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L’Iter degli scarti all’humus

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Il compostaggio è un processo naturale ove il rifiuto organico si trasforma in terriccio fertile (il compost), da parte di microrganismi aerobi. La raccolta differenziata delle frazioni compostabili riveste un ruolo trainante per lo sviluppo delle raccolte degli altri materiali (metalli, vetro, plastica eccetera). Infatti, questi, privi dell’organico sono “puliti” e più facilmente riciclabili. Certo, come per tutte le frazioni riciclabili, raccogliere non basta, occorre che accanto alla raccolta siano messi in rete gli impianti per la trasformazione industriale. Nel caso dell’umido, si tratta dei compostatori, i quali realizzino le tre fasi del compostaggio, ossia la decomposizione, la trasformazione e la maturazione. Nei primi due mesi (fase di decomposizione) si svolge l’attività dei batteri termofili del terreno che attaccano e sminuzzano le sostanze organiche sviluppando calore. La temperatura sale fino a oltre 60°C e purifica la massa dai microrganismi dannosi e dagli agenti patogeni presenti negli scarti. Poi, fino al quarto mese (fase di trsformazione) la temperatura scende fino a 25°C grazie all’attività di batteri e funghi decompositori. Il volume diminuisce perché evapora l’acqua contenuta nel rifiuto organico. Infine (maturazione), tra il quarto e l’ottavo mese il ciclo si conclude. La temperatura scende ancora e piccoli invertebrati (lombrichi, lumache, centopiedi e alghe azzurre), completano la maturazione del compost riducendolo in humus. Se le Regioni e gli enti locali monitorassero e incoraggiassero davvero il compostaggio, con una pratica regolare di raccolta differenziata e di compostatori, i Comuni (e di conseguenza i cittadini) avrebbero un risparmio pari al prezzo del mancato smaltimento in discarica dei rifiuti organici.

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Rogiti con certificato energetico

ROGITO-CON-CERTIFICATO-ENERGETICO 

La certificazione energetica degli edifici potrebbe avere tra breve un nuovo e rilevante capitolo della sua tormentata storia. Nel decreto legislativo attuativo della direttiva 2009/28/CE in tema di promozione dell’uso di energia derivante da fonti rinnovabili varato dal consiglio dei ministri (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri), si dispone (all’articolo 11) una modifica dell’articolo 6 del decreto legislativo 192/2005 e cioè della norma che impone l’obbligo di “dotare” gli edifici oggetto di compravendita dell’attestato di certificazione energetica (Ace).

Tralasciando il caso degli immobili nuovi (che debbono inderogabilmente avere l’Ace), la normativa statale attualmente vigente impone che, se viene trasferita una unità immobiliare non nuova, essa deve essere “dotata” del certificato energetico. Nel testo originario del decreto legislativo 192 la presenza dell’Ace (allora si chiamava Aqe) era prescritta a pena di nullità, ma poi, con il decreto legge 112/2008 (articolo 35, comma 2-bis) la sanzione di nullità venne soppressa e l’obbligo di “dotazione” è stato da allora interpretato come norma derogabile. In altri termini, i contraenti possono accordarsi che sia l’acquirente a farsi carico dell’obbligo di dotare di Ace l’immobile acquistato, con la conseguenza che il continuo rimpallo dell’obbligo di dotazione tra un soggetto e l’altro provoca che l’immobile resta in sostanza privo di Ace se ubicato in regioni diverse da quelle che, come ad esempio la Lombardia e l’Emilia Romagna, abbiano previsto discipline più stringenti di quella statale.

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Nel 2017 acqua calda dalle rinnovabili al 50%

 

Nel decreto sulle rinnovabili non c’è solo il nodo degli incentivi al settore. Ci sono anche norme che impattano in modo sensibile sulle costruzioni. Il decreto legislativo 28, infatti, stabilisce nuovi obiettivi di energia, termica ed elettrica, da raggiungere attraverso un percorso graduale che va da maggio 2012 al 2017 sia per i nuovi edifici che per le ristrutturazioni rilevanti di quelli esistenti.

