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SIACEN 1921-2011, l’UNI compie 90 anni e guarda al futuro

 

Le norme UNI per l’efficienza e l’efficacia del sistema economico-sociale dell’Italia: un servizio per la qualità, la sicurezza e la tutela ambientale

L’UNI – organizzazione senza fine di lucro, riconosciuta dallo Stato italiano e dall’Unione europea – dalla sua fondazione nel 1921 accompagna lo sviluppo economico e sociale del Paese.

Il suo compito è – infatti -  studiare, elaborare, approvare e pubblicare le norme tecniche volontarie (le cosiddette “norme UNI”) in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario tranne in quelli elettrico ed elettrotecnico, che contribuiscono al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema economico-sociale italiano, supportando l’innovazione tecnologica, la competitività, il commercio, tutelando l’ambiente, promuovendo la qualità e la sicurezza dei prodotti, dei servizi e dei processi.

Questa complessa attività – portata avanti con il consenso di tutti gli stakeholders – si svolge nell’interesse delle istituzioni, delle imprese, dei professionisti, dei lavoratori e dei consumatori.

In occasione del 90° anniversario della fondazione, UNI organizza una manifestazione pubblica celebrativa, con la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, dell’industria e delle professioni: il convegno “90 anni di UNI: il futuro della normazione” che si terrà il prossimo 16 maggio a Roma, ore 9.30, presso la Camera dei Deputati, nella Sala delle Conferenze di Palazzo Marini sarà l’occasione per discutere il ruolo che la normazione tecnica volontaria potrà svolgere nei prossimi anni per lo sviluppo della società e dell’economia, nell’interesse della Pubblica Amministrazione, degli operatori del mercato, dei lavoratori e dei consumatori.

Ma quale sarà il ruolo della normazione per i prossimi decenni?

Le nuove sfide si giocano ora anche nel campo dello sviluppo responsabile e sostenibile, del coinvolgimento delle piccole e micro imprese nonché dei professionisti, dell’estensione del concetto di sicurezza all’intero ambito sociale, ma – soprattutto – delle sinergie con il futuro quadro legislativo nazionale ed europeo.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione entro il 10 maggio all’indirizzo internet

http://catalogo.uni.com/incontri_strategici/09.html

 

 

 

Le richieste verranno accolte fino al raggiungimento della capienza della sala.

90anni è possibile scaricare la locandina con i dettagli dell’evento

Cambiano le etichette energetiche

 

Case più rispettose dell’ambiente e bolletta deetichetta energlla luce meno pesante: con le nuove etichette energetiche, i consumatori avranno un ulteriore strumento per scegliere elettrodomestici più efficienti. E anche il televisore (che finora ne era sprovvisto) avrà la sua carta “carta d’identità” energetica. La deadline per la novità è fissata per l’ultima parte dell’anno, ma già da ora gli acquirenti possono trovare prodotti con un biglietto da visita realizzato secondo la nuova disciplina. Ecco qualche indicazione per scegliere con maggiore consapevolezza.

Lettura
«L’obbligo di etichetta energetica esisteva già – spiega Milena Presutto dell’Unità tecnica efficienza energetica (Utee) dell’Enea – essendo stata introdotta dalla precedente direttiva quadro (92/75/Cee) che prevedeva una precisa lista di prodotti per i quali i consumatori dovevano ricevere informazioni armonizzate riguardo all’eco-efficienza: lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, forni, asciugatrici, lavasciugatrici, condizionatori, sorgenti luminose. Ora però con la direttiva quadro 2010/30/Ue del 20 maggio l’etichettatura energetica è stata estesa a tutti gli apparecchi che consumano energia in fase di utilizzo (quindi anche ai televisori) e anche a quei prodotti che, quando installati, danno luogo a risparmi energetici, come gli infissi o le finestre».

