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News - Agroalimentare

News - Agroalimentare (79)

Sistema HACCP, dal Ministero della Salute la nuova Linea-guida per l’elaborazione dei manuali

haccpA cura del Ministero della Salute, pubblicata la revisione 1 della Linea-guida per l’elaborazione e lo sviluppo dei manuali di corretta prassi operativa in materia di igiene e di applicazione dei principi del sistema HACCP.

Questa versione costituisce la prima revisione (Rev. 1.0) dopo la pubblicazione del 2011 (Rev 0.0) della Linea Guida sviluppata dal Tavolo di lavoro a cui partecipano rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute coinvolti nel processo di valutazione e successiva validazione dei manuali nazionali di corretta prassi operativa in materia di igiene e di applicazione dei principi del sistema HACCP elaborati ai sensi del Regolamento CE 852/2004.

Il Ministero della Salute valuterà l’opportunità di procedere alla validazione di più Manuali distinti nell’ambito di uno stesso comparto/filiera produttiva; ad esempio nel caso in cui questi vengano presentati da settori particolarmente circoscritti dell’industria alimentare e se nel comparto/filiera di interesse esista almeno un Manuale che costituisca una fonte di riferimento ritenuta valida.

AdA

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Integratori alimentari, stop al commercio solo se il prodotto è rischioso

Integratori alimentariIl divieto assoluto di immissione in commercio di integratori alimentari che contengono aminoacidi, di cui non è provata la pericolosità, è incompatibile con il diritto Ue. La Corte di giustizia dell'Unione europea, con la sentenza del 19 gennaio (C-282/15) chiarisce il margine di intervento delle autorità nazionali chiamate a decidere su questioni di sicurezza alimentare, bloccando pratiche che ostacolano l'immissione in commercio di prodotti non rischiosi.

A rivolgersi ai giudici di Lussemburgo il tribunale amministrativo di Braunschweig (Germania) chiamato a risolvere una controversia tra un'impresa tedesca che produce un integratore alimentare contenente anche un aminoacido (L-istidina) e l'ufficio federale della protezione dei consumatori e della sicurezza alimentare che aveva opposto un no alla deroga al divieto di immissione in commercio dell'integratore con l'aminoacido. In realtà, l'ufficio aveva riconosciuto che la L-istidina non presentava rischi per la salute, ma avendo dubbi sull'innocuità del prodotto per via del ferro, aveva negato l'autorizzazione. Di qui il ricorso in tribunale che, invece, aveva accordato una deroga, limitata temporalmente, consentendo la vendita. La parola è poi passata alla Corte Ue.

Per gli eurogiudici, il regolamento n. 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare e fissa procedure per la sicurezza alimentare punta a conciliare le regole a tutela della salute con quelle sul libero commercio e i divieti di restrizioni. Di conseguenza, il sistema costruito su un divieto di partenza, con la possibilità di deroghe da applicare di volta in volta, e solo in modo temporaneo, non è conforme al diritto Ue. Per gli aminoacidi, utilizzati anche per la produzione di alimenti – osserva la Corte di giustizia – l'Unione europea non ha adottato regole volte a vietarne l'uso, con la conseguenza che si applicano le norme nazionali che disciplinano il settore. Questo vuol dire che gli Stati, come ha fatto la Germania, possono vietarne l'utilizzo negli integratori alimentari, ma valutando il rischio del singolo aminoacido. È così indispensabile un equilibrio tra i vari elementi in gioco. Da un lato, infatti, il regolamento n. 178 impone agli Stati di non immettere in commercio alimenti dannosi per la salute o inadatti al consumo umano. D'altro lato, però, gli Stati, nei casi in cui la scienza è incerta sulla dannosità di un elemento, devono decidere seguendo i principi Ue come l'analisi del rischio e il principio di precauzione.

