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Immobili pubblici da riqualificare destinati ai giovani a titolo gratuito: bando "Cammini e Percorsi"

Immobili pubblici da riqualificare destinati ai giovani a titolo gratuito: bando "Cammini e Percorsi"

Riutilizzare gli immobili pubblici come contenitori di servizi e di esperienze autentiche per camminatori, pellegrini e ciclisti, in linea con la filosofia dello slow travel. È con questo intento che l’agenzia del Demanio promuove attraverso un bando la riqualificazione di immobili pubblici situati lungo percorsi ciclopedonali e itinerari storico-religiosi. L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle politiche di sviluppo dei territori e della promozione dell’imprenditorialità turistica.

La prima gara del progetto «Valore Paese-Cammini e Percorsi» assegna 43 immobili, in concessione gratuita per 9 anni (con rinnovo di altri 9), a imprese, cooperative e associazioni costituite in prevalenza da under 40, come previsto dal decreto legge Turismo e Cultura (Dl 31 maggio 2014, n. 83). Sul sito dell’agenzia è possibile consultare il bando nazionale relativo a 30 immobili di proprietà dello Stato (case cantoniere, torri, ex caselli ferroviari e vari fabbricati distribuiti su tutto il territorio) e quelli per 13 beni di proprietà di altri enti locali inseriti nell’iniziativa.

L’elenco degli immobili è pubblicato nelle schede di dettaglio: sono distinti per soggetti proprietari (Stato o altri enti pubblici) e strumento di valorizzazione (concessione, locazione gratuita o concessione, locazione di valorizzazione). A corredo della documentazione anche indicazioni tecniche descrittive dei lotti e delle strutture, oltre all’«Information memorandum», ovvero un quadro informativo e una panoramica generale del contesto territoriale e normativo di riferimento, utile all’elaborazione della proposta progettuale.

L’affidamento a titolo gratuito - con contratto di locazione o con atto di concessione - riguarda persone giuridiche (imprese, cooperative e associazioni anche con sede all’estero), a fronte della riqualificazione, riconversione funzionale e manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili. La selezione dei concessionari terrà conto della miglior proposta progettuale e in particolare delle ipotesi di recupero e riuso, degli elementi di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica e della valutazione dell’opportunità turistica contenuti nella domanda.

I concorrenti saranno tenuti a specificare nella proposta il bene per il quale intendono richiedere l’affidamento, del quale sarà possibile eseguire un sopralluogo . A garanzia della corretta partecipazione alla gara, è previsto il versamento di una cauzione provvisoria di 2000 euro. Per partecipare alla procedura è necessario far pervenire il plico sigillato entro il termine perentorio dell’11 dicembre 2017 alle ore 12.

AdA

Vai al bando e all'elenco degli immobili

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Riduzione contributiva nel settore dell’edilizia per il 2017

Riduzione contributiva nel settore dell’edilizia per il 2017

L'INPS comunica che il decreto direttoriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, del 5 luglio 2017 ha confermato per l'anno 2017 la riduzione dei contributi previdenziali e assistenziali in favore dei datori di lavoro del settore edile.

La circolare INPS 1° settembre 2017, n. 129 comunica che il beneficio consiste in una riduzione, nella misura del 11,5%, per le assicurazioni sociali diverse da quella pensionistica e si applica ai soli operai occupati 40 ore a settimana in aziende classificate nel settore industria, con i codici statistici contributivi da 11301 a 11305, e nel settore dell’artigianato, con i codici statistici contributivi da 41301 a 41305, nonché caratterizzati dai codici Ateco 2007 da 412000 a 439909.

Per poter fruire delle riduzioni contributive i datori devono inviare le domande tramite servizio online entro il 15 gennaio 2018, avvalendosi delle denunce contributive UNIEMENS con competenza fino al mese di dicembre 2017.