 

Leggi su Il Sole 24 Ore

 

SIACEN

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Il 1° Congresso Nazionale su Sistemi di Gestione, Accreditamenti, Certificazioni, Notifiche si terrà a Roma il 18, 19 e 20 maggio 2011. E’ a partecipazione gratuita previa iscrizione on line.

SiACeN 2011 è il primo Congresso Nazionale atto ad analizzare la situazione dell’attuale mercato italiano sui seguenti temi: i Sistemi di Gestione per la qualità, l’ambiente, la sicurezza, ecc., le Certificazioni e gli Accreditamenti volontari, regolamentati-cogenti e le relative Notifiche.

L’intento è quello di riunire tutte le parti interessate in un dibattito culturale finalizzato, attraverso il dialogo e il confronto, a promuovere un programma congiunto che possa individuare le esigenze delle parti stesse e identificare i possibili obiettivi di miglioramento utili al “Sistema Qualità Italia” e più in generale al “Sistema Paese”, ponendo così le basi per un confronto continuo e duraturo nel tempo.

E’ possibile scaricare la presentazione del Congresso qui. Altre informazioni e l’iscrizione su www.siacen.it

Imballaggi – Requisiti essenziali

 cartoniDagli studi più recenti emerge che l’opinione pubblica italiana manifesta una sensibilità crescente nei confronti della salvaguardia dell’ambiente e, nel particolare caso dell’imballaggio, valuta la sua sostenibilità.

Frequentemente, tuttavia, le opinioni espresse dai media sembrano non considerare che il mondo dell’imballaggio è soggetto  a disposizioni di legge che ne regolano il rapporto con l’ambiente e richiedono, in definitiva,  la riduzione dell’utilizzo delle risorse nel momento della progettazione e il loro recupero nella fase post-consumo.

Già oggi, moltissimi imballaggi sono realizzati con la minore quantità di materiale possibile senza che questo ne infici la funzione e sono tanti anche gli imballaggi che vengono recuperati quando diventano un rifiuto/risorsa, al termine di un compito svolto in genere egregiamente.

La continua evoluzione verso soluzioni di imballaggio sempre più sostenibili è voluta dalla legge, ma è anche l’espressione della natura stessa delle aziende che determinano la scelta dell’imballaggio: quelle che lo utilizzano per riempirlo con i loro prodotti e quelle che lo realizzano. Infatti, anche il packaging è sottoposto  alla più classica delle richieste economiche: fare di più con meno.

Se le disposizioni e l’economia orientano l’imballaggio verso una sempre maggiore sostenibilità, quale altro fenomeno può aiutare le aziende a rendere questo processo continuativo nel tempo ? Certamente il sapere tecnico specifico.

Questo documento è, in effetti , un contributo al sapere tecnico per tutti coloro che desiderino affrontare il tema della realizzazione di imballaggi sostenibili con un approccio scientifico.

Il pratico sistema  delle domande e delle risposte permette ai vari soggetti della filiera, che definiscono l’imballaggio, di stabilire se i loro imballaggi possiedano le caratteristiche ambientali richieste dalla legge.

Inoltre, adottando i suggerimenti che sono espressi in questo manuale, i tecnici hanno la possibilità di dimostrare le motivazioni delle loro scelte e di conseguenza possono verificarne la validità nel tempo, mirando al miglioramento continuo.

Tutte le aziende che producono e utilizzano imballaggi farebbero bene a dotarsi di questo strumento, in particolare le PMI per le quali è stato primariamente pensato.

Dal sito UNI è possibile scaricare il testo gratuitamente.

Pubblicate le regole per la sicurezza dei lavoratori negli impianti elettrici

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È stato pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale» n. 83 dell’11 aprile, il decreto del ministero del Lavoro del 4 febbraio 2o11 che definisce i criteri per il rilascio delle autorizzazioni alle aziende i cui dipendenti eseguono lavori in tensione. Si tratta del provvedimento previsto dal decreto legislativo 81/2008, articolo 82, comma 2, lettera c).

