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Dodici stelle per i prodotti biologici: un nuovo logo per gli alimenti di qualità nell’Ue

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Dall’inserto Agrimbandiera eued di aprile: Dodici stelle per i prodotti biologici. Dal primo luglio un nuovo logo identificherà gli alimenti di qualità nell’Ue, di Attilio Montefusco e Milena Petriccione
I consumatori di tutta Europa stanno diventando sempre più consapevoli dei benefici dell’agricoltura biologica come sistema agricolo sostenibile.
L’Italia è leader del biologico in Europa, sia per numero di operatori che per superfici agricole convertite.
Il settore ha attraversato indenne la crisi, infatti i dati degli ultimi anni parlano addirittura di una crescita nei consumi, aumentati del 7,4 per cento solo nel primo semestre 2009 (Dati Ismea). Un fatturato di circa tre miliardi di euro con ben 45 mila aziende agricole biologiche e oltre un milione di ettari di superficie coltivata.
In Campania, presso l’assessorato all’Agricoltura e alle Attività Produttive nell’apposito Elenco Operatori Agricoltura Biologica in Campania (Erab), sono registrati, a tutto dicembre 2007, 1.488 operatori suddivisi come nella tabella in pagina.
La produzione biologica
Nell’ultimo ventennio, l’offerta di prodotti agricoli biologici è fortemente aumentata, nella maggior parte degli Stati dell’Unione Europea in quanto un numero sempre crescente di cittadini-consumatori scelgono prodotti bio.
Un ulteriore stimolo per il mercato dei prodotti biologici è dato dalle recenti riforme della politica agricola comune, che ha posto l’accento sull’orientamento al mercato e sull’offerta di prodotti di qualità che rispecchiano le esigenze dei consumatori (…).
Il nuovo Reg.CE n.834/2007 ha definito la produzione biologica come un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali.
Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale.
Nell’ambito della produzione biologica rientrano l’agricoltura, l’allevamento e le fasi di trasformazione dei prodotti ottenuti dalla produzione primaria.
L’agricoltura biologica dovrebbe fare affidamento prevalentemente sulle risorse rinnovabili nell’ambito di sistemi agricoli organizzati a livello locale.
Al fine di limitare al minimo l’uso di risorse non rinnovabili, i rifiuti e i sottoprodotti di origine animale e vegetale dovrebbero essere riciclati per restituire gli elementi nutritivi alla terra. La produzione biologica vegetale dovrebbe contribuire a mantenere e a potenziare la fertilità del suolo nonché a prevenirne l’erosione (…)
Gli elementi essenziali del sistema di gestione della produzione biologica vegetale sono la gestione della fertilità del suolo, la scelta delle specie e delle varietà, la rotazione pluriennale delle colture, il riciclaggio delle materie organiche e le tecniche colturali.
Si dovrebbe ricorrere all’aggiunta di concimi, ammendanti e prodotti fitosanitari soltanto se tali prodotti sono compatibili con gli obiettivi e i principi dell’agricoltura biologica.
La produzione animale è una componente essenziale dell’organizzazione della produzione agricola nelle aziende biologiche?(…)
I prodotti biologici trasformati dovrebbero essere ottenuti mediante procedimenti atti a garantire la persistenza dell’integrità biologica e delle qualità essenziali del prodotto in tutte le fasi della catena di produzione.
Inoltre in tali prodotti la presenza di Ogm è limitata per quanto possibile alla presenza accidentale e tecnicamente inevitabile durante la produzione.
L’agricoltura biologica è sottoposta a controlli che riguardano tutta la filiera produttiva. Nel biologico esiste un Sistema di Controllo uniforme in tutta l’Ue, creato nel tempo da appositi regolamenti comunitari che si rivolgono sia alle coltivazioni vegetali sia all’allevamento degli animali, senza trascurare l’agroalimentare. Tali controlli possono essere effettuati da tecnici di strutture pubbliche o da tecnici di enti accreditati ai sensi della norma EN 45011.
Nel 2008, oltre al succitato regolamento del Consiglio, sono stati adottati due nuovi regolamenti della Commissione (Regg. CE n. 889/2008 e n. 1235/2008) che disciplinano la produzione biologica, l’importazione e la distribuzione di prodotti biologici, nonché la loro etichettatura entrati in vigore il 1 gennaio 2009. Alcune delle nuove disposizioni riguardanti l’etichettatura entreranno in vigore dal 1° luglio 2010.
