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Rivelatori di gas: Dall’UNI una nuova norma tecnica

gas detectorLa nuova norma UNI 11522 - Rivelatori di gas combustibili e monossido di carbonio per ambienti domestici e similari - Installazione e manutenzione, messa a punto dagli esperti del Comitato Italiano Gas intende stabilire i criteri per l'installazione e la manutenzione dei rivelatori di gas combustibili e monossido di carbonio aggiungendo così un importante tassello alla già ampia gamma di documenti normativi dedicati al tema della sicurezza domestica.
Non si tratta di dispositivi alternativi alla corretta installazione e al buono stato d'uso degli apparecchi a gas, ma costituiscono una protezione aggiuntiva opzionale.
Questi strumenti devono essere installati nel locali in cui è più probabile la presenza del gas da rivelare, per esempio in cucina (per la presenza di apparecchi di cottura, di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria) o in locali con impianti particolarmente complessi.
Non devono invece essere collocati in prossimità di aperture o condotti di ventilazione o di aerazione, poiché il flusso d'aria presente in queste zone può essere intenso e tale da ridurre localmente la concentrazione del gas. Né devono essere installati sopra o accanto ad apparecchiature a gas, poiché alla loro accensione potrebbero verificarsi fuoriuscite di entità e durata limitate, ma tali da poter generare falsi allarmi.
I rivelatori presi in esame dalla UNI 11522 sono quelli della prima, seconda e terza famiglia, così come classificati in un'altra norma, la UNI EN 437 "Gas di prova. Pressioni di prova. Categorie di apparecchi".
La norma UNI 11522 fornisce nel dettaglio tutte le indicazioni per la corretta installazione di questi dispositivi, che dovrà essere sempre effettuata da personale in possesso dei requisiti previsti dalla legislazione vigente e seguita dalla verifica di funzionalità del rilevatore.

mb

Fonte UNI

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Imballaggi a prova di... bambino. Dall'UNI le Linee Guida.

bambi imballLa commissione tecnica Imballaggi, che si occupa di definire le caratteristiche e i requisiti degli imballaggi primari, secondari, costituiti di materiali quali carta, vetro, materia plastica, ha recentemente pubblicato due norme che hanno come obiettivo finale la sicurezza dei bambini.
Bisogna garantire che i più piccoli non possano aprire imballaggi contenenti prodotti pericolosi come medicinali, prodotti tossici, prodotti per l'igiene della casa. Oltre alla norma UNI EN ISO 8317 del 2005 che specifica i requisiti e i metodi di prova per imballaggi richiudibili progettati come resistenti all'apertura da parte dei bambini, la recente UNI EN ISO 13127:2012 definisce i metodi per le prove meccaniche da effettuare sugli imballaggi richiudibili. I risultati ottenuti con questi metodi di prova consentono di comparare le caratteristiche di resistenza all'apertura da parte di un bambino di vari sistemi di imballaggio richiudibili. Dal titolo "Imballaggi - Imballaggio a prova di bambino - Metodi di prove meccaniche per sistemi di imballaggio richiudibili a prova di bambino" il documento ha lo scopo di aiutare progettisti e produttori nella messa a punto di confezioni sicure e resistenti all'apertura, che creino una barriera fisica tra il bambino e il prodotto potenzialmente pericoloso.
Il rapporto tecnico UNI CEN/TR 16353:2013 "Imballaggi - Linee guida di sicurezza per imballaggi flessibili di materia plastica per ridurre al minimo il rischio di soffocamento dei bambini" (in fase di traduzione da parte di UNI per la pubblicazione anche in lingua italiana) tratta invece la sicurezza degli imballaggi flessibili di materia plastica – monouso o riutilizzabili – usati per trasportare facilmente dei prodotti, impedire all'umidità di contaminarli, permettere il trasporto di più unità... Questi imballaggi possono essere facilmente accessibili ai bambini in ambiente domestico e possono presentare un serio rischio di soffocamento.

Fonte UNI

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Distributori automatici di bevande calde. Nuova norma UNI

CAFFELa pausa-caffè è irrinunciabile per molti, ma fatta "in sicurezza" è ancora meglio. Il nostro rito quotidiano, infatti, può nascondere qualche brutta sorpresa se le macchine utilizzate per la preparazione del caffè, presenti sui luoghi di lavoro o al bar, non rispettano tutti i requisiti previsti da una recente norma UNI.
Il documento stabilisce i metodi di prova per verificare i limiti oltre i quali la presenza di piombo e nichel negli apparecchi destinati alla preparazione e distribuzione di bevande calde può presentare rischi di tossicità. I metalli pesanti possono "migrare" non solo nel caffè, ma anche nel the, nel cappuccino o nella cioccolata calda. La norma UNI 11460, il cui studio è stato avviato a seguito della proposta di Assofoodtec/UCIMAC, associazione di categoria che raggruppa le principali aziende italiane produttrici di macchine professionali per caffè, si applica ai distributori automatici e alle macchine utilizzate negli uffici o negli esercizi commerciali.
Le apparecchiature possono essere dotate di servizi complementari come riscaldamento dei liquidi, erogazione di acqua calda e generatori di vapore. Proprio in questi "passaggi" si nasconde il rischio della migrazione di piombo e nichel. Una tabella, compresa nel documento, definisce i limiti oltre i quali i prodotti possono diventare tossici.
La norma, oltre a salvaguardare la salute del consumatore, può rappresentare un criterio di distinzione tra produzioni rispettose di tutte le norme di sicurezza e altre più ingannevoli o elusive delle regole. Il documento UNI potrebbe essere, inoltre, una buona base di partenza per una futura norma europea in materia.

Fonte: UNI

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Lenti a contatto. Pubblicate nuove norme UNI

 

Recentemente pubblicata llenti-a-contattoa nuova edizione della norma UNI EN ISO 14534:2011 “Ottica oftalmica - Lenti a contatto e prodotti per la cura delle lenti a contatto - Requisiti fondamentali”, che specifica i requisiti di sicurezza e di prestazione per le lenti a contatto, per i prodotti per la loro cura e altri accessori. Nel testo sono numerosi i riferimenti ad altre norme di carattere tecnico, che specificano in modo più approfondito argomenti introdotti solo in maniera formale.

La sicurezza e le prestazioni delle lenti a contatto devono essere ben documentate dal fabbricante per quanto riguarda gli ambiti funzionali, le proprietà microbiologiche e la biocompatibilità, la valutazione clinica, la compatibilità chimica e fisica, la stabilità. Nella versione 2011 è stato aggiunto il riferimento alla UNI EN ISO 11986 che fornisce le procedure generali per la selezione di metodi, la preparazione dei campioni e lo svolgimento delle prove per l’assorbimento e il rilascio di conservanti da lenti a contatto, vista anche la recente introduzione di nuovi materiali come le lenti in idrogel..

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