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Gestione del rischio. Nuova edizione della ISO 31000

Gestione del rischio. Nuova edizione della ISO 31000

Adottata anche in lingua italiana dalla Commissione “Sicurezza della società e del cittadino”, la UNI ISO 31000:2018 “Gestione del rischio - Linee guida”
Gestire il rischio è un'attività che si ripete nel tempo e assiste le organizzazioni nello stabilire le strategie, nel conseguire gli obiettivi e nel prendere decisioni consapevoli.
Fa parte della governance e della leadership, ed è fondamentale per il modo in cui l'organizzazione viene gestita a tutti i livelli. Questo contribuisce al miglioramento del sistema di gestione. Gestire il rischio fa parte di tutte le attività riconducibili ad un'organizzazione e comprende l'interazione con le parti interessate. Inoltre, prende in considerazione il contesto esterno ed interno dell'organizzazione, compresi il comportamento umano ed i fattori culturali.
La norma è destinata a coloro che creano e proteggono valore nelle organizzazioni avendo cura di gestire rischi, prendere decisioni, fissare e conseguire obiettivi e migliorare le prestazioni. Fornisce linee guida per gestire i rischi che le organizzazioni affrontano e può essere utilizzato durante tutta la vita dell’organizzazione, oltre a poter essere applicato a qualsiasi attività, compreso il processo decisionale a tutti i livelli.
L’approccio comune suggerito dal documento è idoneo a gestire qualsiasi tipo di rischio, non è dedicato ad un particolare settore o industria e può essere adattato a qualunque organizzazione e al suo contesto. I principi, la struttura di riferimento e il processo delineati in questo documento consentono di gestire il rischio in modo efficiente, efficace e sistematico.
L’efficacia della gestione del rischio dipenderà dalla sua integrazione nella governance dell'organizzazione, processo decisionale compreso. Pertanto il supporto delle parti interessate, in particolare dell'alta direzione, è determinante.

mb
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Trasporto di GPL: nuova norma per i recipienti a pressione

Trasporto di GPL: nuova norma per i recipienti a pressione

Recentemente recepita anche in lingua italiana dalla commissione “Recipienti per il trasporto di gas compressi, disciolti o liquefatti” la norma UNI EN 12493:2018 “Attrezzature e accessori per GPL - Recipienti a pressione di acciaio saldato per cisterne per trasporto su strada di GPL - Progettazione e fabbricazione”

La norma specifica i requisiti minimi dei materiali, la progettazione, la fabbricazione, i procedimenti di lavorazione e le prove per recipienti a pressione di acciaio saldato al carbonio, carbonio/manganese e microlegati per gas di petrolio liquefatto - GPL - per cisterne per trasporto su strada.

Nel contesto della norma, il termine "cisterna per il trasporto su strada" è da intendersi riferito a serbatoi fissi e serbatoi smontabili secondo la definizione dell'ADR - Accord Dangereuse Routiers. La UNI EN 12493 non tratta i recipienti a pressione per casse mobili ed è prevista specificatamente per il GPL.

Il tipo di progettazione della cisterna deve essere sottoposto ad approvazione da parte dell'autorità competente, come richiesto dall'ADR. Inoltre, l’equipaggiamento dei recipienti a pressione nonché l'ispezione e il collaudo dopo l'assemblaggio sono trattati rispettivamente nella EN 12252 e nella EN 14334.

Per concludere, la norma riguarda l'impiego di sostanze e di procedure che possono essere nocive per la salute e/o l'ambiente qualora non siano adottate adeguate precauzioni; Si riferisce unicamente all'idoneità tecnica e non libera l'utente dagli obblighi di legge.

mb

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Microbiologia degli alimenti. Pubblicata una nuova norma UNI

