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Biomasse solide: certificazione ambientale

Biomasse solide: certificazione ambientale

Dal 2 gennaio 2018 è entrato in vigore il Decreto 7 novembre 2017, n. 186, che stabilisce i requisiti, le procedure e le competenze per il rilascio di una certificazione ambientale dei generatori di calore alimentati con legna da ardere, carbone di legna e biomasse combustibili, come individuati alle lettere f) , g) e h) della parte I, sezione 2, dell’allegato X alla parte quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Possono essere oggetto di certificazione ambientale diverse categorie di generatori di calore:

  1. camini chiusi, inserti a legna: UNI EN 13229 - inserti e caminetti aperti alimentati a combustibile solido - requisiti e metodi di prova;
  2. caminetti aperti: UNI EN 13229 - inserti e caminetti aperti alimentati a combustibile solido - requisiti e metodi di prova;
  3. stufe a legna: UNI EN 13240 - stufe a combustibile solido - requisiti e metodi di prova;
  4. stufe ad accumulo: UNI EN 15250 - apparecchi a lento rilascio di calore alimentati a combustibili solidi - requisiti e metodi di prova;
  5. cucine a legna: UNI EN 12815 - termocucine a combustibile solido - requisiti e metodi di prova;
  6. caldaie fino a 500 kW: UNI EN 303-5 - caldaie per riscaldamento - parte 5: caldaie per combustibili solidi, con alimentazione manuale o automatica, con una potenza termica nominale fino a 500 kW - terminologia, requisiti, prove e marcatura;
  7. stufe, inserti e cucine a pellet - termostufe: UNI EN 14785 - apparecchi per il riscaldamento domestico alimentati con pellet di legno - requisiti e metodi di prova.

La procedura di cui al decreto prevede la richiesta da parte del produttore a un organismo notificato della certificazione ambientale del generatore di calore.

L’organismo notificato effettua le prove secondo i metodi di riferimento (specifiche e norme tecniche), rilascia i rapporti di prova relativi alle prestazioni emissive del generatore di calore, individua la pertinente classe di qualità e rilascia la relativa certificazione ambientale, entro 9 mesi dalla ricezione della richiesta.

AdA

Scarica il Decreto 7 novembre 2017, n. 186

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Revisione della serie ISO 9001. Un dossier dall'UNI

copertina apr2014Il processo di revisione della serie di norme più diffusa e famosa è ufficialmente iniziato lo scorso anno ed intende procedere, con passi spediti e strettamente programmati, alla pubblicazione congiunta delle nuove edizioni delle ISO 9000 e 9001 entro il secondo semestre 2015.
La revisione si preannuncia profonda e destinata ad ampliare significativamente i confini della gestione per la qualità. Per questo è oggi più che mai utile puntare i riflettori sui lavori in corso, per cogliere in anticipo la direzione che la nuova serie ISO 9000 sta prendendo: una conoscenza fondamentale tanto più nel mutato ed incerto contesto socio-economico contemporaneo.
Il dossier pubblicato sulla rivista U&C di aprile 2014 cerca dunque di delineare quanto si è sin qui palesato in seno all’ISO/TC 176, le principali direttrici del processo di revisione e i nuovi contenuti che saranno ragionevolmente inclusi nelle nuove edizioni delle due norme e che, auspicabilmente, porteranno a un rinnovato successo dell’intera serie ISO 9000.
Un successo confermato da numeri che vedono tra l'altro il nostro Paese in una posizione di eccellenza: l'Italia è infatti il secondo Paese al mondo, dopo la Cina, per numero di certificazioni ISO 9001, con un totale di oltre 137.000 certificazioni rilasciate in conformità a questo celebre sistema di gestione.

mb

Scarica il Dossier

Fonte UNI

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Revisione ISO 9001. Fatto un altro passo avanti

