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Valutazione del ciclo di vita. Dall'UNI una nuova norma

Valutazione del ciclo di vita. Dall'UNI una nuova norma

La maggiore consapevolezza dell’importanza della protezione dell’ambiente e dei possibili impatti associati ai prodotti/servizi offerti, fabbricati e consumati ha accresciuto l’interesse verso lo sviluppo di metodi atti a comprendere meglio e a ridurre tali impatti. Una di queste tecniche è la valutazione del ciclo di vita LCA – Life Cycle Assessment.
L’LCA può dare supporto a:

  • L’identificazione delle opportunità di migliorare la prestazione ambientale dei prodotti nei diversi stadi del loro ciclo di vita;
  • L’informazione a coloro che prendono decisioni nell’industria e nelle organizzazioni governative o non governative;
  • Le scelte di indicatori pertinenti di prestazione ambientale con le relative tecniche di misurazione;
  • Il marketing (per esempio l’attuazione di un’etichetta ecologica).

Pubblicata a cura della Commissione Ambiente la norma UNI EN ISO 14044:2018Gestione ambientale - Valutazione del ciclo di vita - Requisiti e linee guida”, che tratta proprio dell’LCA.
Questo documento specifica i requisiti e fornisce linee guida per la sua valutazione, comprendendo:

  1. la definizione dell'obiettivo e del campo di applicazione dell'LCA;
  2. la fase di inventario del ciclo di vita (LCI);
  3. la fase di valutazione dell'impatto del ciclo di vita (LCIA);
  4. la fase di interpretazione del ciclo di vita;
  5. la rendicontazione e la revisione critica dell'LCA;
  6. le limitazioni dell'LCA;
  7. le correlazioni tra le fasi dell'LCA;
  8. le condizioni per l'utilizzo delle scelte dei valori e degli elementi facoltativi.


Inoltre, la norma tratta gli studi di valutazione del ciclo di vita e di inventario del ciclo di vita (LCI).
Nel testo viene richiamata come riferimento normativo la ISO 14040 Environmental management - Life cycle assessment - Principles and framework.

mb

Fonte UNI

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Acustica negli ambienti interni. Pubblicata una nuova norma UNI.

Acustica negli ambienti interni. Pubblicata una nuova norma UNI.

Nella vita di tutti i giorni siamo consciamente o inconsciamente esposti a stimoli uditivi grazie al nostro orecchio sempre ricettivo che percepisce anche segnali non voluti come ad esempio il rumore.

Si può, pertanto, comprendere quanto le caratteristiche acustiche di un ambiente siano fondamentali per definire un adeguato livello di comunicazione e di comfort. Infatti, per alcune destinazioni d'uso, quali per esempio le aule scolastiche di scuole di ogni ordine e grado, nonché gli ambienti destinati a conferenze e assimilabili, l'intelligibilità del parlato è un'esigenza di primaria importanza.

Altri ambienti, quali ristoranti, mense, spazi comuni, palestre, uffici open space, possono essere resi più accoglienti e funzionali controllandone la qualità acustica che può variare anche in funzione alla rumorosità degli impianti presenti in ambiente.

La Commissione “Acustica e vibrazioni” ha appena elaborato la norma UNI 11532-1:2018Caratteristiche acustiche interne di ambienti confinati – Metodi di progettazione e tecniche di valutazione – Parte 1: Requisiti generali”, che nasce dall'esigenza di fornire gli strumenti di base per la valutazione previsionale della qualità acustica interna di ambienti, diversi dalle grandi sale, dai teatri, dai luoghi di culto e dai palasport che necessitano di un'approfondita progettazione acustica.
In relazione alle destinazioni d'uso in analisi, sono indicati, per ogni descrittore, gli obiettivi da raggiungere, i metodi di previsione, ed in fine i metodi di verifica da utilizzare per appurarne la conformità.
La norma descrive gli aspetti generali comuni a tutti i settori di applicazione elencati al suo interno. In particolare definisce i descrittori che rappresentano la qualità acustica di un ambiente, indicandone i valori di riferimento in relazione alla destinazione d'uso dell'ambiente stesso.
Il documento si applica agli ambienti con diverse destinazioni d'uso nei seguenti settori:

  1. settore scolastico - comunicativo/collettivo - collettivo - piccole sale conferenze e/o polifunzionali;
  2. settore sanitario;
  3. settore ristorazione;
  4. settore terziario;
  5. settore sportivo;
  6. settore museale - fieristico - espositivo.

