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Apparecchi di sollevamento. Gru caricatrici

Apparecchi di sollevamento. Gru caricatrici

Pubblicata dalla commissione Apparecchi di sollevamento la norma UNI EN 12999:2018 “Apparecchi di sollevamento - Gru caricatrici”
In ambito logistico, edile e in molti altri settori ancora trovano diverse applicazioni le gru caricatrici. Questo tipo di gru è azionata da energia non manuale, progettata per essere fissata a un telaio, comprendente una colonna, che ruota intorno ad una base, e un gruppo bracci.
Questo documento specifica i requisiti minimi di progettazione, calcolo, verifiche e prove per gru caricatrici ad azionamento idraulico e per il loro montaggio su veicoli o fondazioni statiche.
Non è applicabile alle gru caricatrici utilizzate a bordo di navi o strutture galleggianti ed alle gru caricatrici con gruppo bracci articolato progettate come parte integrale di apparecchiature speciali come ad esempio le macchine per l'esbosco di legname minuto.
La norma non tratta i pericoli correlati al sollevamento di persone e non si applica a gru fabbricate prima della data della sua pubblicazione come EN. Infatti, le disposizioni modificate concernenti i calcoli delle sollecitazioni non sono obbligatorie per gru progettate antecedentemente alla data di pubblicazione come EN.
La gru caricatrice è concepita per essere installata su un veicolo commerciale (inclusi i rimorchi) con una significativa portata residua ed è progettata per caricare e scaricare il veicolo così come per altre attività, come specificato dal costruttore nel manuale dell'operatore.
Una gru installata su un altro tipo di veicolo (per esempio veicoli ferroviari) o su fondazione statica è considerata anch’essa una gru caricatrice.

mb

Fonte UNI

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Protettori auricolari. Pubblicate due norme UNI

Protettori auricolari. Pubblicate due norme UNI

Pubblicate, a cura della commissione Acustica e vibrazioni dell’UNI, le norme UNI EN ISO 4869-1 “Acustica - Protettori auricolari - Parte 1: Metodo soggettivo per la misura dell'attenuazione sonora e UNI EN ISO 4869-2 “Acustica - Protettori auricolari - Parte 2: Stima dei livelli di pressione sonora ponderati A quando i protettori auricolari sono indossati”.

La UNI EN ISO 4869-1 definisce un metodo soggettivo per la misurazione dell'attenuazione sonora offerta dai protettori auricolari. Il metodo di laboratorio descritto consente di ottenere valori prossimi all'attenuazione massima, che non vengono normalmente ottenuti in condizioni di campo.
Con questo metodo di prova, i risultati sono ottenuti a livelli di pressione sonora bassi (prossimi alla soglia uditiva). Essi sono tuttavia rappresentativi dei valori dell'attenuazione garantiti dai protettori auricolari a livelli di pressione sonora più elevati, tranne nel caso di protettori auricolari con caratteristiche variabili in funzione dell'ampiezza, ossia quando i livelli di pressione sonora sono superiori alla soglia oltre la quale queste caratteristiche diventano effettive. A questi livelli di pressione sonora, il metodo definito nel presente documento diventa inapplicabile, in quanto tende abitualmente a sottovalutare l'attenuazione offerta dai dispositivi di questo tipo.
Alle frequenze minori di 500 Hz, l'attenuazione può essere sopravvalutata di alcuni decibel a seguito del mascheramento dovuto al rumore fisiologico nelle prove della soglia uditiva dell'orecchio occluso.
Nella norma sono citati i seguenti riferimenti normativi:

  • ISO 8253-2 Acoustics - Audiometric test methods - Part 2: Sound field audiometry with pure-Ione and narrow-band test signals;
  • IEC 60263 Scales and sizes for plotting frequency characteristics and polar diagrams;
  • IEC 61260-1 Electroacoustics - Octave-band and fractional-octave-band filters - Part 1: Specifications.