Ed è proprio la Corte a chiarire che la corretta analisi del rischio deve basarsi su varie fasi, dall'individuazione del pericolo alla valutazione dell'esposizione. Per il principio di precauzione, poi, è indispensabile un'individuazione delle conseguenze potenzialmente negative per la salute e di carattere complessivo tenendo conto degli sviluppi della ricerca internazionale. Le autorità nazionali, quindi, possono vietare l'immissione in commercio di un prodotto, ma non con divieti preventivi automatici. Di qui la conclusione che è incompatibile con il diritto Ue la decisione di colpire indistintamente tutti gli aminoacidi senza una valutazione ad hoc del singolo elemento introdotto negli alimenti, come era avvento nel caso all'attenzione della Corte. Così, non è ammissibile una prassi che preveda una deroga limitata temporalmente al divieto di immissione per prodotti non dannosi.

AdA

fonte Sole24Ore 6/17 M.C.

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Tracciabilità dell'olio d'oliva: nuove sanzioni amministrative

Olive-oil-600x420Approvato in via definitiva lo schema di decreto legislativo che completa il quadro normativo per il contrasto alle frodi.
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro della giustizia Andrea Orlando, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo recante disposizioni sanzionatorie per la violazione del Regolamento (UE) n. 29/2012 della Commissione, del 13 gennaio 2012, relativo alle norme di commercializzazione dell’olio d’oliva e del Regolamento (CEE) n. 2568/91 relativo alle caratteristiche degli oli d’oliva e degli oli di sansa d’oliva, nonché ai metodi ad essi attinenti.
Nello specifico, con l’intervento, che si affianca a quello già realizzato con la legge 9 del 14 gennaio 2013, sono state inserite le sanzioni amministrative riguardanti l’indicazione obbligatoria dell’origine, nonché quelle relative alla leggibilità delle informazioni in etichetta (origine e denominazione di vendita). Tali informazioni, infatti, devono comparire nell’imballaggio in modo tale che siano facilmente visibili, comprensibili ed apposte in uno stesso campo visivo.
Inoltre, sono state previste sanzioni, sempre amministrative, per la mancata istituzione ed irregolare tenuta del registro di carico e scarico degli oli, obbligatorio per tutti coloro che detengono o commercializzano oli ai fini commerciali.
L’ambito dell’intervento sanzionatorio amministrativo è comunque confinato negli spazi non coperti dalla norma penale a cui è riservata la repressione di ogni tipo di frode alimentare.
La competenza all’irrogazione delle sanzioni, previste nel decreto, è affidata al Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con le procedure previste dalla legge n. 689 del 1981.
Restano ferme le competenze spettanti, ai sensi della normativa vigente, agli organi preposti all’accertamento delle violazioni.
Con questo decreto si completa il dispositivo normativo che dà attuazione alla tracciabilità dell’olio, sistema indispensabile per il contrasto alle frodi nel settore oleario.

mb

Fonte: Consiglio dei Ministri

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Agrumi, etichettatura d’obbligo anche per gli imballaggi

agrumiLa tutela del consumatore prima di tutto. In questa direzione la Corte di giustizia dell’Unione europea dà il via libera alla normativa Ue che impone una informazione capillare sui trattamenti subiti dagli agrumi anche nella fase successiva alla la raccolta.

Con la sentenza depositata il 3 marzo (causa C-26/15), gli eurogiudici hanno respinto il ricorso della Spagna che contestava l’applicazione di regole sugli imballaggi di agrumi ritenute troppo restrittive per i produttori. Oggetto della contestazione, il regolamento 543/2011 sulle modalità di applicazione del regolamento 1234/2007, concernente l’organizzazione comune dei mercati nel settore agricolo e le disposizioni specifiche per quanto riguarda determinati prodotti in tale settore.