Il provvedimento riguarda i lavori sotto tensione effettuati su impianti elettrici alimentati a frequenza industriale a tensione superiore a l000 V. Lo svolgimento delle attività in tensione ammesse dal decreto è consentito alle aziende che rispettano determinati requisiti di sicurezza e che hanno ottenuto l’autorizzazione con decreto dirigenziale del direttore generale della Tutela delle condizioni di Lavoro del ministero del Lavoro e del direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute. Il decreto stabilisce le condizioni a cui possono essere effettuati i lavori in tensione, le modalità di formazione del personale, i requisiti dei soggetti formatori, le modalità di abilitazione dei lavoratori attraverso un documento di abilitazione e quelle di verifica periodica delle attrezzature.

Biancheria da letto e prove di infiammabilità

 

lenzuola

Pubblicata la norma UNI EN ISO 12952 “Tessili – Valutazione dell’accendibilità degli articoli biancheria da letto”.

La Parte 1 della norma dal titolo “Sorgente di accensione: sigaretta in combustione lenta” specifica i metodi di prova per valutare l’accendibilità di tutti gli articoli biancheria da letto con l’impiego di una sigaretta in combustione lenta come sorgente di accensione.

La Parte 2 della UNI EN ISO 12952 “Sorgente di accensione: fiamma equivalente a quella di un fiammifero” specifica le prove per valutare l’accendibilità di tutti gli articoli biancheria da letto con l’impiego di una fiamma da gas butano equivalente a quella di un fiammifero come sorgente di accensione.

Entrambe le parti della norma si applicano a coprimaterassi, traverse, lenzuola, coperte elettriche e non, trapunte, guanciali, ecc..

Tra gli aspetti trattati: i criteri di combustione, la salute e la sicurezza degli operatori incaricati delle prove, l’apparecchiatura di prova, il procedimento e l’esame finale, la stesura del rapporto di prova.

Dal sito UNI

Criteri-qualità per recupero di rottami metallici e leghe

 

Entrano in vigoremercurio dal 28 aprile – ma si applicheranno dal 9 ottobre 2011, per consentire alle imprese di familiarizzare con il nuovo sistema – i criteri europei che determinano quando alcuni tipi di rottami metallici cessano di essere considerati rifiuti e diventano prodotti.

I criteri sono oggetto del regolamento (Ce) 333/2011 del 31 marzo 2011 (pubblicato sulla Guue L 94 dell’8 aprile 2001) e rappresentano la prima attuazione della disciplina relativa al cosiddetto “end of waste”, introdotta dall’articolo 6 della direttiva 2008/98/Ce sui rifiuti e codificata nell’ordinamento nazionale dall’articolo 184-ter del Dlgs 152/2006 (modificato dal Dlgs 205/2010). Il fine è conseguire livelli più elevati di riciclaggio e limitare l’estrazione di risorse naturali. L’obiettivo europeo è quello di creare una società del riciclaggio, che evita di produrre rifiuti e che, per quanto possibile, usa i rifiuti inevitabili come risorsa.

Si conclude così la discussione che, a livello comunitario e nazionale, contrappone da oltre dieci anni imprese e pubblica amministrazione nell’ascrivere o meno ai rottami metallici la natura di rifiuto. Inoltre, il regolamento evita che ogni Stato prenda una deriva individuale. Il regolamento è costituito da 7 articoli e 3 allegati ed ha per oggetto i rottami di ferro, acciaio, alluminio e i rottami di leghe di alluminio. La composizione dei rottami non deve essere esclusiva, bastando che questi «siano costituiti principalmente» da questi metalli.

Prima che i rottami possano perdere la qualifica di rifiuti, occorre terminare qualsiasi trattamento – taglio, frantumazione, lavaggio e disinquinamento – necessario per preparare i rottami all’utilizzo finale in impianti di lavorazione dell’acciaio o dell’alluminio oppure nelle fonderie. Ad esempio, per le vecchie autovetture occorre procedere allo smontaggio, alla rimozione di liquidi e composti pericolosi e al trattamento della frazione metallica, in modo da recuperare rottami metallici puliti che soddisfano i criteri stabiliti.