La seconda parte della UNI EN ISO 4869, descrive tre metodi (il metodo per banda di ottava, il metodo HML e il metodo SNR) per la valutazione dei livelli effettivi di pressione sonora ponderati A quando si indossano i protettori auricolari. Questi metodi sono validi per il livello di pressione sonora o per il livello continuo equivalente di pressione sonora del rumore. Sebbene siano concepiti in primo luogo per l'esposizione al rumore stazionario, questi metodi sono anche validi per i rumori che comprendono componenti impulsive. È possibile che possano non essere adatti per l'utilizzo nelle misurazioni del livello di pressione sonora di picco. I valori di banda di ottava, H, M, L o SNR sono adatti a stabilire criteri di attenuazione sonora per selezionare o confrontare i protettori auricolari e/o per definire requisiti accettabili minimi di attenuazione sonora.
All’interno della norma sono riportati i seguenti riferimenti normativi:

  • ISO 4869-1 Acoustics - Hearing protectors - Part 1: Subjective method for the measurement of sound attenuation;
  • ISO 9612 Acoustics - Determination of occupational noise exposure - Engineering method;
  • IEC 61672-1 Electroacoustics - Sound level meters - Part 1: Specifications.

Le norme UNI sono disponibili sia in formato elettronico sia in formato cartaceo.

mb

Fonte UNI

 

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Sistema globale armonizzato, arrivano le modifiche al Regolamento CLP

Sistema globale armonizzato, arrivano le modifiche al Regolamento CLP

Con Regolamento 2019/521 del 27 marzo 2019 (in GUUE L 86 del 28 marzo 2019) la Commissione apporta modifica al regolamento CLP (Reg. n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio) relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele per adeguarlo al progresso tecnico e scientifico.

In particolare, si tiene conto delle modifiche intervenute a seguito dell'attuazione del Sistema mondiale armonizzato di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche (Globally Harmonised System of Classification and Labelling of Chemicals - GHS) delle Nazioni Unite la cui sesta e settima edizione tiene conto delle modifiche adottate dai tecnici ONU anche in materia di trasporto di merci pericolose.

L'adeguamento ha riguardato alcune disposizioni e alcuni criteri tecnici degli allegati I, II, III, IV, V e VI del regolamento (CE) n. 1272/2008 per tenere conto della sesta e settima edizione riveduta del GHS. Con la revisione del GHS sono state introdotte una nuova classe di pericolo per gli esplosivi desensibilizzati e una nuova categoria di pericolo, «gas piroforici», all'interno della classe di pericolo «gas infiammabili». Tra le modifiche rientra anche l'adeguamento di una serie di elementi: i criteri per le sostanze e le miscele che a contatto con l'acqua emettono gas infiammabili; i valori soglia generici; le disposizioni generali per classificare le miscele sotto forma di aerosol; il dettaglio delle definizioni e i criteri di classificazione, secondo il caso, per le classi di pericolo esplosivi, gas infiammabili, liquidi infiammabili, solidi infiammabili, tossicità acuta, corrosione/irritazione della pelle, gravi lesioni oculari/irritazione oculare, sensibilizzazione delle vie respiratorie e della pelle, mutagenicità sulle cellule germinali, cancerogenicità, tossicità per la riproduzione; tossicità specifica per organi bersaglio e pericolo in caso di aspirazione. Sono state inoltre apportate modifiche ad alcune indicazioni di pericolo e alcuni consigli di prudenza.

Il regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (avvenuta il 28 marzo 2019) e si applica a decorrere dal 17 ottobre 2020, ma le sostanze e le miscele possono, prima del 17 ottobre 2020, essere classificate, etichettate e imballate in conformità del regolamento 2019/521.
I fornitori potranno applicare le nuove disposizioni su base volontaria prima della data di applicazione del regolamento 2019/521.

Scarica il Regolamento (UE) 2019/521 del 27 marzo 2019

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Dispositivi antisismici. Pubblicata una nuova norma UNI