AdA

Scarica la circolare INPS 1 settembre 2017, n. 129

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Servizi di pulizia, serve la certificazione Emas

Servizi di pulizia, serve la certificazione Emas

Per gli appalti di servizi è necessaria la corretta stima del personale per verificare attentamente le offerte e il loro rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro oltre che evitare distorsioni della concorrenza; prevista la certificazione Emas (o equivalente) fra i requisiti di partecipazione in vista della prossima obbligatorietà a livello europeo. Sono questi alcuni dei punti caratterizzanti la bozza di bando-tipo n. 2/2017 (Schema tipo di disciplinare di gara per l'affidamento di contratti pubblici di servizi di pulizia, di importo pari o superiore alla soglia comunitaria, aggiudicati all'offerta economicamente più vantaggiosa secondo il miglior rapporto qualità-prezzo).

Lo schema tipo, in consultazione fino all'11 ottobre 2017, deve essere adottato, ai sensi dell'art. 213, comma 2, del dlgs 50/2016 (codice dei contratti pubblici) ed è corredato da diversi allegati. Prende le mosse dal modello di disciplinare redatto per i servizi e le forniture in generale, opportunamente integrato con clausole di dettaglio mirate alla disciplina di aspetti specifici e tipici dei servizi di pulizia.

La consultazione è di interesse per tutte le amministrazioni non soggette all'obbligo di acquisto centralizzato per le categorie merceologiche di cui al dm 24 dicembre 2015 (valido per il biennio 2016-2017), nonché per tutte le amministrazioni che, pur essendo tenute all'obbligatorio acquisto centralizzato, non avendo disponibilità di convenzioni e accordi quadro (il cui affidamento fosse in atto), necessitano di bandire autonomamente la gara.

Il documento pone una particolare attenzione alla fase della descrizione dei servizi oggetto di approvvigionamento anche sotto il profilo della stima del numero del personale e, quindi, per l'individuazione del costo della manodopera che è elemento fondamentale anche nella determinazione dell'importo a base di gara. È stata prevista la possibilità di suddividere l'appalto in lotti sia funzionali (più frequenti perché attinenti a immobili diversi e autonomi), sia prestazionali.

Per evitare le criticità spesso riscontrate, l'Anac invita le stazioni appaltanti a una esatta stima delle unità necessarie per l'appalto e del calcolo delle retribuzioni, per evitare che agli addetti siano riconosciute retribuzioni inferiori alle previsioni dei contratti collettivi. L'obiettivo è evitare un «elemento di alterazione del libero gioco della concorrenza, a danno delle imprese ossequiose dei minimi contrattuali». Così facendo, peraltro, sarà possibile effettuare una corretta verifica di sostenibilità-congruità dell'offerta in base all'omologo, separato dato sul costo del personale indicato in offerta dal concorrente. Fra i requisiti di partecipazione compare la certificazione delle eventuali misure connesse alla gestione ambientale che, ai sensi dell'art. 44 del Codice dei contratti pubblici, hanno come riferimento il sistema comunitario di eco-management and audit scheme (Emas) o altri sistemi riconosciuti a livello europeo o internazionale; prossimamente, infatti, il marchio di qualità ambientale (e prestazionale) dell'Unione europea, ha detto l'Anac, sarà previsto anche per un servizio, come quello del clearing.

AdA

Scarica la bozza tipo di disciplinare n. 2/2017

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Next Energy, riparte la sfida per i talenti dell'energia: 50mila euro in palio

Next Energy, riparte la sfida per i talenti dell'energia: 50mila euro in palio

Al via la seconda edizione di Next Energy, l'iniziativa promossa da Terna e Fondazione Cariplo, e realizzata da Cariplo Factory in collaborazione con il Campus di Terna. Dopo il grande successo della prima edizione (oltre 200 candidature con 9 neolaureati inseriti in azienda alla fine dello stage e le quattro migliori startup - Drone Radio Beacon, Ribes Tech, Sense Square e Cleveral - che hanno avviato rapporti di collaborazione con Terna), Next Energy rinnova la propria sfida ai nuovi talenti italiani dell'energia. Tra le novità di questa edizione di Next Energy c'è anche l'offerta di accelerazione diffusa sul territorio nazionale, curata da Cariplo Factory attraverso una rete che comprende: Polihub, Fondazione Filarete, Digital Magics, Impact Hub, dPixel, LUISS EnLabs, Consorzio Arca. In questo modo le startup selezionate avranno la possibilità di farsi seguire con logiche di prossimità e specialità dalla struttura più adeguata alla loro innovazione tecnologica.

