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Sicurezza, aziende sempre responsabili

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sicurezzasullavoroIl datore di lavoro non deve limitarsi ad adottare le misure di sicurezza sul lavoro suggerite dalla tecnologia più evoluta, ma deve anche vigilare affinché il personale applichi queste misure. Se questa vigilanza non viene svolta, il datore di lavoro è responsabile del danno subìto dal dipendente, anche quando questi ha coscientemente violato le norme di sicurezza. Questo orientamento, molto rigoroso, non è nuovo nella giurisprudenza della Cassazione e viene ribadito dalla pronuncia 9199/2012.

La vicenda riguarda un infortunio sul lavoro di un dipendente che stava utilizzando un macchinario per fare le pulizie. Il macchinario era perfettamente funzionante ed era dotato di standard tecnologici di sicurezza all'avanguardia, ma il dipendente si era infortunato perché aveva violato diverse precauzioni previste dalla normativa antinfortunistica: per finire prima le pulizie, aveva lasciato aperte alcune grate di sicurezza, che invece avrebbero dovuto restare chiuse, e non aveva attivato un dispositivo che consentiva l'arresto della macchina in situazioni di pericolo.

La Cassazione, con la sentenza 9199/2012, ha annullato la pronuncia della Corte di appello di Cagliari, che ha escluso la responsabilità del datore di lavoro. La Cassazione, in particolare, ha escluso che la semplice negligenza, imprudenza o imperizia del lavoratore costituisca motivo sufficiente per escludere la responsabilità del datore di lavoro.

Tale responsabilità, secondo la Suprema corte, si può escludere solo se si fornisce la prova che l'imperizia del dipendente non avrebbe prodotto danni, qualora il datore di lavoro avesse adottato standard di sicurezza adeguati a prevenire anche questo rischio. In altri termini, secondo la Corte, le norme previste dall'ordinamento in materia di prevenzione degli infortuni hanno la finalità di tutelare il lavoratore non solo dagli incidenti derivanti dalla sua disattenzione, ma anche da quelli ascrivibili alla sua imperizia, negligenza ed imprudenza.

Pertanto, il datore di lavoro risponde degli infortuni non solo quando non adotti misure adeguate, ma anche quando non vigila in maniera corretta sull'effettiva applicazione delle misure di sicurezza da parte dei dipendenti. L'unico caso, conclude la Corte, in cui si può escludere la responsabilità del datore è quello in cui il comportamento del dipendente assuma i caratteri dell'abnormità e dell'eccezionalità.

Fonte: Il Sole 24 Ore