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8 febbraio 2017. Seminario di presentazione del Bando ISI 2016 su "Finanziamenti INAIL alle imprese: dalla prevenzione al reinserimento lavorativo"

IMG 1724Si è tenuto, mercoledi 8 febbraio 2017, presso la Camera di Commercio di Napoli, il seminario “Finanziamenti Inail alle imprese: dalla prevenzione al reinserimento lavorativo” di presentazione del nuovo Bando ISI 2016.

L'evento è stato organizzato dalla Direzione regionale dell'INAIL Campania, in collaborazione con il Consorzio Promos Ricerche, quale Sportello sulla Responsabilità Sociale d'Impresa di Napoli, ACEN Associazione Costruttori Edili di Napoli, ANCE Campania e Unione Industriali di Napoli.

Dopo i saluti di Girolamo Pettrone, Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Napoli, Sonia Palmeri, Assessore Risorse Umane e Lavoro, Regione Campania, Gennaro Vitale, Presidente ANCE Campania, Federica Brancaccio, Vice Presidente Relazioni Industriali e Affari Sociali ACEN e Paolo Minucci Bencivenga, Unione Industriali di Napoli, l'apertura dei lavori è stata affidata a Ferdinando Flagiello, amministratore delegato del Consorzio Promos Ricerche e a Daniele Leone, direttore regionale INAIL Campania.

A cura della Direzione Regionale Inail Campania, sono seguiti gli interventi tecnici di Adele Pomponio, Direttrice ufficio POAI, Raffaele d’Angelo, CONTARP, Pietro G. Iacoviello, Sovrintendente sanitario regionale, Vincenzina Esposito Mocerino, Dirigente medico, Giuseppina Barone, Responsabile reinserimento lavorativo, Paolo Siniscalco, Consulenza tecnica per l'edilizia e Francesco Auciello, Tecnico impiantista consulenza tecnica per l'edilizia.

Nel corso dell’incontro sono stati presentati gli incentivi in favore delle imprese che intendono realizzare interventi finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro.

Sono stati, inoltre, approfonditi i temi connessi agli interventi mirati alla conservazione del posto di lavoro, destinati a coloro che, a seguito delle conseguenze dell’infortunio o della malattia professionale, necessitano di particolari interventi per la prosecuzione dell’attività lavorativa.

AdA

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Fonti rinnovabili, lo step del 50% slitta al 2018

isolamento-termicoIl decreto Milleproroghe (Dl 244/2016) - pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre 2016 e attualmente all’esame del Parlamento per la conversione in legge - prevede lo slittamento di un anno dei termini del Dlgs 28/2011, cioè di quella norma che fissava al 1° gennaio 2017 l’obbligo, in caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni importanti, di portare al 50% (da un precedente 35%) la percentuale di copertura dei consumi per riscaldamento, raffreddamento e acqua calda sanitaria attraverso fonti rinnovabili. La nuova data da segnare come traguardo è, dunque, il 1° gennaio 2018.  «Un posticipo a metà - commenta Matteo Serraino, Ege o Esperto in Gestione dell’Energia per Manital, azienda attiva nel facility management -. Perché il 28/2011, in realtà, oltre a prescrivere l’obbligo di una percentuale di copertura da rinnovabili dei consumi per la climatizzazione invernale ed estiva e per scaldare l’acqua sanitaria, parla di un incremento, a partire dal 1° gennaio 2017, della potenza di impianti elettrici alimentati da fonti rinnovabili. E, su questo punto, il Milleproroghe non si è espresso».

La regola discende dal Dlgs 28/2011, varato sei anni fa e che, a sua volta, recepisce la direttiva comunitaria 2009/28/CE. Riguarda tutte le nuove costruzioni, i fabbricati demoliti e ricostruiti, quelli con una ristrutturazione completa di involucro, qualsiasi sia la destinazione d’uso ed è cogente, pena il mancato rilascio del permesso di costruire. Percentuali ancora più performanti per gli edifici pubblici.