Microbiologia degli alimenti. Pubblicata una nuova norma UNI

Pubblicata a cura della Commissione Agroalimentare la norma UNI EN ISO 6888-1:2018 “Microbiologia di alimenti e mangimi per animali - Metodo orizzontale per la conta di stafilococchi coagulasi-positivi (Staphylococcus aureus e altre specie) - Parte 1: Tecnica che utilizza il terreno agar Baird-Parker”
Questo documento specifica un metodo orizzontale per la conta degli stafilococchi coagulasi-positivi nei prodotti destinati al consumo umano o all’alimentazione animale, mediante conta delle colonie ottenute su un terreno solido (terreno Baird-Parker) in seguito ad incubazione in aerobiosi a 35 °C o a 37 °C. Nello specifico riguarda principalmente lo Staphylococcus aureus, ma anche lo Staphylococcus intermedius ed alcuni ceppi di Staphylococcus hyicus.
Il procedimento descritto è utilizzato per quei prodotti alimentari - quali ad esempio i formaggi prodotti a partire da latte crudo e certi prodotti derivati dalla lavorazione di carni crude - che più facilmente possono essere contaminati da:

  • stafilococchi che formano colonie atipiche sul terreno di Baird-Parker;
  • flora batterica competitiva, in grado di mascherare le colonie di cui si ricerca la presenza.

Inoltre, all’interno della norma sono riportati i seguenti riferimenti normativi:

  • ISO 6887-1 Microbiology of food and animal feeding stuffs - Preparation of test samples, initial suspension and decimal dilutions for microbiological examination - General rules for the preparation of the initial suspension and decimal dilutions;
  • ISO 7218 Microbiology of food and animal feeding stuffs - General rules for microbiological examinations;
  • ISO 11133 Microbiology of food, animal feed and water - Preparation, production, storage and performance testing of culture media.


    mb
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Foratrici e fresatrici per il legno, nuova norma UNI

Foratrici e fresatrici per il legno, nuova norma UNI

Il legno materiale estremamente duttile nella sua lavorazione trova spesso riferimenti di sicurezza e qualità nella normazione tecnica. È il caso del recente recepimento della norma EN ISO 19085-3 da parte della commissione Legno.

Questo documento fornisce i requisiti di sicurezza e le misure per le macchine foratrici, fresatrici e macchine combinate foratrici/fresatrici a controllo numerico.

La norma tratta tutti i pericoli significativi, le situazioni e gli eventi pericolosi pertinenti alle macchine quando esse sono azionate, regolate e mantenute come previsto e nelle condizioni previste dal fabbricante compreso l'utilizzo scorretto ragionevolmente prevedibile. Interessa quindi i progettisti, i fabbricanti, i fornitori e gli importatori delle macchine descritte nello scopo e campo di applicazione; inoltre, comprende un elenco di informazioni che il fabbricante deve fornire all'utilizzatore.

Le macchine trattate nella norma sono progettate per pezzi costituiti da legno massiccio; materiale con caratteristiche fisiche simili al legno; pannelli di gesso, pannelli di fibre rivestiti di gesso; materiali compositi con anima in poliuretano o in materiale minerale laminato con lega leggera; materiali compositi a matrice polimerica e materiali termoplastici thermoset elastomerici rinforzati, e pannelli compositi realizzati con i materiali sopra elencati.

Per concludere la UNI EN ISO 19085-3 non tratta pericoli specifici relativi ad attrezzature per la bordatura montate sulle macchine; all’utilizzo di mole; alla eiezione da utensili di fresatura e/o segatura attraverso aperture protette mediante cortine su macchine in cui la distanza tra la superficie di appoggio del pezzo e il bordo inferiore della chiusura parziale è maggiore di 600 mm; alla eiezione dovuta al guasto di utensili di fresatura con un diametro del cerchio di taglio maggiore o uguale a 16 mm e di utensili da taglio non conformi alle EN 847-1 ed EN 847-2; alla combinazione di un'unica macchina utilizzata con altre macchine (come parte di una linea); alla necessità di calpestare il corpo della macchina o di entrarvi a causa delle sue grandi dimensioni, per esempio per regolare gli elementi di serraggio delle macchine per pareti di legno, e ai sistemi integrati di carico/scarico dei pezzi per esempio robot.