Nel Regolamento della Commissione (CE) n. 889/2008, e successive modifiche ed integrazioni, sono disciplinati tutti i livelli di produzione vegetale ed animale, dalla coltivazione del terreno e dall’allevamento di animali alla trasformazione, alla distribuzione e al controllo degli alimenti biologici. Esso riporta numerosi dettagli tecnici e rappresenta, per la maggior parte, un ampliamento del Regolamento originale sul settore biologico.
In aggiunta alla normativa Ue in materia di agricoltura e produzione biologica, gli operatori che lavorano nel settore dell’agricoltura e della trasformazione biologica devono rispettare le regole generalmente applicabili alla produzione e alla trasformazione dei prodotti agricoli.
Ciò significa che in generale tutte le norme generalmente applicabili in materia di regolamentazione di produzione, trasformazione, commercializzazione, etichettatura e controllo dei prodotti agricoli si applicano anche ai cibi biologici.
Inoltre il Regolamento prevede che dal 1° luglio 2010 sull’etichetta, sotto nello spazio visivo del logo comunitario, dovrà essere inserito il numero di codice dell’autorità o dell’organismo di controllo e il luogo di origine delle materie prime agricole.
Il codice inizia con la sigla identificativa dello Stato membro o del paese terzo, secondo i codici paese di due lettere di cui alla norma internazionale ISO 3166 (per l’Italia IT), seguono un codice di tre lettere che identifica il metodo di produzione come “bio”, che stabilisce un nesso con il metodo di produzione biologica ed numero di riferimento, composto al massimo di tre cifre, stabilito dalla Commissione o Stato Membro per gli “organismi di controllo” riconosciuti.
In pratica i prodotti ottenuti, confezionati ed etichettati anteriormente al 1° luglio 2010, a norma del Regolamento (CEE) n. 2092/91 e del Regolamento (CE) n. 834/2007, potranno continuare ad essere commercializzati, con termini che fanno riferimento al metodo di produzione biologico, fino ad esaurimento delle scorte
Relativamente allo smaltimento delle scorte, il limite temporale massimo previsto arriva al 1° gennaio 2012. Circa i materiali da imballaggio prodotti a norma dei Regolamenti (CEE) n. 2092/91 è (CE) n. 834/2007, potranno continuare ad essere utilizzati per i prodotti commercializzati con termini che fanno riferimento al metodo di produzione biologico, fino al 1° gennaio 2012, a condizione che i prodotti siano conformi al regolamento (CE) n. 834/2007.
Nuovo marchio
Al termine del concorso bandito dall’Ue, circa 500 milioni di cittadini, hanno scelto il nuovo logo che contrassegnerà i prodotti biologici confezionati dal prossimo primo luglio.
Il logo vincente “Euro-leaf” o Eurofoglia è la raffigurazione stilizzata di una foglia delimitata da dodici stelle bianche, simbolo dell’Ue, su uno sfondo verde con al centro una cometa.
L’utilizzo del logo in etichetta, diventerà obbligatorio assieme al luogo di produzione ed alle altre indicazioni menzionate, per i prodotti biologici dei Paesi Ue e facoltativo per alimenti provenienti da paesi terzi. Esso indicherà che i prodotti sono stati ottenuti in conformità al Regolamento Ue sull’agricoltura biologica e pertanto promuove la fiducia dei consumatori riguardo all’origine e alla qualità dei loro alimenti e bevande.
Il vantaggio maggiore, derivante dall’applicazione del logo biologico Ue, sarà che i consumatori negli Stati Membri potranno facilmente identificare i prodotti biologici, indipendentemente dalla loro origine.
Il logo non può essere modificato né combinato con altri elementi, ma è possibile solo affiancarvi altri marchi nazionali o privati già esistenti. Al fine di migliorare l’identificazione di tutti i prodotti oltre a questo nuovo simbolo sono previsti altri elementi quali il numero di codice standardizzato dell’organismo ed il luogo di produzione delle materie prime agricole che entrano nella composizione del prodotto. Le produzioni biologiche vengono certificate da Organismi di Controllo autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, le analisi sui prodotti in commercio condotte da laboratori accreditati e i controlli pubblici effettuati mediante ispezioni direttamente in azienda, per verificare che si rispettino i requisiti legali. Solo rispettando tali requisiti i prodotti possono essere venduti come biologici e guadagnare il diritto di portare il logo Euro-leaf.