Al centro dell’attenzione, in particolare, è la disposizione secondo cui - nel commercio di agrumi (limoni, mandarini e arance) - gli imballaggi devono riportare indicazioni all’esterno sugli agenti conservanti o su altre sostanze chimiche utilizzate. Una previsione imposta proprio per tutelare la salute dei consumatori, che sono così informati su ogni sostanza utilizzata anche dopo la raccolta dei frutti.

La norma, tuttavia, si discosta da una disposizione inserita in un atto concluso dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni unite (Unece) e, quindi, per la Spagna non poteva essere applicata. Di qui il primo ricorso al Tribunale Ue, che, con la sentenza del 13 novembre 2014 (T-481/11), aveva dato torto al Paese iberico, dopodiché è arrivato anche il no della Corte di giustizia. Gli eurogiudici hanno confermato in toto la posizione dei colleghi di primo grado. Prima di tutto, la Corte riconosce la piena legittimità del regolamento Ue, tanto più che la Commissione, nel dare attuazione alle regole sulla commercializzazione dei prodotti, non è vincolata da quelle fissate dall’Unece, le quali sono prese in considerazione, ma non devono essere riprodotte in maniera identica al testo di partenza, che, oltretutto, ha un mero carattere raccomandatorio. Con la conseguenza che anche gli Stati membri dell’Unione, tutti parti all’Unece, non sono vincolati dalle regole adottate in quel contesto.

I giudici di Lussemburgo, poi, ritengono condivisibile la motivazione del Tribunale che ha dato rilievo all’interesse dei consumatori a ricevere informazioni adeguate e trasparenti. Per perseguire quest’obiettivo, che rientra fra quelli previsti dallo stesso Trattato Ue, la Commissione può prevedere un obbligo di etichettatura per tutte le sostanze utilizzate in trattamenti post raccolta degli agrumi. Tanto più che la tutela dei consumatori rientra fra le esigenze di interesse generale che, in particolare quando è in gioco la salute e l’alimentazione, le istituzioni Ue devono considerare anche nell’ambito della realizzazione della politica agricola comune.

Di conseguenza, l’obbligo di etichettatura deciso dalla Commissione ha una base sufficiente e non viola il principio di proporzionalità e di parità di trattamento. Se è vero, infatti, che tale obbligo riguarda unicamente gli agrumi, è altrettanto vero che la scelta di una regolamentazione più rigida è dovuta al fatto che la buccia degli agrumi non ha uno spessore significativo e non è in grado di ostacolare la penetrazione di sostanze pericolose all’interno. Senza dimenticare l’utilizzo diretto da parte dei produttori di marmellate e liquori.

AdA

fonte Sole24Ore 73/16 M.C.

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Produzione integrata. Pubblicate le Linee guida nazionali 2016

SVQA Dicembre 2015 sono state approvate dall'Organismo Tecnico Scientifico  le procedure di adesione, gestione e controllo del Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata  e le relative Linee guida nazionali per la redazione dei disciplinari regionali di produzione integrata e dei relativi piani di controllo.
Da Gennaio 2016 sarà possibile certificare le produzioni ottenute nell'ambito del Sistema di Qualità SQPNI.
Il Sistema di Qualità di Produzione Integrata costituisce un ulteriore passo in avanti verso un modello di agricoltura sostenibile che promuove alimenti di alta qualità con standard di produzione più elevati rispetto alle norme ordinarie  di tutela ambientale e della salute umana.
Ai sensi del Piano Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, gli agricoltori che aderiranno al SQNPI, potranno beneficiare, in quanto trattasi di un’adesione facoltativa ad un disciplinare di produzione più restrittivo,  di specifici aiuti nell’ambito dei PSR, mentre non sarà sostenuta la difesa integrata obbligatoria alla quale, sono tenute a convertirsi tutte le imprese agricole convenzionali, come stabilito dalla dir. 2009/128/CE.