Dispositivi antisismici. Pubblicata una nuova norma UNI

La Commissione "Ingegneria strutturale" dell’UNI ha curato il recepimento e la pubblicazione della norma UNI EN 15129 “Dispositivi antisismici”
L’antisismica è un argomento fondamentale in edilizia soprattutto per un paese come l’Italia che ha sul proprio territorio un’alta percentuale di criticità a livello geologico.
La norma riguarda la progettazione dei dispositivi antisismici, inclusi nelle strutture con lo scopo di modificarne la risposta all'azione sismica.
Specifica i requisiti funzionali e le regole generali di progettazione in situazioni sismiche e non sismiche, le caratteristiche dei materiali, i requisiti di fabbricazione e di esecuzione delle prove, nonché i criteri per la valutazione e verifica di costanza della prestazione, di installazione e di manutenzione. Fornisce anche i criteri per la marcatura CE.
L’analisi sismica ed il progetto del sistema d'isolamento di un'Intera struttura sono regolati dalla EN 1998-1, con i requisiti specifici per edifici con riferimento alla EN 1998-1 e per ponti con riferimento alla EN 1998-2. Nell'analisi sismica del sistema d'isolamento di un'intera struttura, gli effetti delle azioni di progetto sui singoli componenti, inclusi i dispositivi antisismici, sono valutati sulla base dell'azione sismica di progetto derivata dall'analisi strutturale sismica.
La norma entra ancor più nello specifico indicando ad esempio i requisiti che devono avere i dispositivi antisismici ed i loro collegamenti ciascuno con un adeguato grado di affidabilità; eccoli qui di seguito:

  1. Non collasso:
    I dispositivi antisismici ed i loro collegamenti alla struttura devono essere progettati e costruiti in modo da resistere agli effetti -delle azioni sismiche definiti nella EN 1998-1 per edifici o nella EN 1998-2 per ponti senza cedimenti locali o globali, quindi mantenendo una resistenza meccanica residua dopo l'evento sismico, compresa, se ciò fosse pertinente, una capacità residua di sopportare carichi. Il requisito di non collasso riguarda la struttura nel suo complesso ed eventualmente il dispositivo ed il suo collegamento alla struttura. Non riguarda invece i vincoli a fusibile. Si prevede che questi ultimi siano soggetti a danno nel citato evento e possano pertanto richiedere la loro riparazione o sostituzione.
  2. Limitazione del danno:
    I dispositivi antisismici ed i loro collegamenti alla struttura devono essere progettati e costruiti in modo da resistere ad un'azione sismica avente una probabilità di verificarsi maggiore di quella dell'azione sismica di progetto, senza che si verifichino danni e conseguenti limitazioni d'impiego, i costi dei quali sarebbero sproporzionati rispetto al valore della struttura stessa. Ci si attende che in questo evento il dispositivo non patisca danni o che questi siano molto limitati, tali da non richiedere la sua sostituzione.

È prevista la conformità con gli Eurocodici strutturali.

mb
Fonte UNI

 

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Sistemi di gestione della conoscenza

Sistemi di gestione della conoscenza

Pubblicata a cura della Commissione Responsabilità sociale delle organizzazioni la norma UNI ISO 30401:2019 “Sistemi di gestione della conoscenza – Requisiti
La gestione della conoscenza è una disciplina focalizzata sui modi in cui le organizzazioni creano e utilizzano la conoscenza; non ha una definizione unica accettata e non vi sono norme globali antecedenti alla norma UNI ISO 30401.
L’intento della norma è quello di fissare dei principi e requisiti solidi di gestione della conoscenza:

  1. come guida per organizzazioni che mirano ad essere competenti nell'ottimizzare il valore della conoscenza organizzativa;
  2. come base per svolgere attività di audit, certificare, valutare e riconoscere tali organizzazioni competenti da parte di organismi di auditing interni ed esterni riconosciuti.

Esistono numerosi e ben noti ostacoli a una gestione della conoscenza di successo che occorre ancora superare, molta confusione con altre discipline quali la gestione delle informazioni, e molte idee errate su come effettuare la gestione della conoscenza, per esempio la convinzione che il semplice acquisto di un sistema tecnologico sia sufficiente a far sì che la gestione della conoscenza aggiunga valore.
Ciascuna organizzazione costruisce un approccio di gestione della conoscenza, in relazione al proprio ambiente di business e operativo, che riflette le proprie specifiche esigenze e gli esiti desiderati.
La norma stabilisce i requisiti e fornisce le linee guida per stabilire, attuare, mantenere, riesaminare e migliorare un sistema efficace di gestione per la gestione della conoscenza nelle organizzazioni.
Tutti i requisiti trattati sono applicabili a qualsiasi organizzazione, indipendentemente dal tipo o dalla dimensione, o dai prodotti e servizi forniti.

mb
Fonte UNI

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Guida agli impianti di terra negli edifici. Nuova edizione della CEI 64-12

