fbpx

itenfrdees

Promos Ricerche è un Consorzio senza fini di lucro. SCOPO: La promozione e l’introduzione dell’innovazione in qualsiasi forma e settore. Scopri di più.

News

Anche il welfare nel dna delle imprese. In vigore la nuova legge sull’agricoltura sociale In evidenza

Stampa Email

agricoltura-socialeL'azienda agricola allarga ancora il suo perimetro. Non più solo produzione, trasformazione, commercializzazione, ospitalità in campagna, ma anche fornitura di servizi a 360 gradi, anche nel campo del welfare. Con la nuova legge sull'agricoltura sociale (Legge 18 agosto 2015, n. 141), approvata poco più di un mese fa (in vigore dal 23 settembre 2015), si sono aperti nuovi spazi.

«L'agricoltura sociale è il modello globale del futuro - ha affermato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, intervenuto il 21 settembre al convegno promosso all'Expo - microcredito e agricoltura sociale non sono questioni secondarie rispetto ai grandi temi della finanza o alla questione alimentare in generale».

«Con questa legge abbiamo raggiunto un doppio risultato nell'interesse dell'agricoltura, a vantaggio della multifunzionalità e del welfare del Paese - ha aggiunto il viceministro Andrea Olivero - Il tema fondamentale è che le attività svolte nell'ambito dell'agricoltura sociale vengono riconosciute attività agricole a tutti gli effetti con la cosiddetta connessione, godendo dello stesso regime fiscale. La tassazione sarà la stessa senza la necessità di aprire posizioni differenti, rientrando nella normale attività agricola nella logica delle multifunzionalità e questo aiuta moltissimo».

«L'agricoltura sociale è la nuova frontiera delle campagne italiane dove - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - sono impegnate già oggi oltre mille e cento imprese agricole e cooperative, attorno alle quali gravitano decine di migliaia di rifugiati, detenuti, disabili, tossicodipendenti. Una opportunità che finalmente ha trovato il sostegno di una legge nazionale che definisce una cornice comune, da valorizzare e promuovere anche nei nuovi Psr che accompagneranno lo sviluppo delle aree rurali fino al 2020».

«Questa funzione sociale dell'agricoltura rientra nel concetto di sostenibilità – ha affermato il presidente della Confagricoltura, Mario Guidi – che ogni azienda dovrebbe perseguire, intendendo come tale l'insieme di buone pratiche tese ad uno sviluppo del settore rispettoso dell'ambiente, della collettività ed economicamente valido». Guidi ha anche sottolineato l'impegno delle imprese di Confagricoltura che fanno parte del progetto Ecocloud, la rete delle buona pratiche in cui sono state raccolte, e condivise con le imprese, i consumatori e i trasformatori, esperienze di sostenibilità in campo ambientale, economico e sociale».

«L'azienda agricola non è più sinonimo solo di cibo: oggi - ha detto da parte sua il presidente della Cia, Dino Scanavino - vuol dire anche welfare, uno spazio solidale dove le fasce deboli della popolazione possono costruire nuove relazioni sociali, fare terapia con gli animali o con le piante, ritagliarsi un posto nuovo nel mercato del lavoro. La buona agricoltura svolge da sempre una rilevante funzione sociale: oltre a latte, vino e frutta, produce welfare rigenerativo». L'agricoltura sociale conta oltre mille progetti, con 4 mila addetti e una valore della produzione di 200 milioni. La Cia, è pronta a lanciare nuovi progetti con il sostegno dei fondi dei Psr e lo ha ricordato in un convegno che si è tenuto qualche giorno prima il forum all'Expo. «Tantissime aziende associate alla Cia - ha affermato Scanavino - hanno già avviato e sperimentato questo nuovo modo di fare agricoltura». L'invito è «mettere subito a punto le leggi regionali, prendendo a riferimento le cose buone scritte da quelle Regioni che hanno già legiferato nonché sostenere i vari assessorati regionali a essere i veri protagonisti e non demandare ad altri». La Cia si candida così a un ruolo da protagonista con le Regioni «nella predisposizione dei Psr, nella realizzazione di programmi finalizzati allo sviluppo della multifunzionalità delle imprese agricole».

«La via maestra - secondo il presidente di Fedagri, Giorgio Mercuri - è collaborazione tra chi da sempre svolge attività socio-sanitaria e di assistenza ai soggetti svantaggiati, come ad esempio le numerose cooperative sociali che operano sul nostro territorio, e chi, come l'impresa agricola, ha l'esperienza, la terra e i mezzi per poter mettere una parte della propria azienda al servizio dei più bisognosi».

In casa Confcooperative una critica arriva da Giuseppe Guerini, presidente Federsolidarietà che chiede di «rimettere le mani sulla legge, perché l'effetto paradossale è che l'agricoltura per legge può occupare gli spazi del sociale, mentre il sociale non può fare altrettanto».

AdA

fonte Agricole 24 Set. 01 Ott. 2015

Vai alla Legge 18 agosto 2015, n. 141 (GU Serie Generale n.208 del 8-9-2015) (permalink)