Scarica le "Linee guida nazionali di produzione integrata 2016"

Scarica il documento "SQNPI - Adesione Gestione e Controllo - 2016"

mb

Fonte: MIPAAF

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Dal MIPAAF incentivi all'e-commerce del settore Agroalimentare

e commerceSecondo i dati elaborati dall'Osservatorio eCommerce B2C Netcomm  del  Politecnico di Milano gli acquisti di cibo e bevande (vino compreso) rappresentano oggi il 3% circa delle vendite da siti web italiani ed è uno dei settori più dinamici nel panorama dell'e-commerce retail.  Segnali incoraggianti arrivano anche dal fronte delle esportazioni, i cui volumi in valore nel 2015 hanno messo a segno nel complesso un balzo del 22%, superando quota 3 miliardi di euro: anche in questo caso il settore Food&Beverage è individuato tra quelli che hanno in prospettiva la possibilità di guadagnare fette di mercato sempre più importanti.
Assume, pertanto, particolare rilevanza il sistema di incentivi varati di recente su iniziativa del Ministero delle politiche agricole con il cosiddetto pacchetto "Campo libero"  e dai successivi provvedimenti attuativi emanati dal Mipaaf, che puntano a sostenere i progetti finalizzati al commercio elettronico, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese. La strada scelta è quella del credito di imposta a favore dei progetti che puntano alla realizzazione e l'ampliamento di infrastrutture informatiche, con una dotazione di 3,5 milioni di euro, complessiva per i due anni. Le modalità per la presentazione delle domande, le tipologie degli investimenti ammessi alle agevolazioni, l'intensità degli aiuti e la soglia massima di spesa sono specificate in una  recente circolare del MIPAAF.
Fermo restando il massimale complessivo di 50.000 euro per impresa e del 40% di intensità di aiuto, la misura del credito d'imposta si articola così:

  • per le imprese di produzione agricola primaria: ai sensi del regolamento di esenzione agricolo (n. 702/2014), per le PMI; nei limiti del "de minimis agricolo" di cui al regolamento (UE) n. 1408/2013 (15.000 euro nell'arco di tre esercizi finanziari), indipendentemente dalle dimensioni dell'impresa (PMI/GI);
  • per le imprese che producono prodotti agricoli di prima trasformazione (compresi nell'Allegato 1 del TFUE): ai sensi del regolamento di esenzione agricolo (n. 702/2014), per le PMI; nei limiti del "de minimis generale" di cui al regolamento (UE) n. 1407/2013 (200.000 euro nell'arco di tre esercizi finanziari), indipendentemente dalle dimensioni dell'impresa (PMI/GI);
  • per le imprese della pesca e dell'acquacoltura, che producono prodotti di cui all'articolo 5, lettere a) e b) dell'OCM, nei limiti del "de minimis" di cui al regolamento (UE) n. 717/2014 (30.000 euro nell'arco di tre esercizi finanziari);
  • per le PMI che producono prodotti agroalimentari, della pesca e dell'acquacoltura non compresi nell'Allegato I del TFUE: nei limiti del "de minimis generale" (200.000 euro nell'arco di tre esercizi finanziari); ai sensi del regolamento generale di esenzione di cui al regolamento (UE) n. 651/2014, nella misura del 20% per le piccole imprese e del 10% per le medie imprese.

Leggi la Circolare Mipaaf

Fonte Rete Rurale

mb

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Etichette dei prodotti: vietato raffigurare ingredienti assenti

etichettatura1Non basta indicare precisamente la composizione di un prodotto alimentare, se poi l’immagine sulla confezione in vendita raffigura un ingrediente che non ne fa parte. In questi casi, infatti, non è assicurata la tutela del consumatore, che potrebbe essere tratto in inganno dall’etichettatura.

Lo ha stabilito la Corte di giustizia della Ue: con la sentenza del 4 giugno 2015 (C-195/14) gli eurogiudici hanno fatto prevalere il peso dell’immagine, che certo cattura di più l’attenzione, rispetto al dato scritto, salvaguardando i consumatori dal rischio di etichettature ingannevoli.