A introdurre gradualmente gli standard è l’allegato 3. Il primo scaglione partirà dal 31 maggio del 2012 e arriverà fino a dicembre 2013: da allora tutti gli immobili dovranno coprire almeno il 20% del fabbisogno di acqua calda sanitaria con energia rinnovabile. Una percentuale che non è particolarmente onerosa (in molte Regioni già oggi le soglie sono molto maggiori). Dal 2017 che si dovrà centrare l’obiettivo del 50% di acqua calda sanitaria «verde». Analoghi scaglioni – da maggio 2012 al 2017 – sono previsti anche per il fabbisogno di energia elettrica prodotta con le rinnovabili.

Molto complesso sarà il rapporto con gli indici richiesti dalle leggi regionali: il decreto 28, all’articolo 11, infatti da un lato ammette la possibilità che Autonomie e Comuni richiedano valori superiori e, dall’altro, prevede in modo categorico che «gli obblighi previsti da atti normativi regionali» siano adeguati entro 180 giorni, pena la decadenza e l’applicazione dei limiti statali.

L’impresa che riesce a incrementare del 30% i valori minimi di copertura da rinnovabile ottiene un bonus volumetrico del 5% in più. Previste anche nuove sanzioni: il costruttore che installa impianti di energia rinnovabile senza titolo paga in solido una sanzione pecuniaria da 1.000 a 150mila euro nei casi più rilevanti e da 500 a 30mila per quelli domestici.

Fonte: energiaIl Sole 24 Ore

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Progetto Conai-Amra, il gas fa la differenza

 

Ventotto grammi di petrolio. Alla fin fine una bottiglia di plastica consiste in ventotto grammi di petrolio. “E precisamente in questo consiste il suo grande pregio”, commenta Giuseppe Rossi, presidente di Corepla, Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica. Sì perché contrariamente a quel che solitamente pensiamo, il fatto che la plastica conservi intatta la sua matrice petrolifera può rappresentare una svolta sul fronte del riciclo e del risparmio energetico. Una incoraggiante sperimentazione in tal senso è stata appena presentata da Conai (Consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi) e da Amra (Centro di competenza Regionale per l’Analisi e il Monitoraggio del Rischio Ambientale), che insieme hanno realizzato nella zona industriale di Caserta il primo impianto pilota di gassificazione a letto fluido in Italia.
Si tratta di un innovativo processo per il recupero di energia e materia da rifiuti urbani e di imballaggio. Secondo Umberto Arena, ordinario di Impianti Chimici alla Sun e membro del comitato esecutivo dell’Amra, “questa tecnologia potrebbe contribuire in modo notevole alla riduzione della quota di materiale che finisce in discarica e, soprattutto, servirebbe a recuperare materie ed energie anche dagli scarti di processi di selezione e riciclo di materiale da raccolta differenziata”.
Il progetto è nato nel 2006 da una convenzione tra Conai ed Amra ed è stato finanziato con un contributo di 1.100.000 euro, 600 mila investiti da Conai e 500 mila provenenti dai fondi europei della Regione Campania. Oltre a rappresentare una realtà in netta controtendenza rispetto ai noti problemi della nostra regione in materia di smaltimento e riciclo dei rifiuti, l’impianto di Caserta impatta su un mercato in netta crescita.

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Al debutto la «Dia» per le fonti rinnovabili

 

Nuovi obblighi per le fonti rdiainnovabili e promozione del risparmio energetico. Queste le linee guida del decreto legislativo n. 28 del 3 marzo 2011 (pubblicato nel Supplemento Ordinario n. 81 della «Gazzetta Ufficiale» n. 71 del 28 marzo) che è entrato in vigore ieri.
Atteso dal 5 dicembre (quando era scaduto il termine base della delega contenuta nella Comunitaria 2009), il decreto legislativo attua la direttiva per la «promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili» n. 28 del 23 aprile 2009.