L’entrata in vigore è avvenuta per step: da una copertura minima iniziale dei consumi da rinnovabili del 20% si è passati poi al 35%. Dal 1° gennaio 2017 si sarebbe dovuti salire al 50%, ma il Milleproroghe ha rinviato questo passaggio al 1° gennaio 2018.
«Rispetto a quanto previsto in precedenza - prosegue Serraino - questo decreto ha comportato comunque una rivoluzione per il settore. Se negli anni Novanta si faceva solo riferimento alle rinnovabili per gli edifici pubblici e in quelli Duemila l’obiettivo era la produzione di acqua calda sanitaria con fonti rinnovabili, dopo la normativa comunitaria del 2009 tutto è cambiato».

La produzione pulita, infatti, deve essere garantita in loco, con un intervento strutturale: non vale acquistarla in rete. Ciò comporta che, sotto l’aspetto delle tecnologie impiegate, per garantire la climatizzazione invernale/estiva e l’acqua calda sanitaria da rinnovabile (comunque anche oggi, con un limite fissato al 35%) gli edifici nuovi o ristrutturati devono essere dotati di pannelli solari termici, pompe di calore, caldaie a biomassa. Per ciò che riguarda l’elettrico, il decreto non parla esplicitamente di fotovoltaico, ma questa è la tecnologia cui, implicitamente, si fa riferimento. Nel determinare la quota di elettricità minima garantita da fonte rinnovabile si parla, infatti, di un minimo di potenza installata in rapporto alla superficie di copertura del fabbricato.

Per ciò che riguarda, infine, le deroghe, per chi è allacciato a una rete di teleriscaldamento sono previste per la produzione di acqua calda e climatizzazione. Resta però l’obbligo sul fronte dell’elettricità. Le percentuali di copertura dei consumi per gli usi termici sono invece ridotte della metà nei centri storici, dove è oggettivamente più difficile installare sistemi rinnovabili. Infine, in caso di impedimenti accertati e comprovati da una relazione tecnica (se, ad esempio, nel fabbricato non c’è oggettivamente spazio per installare una pompa di calore), l’edificio deve però dimostrare di ridurre i consumi con interventi di efficienza energetica. Nel caso peggiore, cioè a fronte dell’impossibilità totale di installare un sistema rinnovabile, occorre tagliare del 50% i consumi rispetto agli obblighi minimi di legge. Come dire: obbligatorio puntare sull’involucro.

AdA

fonte Sole24Ore 36/17 SR e MCV

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Durc online: le Casse edili estendono i controlli

DURCL’Inps, con circolare 31 gennaio 2017 n° 17, ribadisce che, prima del rilascio del Documento unico di regolarità contributiva (Durc), le Casse edili effettuano i controlli su tutte le imprese che applicano il contratto collettivo nazionale del lavoro del settore edilizia.

Le Casse edili, quindi, effettuano i controlli in tempo reale sulle imprese che richiedono il rilascio del Durc online anche se non sono classificabili, ai fini previdenziali, nel settore industria o artigianato per le attività dell’edilizia. Condizione sufficiente per effettuare i controlli è, infatti, che l’impresa che richiede il Durc online applichi il contratto collettivo di settore.

Il meccanismo per il rilascio del Durc viene quindi semplificato. Al momento della domanda online, Inps Inail e Casse edili effettuano tutte le verifiche. Prima, invece, Inps e Inail controllavano sempre e comunque tutte le richieste, mentre prima delle verifiche delle Casse edili bisognava verificare la classificazione dell’impresa come "edile". C’era quindi un passaggio in più.

Non si tratta di una novità recente. È stato infatti il DM 23 febbraio 2016 a introdurre modifiche alla disciplina del Durc online contenuta nel DM 30 gennaio 2015.

La portata della nuova disposizione è stata successivamente spiegata dal Ministero del Lavoro con la circolare 38/2016, ma ora è stata ribadita anche dall’Inps.

AdA

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Modello OT24 di riduzione del tasso INAIL. Il 28 febbraio scade il termine di presentazione

riduzione tariffa inailIl prossimo 28 febbraio scadrà il termine di presentazione della domanda di riduzione del tasso di premio. L’istanza potrà essere presentata, entro tale termine, dalle aziende che hanno adottato interventi migliorativi in materia di igiene e sicurezza del lavoro rispetto a quanto previsto dal dlgs 81/2008 e smi.

