dal PAF la nuova sezione

Atmosfere iperbariche: pubblicata dal PAF la nuova sezione

È disponibile on line sul Portale Agenti Fisici (PAF) la nuova sezione: atmosfere iperbariche. Il PAF è realizzato dal Laboratorio Agenti Fisici del Dipartimento di Prevenzione dell'USL 7 Siena e sviluppato con la collaborazione dell’INAIL e dell’USL di Modena.

Per lavoratori esposti ad atmosfere iperbariche si intendono tutti i lavoratori che effettuano la loro attività in condizioni iperbariche, cioè in ambienti in cui la pressione è del 10% superiore alla pressione a livello del mare.

Il fattore specifico di rischio da esposizione ad atmosfere iperbariche è introdotto dal D.Lgs. 81/08. Tale aspetto viene inserito tra i fattori di rischio fisici nel Titolo VIII, art. 180.

L’esposizione ad ambiente iperbarico può causare sia effetti di tipo acuto che di tipo cronico (barotrauma, intossicazione da gas inalati, patologie decompressive), con conseguenze più o meno gravi, che vanno dall’irritazione cutanea alla morte.

Il termine “immersione” deve essere interpretato come esposizione ad un aumento della pressione della miscela respiratoria. Il rischio da esposizione ad atmosfera iperbarica è sempre da valutare tenendo in considerazione gli altri fattori di rischio lavorativo a cui il soggetto è esposto nelle differenti condizioni.

AdA

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Salute e sicurezza sul lavoro. Approvata la nuova ISO 45001

Salute e sicurezza sul lavoro. Approvata la nuova ISO 45001

Sono quasi terminati i lavori di stesura della norma ISO 45001 sui sistemi di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro. Si è infatti conclusa con esito positivo la votazione del Final Draft. Il progetto è stato approvato con un totale di 62 voti positivi, 4 voti negativi e 9 astensioni
Sono 21 i Paesi che hanno avanzato dei commenti editoriali. Commenti che il Gruppo di lavoro esaminerà nelle prossime settimane in vista della pubblicazione finale del documento che, nelle intenzioni dell'ISO, dovrebbe avvenire nel prossimo mese di marzo.
UNI si è già attivata per adottare la norma, una volta pubblicata, sia in lingua inglese sia in lingua italiana, integrandone i contenuti con alcune note di chiarimento che facciano riferimento alla specifica legislazione italiana vigente in materia. Una integrazione auspicata ma soprattutto prevista dalla stessa ISO 45001, la cui applicazione deve tenere conto del contesto in cui l'organizzazione opera, salvaguardando così la soddisfazione dei requisiti legali vigenti nei vari Paesi. Un aspetto, quest’ultimo, particolarmente significativo dato il carattere specifico e senza dubbio delicato della materia trattata, ampiamente (e variamente) regolamentata dal punto di vista legislativo.
L’intento della nuova ISO 45001 “Occupational health and safety management systems - Requirements with guidance for use” è quello di aiutare le organizzazioni a fornire un luogo sicuro e salubre ai lavoratori e a prevenire gli infortuni e le malattie legate all’attività lavorativa, migliorando le prestazioni in tema di salute e sicurezza sul lavoro.
Per fornire un quadro generale, diamo qualche numero su scala internazionale: le ultime stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) mostrano che, ogni giorno, oltre 7.600 persone muoiono a causa di attività lavorative (oltre 2,78 milioni l’anno); gli incidenti si assestano su una cifra che supera i 370 milioni l’anno. Un peso, in termini umani e sociali, molto gravoso.
Applicabile in tutte le parti del mondo e in tutti i settori produttivi, la futura ISO 45000 mira a ridurre questo terribile costo sociale. Lo standard intende infatti fornire alle organizzazioni un quadro universalmente riconosciuto per migliorare la salute e la sicurezza dei lavoratori, ridurre i rischi sul posto di lavoro e creare condizioni lavorative più sane e sicure.
La norma rispetta la struttura comune degli standard sui sistemi di gestione come la ISO 14001 (ambiente) e ISO 9001 (qualità), tenendo comunque in considerazione altri standard del settore tra cui OHSAS 18001, linee guida ILO-OSH, varie norme nazionali e norme internazionali del lavoro e convenzioni dell’International Labour Organization.