L’obiettivo dell’intervento normativo è porre le basi per permettere all’Italia di adempiere entro il 2020 all’obbligo di utilizzo di fonti rinnovabili assegnatole in sede comunitaria, che è pari al 17% del consumo finale lordo di energia (inteso come aggregato dei consumi elettrici, dei trasporti e della climatizzazione).

Il decreto concentra l’intervento su due principali filoni. Da un lato sono stati introdotti nuovi incentivi e obblighi per l’uso delle fonti rinnovabili, quali fonti energetiche primarie per la generazione elettrica e per la climatizzazione degli ambienti, e in relazione ai biocarburanti per il trasporto. Il secondo campo di intervento è la promozione del risparmio energetico finalizzato a ridurre il consumo complessivo sul quale, nel 2020, andrà calcolata la quota nazionale.

Oltre ai temi già ampiamente discussi, quali il passaggio dal terzo al quarto conto energia il 1° giugno 2011 (oggetto di un decreto ministeriale in corso di predisposizione) e la previsione di limiti all’uso delle aree agricole per l’installazione di impianti fotovoltaici, il provvedimento introduce norme di dettaglio di particolare interesse.

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Primo obiettivo: sicurezza sul lavoro

SICUREZZA LAVORO 

Oltre ai già citati accordi di collaborazione con Inail Campania a dimostrare forte attenzione per lo Sportello Rsi è stato l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, con il quale Promos Ricerche sigla una convenzione per promuovere la cultura della qualità, della sicurezza e igiene del lavoro e della tutela dell’ambiente attraverso convegni, workshop e progetti informativi e formativi per far conoscere obblighi ed opportunità ai professionisti ed alle aziende interessate. Il primo atto, conseguenza dell’accordo, è stata l’attivazione di un servizio settimanale presso la sede dell’Ordine di informazione e di consultazione on-line della normativa tecnica Uni e Cei.

CICLO DI INCONTRI
Nell’ambito di questa convenzione, e in collaborazione anche con Uni e Cei, sono stati realizzati, presso l’Ordine e presso la Camera di Commercio una serie di incontri.
Il primo, dal titolo: “La Sicurezza degli impianti. Dal D. M. 37/08 al D.lgs 81/08”, a giugno 2009 con la partecipazione di diversi componenti della Commissione Sicurezza dell’Ordine, seguito nel successivo novembre da quello sul tema “Inquinamento Indoor: cause e metodologie per il trattamento” cui hanno partecipato anche i responsabili dell’Asl Na 1 del Dipartimento Ispesl di Napoli, oltre a numerose testimonianze di aziende del settore.

ISPESL
Un altro accordo, in prosecuzione delle collaborazioni già avviate, è stato siglato con l’Ispesl, l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, oggi, Inail, con cui, tra fine 2009 e fine 2010 sono stati realizzati una serie di incontri.
In particolare, a novembre 2009 si è tenuto il workshop “La gestione della sicurezza in azienda e nelle Pubbliche Amministrazioni”, replicato all’inizio di dicembre 2009 con un’approfondimento sul Duvri – Documento Unico di Valutazione del Rischio da Interferenza; sempre a dicembre 2009 in collaborazione anche con l’Ordine degli Ingegneri di Napoli e l’Uni, in vista dell’entrata in vigore della Nuova Direttiva Macchine (2006/42/CE) si è tenuto il convegno “La nuova Direttiva Macchine: raffronto con la recente normativa europea”. Il programma di incontri si è concluso a febbraio 2010, con il workshop “La gestione in sicurezza delle piattaforme aeree e dei carrelli elevatori: aspetti tecnici, normativi e gestionali”.