Guida agli impianti di terra negli edifici. Nuova edizione della CEI 64-12

Pubblicata la terza edizione della CEI 64-12Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario”.
Questa nuova edizione contiene importanti modifiche tecniche dovute a nuove norme e leggi entrate in vigore dopo la precedente edizione.
La Guida CEI 64-12 è stata preparata con lo scopo di indicare agli operatori edili e ai committenti i notevoli vantaggi economici e tecnici che si possono ottenere con un tempestivo e coordinato intervento degli operatori elettrici prima e durante la costruzione delle opere edili (per es. utilizzando gli scavi delle armature metalliche del calcestruzzo armato prima del getto di cemento) e di fornire agli operatori elettrici informazioni utili per realizzare correttamente i vari interventi. A questo scopo vengono:

  • ricordati brevemente gli obiettivi e le funzioni degli impianti di terra di protezione, facendo riferimento alle norme in vigore;
  • indicati i criteri di base da seguire per la loro progettazione e la loro esecuzione, mettendo in evidenza possibili soluzioni costruttive;
  • illustrate le usuali tecniche di verifica;
  • messe in evidenza la documentazione tecnica, preliminare e finale, necessaria.

Sono trattati gli impianti di terra di impianti elettrici alimentati da sistemi di I categoria (cioè oltre 50 V fino a 1000 V compresi, se a corrente alternata, o oltre 120 V fino a 1500 V compresi, se a corrente continua) e di II categoria (cioè oltre 1000 V se a corrente alternata o oltre 1500 V se a corrente continua, fino a 35000 V compresi); vengono fornite informazioni sulla progettazione ed esecuzione dei dispersori, dei conduttori di terra, dei conduttori equipotenziali principali, i conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali supplementari.
La Guida contiene inoltre alcuni Allegati che trattano diversi argomenti, tra i quali: definizioni, simboli, fenomeni di corrosione nei terreni, resistività del terreno, problemi di adeguamento per impianti preesistenti, predisposizione per la protezione contro i fulmini, impianto di terra per le esigenze del cantiere.
La nuova edizione sostituisce completamente la precedente CEI 64-12:2009

mb
Fonte CEI

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Manutenzione, disponibile una nuova norma UNI

Manutenzione, disponibile una nuova norma UNI

Recepita e pubblicata in italiano dalla Commissione “Manutenzione” la norma UNI EN 17007:2018 “Processo di manutenzione e indicatori associati
Nell’accezione più diffusa la manutenzione è considerata quella scienza che finalizza le attività umane ad un impiego economico sostenibile delle risorse, nella progettazione e nella gestione dei sistemi “artificiali” antropici (cioè propri dell’uomo) e nella conservazione dei sistemi naturali.
Coordinare e gestire un’organizzazione comprende inevitabilmente anche il concetto di manutenzione per il suo intero ciclo di vita.
La UNI EN 17007 fornisce una descrizione generica del processo di manutenzione. Specifica le caratteristiche di tutti i processi, che fanno parte del processo di manutenzione e stabilisce un modello di manutenzione per fornire delle linee guida per la definizione degli indicatori.
È applicabile a tutte le organizzazioni (aziende, istituzioni, agenzie, ecc.) responsabili della manutenzione dei beni fisici. Pertanto, è stata definita senza presupporre una particolare organizzazione e non ha lo scopo di proporne una.
Questa descrizione può essere adattata in base al tipo e alle dimensioni dell'organizzazione scelta per eseguire la manutenzione, alla complessità dei sistemi sottoposti a manutenzione e allo scopo e campo di applicazione dei servizi esterni appaltati.
La finalità della ripartizione in processi e la rappresentazione delle loro interrelazioni è quello di aiutare il personale addetto alla manutenzione, e in particolare la gestione a diversi livelli, a:

  a) identificare chiaramente le azioni da effettuare per soddisfare gli obiettivi complessivi fissati dalla Direzione in termini di manutenzione;
  b) delegare responsabilità che garantiscano la realizzazione delle azioni con i livelli di prestazione richiesti;
  c) per ogni processo, determinare chiaramente:
       1. gli input necessari e la loro origine,
       2. i risultati richiesti e l'uso previsto;
  d) sorvegliare e valutare quantitativamente le prestazioni ottenute ai vari livelli della ripartizione in processi;
  e) migliorare la raccolta e la distribuzione dei dati.

La norma non riguarda la manutenzione del software in sé, ma si applica alle entità che contengono software. Nel documento viene riportata come riferimento normativo la norma EN 13306 Maintenance - Maintenance terminology.

mb

Fonte: UNI

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