La norma non si applica a grandi sale e teatri, inclusi luoghi di culto; alle sale di registrazione, di regia e di missaggio audiovisivo; alla valutazione dell'esposizione professionale a rumore, per la quale si rimanda alle norme UNI specifiche di settore.

Le norme UNI sono disponibili sia in formato elettronico sia in formato cartaceo.

mb

Fonte UNI

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L’UNI per la conservazione del patrimonio culturale

L’UNI per la conservazione del patrimonio culturale

L’Italia ha nel suo patrimonio artistico e culturale una delle sue più grandi fortune. Un tesoro di valore incalcolabile riconosciuto in tutto il mondo, non sempre adeguatamente valorizzato. Proprio la valorizzazione e la tutela dei beni culturali possono alimentare le potenzialità di sviluppo del Paese. La conservazione è una priorità centrale quando si tratta di tutelare, proteggere e condividere l’importanza significativa dei beni culturali ed offre una rara e privilegiata opportunità di comprendere, valorizzare e proteggere questo patrimonio.
Al riguardo la Commissione UNIProdotti processi e sistemi per l’organismo edilizio” ha recepito in lingua italiana la norma UNI EN 16853:2017Conservazione del patrimonio culturale - Processo di conservazione - Decisione, pianificazione e realizzazione”, che illustra le buone pratiche per gli elementi concettuali e pratici della conservazione.
Questo documento è indipendente ma rispetta le normative nazionali e si applica a tutti i tipi di oggetti protetti o non protetti dalla legislazione. Può essere utilizzato per le gare d’appalto pubbliche e private e per le procedure delle istituzioni.
La norma specifica il processo decisionale, la pianificazione e l’attuazione della conservazione dei beni culturali tangibili, come singoli oggetti, collezioni, l’ambiente costruito, siti storici e archeologici, e paesaggi culturali.
All’interno del documento troviamo i seguenti riferimenti normativi:

  • EN 16095 Conservation of cultural property - Condition recording for movable cultural heritage;
  • EN 16096 Conservation of cultural property - Condition survey and report of built cultural heritage.

mb

Fonte UNI

 

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Conservazione in atmosfera controllata. Allo studio una nuova norma

Conservazione in atmosfera controllata. Allo studio una nuova norma

Allo studio una nuova norma su “Frutta e ortaggi - Conservazione in atmosfera controllata - Requisiti tecnici” che definirà i requisiti per la progettazione, l'installazione e l'esercizio dei sistemi di conservazione in atmosfera controllata. Si applica a diverse specie vegetali ma non a prodotti conservati in atmosfera modificata o protettiva.
Il progetto, di interesse della Commissione Agroalimentare, si trova nella fase dell’inchiesta preliminare, fase fondamentale per vagliare l’interesse del mercato relativamente a nuovi temi che la normazione tecnica intende sviluppare.
La futura norma, andrà a sostituire la UNI 10193 del 1993 e tiene in considerazione sia i numerosi studi effettuati nel settore della conservazione degli ortofrutticoli freschi sia l'evoluzione tecnologica degli impianti e delle attrezzature, compresi i sistemi di monitoraggio e controllo.
L’aggiornamento interessa sia le diverse componenti della filiera degli ortofrutticoli freschi (produttori agricoli, distributori, consumatori e utenti finali) sia il mercato nazionale e internazionale, poiché la qualità e il valore merceologico e nutrizionale degli ortofrutticoli freschi dipendono dalle condizioni di coltivazione, di raccolta, ma anche di conservazione. Puntando sempre più sulla qualità, tutti i componenti della filiera ortofrutticola devono assicurarsi della corretta conservazione dei prodotti dopo la raccolta.
Da ciò deriva l'opportunità di individuare le caratteristiche tecnologiche di un sistema di impianti e attrezzature in grado di mantenere i più alti livelli possibili di qualità per permettere ai prodotti di concorrere sul mercato nazionale ed estero.
La norma nazionale potrebbe successivamente essere estesa all'area comunitaria europea.
L’inchiesta pubblica preliminare terminerà in data 30 marzo 2018. Sino a quella data sarà possibile inviare eventuali commenti.