AdA

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Sicurezza delle macchine agricole. Pubblicata la UNI EN 16952

Sicurezza delle macchine agricole. Pubblicata la UNI EN 16952

Recepita anche in lingua italiana dalla commissione “Macchine e attrezzature agricole, da giardinaggio e forestali”, la norma UNI EN 16952:2018 “Macchine agricole - Piattaforme di lavoro fuoristrada per operazioni in frutteto (WPO) – Sicurezza”
La norma specifica i requisiti e le misure di sicurezza per piattaforme di lavoro fuoristrada semoventi per operazioni in frutteto (WPO), che operano a un’altezza massima di 3 metri, dove la proiezione verticale del centro dell'area della piattaforma in tutte le configurazioni della piattaforma alla massima inclinazione del telaio specificata dal costruttore è sempre dentro le linee di ribaltamento, usate in agricoltura, progettate per lavorare su terreno naturale sconnesso e pensate per muovere almeno due persone verso le posizioni di lavoro nel frutteto dove si svolgono raccolta di frutta, diradamento, potatura o altre operazioni relative al frutteto dalla posizione di lavoro.
La UNI EN 16952:2018 descrive i metodi per l’eliminazione o la riduzione dei pericoli che nascono dall'uso previsto di queste macchine nel corso della normale operatività e manutenzione, tranne i pericoli relativi ai nastri trasportatori. Inoltre, specifica il tipo di informazioni sulle pratiche di lavoro sicure, inclusi i rischi residui, che devono essere forniti dal costruttore.
Il documento quando usato insieme alla EN ISO 4254-1 e alla EN 15811, tratta tutti i pericoli significativi, le situazioni e gli eventi pericolosi rilevanti per le WPO, quando sono usate come previsto e nelle condizioni di utilizzo scorretto prevedibile dal costruttore.
Non copre i pericoli che nascono dall’uso in atmosfere potenzialmente esplosive, dal salire e scendere dalle piattaforme di lavoro a diverse quote, dagli aspetti ambientali e dalla sicurezza stradale.
Per concludere non si applica a:

  • Piattaforme di lavoro mobili elevabili (MEWPs);
  • MEWPs a braccio estensibile;
  • sponde caricatrici per autocarro;
  • piattaforme di lavoro autosollevanti su colonne;
  • piattaforme elevabili stazionarie;
  • attrezzature per servizi aeroportuali di rampa;
  • carrelli con posto di guida elevabile;
  • piattaforme sospese a livelli variabili;
  • macchine aventi il centro dell'area della piattaforma fuori dalle linee di ribaltamento.

mb
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Conservazione del patrimonio culturale. Pubblicata la UNI EN 17036

Conservazione del patrimonio culturale. Pubblicata la UNI EN 17036

Recepita in italiano dalla commissione “Prodotti processi e sistemi per l’organismo edilizio”, la norma UNI EN 17036:2018Conservazione del patrimonio culturale - Invecchiamento artificiale per simulazione di irraggiamento solare di materiali inorganici porosi, trattati e non trattati
Questo documento tecnico determina la suscettibilità alla luce a lungo termine di trattamenti utilizzati nella conservazione di materiali inorganici porosi. Alcuni esempi possono riguardare materiali che hanno subito un trattamento nel corso di un intervento di conservazione come ad esempio la pulitura, il consolidamento superficiale, la protezione idrorepellente, il trattamento biocida. Oppure possono riguardare materiali che hanno subito una variazione cromatica in seguito all'esposizione (per esempio malte e alcune pietre naturali). La procedura può essere usata per valutare gli effetti dei trattamenti nell'immediato e nella loro evoluzione temporale in relazione a materiali non trattati oppure non esposti.
A differenza degli agenti atmosferici naturali, l'invecchiamento artificiale utilizzando la simulazione di irraggiamento solare comporta un numero limitato di variabili che possono essere controllate più facilmente e che sono intensificate per valutare in breve tempo la stabilità dei materiali inorganici porosi e la durata dei trattamenti di conservazione.
La metodologia definita nella norma è concepita per essere utilizzata sui nuovi materiali. In tutti i casi, si dovrebbe considerare il rischio di potenziali danni a oggetti insostituibili durante l'irradiazione.
All’interno del documento è possibile trovare i seguenti riferimenti normativi:

  • EN 13373 Natural stone test methods - Determination of geometric characteristics on units;
  • EN 16085 Conservation of cultural property - Methodology for sampling from materials of cultural property - General rules.

mb
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Recupero degli oli esausti. Pubblicata una prassi di riferimento