nuova iso 9001Nella prima settimana di marzo si è tenuta a Parigi una attesa riunione del Working Group 24 dell’ISO/TC 176/SC2, impegnato nei lavori di revisione della norma ISO 9001, ormai approdati a una fase cruciale dopo i numerosi commenti al Committee Draft giunti nel novembre scorso da parte di importanti Paesi membri, tra cui – come riferito a suo tempo – l’Italia.
Nella riunione precedente di Oporto – spiega Nicola Gigante, responsabile della delegazione italiana - erano stati discussi numerosi commenti. Nonostante il CD fosse stato approvato, il numero e la natura di questi commenti, a cui l’Italia ha portato un sostanziale contributo, hanno suggerito l'opportunità di elaborare un documento intermedio, prima di passare alla redazione del Draft International Standard. Un documento che tenesse conto delle osservazioni fatte e allargasse in tal modo la base di consenso”.
La settimana di Parigi è dunque servita a discutere degli ulteriori miglioramenti a questo “interim draft”.
Ora il documento è senz’altro più convincente perché dirime numerose questioni che andavano a nostro avviso chiarite”, prosegue Nicola Gigante. “Innanzitutto la nuova norma finalizza più chiaramente l'esame, da parte delle organizzazioni, del contesto economico e sociale in cui operano, alla necessità di soddisfare il cliente. Inoltre affronta con maggiore chiarezza e attenzione la tematica del rischio",  incorporandola in una più ampia e innovativa logica di "approccio mentale": ciò che è stato chiamato ‘risk-based thinking’.
E’ una novità significativa perché con la nuova ISO 9001 “la considerazione del rischio dovrà far parte del processo mentale di coloro che devono assumere una decisione all'interno dell'organizzazione”.
Ovviamente esistono molti altri aspetti di dettaglio, in parte ancora da integrare nel testo in corso di definizione, che mirano a rendere la futura norma sui sistemi di gestione per la qualità complessivamente più comprensibile, meno “burocratica” e di più facile applicazione.
La riunione di Parigi non è riuscita a completare il riesame di tutti i commenti riguardanti tali aspetti”, chiarisce Gigante, “ma l’intenzione è di concludere il lavoro mantenendo le tempistiche fissate. Entro quest’anno si vuole quindi predisporre il final draft da porre in discussione al prossimo plenary meeting che si terrà a Tel Aviv alla fine dell’anno. Nel 2015”, conclude, “dovremmo quindi approdare al documento definitivo.”

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Fonte UNI

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Secondo Rapporto su Qualità e Certificazione. Realizzato da ACCREDIA insieme con il CENSIS.

accredia logoLa qualità paga e genera crescita. Sono quasi 83.000 le aziende dotate di un sistema di gestione della qualità secondo la Uni En Iso 9001. Aziende che, pur nell'attuale fase di crisi, esprimono livelli di efficienza e capacità competitiva maggiori rispetto alla media nazionale.
È quanto emerge dal 2° Rapporto ACCREDIA-CENSIS sulla qualità "Qualità, Crescita, Innovazione", realizzato nell'ambito delle attività dell'Osservatorio ACCREDIA e presentato il 26 febbraio 2014 nel corso del Convegno "Qualità per competere: strategie per il rilancio del sistema d'impresa".
L'evento è stata un'occasione per riflettere sulla qualità come fattore competitivo e sul ruolo delle certificazioni per le politiche a sostegno del Made in Italy, della ricerca e dell'innovazione. Il Presidente Grazioli insieme al Prof. De Rita, Presidente del CENSIS, si sono confrontati sui temi della crescita e sulle leve per il rilancio del sistema d'impresa in Italia con Giorgio Squinzi, Presidente di CONFINDUSTRIA, Mauro Bussoni, Portavoce di R.E TE. Imprese Italia e Segretario Generale di CONFESERCENTI, Elena Zambon, Presidente di ZAMBON, Vinzia Novara, Amministratore Delegato di FIRRIATO, Domenico Menniti,  Amministratore Delegato di HARMONT & BLAINE, Paolo Verri, Direttore Contenuti Espositivi ed Eventi del Padiglione Italia di EXPO 2015 e Stefano Micelli, Docente di Economia dell'Università CA' FOSCARI.
Il Rapporto è stato elaborato con un duplice obiettivo: definire quanto la qualità si configuri come elemento strategico per la creazione di valore nell'impresa, e cogliere gli elementi di forza e le criticità che attraversano attualmente il settore della certificazione per la qualità.
Il primo capitolo dello studio, in particolare, evidenzia come la qualità possa essere un mezzo per il rilancio della competitività. Lo sguardo si allarga ad una misurazione della qualità in quattro diverse dimensioni del sociale e della struttura economico-produttiva del Paese con appositi indicatori sintetici CENSIS-ACCREDIA: qualità del sistema produttivo, qualità della vita e del contesto socio-economico, qualità dell'ambiente e qualità dei servizi pubblici. Viene proposto, inoltre, un approfondimento sull'efficacia della certificazione Uni En Iso 9001 come strumento di efficientamento dell'impresa attraverso un'analisi comparativa di dati di bilancio di campioni differenti di aziende.
Il secondo capitolo riporta i risultati di una ricerca realizzata presso 100 organismi di certificazione operanti in Italia sotto accreditamento, per indagare gli aspetti salienti riguardanti le dinamiche del mercato, gli elementi di forza e le debolezze della certificazione di sistema di gestione della qualità.
Il terzo capitolo presenta i risultati di due focus group svolti su un panel di organismi di certificazione e di rappresentanti dei consulenti delle imprese, oltre alle principali associazioni di rappresentanza delle imprese, con l'obiettivo di aprire un confronto più intenso tra gli operatori della certificazione per definire un migliore posizionamento dell'UNI EN ISO 9001.