mb
Fonte UNI

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Gestione delle risorse umane: verso il miglioramento continuo

Gestione delle risorse umane: verso il miglioramento continuo

La Commissione “Responsabilità sociale delle organizzazioni” ha curato la pubblicazione in italiano della UNI ISO 30408Gestione delle risorse umane - Linee guida per la governance umana”.
La norma fornisce linee guida sugli strumenti, sui processi e le prassi da mettere in atto per stabilire, mantenere e migliorare in continuo una efficace governance umana all'interno delle organizzazioni. La norma si applica alle organizzazioni di tutte le dimensioni e settori, sia pubbliche, sia private, con o senza scopo di lucro. Non tratta invece le relazioni con i sindacati o altri organismi rappresentativi.
Con una pianificazione strategica della governance umana un’organizzazione può diventare competitiva sotto molteplici aspetti. Ad esempio potrà rispondere a esigenze organizzative, regolamentari e operative; prevedere e gestire i rischi legati alle risorse umane; assicurare che siano gestiti i costi correlati e che sia misurato il valore di tali investimenti; sviluppare una cultura organizzativa che rifletta i propri valori organizzativi; promuovere una maggior gestione, una comunicazione efficace e la collaborazione tra stakeholder; ottimizzare la prestazione generale.

mb

Fonte: UNI

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Filiera del cuoio. Pubblicato un Dossier dall’UNI

Filiera del cuoio. Pubblicato un Dossier dall’UNI

Il dossier appena pubblicato è di particolare interesse per i soggetti che costituiscono la filiera del settore cuoio, pelli e pelletteria, l’intero comparto conciario, quello della trasformazione, gli utilizzatori, i laboratori di controllo pubblici, i laboratori privati e gli istituti di certificazione. Il documento traccia un quadro a 360° delle attività normative relative ad uno dei settori di punta del made in Italy.
Il settore cuoio, pelli e pelletteria vanta ormai 25 anni di intensa attività normativa e in tal periodo il nostro Paese è riuscito a ritagliarsi un posto di rilievo anche a livello internazionale. UNI infatti dal 1991 guida direttamente l'attività europea gestendo Presidenza e Segreteria del CEN/TC 289 "Leather", nonché il Coordinamento e la Segreteria del CEN/TC 289/WG 4 "Technical specifications on the use of leather and terminology".
Tra le 95 norme europee pubblicate, la maggior parte è stata elaborata dagli esperti europei nei 4 gruppi di lavoro (WG) che trattano il materiale “cuoio” per definire gli aspetti ritenuti indispensabili per valutarne le caratteristiche e la classificazione nelle transazioni commerciali. Essi sono: l'analisi chimica, l'analisi fisica, le prove di solidità del colore, le specifiche tecniche sull'utilizzo del cuoio e terminologia.
Relativamente a quest'ultimo aspetto in particolare, sono da segnalare norme sull'etichettatura di finiture in cuoio nei prodotti tessili, sui requisiti per la descrizione del cuoio destinato a usi specifici (quali rivestimento e applicazioni all’interno di autoveicoli) e sulla definizione di alcuni prodotti piuttosto diffusi sul mercato, quali chamois per scopi di pulizia. Parallelamente, l'attività normativa in questo settore è stata costantemente connotata dall’elaborazione di norme nazionali, che non sempre trovano consenso per una proposizione a livello internazionale, ma riflettono caratteristiche del processo di produzione e del prodotto finale che sono peculiari della manifattura italiana.
Alcuni argomenti sono i criteri per la definizione delle caratteristiche di prestazione di cuoi a ridotto impatto ambientale (UNI 11427); le linee guida per i requisiti di servizio applicabile alle lavorazioni conto terzi nel settore conciario (UNI 11416); le caratteristiche dei cuoi destinati all'industria calzaturiera (UNI 10594). Come ultima novità, da circa un anno e per ora trattato solo in ambito nazionale, i soggetti interessati hanno proposto di avviare un nuovo filone di attività normativa, volto a elaborare metodi di analisi per la determinazione dei prodotti utilizzati nella produzione di cuoio, pelle e pelliccia.

