Rivoluzione in vista per il sistema universitario. Dal 23 marzo, infatti, entrano in vigore i nuovi criteri di accreditamento, valutazione dell’attività scientifica, gestione finanziaria.
I cambiamenti principali riguardano l’attivazione dei corsi e l’apertura di nuove sedi, che potranno essere effettuate solo in presenza delle necessarie risorse, la valutazione periodica dell’efficienza didattica, organizzativa e scientifica, l’assegnazione di parte degli incentivi in relazione ai risultati conseguiti. Dalla riforma, nelle intenzioni del Governo, deve venire fuori un sistema più produttivo, al servizio delle aziende, libero dai debiti.
La componente meritocratica dei contributi viene assegnata sulla base del rapporto che Anvur, l’agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, trasmette al Governo entro il 31 luglio.
Si comincia, ovviamente, dalla stagione in corso.
L’Anvur (Agenzia di Valutazione del sistema universitario e della ricerca) si sofferma sull’esame dei risultati conseguiti in termini di didattica, produzione scientifica, gestione finanziaria, capacità di generare contenuti innovativi. Una parte dei fondi viene peraltro destinata al sostegno dei ricercatori che non hanno ottenuto il contratto a tempo indeterminato. Segno evidente del fatto che il capitale umano acquisisce una posizione di primo piano.