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News - Ambiente & Energia

News - Ambiente & Energia (409)

La Direttiva Ecodesign

 

La direttiva Ecodesign è entrata in vigore nell’agoecodesignsto del 2005 ed è stata recepita in Italia con il Decreto Legislativo n. 201 del 6 novembre 2007.
La Direttiva 2009/125/CE  del 21 Ottobre 2009 (GUCE 31/10/2009) ha modificato la Direttiva 2005/32/CE EuP, estendendone il campo di applicazione anche agli Energy Related Products, ovvero quei prodotti, come ad esempio i serramenti, i materiali isolanti o i rubinetti per l’acqua, che, sebbene non consumino direttamente energia, hanno una diretta relazione con il consumo energetico degli EuP. Il Decreto Legislativo 16 febbraio 2011, n. 15 “Attuazione della direttiva 2009/125/CE relativa all’istituzione di un quadro per l’elaborazione di specifiche per progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia” è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 55 del 8 marzo 2011.
Da un punto di vista tecnico la nuova Direttiva non apporta alcuna modifica significativa ai prodotti per i quali esistono già dei Regolamenti attuativi.

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La raccolta e il riutilizzo del vetro

 

Migliora la raccolta del vetro. Gli italiani riciclaggio-vetrodimostrano di apprezzarlo sempre più come contenitore per alimenti e partecipano attivamente al processo di riuso del materiale che ormai coinvolge l’82% dei cittadini. Nel 2010 la percentuale di riciclo, è salita al 68% con una crescita del 2% rispetto al 2009. A fornire i dati è il Coreve, Consorzio recupero vetro, che segnala a sorpresa, che la Sardegna guadagna la medaglia della regione più virtuosa battendo le veterane Trentino e Valle d’Aosta.
La situazione complessiva è decisamente incoraggiante: il tasso di riciclo degli imballaggi consumati in Italia a fine 2010 si colloca ben 8 punti percentuali sopra il limite-obiettivo del 60% fissato dalla normativa europea e nazionale. Un dato “prossimo ad un limite fisiologico” commenta all’Adnkronos, Massimiliano Avella, responsabile comunicazione Coreve che aggiunge: “il prossimo passo per crescere è trovare nuove formule per riuscire a separare il vetro per colore”. Un buon risultato che, come spiega il presidente del consorzio, Gianpaolo Caccini, è dovuto “al continuo aumento, da molti anni a questa parte, del fronte dei comuni che sottoscrivono le nostre convenzioni per il ritiro del vetro e che di conseguenza percepiscono un corrispettivo economico per la raccolta svolta: questo numero è cresciuto del 5% circa rispetto all’anno scorso”.

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Riduzione dei rifiuti:7 milioni per le Province

Non solo risorse periciclo-rifiutir la differenziata e l’impiantistica (150 mln da ripartire a Comuni e Provincia) ma anche fondi per promuovere la riduzione a monte dei rifiuti, lungo la filiera che va dal prosutore al consumatore. L’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania stanzia a quest’ultimo scopo 7 milioni di euro. Le risorse sono assegnate da Palazzo Santa Lucia con un apposito decreto, alle 5 Province della Campania. Gi enti dovranno provvedere ad emanare appositi bandi diretti ai Comuni in base alla popolazione residente per incidere, con incentivi ad hoc, sulla misura. Delle risorse disponibili 3 milioni e 50 mila euro vanno alla Provincia di Napoli, 1 milione 593 mila a quella di Salerno, 1 milione 316 mila euro a quella di Caserta, 630 mila euro alla Provincia di Avellino e 413 mila euro a quella sannita.

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Incentivi Ue alla mobilità sostenibile

 