mb

Fonte UNI

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Misurazione gas radon, obbligo dal 3 febbraio 2018

Misurazione gas radon, obbligo dal 3 febbraio 2018

La Direttiva 2013/59/EURATOM del Consiglio del 5 dicembre 2013 stabilisce le norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.
Il radon (precedentemente niton) è l'elemento chimico che nella tavola periodica viene rappresentato dal simbolo Rn e numero atomico 86.

Il radon è un elemento chimicamente inerte (in quanto gas nobile), naturalmente radioattivo. A temperatura e pressione standard il radon è inodore e incolore. Nonostante sia un gas nobile, alcuni esperimenti indicano che il fluoro può reagire col radon e formare il difluoruro di radon. Il radon è solubile in acqua e poiché la sua concentrazione in atmosfera è in genere estremamente bassa, l'acqua naturale di superficie a contatto con l'atmosfera (sorgenti, fiumi, laghi…) lo rilascia in continuazione per volatilizzazione anche se generalmente in quantità molto limitate. D'altra parte, l'acqua profonda delle falde, può presentare una elevata concentrazione di 222Rn rispetto alle acque superficiali.

In Italia gli enti preposti alla misura del radon nelle abitazioni e nei luoghi chiusi sono le ARPA, a cui si può fare riferimento per adottare provvedimenti di bonifica nei casi di superamento dei limiti di legge.
Le principali fonti di inquinamento da radon all'interno degli ambienti confinati sono:

• il suolo
• i materiali da costruzione
• l'acqua

Il radon prodotto nel suolo è in grado di diffondersi fino ad arrivare in superficie.  I materiali da costruzione rappresentano una fonte di radon indoor di secondaria importanza rispetto al suolo; tuttavia, in alcuni casi possono essere la causa principale. Alcune rocce come graniti e porfidi, spesso usati in edilizia e alcuni materiali da costruzione tipici italiani, come il tufo e la pozzolana, contengono infatti un alto tenore di uranio, progenitore del radon.

I lavori non potranno essere eseguiti dai datori di lavoro, ma richiederanno l’intervento di un tecnico esperto in radioprotezione. L’uso di estrattori potrebbe favorire il ritorno alla normalità così come un’adeguata ventilazione è sempre consigliabile per evitare alte concentrazioni del gas.

La misurazione semestrale del gas radon, entrerà in vigore il 3 febbraio 2018, entro quella data bisognerà attrezzarsi per evitare sanzioni o addirittura la chiusura dell’attività.

Scarica la direttiva 2013/59/EURATOM DEL CONSIGLIO

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Sicurezza sul lavoro. Pubblicato dall'UNI un nuovo Dossier