SAFETY DAY
Sempre al fine di promuovere l’implementazione Sistemi di Gestione orientati a garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, sono proseguite le attività sulla base dell’esperienza fatta con l’Unioncamere Campania e l’Inail Campania, realizzando un ciclo di Workshop denominato sinteticamente Safety-day. Gli incontri, di carattere prevalentemente informativo, si sono tenuti, a partire dal 2008, presso le Camere di Commercio di tutte le provincie della Campania ed hanno visto il convolgimento, di volta in volta, di dirigenti, funzionari dell’Inail, dell’Arllas e tecnici della Contarp dell’Inail.
Nel corso del 2010 l’azione informativa è stata affiancata da una vera attività formativa con l’organizzazione, presso le Camere di Commercio di Benevento e Salerno, di un corso per “Auditor di Sistemi di Gestione della Safety”, che, ulteriormente ampliato, sarà realizzato a breve anche a Napoli e presso le altre Camere della regione.

RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVA
Con il Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro è stata posta per la prima volta l’attenzione, oltre che alla definizione della Rsi, anche al tema della Responsabilità Amministrativa dell’impresa, così come introdotto dal D. Lgs. n. 231 dell’8 giugno 2001 esteso anche ad Enti ed Organizzazioni, con o senza personalità giuridica.
Le organizzazioni rischiano di dover rispondere, con gravi sanzioni pecuniarie e interdittive, per una rilevante gamma di reati che possono essere compiuti nel loro interesse e vantaggio da qualunque soggetto facente parte della propria struttura: amministratori, dirigenti, dipendenti, ma anche terzi mandatari.
Al fine di annullare le conseguenze derivanti da condotte individuali illecite, le organizzazioni possono adottare un sistema di gestione denominato “Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo”, che costituisce una circostanza esimente prevista dall’art. 6 del D. Lgs. citato.
Tale sistema di gestione deve rispondere all’esigenza di dotare l’azienda di uno strumento di controllo organico e preventivo dei reati previsti e sufficiente ad esonerare l’ente collettivo dalla responsabilità amministrativa introdotta nell’ordinamento.
A novembre 2009 si organizza il convegno su “Modelli Organizzativi 231. Evoluzione della Responsabilità Amministrativa d’Impresa: nuovi reati e prospettive di ulteriore ampliamento”, nel quale grazie alla partecipazione di magistrati, rappresentanti del mondo aziendale ed accademico, è stato ampiamente illustrata la tematica e le possibili ricadute sulle imprese.
TEMA IN EVOLUZIONE
Data la continua evoluzione della legislazione, nel corso del 2011 è stato preventivato dallo Sportello RSI l’organizzazione di un nuovo convegno nazionale per un aggiornamento sulla Responsabilità Amministrativa ed una serie di incontri e workshop su specifiche tematiche attinenti alla salute e sicurezza dei lavoratori come lo stress lavoro – correlato, oltre al già citato corso per Auditor di Sistemi di Gestione della Safety.

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Quando solidarieta’ vuol dire anche profitto

 

solidarietHa compiuto cinque anni di attività lo Sportello Rsi (Responsabilità sociale d’Impresa) della Camera di Commercio di Napoli.
Ecco un bilancio dell’attività e del suo programma di sensibilizzazione delle Pmi per la responsabilità sociale.

RESPONSABILITA’ SOCIALE E IMPRESA
La Responsabilità Sociale, affonda le sue radici nell’economia sociale, trattata già nei secoli scorsi da illustri luminari, anche campani come il “Genovesi”, e diventa RSI ufficialmente quando R. E. Freeman, nel 1984 per la prima volta, esprime il concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa nel saggio “Strategic Management: a Stakeholder Approach”.
In questo saggio emergono le preoccupazioni, di natura etica, all’interno della visione strategica d’impresa come manifestazione della volontà delle grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problematiche d’impatto sociale ed etico al loro interno e nelle zone di attività.