Esistono, infatti, criteri comuni e specifici. Quelli comuni prevedono che il produttore o l’importatore stili (per ogni partita di rottami) la dichiarazione indicata nell’allegato III al regolamento (anche in formato elettronico) e, per almeno un anno, ne conservi una copia a disposizione delle autorità che la richiedano. Una copia della dichiarazione va trasmessa al detentore successivo della partita di rottami. Si aggiunge la gestione della qualità fondata su una serie di procedimenti documentali (dal controllo di accettazione dei rifiuti al monitoraggio delle tecniche di trattamento, dalla qualità alla formazione del personale).

Se i trattamenti previsti sono effettuati da un detentore precedente, il produttore si assicura che il fornitore applichi un sistema conforme al nuovo regolamento. I criteri specifici si riferiscono, invece, fondamentalmente al rispetto di quanto stabilito negli allegati I (ferro e acciaio) e II (alluminio). Dai criteri per l’alluminio sono esclusi: limatura, scaglie e polveri contenenti oli o emulsioni oleose; fusti e contenitori. Sono ammessi gli apparecchi da veicoli fuori uso che contengono vernici.

Il regolamento (come la direttiva 2008/98/Ce) non parla mai di materie prime secondarie (Mps), il che avrà i suoi benefici effetti anche e soprattutto sui trasporti transfrontalieri dove il disaccordo tra gli Stati spesso non consente di esportarle come prodotti, ma sempre come rifiuti.

Alimenti a norma: la farina di grano tenero

 

farina


Per aumentare la chiarezza intorno al significato delle diverse tipologie di farina presenti sul mercato ed alle sue caratteristiche, la commissione Agroalimentare dell’UNI ha recentemente pubblicato due nuove norme che riguardano la farina di grano tenero.

Esse costituiscono uno strumento ufficialmente riconosciuto, frutto della mediazione dell’associazione che raccoglie i mulini e loro rappresentanti, associazioni e singole industrie alimentari del settore dolciario e della panificazione, enti di ricerca sul grano tenero, mondo accademico, e sono rivolte agli operatori del settore attraverso tutta la filiera, dai produttori della materia prima alle industrie di prima e seconda trasformazione, alla grande distribuzione organizzata, al mondo tecnico scientifico.

Le farine di grano tenero, a seconda del grado di raffinazione, si suddividono in diversi tipi: 00 (molto bianca e priva di crusca, ricavata principalmente dalla parte centrale del chicco), tipo 0, tipi 1 e 2 (meno bianche e contenenti più crusca).

La UNI 11391 Farina di grano tenero – Definizioni, fornisce le definizioni delle farine ottenute dalla macinazione del grano tenero utilizzate per l’alimentazione umana. Tali definizioni riguardano diverse tipologie di prodotto, quali: farina di grano tenero, farina integrale di grano tenero, farina autolievitante, farina maltata.

La UNI 11392, dal titolo “Farina di grano tenero – Classificazione, requisiti, metodi di prova”, ha lo scopo di specificare i requisiti della farina di grano tenero utilizzata per l’alimentazione umana.

Sono riportati i requisiti merceologici, i requisiti tecnologici per le farine con diversa resistenza alla lievitazione e i requisiti aggiuntivi. Per ogni lotto di farina, sono definiti i limiti di non conformità e i criteri di accettazione.

I metodi di analisi della farina di grano tenero riguardano una serie di fattori, che vanno dal tasso di umidità all’indice farinografico, dagli odori estranei al colore. Completa la norma una appendice che riporta il metodo per la ricerca di insetti – vivi o morti – nella farina di grano tenero.

L’Europa mette ordine nel campo della metrologia

 

Il Parlamemetronto europeo ha deciso di abrogare otto direttive in tema di metrologia.