È stata la Corte federale tedesca, che aveva ricevuto il ricorso dell’Unione federale delle organizzazioni e associazioni dei consumatori, a chiedere l’intervento della Corte Ue per la soluzione di alcuni quesiti interpretativi sul diritto dell’Unione. L’associazione dei consumatori riteneva che una società tedesca, che commercializza un infuso ai frutti raffigurando sulla confezione i lamponi e i fiori di vaniglia, malgrado poi questi alimenti non compaiano nella lista degli ingredienti, avesse effettuato una pubblicità ingannevole. Di qui l’azione giudiziaria.

Prima di tutto, la Corte Ue ha chiarito che la direttiva 2000/13 sull’etichettatura e sulla presentazione dei prodotti alimentari, nonché sulla relativa pubblicità (recepita in Italia con il Dlgs 181/2003), modificata dal regolamento 596/2009, impone ai produttori di fornire informazioni corrette, imparziali e obiettive, in grado di non indurre in errore il consumatore. È vero - scrive la Corte - che il consumatore deve leggere l’elenco degli ingredienti, ma non va dimenticato che la confezione attrae immediatamente l’attenzione ed è così in grado di condizionare le scelte dei consumatori attirati, in prima battuta, dall’immagine di un elemento e dal sigillo grafico. A ciò si aggiunga che va posto in primo piano l’obiettivo della direttiva, che è quello di informare e tutelare i consumatori con un’etichettatura indicante la natura esatta e le caratteristiche del prodotto in modo che l’acquirente sia in grado di «operare la propria scelta con cognizione di causa».

In questa direzione è richiesto che il produttore indichi, in un prodotto alimentare che mette in vendita, «la natura, l’identità, la qualità, la composizione, la quantità, la conservazione, l’origine o la provenienza, il modo di fabbricazione o di ottenimento dello stesso». Nel caso in cui ci sia una divergenza tra elenco degli ingredienti, che risulta corretto, e immagine non veritiera della confezione, va accertata, per stabilire se l’etichettatura è ingannevole, l’aspettativa del consumatore medio normalmente informato e ragionevolmente attento. È evidente che la lettura degli ingredienti eviterebbe l’errore: tuttavia, l’impatto delle immagini riportate sulla confezione può essere determinante nel momento dell’acquisto anche per il consumatore medio, risultando così ingannevole. Di conseguenza, l’esattezza e l’esaustività dell’elenco degli ingredienti non sono in grado di correggere «l’impressione errata o equivoca del consumatore» provocata da altri elementi, come i simboli grafici o le immagini dell’etichettatura.

Pertanto, sulla confezione di un prodotto alimentare non possono essere rappresentati ingredienti che con il prodotto stesso non hanno a che fare.

AdA

fonte Sole24Ore M.C.

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Settore agricolo e agroalimentare. Il MiSE adegua le regole della Sabatini-bis

Sabatini agroalimentareLa Sabatini-bis, l’incentivo istituito dal decreto-legge del Fare (art. 2 decreto-legge n. 69/2013), si applica anche al settore agricolo e agroalimentare: la circolare n. 45998/2015 del Ministero dello Sviluppo Economico ha modificato il punto 2.5 della circolare n. 71299/2014 relativa a “Informazioni utili all’attuazione degli interventi di cui al decreto interministeriale 27 novembre 2013, recante la disciplina dei finanziamenti per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature da parte di piccole e medie imprese. Adeguamento ai regolamenti di esenzione (UE) n. 651/2014 e n. 702/2014”.

L’obiettivo è di adeguare le disposizioni attuative della Sabatini-bis ai nuovi regolamenti comunitari di esenzione in vigore dal 1° gennaio 2015, n. 651/2014 (generale) e n. 702/2014 (settori agricolo, forestale e zone rurali). Tra le altre novità la possibilità di acquistare i beni dal giorno successivo all’invio della domanda, con la cancellazione del vincolo di avviare gli investimenti solo successivamente al provvedimento di concessione.