In particolare, Next Energy è rivolta a neolaureati con meno di 28 anni che abbiano conseguito una laurea specialistica in Ingegneria Elettrica, Elettronica, Energetica, Gestionale o Meccanica da meno di 12 mesi con una votazione non inferiore a 110/110 o 100/100 (Call for Talents). Da qui saranno selezionati 10 neolaureati che avranno accesso a uno stage di 6 mesi in Terna. Team di innovatori con almeno una persona di età inferiore ai 35 anni alla data di presentazione della candidatura e un progetto basato su iniziative e/o tecnologie con un livello di TRL, Technology Readiness Level, compreso tra 2 e 4 (Call for Ideas). Da qui saranno selezionati 10 team di innovatori e/o startup che avranno accesso a un programma di accelerazione della durata massima di 3 mesi.

Al progetto migliore verrà assegnato un premio di 50.000 euro (voucher in servizi). Startup operanti in ambito Ue, con un Cto in organico e che abbiano raccolto investimenti per almeno 50.000 euro. Inoltre è richiesto di aver testato positivamente almeno un prototipo, essere in possesso di un prodotto/servizio commercializzabile e una tecnologia con un livello di TRL, Technology Readiness Level, compreso tra 5 e 8 (Call for Growth). Saranno selezionate fino a un massimo di 5 startup che accederanno e growITup, la piattaforma di open innovation di Cariplo Factory, con l'obiettivo di definire potenziali aree di sinergia con Terna e un progetto pilota da testare. Per scoprire ulteriori dettagli e le modalità di partecipazione a Next Energy, tutti gli interessati possono consultare il bando, disponibile alla fine dell'articolo.

Neolaureati, innovatori e startupper hanno tempo fino all'8 novembre per presentare le loro candidature. Quindi si aprirà una fase di selezione che porterà all'attivazione dei 10 stage della Call for Talents (dal 2 gennaio al 30 giugno 2018), dei 10 percorsi di accelerazione della Call for Ideas (periodo dal 2 gennaio al 31 marzo) e della piattaforma growITup per le 5 startup della Call for Growth (entro il 31 maggio 2018).

AdA

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Conciliazione tra vita professionale e privata: firmato il decreto che riconosce sgravi contributivi per i datori di lavoro

Conciliazione tra vita professionale e privata: firmato il decreto che riconosce sgravi contributivi per i datori di lavoro

Firmato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, e dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, il decreto che riconosce sgravi contributivi ai datori di lavoro privati che abbiano previsto, nei contratti collettivi aziendali, istituti di conciliazione tra vita professionale e vita privata dei lavoratori. Il provvedimento dovrà essere registrato dalla Corte dei Conti.

All'attuazione della misura sperimentale, prevista dal decreto legislativo n. 80/2015, sono destinati complessivamente circa 110 milioni di euro per il biennio 2017 e 2018, a valere sul Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello.

Il decreto recepisce le indicazioni contenute nelle Linee guida elaborate da un'apposita Cabina di regia presieduta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei Dipartimenti per la famiglia, per le pari opportunità e della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Per accedere agli sgravi contributivi i datori di lavoro dovranno aver sottoscritto e depositato contratti collettivi aziendali che prevedano l'introduzione di misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata innovative e migliorative rispetto a quanto già previsto dai contratti collettivi nazionali di riferimento o dalle disposizioni vigenti.