Sicurezza sul lavoro. Pubblicato dall'UNI un nuovo Dossier

Il presente dossier non ha certo l'obiettivo di affrontare, in maniera esaustiva, tutti gli ambiti della sicurezza sul lavoro, ma vuole fornire una serie di spunti di riflessione sulle attività attualmente in corso, collegandole alla legislazione vigente nel settore. Infatti, inizia con l'analizzare l'art. 30 del DLgs 81/08 e con il fornire alcune testimonianze di quanto e stato realizzato e si sta facendo in UNI in merito all'asseverazione dei modelli organizzativi e gestionali con la recente pubblicazione di due prassi di riferimento e con l'attuale studio di un documento normativo che dovrebbe fare tesoro di tali esperienze.
Segue poi un interessante excursus storico sui sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, strettamente legati, per il tramite dello stesso art. 30, ai modelli organizzativi e gestionali, partendo dalle importanti linee guida UNI INAIL, già richiamate dalla legislazione, passando dalla BS OHSAS 18001 per giungere all'ISO/DIS 45001, che, se diventerà norma, potrà finalmente contribuire a diffondere a livello mondiale l'approccio sistemico alle problematiche di salute e sicurezza sul lavoro.
Il dossier presenta quindi un lavoro su un argomento che solo in Italia e stato affrontato a livello normativo: un rapporto tecnico spiega come sia possibile anche per le PMI, che rappresentano la quasi totalità della realtà industriale italiana, affrontare i temi di salute e sicurezza, applicando la World Class Manufacturing e implementando la competitività e la produttività.
Il dossier illustra brevemente le attività delle Commissioni "Responsabilità sociale delle organizzazioni", "Luce e illuminazione", "Ergonomia", "Manutenzione" e dei seguenti Organi Tecnici della Commissione "Sicurezza", "Segnaletica", "Macchine", "Dispositivi di protezione individuali", "Determinazione dell'esposizione dei lavoratori agli agenti chimici", direttamente coinvolti nell'elaborazione di norme e specifiche inerenti la sicurezza sul lavoro.
È inoltre affrontata la problematica dell'esposizione ai campi elettromagnetici e alle radiazioni ottiche. Il dossier si conclude con la presentazione di due progetti allo studio inerenti due importanti figure professionali, quella del Manager HSE e quella dell'igienista industriale, e con la presentazione di una terza figura professionale, quella del Coordinatore della Sicurezza in fase Esecutiva nelle costruzioni, il CSE, per la quale sono fornite le indicazioni delle norme utili, in alcuni casi indispensabili, allo svolgimento dell'attività

Scarica il Dossier

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Sicurezza in quota: dispositivi per la protezione contro le cadute

Sicurezza in quota: dispositivi per la protezione contro le cadute

Pubblicata a cura della Commissione Sicurezza la norma UNI ISO 22846-1 che si occupa dei sistemi di accesso su fune stabilendone i principi fondamentali per un sistema di lavoro in quota. L’accesso su fune ha origine nella pratica dell’alpinismo e in particolare in speleologia nel cui ambito è un metodo ampiamente collaudato.
Per l’adattamento all’ambiente di lavoro, sono state modificate le tecniche di alcune delle attrezzature. La modifica più significativa è l’inclusione di una seconda fune per fornire ulteriore sicurezza. Queste modifiche permettono al sistema di offrire un livello di protezione agli operatori pari o migliore di altre forme di accesso simili.
La norma è destinata ad essere utilizzata dai datori di lavoro, dai dipendenti e dai lavoratori autonomi, dai committenti e dalle associazioni del settore.
È applicabile ai lavori svolti con sistemi di accesso e posizionamento su funi su edifici e altre strutture (anche strutture in mare aperto) o siti naturali (come per esempio pareti rocciose), durante i quali le funi sono collegate ad una struttura o elemento naturale. Inoltre, è applicabile a situazioni in cui le funi sono utilizzate come mezzo principale di accesso, supporto e uscita o come mezzo primario di protezione contro la caduta.
La UNI ISO 22846-1 non è destinata ad essere applicata per l'utilizzo di metodi di accesso e posizionamento su funi durante il tempo libero, in arboricoltura, nei metodi di accesso su ponteggi, per i sistemi di evacuazione di emergenza, o per l'uso di accesso ed il posizionamento su funi durante le operazioni dei vigili del fuoco e di altri servizi di emergenza durante le operazioni di soccorso o per la formazione di salvataggio. Tuttavia coloro i quali sono impegnati in altre attività simili, possono beneficiare dei consigli forniti nella norma; molti dei principi possono essere applicati in altri contesti e offrono buone pratiche per le attività escluse dall’ambito di applicazione dalla norma stessa. L’obiettivo principale è garantire che sia mantenuto in qualsiasi momento un sistema di lavoro sicuro.