Scarica il Dossier

mb

Fonte UNI

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Pubblicata in italiano la nuova UNI CEI EN ISO/IEC 17025

Pubblicata in italiano la nuova UNI CEI EN ISO/IEC 17025

Pubblicata la versione italiana della UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018 “Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura”, la norma internazionale di riferimento per tutti i laboratori di prova e taratura.
Si tratta di un importante snodo per l’intera comunità metrologica, soprattutto perché questa nuova edizione presenta alcune significative novità rispetto alla precedente e “storica” edizione del 2005.
La conformità alla ISO/IEC 17025 è un passaggio obbligato per ogni laboratorio che intenda ottenere il riconoscimento transnazionale dei propri rapporti di prova e certificati di taratura. Essa è diventata nel tempo lo strumento fondamentale per garantire competenza e coerente funzionamento di quel pilastro del sistema economico-produttivo rappresentato dai laboratori di prova e taratura.
La nuova UNI CEI EN ISO/IEC 17025 si presenta con un’articolazione diversa rispetto alla versione precedente, recependo gli elementi comuni (common elements) che ISO/CASCO (Committee on conformity assessment) ha stabilito per tutte le norme della serie ISO/IEC 17000 di nuova generazione. In essa si tiene conto della crescente informatizzazione delle attività di laboratorio, si dà una maggiore enfasi ai concetti di imparzialità, riservatezza e trasparenza nei riguardi del cliente e si fornisce una strutturazione più puntuale dei requisiti riguardanti la competenza del personale.
In particolare è stato introdotto il concetto di “regola decisionale” (che riguarda il modo in cui il laboratorio di prova tiene conto dell’incertezza di misura), viene dato spazio al controllo dei dati e alla gestione delle informazioni (a fronte della digital innovation) ed è stato ampliato il termine di “equipment”, tradotto ora con la parola “dotazioni”, concetto più adeguato a comprenderne la nuova e più completa articolazione di significato.
Viene poi significativamente ampliata la definizione di “laboratorio”, che ora viene a comprendere espressamente anche l’attività di campionamento (vd. punto 3.6 della norma): un passaggio non solo formale e anzi di rilevante valore pratico.
La UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018 si presenta dunque come una norma maggiormente “prestazionale”, legata alle logiche della  ISO 9001.

mb

Fonte UNI

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Microbiologia della catena alimentare. Pubblicate tre nuove norme

Microbiologia della catena alimentare. Pubblicate tre nuove norme

Per mantenere gli alimenti al riparo da batteri indesiderati è importante mettere a punto metodi di prova e tecniche di laboratorio specifiche che diano la possibilità di preservare i cibi. Questi studi sono approfonditi dalla cosiddetta microbiologia della catena alimentare.
La Commissione Agroalimentare dell’UNI ha provveduto al recepimento, in lingua italiana, di tre norme a tema: EN ISO 10272-1, EN ISO 10272-2 e EN ISO 21528-2..
Il primo documento UNI EN ISO 10272-1:2017 “Microbiologia della catena alimentare - Metodo orizzontale per la ricerca e la conta di Campylobacter spp. - Parte 1: Metodo per la ricerca” specifica un metodo orizzontale per la ricerca mediante arricchimento o inoculazione diretta.
Si applica a:

  • prodotti destinati al consumo umano;
  • prodotti destinati all'alimentazione animale;
  • campioni ambientali prelevati nelle zone di produzione e della movimentazione degli alimenti;
  • campioni provenienti dalla fase di produzione primaria come feci animali, polvere e tamponi.