Recupero degli oli esausti. Pubblicata una prassi di riferimento

Pubblicata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 50:2018, che tratta il tema della raccolta, recupero e trattamento degli oli esausti per la produzione di biocarburanti, energia elettrica ed oleochimica.
Il documento, frutto della collaborazione tra UNI e CONOE (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti) è stato elaborato dal Tavolo di lavoro “Processo raccolta e recupero oli esausti per biocarburanti”.
UNI/PdR 50:2018 - “Oli e grassi vegetali ed animali esausti - Linee guida per il processo di raccolta, recupero e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti per la produzione di biocarburanti, energia elettrica in cogenerazione ed oleochimica”
L’obiettivo della UNI/PdR è quello di individuare e descrivere le modalità operative che caratterizzano la filiera della raccolta, recupero, trattamento e rigenerazione degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti affinché da rifiuto possano essere recuperati come materia prima, trasformati e utilizzati nella produzione di biocarburanti e come combustibile per la produzione di energia elettrica in cogenerazione ed oleochimica.
Il documento definisce quindi il processo che porta l’olio usato alla cessazione dello stato di rifiuto, articolato nelle seguenti fasi:

  • raccolta oli e dei grassi vegetali ed animali esausti;
  • stoccaggio;
  • trattamento per rigenerazione/recupero.

La prassi di riferimento definisce inoltre:

  • le caratteristiche assunte dagli oli e grassi vegetali ed animali esausti a seguito delle procedure cui vengono sottoposti,
  • i requisiti per i soggetti che partecipano alla filiera.

Si ricorda che le prassi di riferimento sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta ai soli autori, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione auspicata di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva ai mercati in cambiamento.

mb

Fonte UNI

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Attrezzature a pressione: nuova UNI/TS 11325 sulla sorveglianza dei generatori di vapore e/o acqua surriscaldata

Attrezzature a pressione: nuova UNI/TS 11325 sulla sorveglianza dei generatori di vapore e/o acqua surriscaldata

In vigore da ottobre la parte 10 della UNI/TS 11325 sulla Sorveglianza dei generatori di vapore e/o acqua surriscaldata esclusi dal campo di applicazione della UNI/TS 11325-3.

La specifica tecnica definisce le modalità di sorveglianza delle attrezzature a pressione, a focolare o altro tipo di riscaldamento con rischio di surriscaldamento, destinate alla generazione di vapore d'acqua e/o di acqua surriscaldata a temperatura maggiore di 110° C (“generatori di vapore e/o di acqua surriscaldata”) con pressione massima ammissibile (PS) maggiore di 0,5 bar [0,05 Mpa] rientranti nel campo di applicazione del D.M. 329/2004 ed esclusi dalla UNI/TS 11325-3, ed inoltre aventi le seguenti caratteristiche:

  1. generatori di vapore e/o acqua surriscaldata a sorgente termica diversa dal fuoco a condizione che le membrature soggette a pressione, a contatto con il fluido riscaldante, siano progettate per una temperatura non inferiore a quella del fluido di riscaldamento stesso;
  2. generatori di vapore e/o acqua surriscaldata ad attraversamento meccanico di limitata potenzialità aventi PS x V ≤ 3000 bar x litri e PS ≤ 12 bar;
  3. generatori di vapore a bassa pressione aventi PS ≤ 1 bar, superficie di riscaldamento ≤ 100 m2 e potenzialità ≤ 2 t/h;
  4. generatori di acqua surriscaldata a bassa pressione aventi PS ≤ 5 bar, temperatura massima dell'acqua ≤ 120 °C e potenzialità ≤ 2 t/h;
  5. generatori di vapore e/o acqua surriscaldata a riscaldamento elettrico.

La specifica tecnica fornisce indicazioni per la conduzione dei generatori con l’assistenza continua di persona addetta e senza assistenza continua sino a un massimo di 72 ore.