mb

Fonte UNI

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Esposizione alla silice cristallina in ambiente di lavoro: Allo studio due nuome UNI

silice cristallinaLa misura dell’esposizione dei lavoratori a silice cristallina nella frazione respirabile del particolato aerodisperso è fondamentale per la valutazione del rischio in molti ambienti di lavoro in cui vengono svolte lavorazioni che utilizzano materiali a contenuto siliceo.
Ad oggi nella normativa nazionale non sono presenti metodi per la determinazione analitica della silice cristallina respirabile (quarzo e cristobalite).
Due progetti di norma UNI entrati il 2/1 in inchiesta pubblica preliminare - che adottano le parti 1 e 2 della ISO 16258 del 2015 - descrivono due metodi che rappresentano lo stato dell’arte sull’argomento e consentono l’utilizzo di tutte le tipologie di campionatori personali e substrati di raccolta disponibili sul mercato nazionale e internazionale.
UNI1602556Atmosfere nell’ambiente di lavoro - Analisi della silice cristallina respirabile perdiffrazione dei raggi X - Parte 1: Metodo dell’analisi diretta” descrive un metodo analitico per determinare la silice cristallina respirabile (RCS) in campioni di particolato aerodisperso prelevati su membrane filtranti con diametro di 25 mm e analizzati con tecnica di diffrazione dei raggi X direttamente sul filtro di campionamento. La norma riporta informazioni sui parametri strumentali, sulla sensibilità dei diversi dispositivi di campionamento, sui tipi di membrana filtrante e sulla correzione degli effetti di assorbimento dei raggi X.
UNI1602557Atmosfere nell’ambiente di lavoro - Analisi della silice cristallina respirabile perdiffrazione dei raggi X - Parte 2: Metodo dell’analisi indiretta” descrive invece un metodo analitico per la determinazione della RCS in campioni di particolato aerodisperso prelevati su substrati di raccolta (schiume o membrane filtranti) e analizzati con tecnica di diffrazione dei raggi X dopo un trattamento per il recupero del particolato dal substrato e la sua rideposizione su una membrana filtrante idonea per l’analisi strumentale.
Riporta informazioni sui parametri strumentali, sulla sensibilità dei diversi dispositivi di campionamento, sui tipi di membrana filtrante, sul trattamento del campione per l’eliminazione delle sostanze interferenti e sulla correzione degli effetti di assorbimento dei raggi X.
Nei due progetti il termine RCS siriferisce al quarzo e alla cristobalite, i polimorfi più comuni della silice cristallina.
La competenza è del GL 04 “Qualità dell'aria” (gruppo misto Ambiente/UNICHIM) della Commissione tecnica Ambiente.
L’inchiesta pubblica preliminare per i due progetti è in corso. C’è tempo sino al 16 gennaio per inviare i propri commenti.

mb

Fonte:UNI

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Bando Isi 2016 - 244 milioni per la salute e sicurezza dei luoghi di lavoro

BANDO ISI 2016L'Inail finanzia in conto capitale le spese sostenute per progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I destinatari degli incentivi sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura.Fondi a disposizione e tipologie di progetto
L'Inail, tramite il Bando Isi 2016, rende disponibili complessivamente 244.507.756 euro. I finanziamenti sono a fondo perduto e vengono assegnati fino a esaurimento, secondo l’ordine cronologico di arrivo delle domande.
Sono finanziabili le seguenti tipologie di progetto:

  1. Progetti di investimento
  2. Progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale
  3. Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto
  4. Progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività.

Il contributo, pari al 65% dell’investimento, fino a un massimo di 130.000 euro  (50.000 euro per i progetti di cui al punto 4), viene erogato a seguito del superamento della verifica tecnico-amministrativa e la conseguente realizzazione del progetto ed è cumulabile con benefici derivanti da interventi pubblici di garanzia sul credito (es. gestiti dal Fondo di garanzia delle Pmi e da Ismea).