In arrivo 12 milioni per promuovere i progetti di 30 metropoli europee.
Per le città intelligenti del futuro, in grado di promuovere la mobilità e lo sviluppo sostenibile, l’Unione europea è pronta a investire circa dodici milioni di euro, selezionando trenta città in tutta Europa che riceveranno gli incentivi. A fare il punto sul progetto Smart cities che entrerà nel vivo della selezione nel prossimo mese di giugno è stato, ieri, a Milano Carlo Corazza, portavoce del vicepresidente della Commissione, Antonio Tajani.
Corazza è intervenuto al summit “Green mobility e sviluppo urbano sostenibile” organizzato dal Gruppo 24 Ore. «Dall’Italia abbiamo già ricevuto le candidature di Torino e Genova» ha spiegato Corazza. L’urgenza di ripensare ai modelli di sviluppo urbano e di colmare il gap infrastrutturale su scala mondiale è stata evidenziata anche da Riccardo Trentini di Boston consulting group: «Per acqua, trasporti e rifiuti servono 40 triliardi di dollari da oggi al 2030 – ha osservato – inevitabile coinvolgere i capitali privati».
A livello locale molte le esperienze citate: da Salerno che si prepara a diventare il polo dell’architettura contemporanea («Abbiamo investimenti per 1,4 milioni e firme come Zaha Hadid e David Chipperfield» ha spiegato il sindaco uscente Vincenzo De Luca) al progetto di auto elettriche Zero Emission city in avvio a Parma.
Ma ciò che ancora manca, secondo Leopoldo Freyrie, neo-presidente dell’Ordine architetti «è una visione strategica unitaria nelle nostre città». Mentre Giuseppe Roma direttore del Censis, ha chiesto «un ascolto preventivo dei cittadini». Per l’auto elettrica la grande sfida si gioca sui costi. Renault (quattro miliardi di investimenti sul piatto e quattro modelli in arrivo a partire dal 2012) stima che nell’arco di 5-6 anni si arriverà a produrre un modello equivalente per prezzo ai veicoli tradizionali.
Ne è meno convinta Peugeot, che dal 2010 ha commercializzato in Europa il primo modello elettrico al 100%. In Italia uno dei principali ostacoli alla diffusione dell’auto elettrica è l’assenza di colonnine di ricarica. Lo ha ricordato Paolo Ghinolfi («Ne mancano ancora troppe»), ad di Arval, società leader nel noleggio auto a lungo termine, il quale ha invitato le case costruttrici a «non fare un prodotto di difesa». A giugno, inoltre, debutterà a Singapore un progetto targato Bosch che prevede l’installazione di 60 colonnine per 60 vetture.
Fonte: Il Sole 24 Ore

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Sulla responsabilità per reati ambientali partita ancora aperta

 

Il 7 aprile è images3stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto che recepisce la direttiva 2008/99/Ce sulla tutela penale dell’ambiente ed estende agli illeciti ambientali la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e degli enti (DecretoLegislativo231_2001 ).
La responsabilità amministrativa degli enti per alcune tipologie di reati commessi nell’interesse o a vantaggio degli stessi da dipendenti o amministratori è ormai istituto conosciuto e oggetto di frequenti interventi giurisprudenziali. In caso di violazione, le sanzioni sono ingenti: misure pecuniarie, di confisca e interdittive. La responsabilità amministrativa può essere evitata solo attraverso la predisposizione di specifici modelli organizzativi aziendali. Ora anche i reati ambientali sono inclusi nell’ambito di applicazione del Dlgs 231/01.
La delega era ambiziosa (si veda anche «Il Sole 24 Ore» del 6 giugno 2010). Per un verso, prevedeva il recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente, con l’introduzione di specifiche condotte illecite ambientali; per altro verso, ne disponeva il coordinamento con il Dlgs 231/01.
La scelta effettuata in sede di attuazione è stata la più semplice. Non si è riorganizzato in modo sistematico il sistema sanzionatorio penale ambientale, cercando di trovare un equilibrio tra gradazione dell’elemento soggettivo del reato e obbligo di vigilare sui dipendenti e sottoposti. Sono stati invece introdotti due nuovi reati ambientali nel Codice penale, sul presupposto che tutte le altre condotte individuate nella direttiva siano già sanzionate. Gli altri reati a tutela dell’ambiente sono diventati “reati presupposto”, con un’importante precisazione: non si è fatta distinzione tra delitti e reati contravvenzionali, con tutte le conseguenze che ne derivano (prescrizione, oblazione, punibilità a titolo di dolo e di colpa, eccetera). Questi i due nuovi reati: il primo (articolo 727 bis) è rubricato «uccisione, distruzione, cattura, prelievo o possesso di esemplari di specie animali o selvatiche protette» ed è certamente di minimo impatto per le attività produttive. Il secondo è finalizzato a rendere concreta ed efficace la tutela dei siti protetti comunitari della rete “natura 2000?: chiunque «distrugge o comunque deteriora in modo significativo un habitat all’interno di un sito protetto è punito con l’arresto fino a 18 mesi e con l’ammenda non inferiore a 3mila euro» (nuovo articolo 733 bis). Si tratterà di comprendere i contorni della condotta rilevante. Se con “habitat” si intendono tutti gli elementi ambientali, cioè sottosuolo, falde acquifere, suolo, acque superficiali e atmosfera, potrebbe essere stata introdotta una fattispecie di reato collegata esclusivamente al fatto di aver effettuato una contaminazione, seppure in zone limitate (quelle protette dalla rete europea “natura 2000?). Se così fosse, nei siti protetti comunitari la conservazione della natura assumerebbe connotati maggiormente incisivi rispetto alle altre zone protette dal diritto interno (parchi nazionali e regionali) che non godrebbero di tale protezione dall’ordinamento penale.
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Rapporto Rifiuti Urbani 2011