Il MiSE definisce infatti un “mero errore materiale” l’aver lasciato il vincolo di avvio degli investimenti relativi al settore agricolo solo successivamente al provvedimento di concessione degli aiuti, contrariamente a quanto previsto dal regolamento UE n. 702/2014. Rettificando la circolare, vengono allineati i criteri per il settore agricolo e agroalimentare con quelli validi per il settore manifatturiero e dei servizi.

Il comunicato relativo alla rettifica della circolare del 24 dicembre 2014 n. 71299 è in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

AdA

Scarica la Circolare n. 45998/2015 del MiSE

Fonte MiSE

 

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Dal 26 al 28 febbraio 2015, nella Certosa di San Lorenzo a Padula, le “Emozioni Unesco”, mostra culturale sulla dieta mediterranea.

emozioni unesco padulaTre giorni per imparare ad amare la dieta mediterranea. Tre giorni per confrontarsi sul futuro del mezzogiorno partendo dalle eccellenze di un sud che troppo spesso dimentica la straordinaria bellezza della sua terra. A Padula (Sa) al via l’iniziativa “Emozioni Unescomostra culturale sulla dieta mediterranea.

Sarà la splendida Certosa di San Lorenzo, il complesso monastico più grande d’Europa, ad ospitare per tre giorni un’iniziativa che vuole rilanciare il buon vivere ridando un ruolo alle eccellenze enogastronomiche e culturali del mezzogiorno. Certo non si poteva immaginare location migliore nel salernitano.

Si parte giovedì 26 febbraio con i saluti di Paolo Imparato, Sindaco di Padula. A beneficio dei giovani e del mondo della scuola, con l’ausilio di famosi nutrizionisti e docenti del mondo accademico, nonché in presenza di dirigenti scolastici dell’intera Regione Campania, saranno sviluppate le connessioni tra alimentazione, stili di vita, longevità e patologie mediche (obesità, diabete e patologie cardiovascolari) con precise indicazioni dei principi attivi e dei benefici di olio, frutta, verdure, legumi, vino, formaggi prodotti eccellenti del territorio. Sarà questo il filo conduttore del primo workshop dal titolo “Nutrizione, salute e benessere nelle evidenze scientifiche della dieta mediterranea”. Nel pomeriggio poi attenzione riservata alla promozione delle aziende campane con incontri tecnici cui parteciperanno le aziende selezionate, gli addetti commerciali dei Paesi del Mediterraneo, che hanno visto riconosciuto la Dieta Mediterranea quale Patrimonio immateriale dell’Umanità e buyers delle piccole e medie catene della distribuzione organizzata.

Venerdì 27 febbraio, dopo i saluti di Ferdinando Flagiello, Amministratore Delegato del Consorzio Promos Ricerche, focus sulle Prassi di Riferimento della Dieta Mediterranea con la presenza di Ruggero Lensi, Direttore Relazioni Esterne Sviluppo ed Innovazione dell'Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI), dove sarà definita la metodologia per costruire i modelli applicativi di norme volontarie alle quali, istituzioni ed aziende, possono adeguarsi per rispondere agli impegni richiesti dall’UNESCO. Nel pomeriggio poi focus sulle nuove tecnologie per migliorare la qualità delle produzioni. L’importante presenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è sinonimo di elevato spessore nell’incontro dedicato alle innovazioni di processo e di prodotto nelle aziende agroalimentari che saranno poi illustrati all’EXPO2015. Obiettivi, strumenti e risultati attesi dall’innovazione tecnologica per dare al cibo la sicurezza e la funzionalità dei principi attivi ispirati alle fondamenta della Dieta Mediterranea. Un focus sulla competitività e l’innovazione nelle piccole e medie imprese agroalimentari al fine di migliorare la qualità dei prodotti tipici e la conquista di mercati nuovi con le politiche e le strategie dei marchi territoriali. Parteciperanno il mondo accademico e le aziende campane delle produzioni agroalimentari eccellenti.