La seconda norma, UNI EN ISO 10272-2, specifica un metodo orizzontale per la conta di Campylobacter spp. Come per la parte 1 si applica ai medesimi prodotti destinati al consumo umano e all’alimentazione animale compresi i campioni ambientali sopra citati.
Infine, il terzo documento, la UNI EN ISO 21528-2, specifica un metodo per la conta di Enterobacteriaceae. Anche questa norma si applica ai prodotti destinati al consumo umano, ai mangimi per animali, e ai campioni ambientali nel settore della produzione primaria, della produzione alimentare e della manipolazione degli alimenti.

mb

Fonte UNI

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Sicurezza dei cosmetici. Pubblicata la UNI EN ISO 21150

Sicurezza dei cosmetici. Pubblicata la UNI EN ISO 21150

Pubblicata in italiano, a cura della Commissione Tecnologie biomediche e diagnostiche, la norma UNI EN ISO 21150 “Cosmetici - Microbiologia - Ricerca di Escherichia coli”
Il documento fornisce delle linee guida generali per la ricerca e l'identificazione dei microrganismi.
Il metodo descritto nella UNI EN ISO 21150 si basa sulla ricerca dell'Escherichia coli in un terreno liquido non selettivo (o brodo di arricchimento), seguito dall'isolamento su un terreno di agar selettivo. Altri metodi possono essere appropriati a seconda del livello di ricerca richiesto.

Quest’analisi dipende da diversi parametri tra i quali:

  • la potenziale alterazione dei prodotti cosmetici;
  • la patogenicità dei microrganismi;
  • il sito di applicazione del prodotto cosmetico (capelli, cute, occhi, membrane mucose);
  • il tipo di utilizzatori (adulti, bambini di età inferiore ai 3 anni).

All’interno della norma vengono citati altri documenti a supporto quali:

  • ISO 21148 Cosmetics - Microbiologiy - Generai instructions tor microbiological examination;
  • EN 12353 Chemical disinfectants and antiseptics - Preservation of testorganisms used for the determination of bactericidal (including Legionella), mycobactericidal, sporicidal, fungicidal and virucidal (including bacteriophages) activity.

La norma è disponibile sia in formato cartaceo sia in formato elettronico

mb

Fonte UNI

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Sicurezza in caso d’incendio

Sicurezza in caso d’incendio

Recepita dalla Commissione Tecnica UNI “Comportamento all’incendio” la norma UNI EN ISO 13943:2017 “Sicurezza in caso di incendio – Vocabolario”.
Negli ultimi 20 anni è aumentata l’attenzione alla sicurezza in caso di incendio: questo ha portato a un notevole sviluppo della progettazione nel medesimo campo dell'ingegneria.
L’attenzione è stata rivolta ai progetti costruttivi e allo sviluppo di concetti legati alla progettazione basata sulle prestazioni.
Si sente, infatti, la necessità di un linguaggio comune, che vada oltre l’ambito delle prove al fuoco
Il documento contiene il vocabolario base applicabile alla sicurezza in caso di incendio, inclusa la sicurezza negli edifici, nelle opere di ingegneria civile e in altri elementi nell'ambiente edificato.
I termini definiti nella norma sono:

  • concetti fondamentali;
  • concetti più specifici, come quelli utilizzati nelle prove al fuoco o nell’ingegneria della sicurezza in caso di incendio e possono essere utilizzati nelle ISO o IEC relative al fuoco;
  • concetti correlati, come esemplificato dai termini utilizzati nell’ingegneria edilizia e civile.

mb

Fonte UNI

 

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