Il beneficio potrà essere riconosciuto ai contratti collettivi aziendali sottoscritti e depositati a decorrere dal 1° gennaio 2017 e non oltre il 31 agosto 2018, nei limiti e con le modalità stabilite nel decreto.

Considerato il carattere sperimentale della misura, il decreto individua criteri di accesso al beneficio che possano favorire la più ampia partecipazione dei datori di lavoro interessati.

AdA

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Impianti di climatizzazione: salute e sicurezza nelle attività di ispezione e bonifica

Impianti di climatizzazione: salute e sicurezza nelle attività di ispezione e bonifica

Pubblicato da INAIL il documento “Impianti di climatizzazione: salute e sicurezza nelle attività di ispezione e bonifica”. La pubblicazione fornisce informazioni utili a prevenire infortuni e malattie professionali correlabili alle attività di ispezione e sanificazione degli impianti di climatizzazione. Promuove inoltre comportamenti sicuri e il corretto utilizzo di attrezzature e dispositivi di protezione.

L’opuscolo, organizzato in schede, permette di identificare tutti i rischi connessi alle singole fasi di lavoro effettuate durante:
• l’ispezione visiva
• l’ispezione tecnica
• la bonifica

Per ogni rischio associato alle diverse fasi, fornisce indicazioni circa i comportamenti, le attrezzature e i dispositivi di protezione da adottare. Inoltre, sono fornite delle schede di sintesi relative ai DPI da utilizzare per ognuna delle fasi di lavoro e una scheda per le emergenze sulla quale annotare nomi e numeri utili da contattare in caso di emergenza.

AdA

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Tracciabilità di filiera delle biomasse: il MiPAF indica i costi di certificazione

Tracciabilità di filiera delle biomasse: il MiPAF indica i costi di certificazione

Con Decreto 22 giugno 2017 il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali indica i costi di certificazione per la tracciabilità di filiera delle biomasse destinate alla produzione elettrica. Il decreto è entrato in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta, avvenuta il 9 settembre 2017.

Il decreto in questione stabilisce l'entità e le modalità di versamento della quota delle tariffe di cui all'art. 25 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91(che stabilisce che gli oneri sostenuti dal Gestore dei servizi energetici - GSE S.p.A, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116) da riconoscere al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali a copertura dei costi delle attività di controllo che esso svolge, nel rispetto del decreto del 2 marzo 2010 (che stabilisce le modalità con cui garantire la tracciabilità e la rintracciabilità della biomassa e del biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali).

La quota è posta pari al 2,5% dei ricavi derivanti dall'applicazione dei corrispettivi in quota energia, (c€/kWh), versati dai produttori di energia elettrica da biomassa, biogas e bioliquidi al GSE ai sensi del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 24 dicembre 2014, cosi come risultanti dall'ultimo bilancio GSE approvato, e dai conti annuali separati inviati all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. L'ammontare annuale del versamento, specifica il decreto, non può eccedere l'importo complessivo di € 200.000 annui.

A decorrere dal 2017, entro il 31 gennaio di ogni anno, il GSE verserà all'entrata del bilancio dello Stato la quota (sopra definita), che sarà riassegnata ad apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali trasmetterà poi annualmente al GSE:

a) entro il 31 maggio di ciascun anno, l'esito di ciascuna verifica di cui all'art. 4 del decreto 2 marzo 2010;

b) entro il 30 ottobre di ciascun anno, una relazione contenente la rendicontazione complessiva delle verifiche svolte.

A proposito di monitoraggio, il decreto prevede che qualora intervengano modifiche al quadro normativo inerenti le attività di controllo o il MIPAF rilevi un incremento dei costi nello svolgimento di tali attività, la quota di versamento sarà sostituita da uno specifico corrispettivo a carico dei produttori sottoposti ai controlli di cui al DM MIPAF 2 marzo 2010, proposto dal GSE e approvato dal Ministero dello sviluppo economico.