AdA

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Responsabilità sociale nel settore delle costruzioni. Pubblicata la UNI/PdR 49:2018

Responsabilità sociale nel settore delle costruzioni. Pubblicata la UNI/PdR 49:2018

Pubblicata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 49:2018 "Responsabilità sociale nel settore delle costruzioni – Linee guida all’applicazione del modello di responsabilità sociale UNI ISO 26000".
Il documento, frutto della collaborazione tra UNI e ANCE Lombardia, è stato elaborato dal Tavolo "Responsabilità sociale nel settore edile” ed è rivolto a tutte le organizzazioni che operano nell’ambito delle Costruzioni.
L’obiettivo della prassi di riferimento è quello di fornire delle linee guida per l’applicazione pratica in questo particolare e delicato settore industriale del modello di responsabilità sociale promosso dalla ormai celebre norma UNI ISO 26000.
La Prassi  fornisce elementi utili alla mappatura degli stakeholder e alla integrazione della responsabilità sociale nei processi tipici di un’impresa che opera in edilizia.
Il documento è stato pensato sia per supportare le imprese che operano nel settore delle costruzioni ad implementare in modo efficace la UNI ISO 26000, applicandone i principi e affrontandone i temi fondamentali e i relativi aspetti specifici, sia per essere utilizzato in stretta combinazione con la UNI/PdR 18, in particolare per quanto riguarda gli aspetti della materialità, dell’autovalutazione, dell’analisi dello scostamento, del piano d’azione e attuazione nonché del monitoraggio e della rendicontazione.
Inoltre la prassi fornisce elementi operativi che si focalizzano sulla individuazione e l’analisi degli stakeholder e della loro sfera di influenza, sull’integrazione della responsabilità sociale nella gestione complessiva dell’impresa rispetto ai suoi processi tipici così da ottenere un approccio sistematico alla responsabilità sociale e, infine, sul rilievo che gli aspetti della responsabilità sociale devono avere in relazione alla totalità dei processi aziendali.
La UNI/PdR 49:2018 può essere utilizzata dalle imprese sia internamente come guida e autovalutazione, sia esternamente per ottenere una valutazione di seconda e terza parte.
Le prassi di riferimento sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta ai soli autori, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione auspicata di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva ai mercati in cambiamento.

mb

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Protezione civile. Pubblicata una prassi di riferimento UNI

Protezione civile. Pubblicata una prassi di riferimento UNI

È stata pubblicata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 47:2018 in materia di Protezione Civile.
Il documento, frutto della collaborazione tra UNI e Città di Lissone, è stato elaborato dal Tavolo "Sistema di Protezione Civile Locale" e si compone di due sezioni:

  • UNI/PdR 47.1 "Protezione Civile – Linee guida tecnico-organizzative per un sistema di Protezione Civile locale";
  • UNI/PdR 47.2 "Protezione Civile – Sistemi di gestione per la Protezione Civile".

L'obiettivo della prima parte della UNI/PdR è quello di:

  • definire le linee guida tecnico-organizzative relative all’attivazione di un sistema di Protezione Civile locale, individuando le caratteristiche che tale sistema dovrebbe avere per potersi facilmente integrare e per operare nel contesto socio-territoriale;
  • delineare una cornice metodologica uniforme sui sistemi di protezione civile delle organizzazioni deputate a tale funzione e fornire una guida alle singole Organizzazioni;
  • favorire l’omogeneità e la compatibilità fra Organizzazioni confinanti o comunque deputate ad attività coordinate nell’ambito della protezione civile;
  • individuare le caratteristiche che un sistema di protezione civile deve avere per potersi facilmente integrare e operare nel contesto socio-territoriale, consentire alle Organizzazioni che la applicano di conoscere i rischi che gravano sul proprio territorio, di svolgere le proprie funzioni in caso di Emergenza e di erogare verso la popolazione il servizio di protezione civile in maniera efficace, sia in normalità, sia in situazioni di emergenza.

La parte seconda della prassi di riferimento, invece, definisce un sistema di gestione della protezione civile che consente a un’organizzazione di sviluppare e attuare politiche e obiettivi che tengano conto delle buone pratiche, nonché delle prescrizioni legali e tecniche in vigore. Il documento non fornisce comunque criteri specifici di prestazione delle strutture di protezione civile, né requisiti dettagliati per la progettazione di un servizio di protezione civile.
In sostanza la prassi di riferimento è applicabile da qualunque organizzazione che desideri realizzare un Sistema di Gestione della Protezione Civile per controllare e ridurre i rischi presenti sul territorio, anche in rapporto alle Organizzazioni confinanti il cui territorio possa risultare esposto a rischi simili o connessi, nonché attuare, mantenere e migliorare continuamente il proprio Sistema di Gestione della Protezione Civile.
Le prassi di riferimento sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta ai soli autori, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione auspicata di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva ai mercati in cambiamento.

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