ispra

La produzione dei rifiuti in Italia, secondo l‘Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA, è in calo; cresce, invece, la raccolta differenziata, sia pure con notevole differenze tra il nord, dove si raggiunge il 48% ed il centro ed il sud che si attestano, rispettivamente sul 24,9 ed il 19,1. A fronte della diminuzione della produzione di rifiuti, si registra, però un incremento degli oneri a carico dei cittadini, come si evince dal Rapporto Rifiuti Urbani 2001 dell’ISPRA.

scarica il Rapporto_ISPRA

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Energia in Campania

 

Energia

 

Promozione dell’utilizzo di energia solare, incentivi per chi sostituisce gli impianti di vecchia generazione con quelli fotovoltaici, raggiungimento entro il 2021 di una copertura del 60 per cento del consumo energetico regionale mediante strutture alimentate dalla luce del sole. Sono i punti essenziali della proposta di legge di iniziativa popolare depositata al Consiglio regionale della Campania. Nel provvedimento, che intende far dichiarare l’energia solare fonte primaria a livello regionale, si prevede anche l’assegnazione gratuita agli enti locali delle aree demaniali di pertinenza della Regione per la creazione di poli dell’energia verde.

 

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Nuova Raccolta Guide Set Energia

Energy

Il CEI ha pubblicato la nuova Guida 205-18 "Guida all'impiego dei sistemi di automazione degli impianti tecnici negli edifici – Identificazione degli schemi funzionali e stima del contributo alla riduzione del fabbisogno energetico di un edificio"

 

Pubblicata in forma di volume la CEI 205-18 riguarda la stima del risparmio energetico ottenibile tramite l'impiego di sistemi di automazione per il controllo e la gestione degli impianti tecnici degli edifici .

Per l'occasione è stata creata la raccolta "SET ENERGIA" composta dalle seguenti pubblicazioni:

• Volume Guida CEI 205-18 "Guida alla realizzazione di sistemi di automazione degli impianti tecnici negli edifici – Identificazione degli schemi funzionali e stima del contributo alla riduzione del fabbisogno energetico di un edificio".

• Volume Guida CEI 82-25 "Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di media e bassa tensione".

• Norma CEI UNI EN 16001 "Sistemi di gestione dell'energia – Requisiti e linee guida per l'uso"

La raccolta SET ENERGIA è disponibile presso tutti i punti CEI.

 

Per informazioni contattare il servizio Normativa Tecnica alla casella: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Il conto energia dribbla la stretta

 

l 2012 si apre con un contatore fottralicci-258x258ovoltaico che segna 318.747 impianti in esercizio, 12,463 GW di potenza installata e un costo annuo ponderato dei quattro conti energia di circa 5,44 miliardi di euro. Ulteriori 450 milioni di euro saranno i costi medi annui associati agli impianti ammessi in base al registro dei grandi impianti del 2011 e al registro del primo semestre 2012. Non si dovrebbero aggiungere gli ulteriori 130 milioni di costo del registro del secondo semestre 2012, laddove fosse confermato che gli impianti che

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In Gazzetta il decreto rinnovabili

 

Fotovoltevergie-rinnovabili-a-casteldeci largeaico, si riparte. Ieri è stato pubblicato in www.gazzettaufficiale.it (numero 109 del 12 maggio) il decreto interministeriale dello Sviluppo economico e dell’Ambiente del 5 maggio che introduce il quarto conto energia, vale a dire il nuovo regime di incentivi per il fotovoltaico. Può così ricominciare, su basi normative solide (e si spera non più modificate per i prossimi anni, come promesso dal governo) un comparto che ha un giro d’affari annuo di 11,5 miliardi di euro (fonte A.T. Kearney).
Nel testo è confermato il bonus aggiuntivo del 10% sull’incentivo per queli impianti realizzati per almeno il 60% con forniture europee.
Dopo il blocco del terzo conto energia, durato appena due mesi e vittima degli effetti del decreto salva-Alcoa (58mila impianti hanno chiesto gli incentivi dorati del secondo conto energia prorogati), le aziende del settore stanno aggiornando le strategie.
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