IL PROGETTO
Vediamo innanzitutto come nasce il progetto. Nel 2001, con la pubblicazione del Libro Verde, la Commissione Europea inserisce tra le sue priorità la Responsabilità Sociale d’Impresa, invitando gli Stati membri a promuoverne la sensibilizzazione e lo sviluppo nelle proprie realtà territoriali.
Il ministero del Welfare recepisce tali indicazioni e dal 2002, con l’ausilio della Bocconi, definisce un quadro di riferimento comune per le imprese italiane, attivando il progetto Csr-Sc e sigla un protocollo di intesa con l’Unioncamere con l’intento di avviare iniziative di sensibilizzazione e sviluppo tramite le Camere di Commercio diffuse su tutto il territorio nazionale.
A Napoli il Consorzio Promos Ricerche, in collaborazione con gli enti normatori, si è impegnato fin dal 1993 a diffondere le normative tecniche nella convinzione che la loro applicazione potesse dare nuova competitività alle imprese e con il supporto della Camera di Commercio ha attivato un punto di riferimento regionale, sviluppando, altresì, dal 2004 un programma di interventi informativi e formativi per promuovere la conoscenza e l’implementazione dei sistemi di gestione riguardanti qualità, sicurezza e prevenzione e tutela ambientale.

L’AVVIO
La Camera di Commercio di Napoli, aderisce nel 2004 al progetto di Unioncamere e Ministero del Welfare, e con il Consorzio Promos Ricerche attiva un servizio di informazione e di assistenza tecnica per la promozione della RSI, partecipando a un fondo di perequazione insieme con la Camera di Commercio di Caserta. Uno studio effettuato nel 2005 evidenzia il notevole interesse verso la RSI di imprenditori e responsabili della Pubblica Amministrazione alla ricerca di nuovi modelli di sviluppo economico. Nasce così lo Sportello Rsi di Napoli, per assicurare alle imprese il supporto informativo continuo ed aggiornato sugli strumenti tecnici e le attività formative disponibili per implementare la Rsi, fornendo altresì indicazioni su opportunità e agevolazioni esistenti.

VALORE AGGIUNTO
Sulla base di tali considerazioni e convincimenti, nell’aprile 2006 viene organizzato il convegno “Responsabilità sociale: valore aggiunto per le imprese – Come implementare una strategia di intervento”, che registra la partecipazione attiva di Uni, Unioncamere, Ministero del Welfare, Fondazione I-Csr, Inail e diversi rappresentanti dell’imprenditoria e del mondo accademico. L’evento rappresenta un’occasione di riflessione sul tema della Rsi quale scelta strategica per le imprese e stimolo verso l’adozione di comportamenti socialmente responsabili, ma nel contempo traducibili in valore aggiunto per le imprese.
Un incontro analogo segue nel giugno 2006 presso la Camera di Commercio di Caserta, anch’essa aderente all’iniziativa di Unioncamere per sviluppare e incentivare l’implementazione della RSI in Terra di Lavoro, fornendo informazioni sul progetto CSR-SC e su tutti gli strumenti per implementare la RSI all’interno delle imprese (SA8000, codice etico, bilancio sociale, certificazioni ambientali, ecc.).

CONSAPEVOLEZZA
Stava già maturando, tra gli operatori più attenti, la consapevolezza che il valore di una organizzazione non risiede solo nelle performance economiche, ma anche e soprattutto nell’insieme delle prestazioni sociali e ambientali, che rendono l’organizzazione “sostenibile” nel tempo. Tutto sulla base del ragionamento che un’organizzazione capace di valorizzare e fidelizzare i propri dipendenti, stabilire rapporti di collaborazione con i fornitori ed instaurare canali di ascolto e dialogo con i clienti, è destinata a mantenere e ad accrescere nel tempo la sua quota di mercato, anche in momenti di congiuntura negativa.