AdA

Scarica il decreto 22 giugno 2017

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Terzo settore e impresa sociale. Nuove norme

Terzo settore e impresa sociale. Nuove norme

Anche l’impresa sociale ha beneficiato della recente ventata riformatrice che ha interessato il Terzo settore: essa infatti trova finalmente, con il decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 112 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 19 luglio), una compiuta disciplina nel nostro ordinamento, la quale deve essere composta coordinando, oltre che le norme del decreto 112, quelle degli enti del Terzo settore e quelle del Codice civile.

La qualifica di “impresa sociale” (che spetta di diritto alle cooperative sociali e loro consorzi) può essere acquisita da tutti gli enti privati, non profit e profit, del nostro ordinamento (e, quindi, anche dalle società, salvo quelle unipersonali), i quali esercitino, in via stabile e principale (tale è l’attività che produce ricavi superiori al 70% del totale) un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, adottando modalità di gestione responsabili e trasparenti e favorendo il più ampio coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti interessati alle loro attività.

È invece preclusa l’assunzione della qualifica di impresa sociale agli enti i cui atti costitutivi limitino, anche indirettamente, l’erogazione dei loro beni e servizi in favore dei soli soci o associati.

Le norme sull’impresa sociale si applicano, se svolgono le attività sopra elencate, anche agli enti religiosi civilmente riconosciuti, a condizione che essi adottino, con atto pubblico o scrittura privata autenticata, un regolamento che recepisca quanto stabilito dal decreto 112/2017, dedichino a dette attività un patrimonio ad esse destinato e tengano per esse scritture contabili separate.

La legge stessa indica un lunghissimo elenco per definire quali siano le predette attività d’interesse generale tipiche dell’impresa sociale: tra esse, ad esempio, i servizi sociali, le prestazioni sanitarie, l’educazione, l’istruzione e la formazione professionale, le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa, gli interventi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni dell’ambiente e all’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali (escludendo però l’attività di raccolta e riciclaggio dei rifiuti), gli interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, la formazione universitaria e post-universitaria, la ricerca scientifica di particolare interesse sociale, eccetera.

Viene peraltro precisato che si considera comunque di interesse generale, indipendentemente dal suo oggetto, l’attività d’impresa nella quale, per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, sono occupati (per non meno del 30% della forza lavoro complessiva) lavoratori “molto svantaggiati”, persone svantaggiate o con disabilità nonché persone beneficiarie di protezione internazionale e persone senza fissa dimora che versi no in una condizione di povertà tale da non poter reperire e mantenere un’abitazione in autonomia.

L’impresa sociale deve essere costituita mediante atto pubblico, nel quale va esplicitato il carattere sociale dell’oggetto dell’impresa e l’assenza di scopo di lucro: è prescritto, al riguardo, che l’impresa sociale destina eventuali utili e avanzi di gestione allo svolgimento dell’attività statutaria o ad incremento del sui patrimonio e che è vietata la distribuzione, anche indiretta, di utili ed avanzi di gestione, fondi e riserve comunque denominati. L’atto costitutivo e le sue successive modificazioni devono essere depositati nel registro delle imprese, il quale dedica alle imprese sociali un’apposita sezione.

AdA

fonte Sole24Ore 193/17 AB

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Gestione del rischio: in revisione la ISO 31000