Prima fase: inserimento online della domanda e download del codice identificativo

Dal 19 aprile 2017, fino alle ore 18.00 del 5 giugno 2017, nella sezione “Accedi ai servizi online” del sito Inail le imprese registrate avranno a disposizione un’applicazione informatica per la compilazione della domanda, che consentirà di:

  • effettuare simulazioni relative al progetto da presentare;
  • verificare il raggiungimento della soglia di ammissibilità;
  • salvare la domanda inserita;
  • effettuare la registrazione della propria domanda attraverso l’apposita funzione presente in procedura tramite il tasto “invia”.

Per accedere alla procedura di compilazione della domanda l’impresa deve essere in possesso delle credenziali di accesso ai servizi online (Nome Utente e Password). Per ottenere le credenziali di accesso è necessario effettuare la registrazione sul portale Inail, nella sezione "Accedi ai servizi online", entro e non oltre le ore 18.00 del 3 giugno 2017.

Dal 12 giugno 2017 le imprese che hanno raggiunto o superato la soglia minima di ammissibilità prevista e salvato definitivamente la propria domanda, effettuandone la registrazione attraverso l’apposita funzione presente in procedura tramite il tasto “invia”, potranno accedere all’interno della procedura informatica ed effettuare il download del proprio codice identificativo che le identifica in maniera univoca.

Seconda fase: invio del codice identificativo (click-day)

Le imprese potranno inviare attraverso lo sportello informatico la domanda di ammissione al finanziamento, utilizzando il codice identificativo attribuito alla propria domanda e ottenuto mediante la procedura di download.
Le date e gli orari dell’apertura e della chiusura dello sportello informatico per l’invio delle domande, saranno pubblicati sul sito Inail a partire dal 12 giugno 2017.
Gli elenchi in ordine cronologico di tutte domande inoltrate, con evidenza di quelle collocatesi in posizione utile per l’ammissibilità al finanziamento, saranno pubblicati entro sette giorni dal giorno di ultimazione della fase di invio del codice identificativo.

Terza fase: invio della documentazione a completamento della domanda

Le imprese collocate in posizione utile per il finanziamento dovranno far pervenire all’Inail, entro e non oltre il termine di trenta giorni decorrente dal giorno successivo a quello di perfezionamento della formale comunicazione degli elenchi cronologici, la copia della domanda telematica generata dal sistema e tutti gli altri documenti, indicati nell'Avviso pubblico, per la specifica tipologia di progetto.

Determina del Presidente n. 381 del 15 dicembre 2016

Allegato alla determina del Presidente n. 381 del 15 dicembre 2016

mb

Fonte INAIL

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Da INAIL il volume: "Lavori in prossimità di linee elettriche aeree"

INAIL LINEE ELETTRICHEReso disponibile dall’INAI un nuovo volume su: “Lavori in prossimità di linee elettriche aeree
Spesso in aree di cantiere sono occorsi infortuni gravi o addirittura mortali dovuti al contatto o all’avvicinamento di attrezzature di lavoro o di macchine utensili a linee elettriche aeree. Obiettivo della pubblicazione è fornire uno strumento utile per i RSPP, i RLS e i lavoratori esposti al rischio di contatto o avvicinamento a linee elettriche aeree, per prevenirne gli effetti attraverso una puntuale valutazione e gestione (ad esempio, predisponendo opportune procedure di lavoro ed adottando misure di prevenzione).
Secondo quanto definito dal Testo Unico sulla Sicurezza del lavoro (d.lgs. 81/2008 e s.m.i., artt. 83 e 117), è fatto obbligo al datore di lavoro di provvedere affinché i lavori svolti in vicinanza di parti attive (che di solito sono lavori non elettrici) non siano eseguiti a distanze inferiori ai limiti di cui alla Tabella 1 dell’Allegato IX al Testo Unico, salvo disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi.
Il volume  ha lo scopo di presentare:

  • Le disposizioni legislative e normative;
  • La statistica degli infortuni registrata nella banca dati di INAIL;
  • Esempi e procedure per la gestione del rischio;
  • Schede relative a singole attrezzature di lavoro, di ausilio per la valutazione del rischio e la predisposizione di procedure di lavoro

Scarica il volume

mb

Fonte INAIL

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