SCALA INTERNAZIONALE
Negli ultimi anni numerose sono state le iniziative sviluppate su scala internazionale e nazionale per offrire modelli di riferimento per la RSI ed aiutare così le organizzazioni a integrare le “preoccupazioni ambientali e sociali” nella propria gestione, approfondendo e istituzionalizzando il dialogo con le parti interessate.
Nell’intento di fornire una corretta informazione sugli strumenti disponibili, lo Sportello di Napoli organizza nel novembre 2006 il corso su “Strumenti e vantaggi della responsabilità sociale” per fornire le conoscenze di base su principi e strumenti illustrando i principali modelli di riferimento per la rendicontazione sociale, per l’elaborazione del Bilancio Sociale ed anche per l’adozione delle Linee Guida Iso 26000, all’epoca solo in bozza, (ufficialmente definite e presentate nel novembre 2010).

SAFETY E RSI
La Legge n. 123/07 delega il Governo a riformare le disposizioni vigenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro, risvegliando l’interesse delle imprese al tema, essendo prevista anche la possibilità di valorizzare, su base volontaria, i codici di condotta etici e delle buone prassi secondo i principi della Responsabilità Sociale. I cambiamenti previsti per gli ambienti lavorativi, oltre che per gli aspetti volontaristici, risultano numerosi e gravosi, in particolare per le PMI dotate di scarse risorse finanziarie e organizzative e di limitate competenze specifiche da destinare al miglioramento dei livelli di sicurezza. Lo Sportello RSI di Napoli organizza, pertanto, un convegno nel novembre 2007 su “Responsabilità Sociale e la Legge su Salute e Sicurezza sul Lavoro: Obblighi ed Opportunità”, finalizzato a promuovere l’implementazione di sistemi gestionali orientati ad assicurare la sicurezza sui luoghi di lavoro, oltre alla qualità ed alla tutela ambientale, quali presupposti “ottimali” per un organico sviluppo di un “sistema etico” nelle imprese per raffrontare le diverse esperienze di dirigenti professionisti e manager; al convegno segue un seminario al quale partecipamo accademici ed esperti di sistemi e certificazione che si confrontarono con le “best practice” di imprese quali Anm spa, Coelmo srl, Ctp spa, Elmeco srl e Metronapoli spa.

TERRITORIO E ORGANISMI PROFESSIONALI
Nell’aprile 2008, con il primo workshop “Safety day: un progetto di Rsi, una sfida dei nostri tempi” parte un progetto in collaborazione con UnionCamere Campania e Inail Campania. L’incontro è articolato in due distinti momenti derivanti da un unico approccio proiettato a creare sinergie e condivisione di obiettivi tra organismi diversi del territorio.
Il workshop, infatti, diventa un momento di rendicontazione e sviluppo di attività, oltre che di presentazione di nuove iniziative del sistema camerale, cui segue un seminario che chiude il progetto “Giugliano: Agenzia di Sviluppo Sociale”, realizzato nell’ambito del programma comunitario Equal II, promosso da Regione Campania e Ministero del Lavoro. Scopo di tale progetto è la diffusione di un’informazione capillare presso le aziende operanti nell’area del giuglianese attraverso un’azione formativa che riunisce sessanta giovani e consulenti e personale di imprese che, oltre a fare un’esperienza comune, acquisiscono titoli spendibili sul mercato del lavoro.
Nel giugno 2008 viene anche organizzato il primo incontro con una organizzazione professionale dal titolo “Prospettive ed opportunità della Responsabilità Sociale d’Impresa: il ruolo dei commercialisti”. L’Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, con il convegno offre un’occasione di riflessione sul tema dei sistemi di gestione aziendale e sulla loro integrazione e correlazione con l’RSI, quale scelta strategica per le imprese, nonché sulla funzione di coloro che sono deputati ad affiancarle in tale scelta, fornendo uno scenario aggiornato e un quadro delle opportunità e delle possibili evoluzioni.