Scarica il Rapporto Accredia/Censis

Fonte ACCREDIA

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Certificazione e Sicurezza Alimentare. Pubblicata la nuova ISO/TS 22003

CERTIF ALIMSecondo le tempistiche annunciate, nel dicembre scorso è stata pubblicata la nuova edizione della specifica tecnica ISO/TS 22003 (“Food safety management systems - Requirements for bodies providing audit and certification of food safety management systems”).
Il documento tratta dei sistemi di gestione per la sicurezza alimentare e si pone l’ambizioso obiettivo di migliorare il modo in cui gli organismi che effettuano audit e certificazioni operano in questo delicato ambito.
La sicurezza alimentare è infatti un elemento unanimemente considerato di particolare importanza per la salute pubblica. Le conseguenze di una sua non corretta gestione possono essere gravi e le norme della serie ISO 22000 – che data la sua crescente diffusione si accinge a diventare il principale riferimento internazionale in tema di sicurezza alimentare - aiutano le organizzazioni a identificare e controllare questi pericoli potenziali.

mb

Approfondisci sul sito dell'UNI

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Gestione Ambientale. Allo studio una norma per la valutazione dei requisiti degli audit

logo uniE' in fase di inchiesta pubblica preliminare sino al 2 marzo 2013, il progetto di specifica tecnica U64000742 "Valutazione della conformità - Requisiti per gli organismi che forniscono audit e certificazione di sistemi di gestione - Parte 2: Requisiti di competenza per gli audit e la certificazione dei sistemi di gestione ambientale".
Il documento, adozione della norma ISO/IEC TS 17021-2 del 2012, definisce i requisiti di conoscenza aggiuntivi per il personale coinvolto nei processi di audit e certificazione di sistemi di gestione ambientale (EMS) e integra i requisiti di cui alla ISO/IEC 17021. Di competenza della commissione UNI-CEI Valutazione della conformità, il progetto vede come co-autori la commissione tecnica UNI Ambiente e il CEI-Comitato Elettrotecnico Italiano.
La specifica tecnica è complementare alla UNI CEI EN ISO/IEC 17021:2011 ai fini dell'esecuzione di audit di terza parte di sistemi di gestione ambientale e rappresenta un supporto al corpus normativo sulla valutazione della conformità.
Chi fosse interessato può inviare i propri commenti a UNI attraverso le pagine web dell'Inchiesta pubblica preliminare.

Fonte: UNI

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Qualità. Accordo ISNART-HERITY

due loghiCertificare la qualità e l’efficienza dell’ospitalità nelle strutture turistico-ricettive e della gestione dei siti e delle attività del patrimonio storico, archeologico, artistico, antropologico, scientifico e culturale delle destinazioni italiane. E’ questo il senso dell’accordo tra l’Isnart, l’istituto nazionale di ricerche sul turismo e Herity, l’organismo internazionale riconosciuto dall’Unesco per la valutazione a sostegno del miglioramento della qualità nei processi di conservazione ed utilizzazione del patrimonio culturale mondiale. La classificazione Herity, infatti, è stata adottata nel 2003 dalla Commissione nazionale italiana dell’Unesco proprio per stimolare il miglioramento dei meccanismi di gestione, contribuendo a diffondere la coscienza di come l’Italia, sede di un’immensa concentrazione di tesori culturali, si ponga nelle condizioni di promuovere proposte specifiche anche in sede internazionale. Con un apposito protocollo d’intesa siglato dal presidente dell’Isnart, Maurizio Maddaloni e di Herity Italia, Maurizio Quagliuolo, i due istituti si impegnano ad utilizzare il rispettivo know-how nell’ambito delle rispettive specializzazioni puntando all’incremento delle certificazioni ‘Ospitalità italiana’ e ‘Hges’, quest’ultimo già attivo dal 2006 grazie ad un accordo di cooperazione internazionale con il ministero per i Beni e le Attività culturali. ‘Hges’ è attualmente applicato a musei, monumenti, siti archeologici, biblioteche e archivi aperti al pubblico, oltre agli edifici di culto ed ai loro annessi. Il marchio Ospitalità italiana, invece, è una certificazione promossa da Isnart per stimolare l’offerta di qualità in Italia e nel mondo. Le imprese che conseguono questo riconoscimento hanno scelto la qualità come obiettivo da perseguire, ed ogni anno decidono di mettersi in discussione sottoponendosi a delle valutazioni condotte da personale esterno alle strutture stesse. Obiettivo dichiarato dell’accordo Herity-Isnart è proprio il miglioramento della qualità dell’offerta ai turisti-visitatori, oltre alla sensibilizzazione del pubblico degli utenti dei siti museali, attivando così un sistema integrato anche di promozione dell’immagine del nostro Paese in Italia e all’estero. Previste una serie di iniziative volte a realizzare certificazioni congiunte in località campione attraverso l’utilizzo di guide tematiche nei musei; punti di informazione nei principali luoghi di visita; hotspot wi-fi e pubblicazioni a disposizione dei turisti con tutti i dati raccolti dalle due strutture di certificazione. La seconda fase dell’iniziativa coinvolgerà anche i ristoranti italiani all’estero che hanno ottenuto la certificazione Isnart, i quali diventeranno ‘partner’ di Herity nel mondo attraverso la collaborazione dei sistemi camerali esteri.

Vai al sito ISNART

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