Sabato 28 febbraio poi il giorno del taglio del nastro della Mostra Emozioni Unesco con la presentazione delle eccellenze agroalimentari campane della Dieta Mediterranea. Un appuntamento unico nel suo genere con la presenza di autorità diplomatiche in Italia di Spagna, Grecia, Portogallo, Croazia, Marocco, Cipro, ICOMOS, del Ministero per le Politiche Agricole, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Ente Italiano di Normazione, Regione Campania, Provincia di Salerno, Soprintendenza BAP di Salerno e Avellino, Comuni del Parco del Cilento e Vallo di Diano, Camera di Commercio di Salerno, Consorzio Promos Ricerche, Gruppi di Azione Locale, Associazioni Culturali della Dieta Mediterranea.

Insomma Padula ritorna ad essere luogo di confronto, di cultura, d’arte e di eccellenza. Sarà anche l’occasione per fare un salto nel tempo, tornando ai fasti che furono quando la Certosa era viva e vita. Con la presenza di cuochi di spessore internazionale, attraverso la cucina dimostrativa, a stretto contato con il pubblico e gli ospiti, la mostra diventa evento artistico live durante il quale i cuochi preparano ricette della cultura e della tradizione del territorio con prodotti poveri della dieta mediterranea ispirati alla rigida alimentazione dei Frati Certosini. Una formula interattiva coinvolgente ed emozionale, che sta riscuotendo consensi crescenti nelle politiche di promozione dell’immagine aziendale e del territorio. Infine, nel pomeriggio, con la partecipazione di tutte le Istituzioni locali, a livello Regionale, Nazionale e Internazionale, la chiusura delle varie sessioni di lavoro, la formulazione di un documento conclusivo che illustri i nuovi modelli applicativi e le linee strategiche per un marchio d’area sulla dieta mediterranea anche in vista dei Fondi strutturali 2014/2020. Conclusioni che saranno affidate al Presidente dell’Osservatorio della Dieta Mediterranea Vito Amendolara con la relazione dell’Assessore Regionale al Turismo ed ai Beni Culturali Pasquale Sommese e le conclusioni affidate al Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. Indiscussa padrona di casa, l’assessore al Turismo – Cultura-Spettacolo- Centro storico, l’architetto Tiziana Bove Ferrigno, ideatrice dell’evento.

AdA

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Agroalimentare. Disponibile un Dossier dell'UNI.

copertina sett2014Sulla rivista U&C di Settembre si parla di normazione nel settore agroalimentare.
In questo ambito la rapidissima evoluzione delle tecnologie di produzione, la nascita di nuovi prodotti, la diffusione di nuove tecniche analitiche, la valorizzazione di alcune materie prime nonché la crescente rilevanza di alcune tematiche quali la sicurezza alimentare e la sostenibilità dei processi produttivi impongono continui e rapidi cambi di scenario, di cui le norme tecniche devono tenere debito conto.
Il dossier pubblicato su questo numero della rivista ("Il futuro dell'agroalimentare è internazionale") dà conto delle novità del settore, delineando nel campo di attività di normazione volontaria uno spostamento dell'asse da un piano prettamente nazionale a uno internazionale europeo (CEN) ed ancor più mondiale (ISO).
Tra gli altri temi trattati nella rivista segnaliamo: "Esecuzione di strutture di calcestruzzo: requisiti, controllo di qualità e sicurezza", "La misura dell’umidità relativa nel campo dei beni culturali", "Criteri generali di progettazione strutturale secondo l’Eurocodice UNI EN 1990", "La ricarica dei veicoli elettrici: interoperabilità e sicurezza".

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mb

Fonte UNI

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