TEMA CENTRALE
La RSI, diventa in questo periodo sempre più un tema centrale della riflessione sociale ed economica contemporanea. Le grandi trasformazioni in corso, quali la globalizzazione dei mercati, la pervasività delle tecnologie e le attuali e nuove sfide ambientali, generano anche l’esigenza di individuare nuovi modelli di sviluppo. La Rsi non è una scelta “estetica”, dettata dai meri obiettivi di immagine, che comporta un costo per l’impresa più o meno gradito in funzione delle destinazioni di beneficenza e di sostegno ad Enti socio-assistenziali, culturali, sportivi ecc…; ma, va invece considerata una scelta strategica. Un comportamento socialmente responsabile contribuisce, infatti, non solo a creare reputazione e a sostenere l’immagine dell’impresa, ma anche a migliorare i rapporti con gli interlocutori sociali ed economici dell’impresa (personale, clienti, partner, fornitori, comunità locale, istituzioni, investitori, ecc..); tutti concorrono a determinare condizioni favorevoli allo sviluppo e all’esercizio delle attività d’impresa, che possono diventare presupposti per vantaggi commerciali.

IMPRESE SOCIALI
Nel 2008, con la pubblicazione di quattro decreti del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero del Lavoro e della Solidarietà Sociale, è stata data piena attuazione alla disciplina dell’impresa sociale (Legge n. 118/05) con l’obiettivo di offrire uno strumento in più a chi decide di fare l’imprenditore nel sociale.
Con il decreto legislativo n. 155/06, integrato dai sopra citati decreti ministeriali, è stata tra l’altro, istituita la “Sezione Speciale del Registro delle Imprese” delle Camere di Commercio in cui vanno obbligatoriamente iscritte organizzazioni (associazioni riconosciute e non, fondazioni, comitati, società, cooperative, consorzi) che vogliono essere identificate come “Imprese Sociali”, usufruendo quindi della limitazione della responsabilità patrimoniale. Da ciò la stretta collaborazione con il Registro Imprese della Camera di Commercio di Napoli, avviando, sia una campagna per informare gli operatori del settore sugli adempimenti della nuova legislazione, sia una attività di reporting, con l’obiettivo di dare vita ad una Banca Dati delle attività e dei servizi delle imprese sociali della provincia di Napoli, pubblicizzando il loro patrimonio di competenze ed esperienze.

SOLIDARIETA’ E PROFITTO
L’intento è consentire alle “imprese profit” del territorio di poter meglio individuare scelte “sociali”, con modalità più funzionali e rispondenti alle loro specifiche esigenze, conciliando il risultato economico con le giuste prestazioni nei confronti dell’ambiente e, più in generale, della società. Un percorso difficile, ma altrettanto necessario. Creare nuove e ulteriori prospettive idonee a creare profitti insieme con le imprese sociali e promuovere solidarietà è l’obiettivo del convegno, realizzato nel novembre 2008, “Dalla Responsabilità Sociale d’Impresa e dall’Impresa Sociale, profitto e solidarietà per uno sviluppo sostenibile”, in cui è stata focalizzata l’attenzione sull’evoluzione normativa nel settore No profit.
I riflettori sono stati posti in quell’occasione sull’economia civile, un modello capitalistico rivoluzionario fatto di imprese sociali, onlus e non profit, enunciato nell’Enciclica “Caritas in veritate” di Papa Benedetto XVI.

OLTRE LE IMPRESE SOCIALI
L’attenzione sulle imprese sociali e sull’opportunità di sviluppare collegamenti tra i due mondi del “profit” e del “non profit”, spinge l’Istituto Italiano della Donazione, detentore del marchio che viene concesso alle Organizzazioni Non Profit – “che mettono al centro del proprio agire i valori di trasparenza, credibilità e onestà” – ad organizzare presso la Camera di Commercio di Napoli, nell’ottobre 2009, la Quarta Conferenza Nazionale della Donazione, sviluppando il tema “ Economia civile: Impresa e terzo settore per lo sviluppo del Paese”. Nel dibattito a latere sul “Non profit come attore del rinnovamento e dello sviluppo del Paese”, sono stati protagonisti l’economista Stefano Zamagni, ed i Presidenti delle principali fondazioni e organizzazioni regionali come: Agenzia per le Onlus, Fondazione Banco di Napoli, Forum Nazionale del Terzo settore, Fondazione Vodafone Italia, Fondazione per il Sud.