Gestione del rischio: in revisione la ISO 31000

La norma internazionale ISO 31000Risk management - Principles and guidelines” (adottata a livello nazionale nel 2010 come UNI ISO 31000) spiega come funziona quel processo delicato e fondamentale che va sotto il nome di “gestione del rischio” e fornisce indicazioni su come applicarlo all’interno di un’organizzazione.
Il tema è particolarmente significativo anche alla luce della ISO 9001:2015, che vede proprio nel “risk based thinking” uno dei punti qualificanti di un efficace sistema di gestione. Infatti l’approccio basato sul rischio coinvolge tutte le nuove norme ISO sui Sistemi di Gestione basate sulla struttura di alto livello (High Level Structure - HLS), imposta da ISO a partire dal 2012.
In questi mesi il documento è stato sottoposto a un accurato - e non ancora concluso - lavoro di revisione  ed è recentemente arrivato allo stadio di Draft International Standard (DIS): una fase importante perché il testo ha trovato una sua forma più strutturata e definita che già ne rende chiari intenti e risultati, ma anche delicata perché ne mette in luce con più evidenza anche potenziali problematicità.
L’obiettivo principale della nuova ISO 31000 è quello di rendere il documento chiaro e di più facile comprensione, attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice che esprima i fondamenti della gestione del rischio in modo piano e comprensibile a tutti i potenziali utilizzatori. Insomma, creare un testo che sia di facile comprensione e che al tempo stesso parli un linguaggio comune e familiare a tutte le organizzazioni, a prescindere dalle loro dimensioni e dal loro settore di attività.
Il compito principale, che si cerca di perseguire, è quindi quello di trovare un adeguato compromesso tra esigenze di chiarezza, bisogno di approfondimento e necessità di sintesi.
Con questo obiettivo ben fissato, il testo è stato ridotto ai concetti fondamentali. Risultato: un documento più conciso e più facile da leggere, che conserva tuttavia un’ampia applicabilità a qualsiasi settore e a qualsiasi tipo di rischio.
Il nuovo testo si presenta non solo più conciso, ma comprende anche alcuni cambiamenti sostanziali come ad esempio l'importanza data ai fattori umani e culturali nel raggiungimento degli obiettivi di un'organizzazione e una maggiore enfasi su una più solida integrazione del “risk management” con il processo decisionale e, più in generale, all'interno di un sistema di gestione strategico e operativo.
L’intento è ovviamente quello di giungere quanto prima possibile all’elaborazione di un Final Draft (FDIS), che tenga conto dei numerosi commenti ricevuti, alcuni dei quali sono stati avanzati proprio dall’Italia.
Un gruppo di lavoro misto IEC ed ISO, con alcuni esperti in comune con il gruppo che si occupa della futura ISO 31000, sta sviluppando la revisione della IEC/ISO 31010 (Risk Assessment Techniques). Anche per questa norma siamo ormai in dirittura di arrivo e si aspetta il Draft finale. Contrariamente a quanto sta avvenendo per la ISO 31000, nella bozza della IEC/ISO 31010 i due aspetti critici, evidenziati qui sopra, sono affrontati con sufficiente chiarezza a giudizio del Gruppo di lavoro italiano che segue le due norme.
Si prevede che la nuova versione della norma ISO 31000 possa vedere la luce entro la fine del 2017 o l'inizio del 2018.

mb

Fonte UNI

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Responsabilità Sociale: disponibile un nuovo documento per utilizzare al meglio la ISO 26000

Responsabilità Sociale: disponibile un nuovo documento per utilizzare al meglio la ISO 26000

In 7 anni la norma ISO 26000 si è imposta come riferimento chiave per l’attuazione di pratiche di responsabilità sociale in qualsiasi organizzazione. Adottata a livello nazionale in 80 Paesi e tradotta in più di 20 lingue, la norma ha rappresentato la base sulla quale la Commissione europea ha costruito la sua strategia di corporate social responsibility (CSR).
Allo scopo di aiutare le organizzazioni ad ottimizzare ancora di più i vantaggi della ISO 26000 - utilizzando un approccio per sistemi di gestione - è stato recentemente pubblicato l’International Workshop Agreement IWA 26Using ISO 26000 guidance on social responsibility in management systems.
Poiché la ISO 26000 è stata elaborata prima dell’introduzione della ISO High-Level Structure (HLS), il quadro comune a tutte le norme sui sistemi di gestione volto a garantire coerenza all’interno di una organizzazione, questo IWA aiuterà gli utilizzatori degli standard sui sistemi di gestione (MSS-Management System Standard) a integrare in modo più efficace la responsabilità sociale nella loro impresa.

Vai al sito ISO

mb

Fonte UNI

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