Si tratta di un riordino che si rende necessario alla luce dell’odierno progresso tecnologico che col tempo ha reso in parte obsoleti tali strumenti giuridici.

Le direttive a cui si fa riferimento sono state varate negli anni ’70, al fine di armonizzare a livello comunitario un settore in cui le diverse legislazioni nazionali ostacolavano gli scambi nel Mercato Unico.

Le otto direttive in questione riguardano strumenti di misura meccanici e contengono specifiche tecniche dettagliate per il settore dei contatori d’acqua fredda (Direttiva 75/33/CEE), degli alcolometri e delle tavole alcolometriche (Direttive 76/765/CEE e 76/766/CEE), dei pesi di precisione (Direttive 71/317/CEE e 74/148/CEE), dei manometri per pneumatici (Direttiva 86/217/CEE), delle misurazioni del peso ettolitrico dei cerali (Direttiva 71/347/CEE) e della stazzatura delle cisterne dei natanti (Direttiva 71/349/CEE).

Attualmente norme internazionali, basate su tecnologie più avanzate, coprono in parte già questi vecchi strumenti giuridici e possono forse creare le condizioni per una semplificazione legislativa del settore.

A livello legislativo la Direttiva 2004/22/CE “relativa agli strumenti di misura” già introduceva, nell’ottobre del 2006, un notevole elemento di semplificazione e di razionalizzazione del settore, coprendo in particolare dieci filiere metrologiche d’interesse pubblico (contatori dell’acqua, contatori del gas e dispositivi di conversione del volume, contatori di energia elettrica attiva e trasformatori di misura, contatori di calore, sistemi di misura per la misurazione continua e dinamica di quantità di liquidi diversi dall’acqua, strumenti per pesare a funzionamento automatico, tassametri, misure materializzate, strumenti di misura della dimensione e analizzatori dei gas di scarico).

Tra l’altro, l’articolo 25 della suddetta direttiva stabilisce una precisa clausola di revisione, prevedendo che entro il 30 aprile 2011 venga inviata una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio per verificare se debbano essere apportate modifiche.

La decisione del Parlamento europeo di abrogare le otto direttive citate investe in gran parte l’ambito della metrologia legale, ossia quella branca della metrologia che si occupa delle unità, dei metodi e degli strumenti di misura relativi alle esigenze tecniche e giuridiche dello Stato. La metrologia legale svolge quindi un ruolo fondamentale nelle moderne società industrializzate perché serve a garantire la correttezza delle misurazioni finalizzate alle transazioni commerciali e, più in generale, atte a garantire la “fede pubblica” in ogni tipo di rapporto economico basato sulla quantificazione di grandezze fisiche.

Dal sito UNI


Young people for Site

La Regione Campania, nell'ambiro del progetto TN MED - C.U.L.T.UR.E., bandisce il Concorso di idee Young people for Site» per raccogliere idee innovative che possano favorire una riflessione condivisa sulle potenzialità del sito UNESCO Centro storico di Napoli e per aiutare a comprendere come i cittadini lo vivono e percepiscono.

Le idee, adeguatamente articolate e sviluppate, dovranno affrontare il tema della fruizione del sito UNESCO da parte dei residenti, in particolare giovani (18-27 anni), proponendo soluzioni di riorganizzazione spaziale o di servizi o di intervento sull'arredo o sulle modalità di fruizione del sito stesso, e qualsiasi altra azione che si ritenga funzionale all'obiettivo di restituire alla fruizione dei cittadini, in particolare giovani, il sito del Centro Storico di Napoli.

Il bando scade il 6 febbraio 2012 ed è accompagnato da un questionario esplorativo (in lingua inglese) la cui compilazione on-line attribuisce una premialità aggiuntiva.

 

 

Data pubblicazione: 02-01-2012

Data scadenza: 06-02-2012

 

Per maggiori approfondimenti, è possibile consultare il sito della Regione Campania e  il sito di progetto: http://www.culture-med.eu/culture/home.htm.

 

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