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Nuove specifiche per l’installazione degli impianti di acqua potabile

 acqua

Recentemente è stata pubblicata in versione bilingue la norma UNI EN 806-4 Specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il convogliamento di acque destinate al consumo umano – Parte 4: Installazione“.

Il documento specifica i requisiti e fornisce le raccomandazioni per l’installazione di impianti di acqua potabile all’interno di edifici e per tubazioni all’esterno di edifici ma all’interno delle proprietà, in conformità alla UNI EN 806-1. Si applica ai nuovi impianti, alle modifiche e alle riparazioni.

La norma è parte della serie UNI EN 806 “Specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il convogliamento di acque destinate al consumo umano” , costituita dalle seguenti parti:

  • Parte 1: Generalità;
  • Parte 2: Progettazione;
  • Parte 3: Dimensionamento delle tubazioni – Metodo semplificato;
  • Parte 4: Installazione.

La serie UNI EN 806 sarà prossimamente completata con la pubblicazione della parte 5 “Operation and Maintenance”, al momento in fase di stesura.

Dal sito UNI

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SIACEN 1921-2011, l’UNI compie 90 anni e guarda al futuro

 

Le norme UNI per l’efficienza e l’efficacia del sistema economico-sociale dell’Italia: un servizio per la qualità, la sicurezza e la tutela ambientale

L’UNI – organizzazione senza fine di lucro, riconosciuta dallo Stato italiano e dall’Unione europea – dalla sua fondazione nel 1921 accompagna lo sviluppo economico e sociale del Paese.

Il suo compito è – infatti -  studiare, elaborare, approvare e pubblicare le norme tecniche volontarie (le cosiddette “norme UNI”) in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario tranne in quelli elettrico ed elettrotecnico, che contribuiscono al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema economico-sociale italiano, supportando l’innovazione tecnologica, la competitività, il commercio, tutelando l’ambiente, promuovendo la qualità e la sicurezza dei prodotti, dei servizi e dei processi.

Questa complessa attività – portata avanti con il consenso di tutti gli stakeholders – si svolge nell’interesse delle istituzioni, delle imprese, dei professionisti, dei lavoratori e dei consumatori.

In occasione del 90° anniversario della fondazione, UNI organizza una manifestazione pubblica celebrativa, con la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, dell’industria e delle professioni: il convegno “90 anni di UNI: il futuro della normazione” che si terrà il prossimo 16 maggio a Roma, ore 9.30, presso la Camera dei Deputati, nella Sala delle Conferenze di Palazzo Marini sarà l’occasione per discutere il ruolo che la normazione tecnica volontaria potrà svolgere nei prossimi anni per lo sviluppo della società e dell’economia, nell’interesse della Pubblica Amministrazione, degli operatori del mercato, dei lavoratori e dei consumatori.

Ma quale sarà il ruolo della normazione per i prossimi decenni?

Le nuove sfide si giocano ora anche nel campo dello sviluppo responsabile e sostenibile, del coinvolgimento delle piccole e micro imprese nonché dei professionisti, dell’estensione del concetto di sicurezza all’intero ambito sociale, ma – soprattutto – delle sinergie con il futuro quadro legislativo nazionale ed europeo.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione entro il 10 maggio all’indirizzo internet

http://catalogo.uni.com/incontri_strategici/09.html

 

 

 

Le richieste verranno accolte fino al raggiungimento della capienza della sala.

90anni è possibile scaricare la locandina con i dettagli dell’evento

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