Le condizioni per l’ammissione al beneficio sono:
- lo svolgimento di almeno biennio completo di attività;
- l’adozione delle misure migliorative entro il 31 dicembre 2015;
- l’indicazione degli interventi effettuati atti a raggiungere almeno il punteggio di 100;
- regolarità contributiva alla data di trattazione della domanda da parte dell’INAIL.

La riduzione viene applicata in base al numero dei lavoratori che esposto sul modello 20SM di notifica del tasso 2016.

AdA

Info e documentazione

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Rischio biologico: procedura Inail per la determinazione di spore fungine

CopSporeFunginePubblicato da Inail il volume “Procedura sperimentale per la determinazione di spore fungine in atmosfera”. La pubblicazione, oltre a presentare informazioni tecniche sulla procedura sperimentata, raccoglie indicazioni in merito al fenomeno chiamato bioaerosol e a rischi biologici negli ambienti di lavoro outdoor e indoor.

Il Rischio Biologico all’interno dei luoghi di lavoro dovuto ai microorganismi trasportati dall’aria non sempre è ben conosciuto e, di conseguenza, correttamente prevenuto. Alcune norme UNI riportano i principi generali e i metodi per il controllo della biocontaminazione e la valutazione e interpretazione dei dati. Tali metodi richiedono la conta al microscopio dei microorganismi che causa tempi lunghi di analisi e scarsa accuratezza. Al contrario, l’utilizzo di indicatori chimici della presenza generica di entità microbiche ridurrebbe i costi e velocizzerebbe l’informazione.

Vari sono i settori lavorativi soggetti ai rischi derivanti dal bioaresol. Gli ambienti dove vengono prodotti o smaltiti materiali biologici o dove si producono enzimi microbici: trattamento rifiuti, depurazione, aziende agroalimentari, aziende farmaceutiche, industrie di detersivi, laboratori di ricerca biologica. Quindi lavorazione filati e tessuti, ospedali e laboratori per procedure post mortem o chirurgiche, legname e mobili, alimentari e zootecniche; i luoghi pubblici affollati come scuole uffici e centri commerciali.

Per quanto riguarda le conseguenze sulla salute umana, i rischi più frequenti sono bronchiti e malattie polmonari ostruttive, riniti allergiche e asma, irritazione di membrane e mucose.

AdA

Scarica la procedura sperimentale determinazione spore fungine atmosfera

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Segnali di sicurezza: nuova UNI su segni grafici e colori

segnaletica di sicurezzaIn vigore dal 2 febbraio la norma UNI EN ISO 7010:2017 che prescrive i segnali di sicurezza da utilizzare nella prevenzione degli infortuni, nella protezione dal fuoco, per l'informazione sui pericoli alla salute e nelle evacuazioni di emergenza.

La forma e il colore di ogni segnale di sicurezza sono conformi alla ISO 3864-1 e la progettazione dei segni grafici è conforme alla ISO 3864-3.

La norma è applicabile a tutti i siti in cui le questioni legate alla sicurezza delle persone necessitano di essere poste. Comunque, non è applicabile ai segnali utilizzati nel traffico ferroviario, stradale, fluviale, marittimo e aereo e, in generale, in quei settori soggetti a una regolamentazione che può differire in alcuni punti della presente norma e della serie ISO 3864.

La norma specifica gli originali dei segnali di sicurezza che possono essere ridotti o ingranditi per esigenze di riproduzione e di applicazione.

AdA

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Anac: rating di impresa anche per servizi e forniture

ratingVolontario e soprattutto esteso al mondo dei servizi e delle forniture, che oggi invece verrebbero tagliati fuori, lasciando senza strumenti di valutazione un mercato presidiato da decine di migliaia di imprese. Sono le due richieste principali alla base dell’atto di segnalazione con cui l’Autorità Anticorruzione chiede al Governo di modificare il meccanismo del rating di impresa, previsto dalla riforma degli appalti entrata in vigore lo scorso 19 aprile. La segnalazione, inviata ieri, intercetta un momento decisivo per l’attuazione del nuovo codice. Attraverso la cabina di regia insediata a Palazzo Chigi, il Governo sta lavorando proprio in questi giorni al decreto correttivo: il “tagliando” da effettuare entro un anno dalla riforma per correggere le (non poche) criticità riscontrate dal mercato durante i primi mesi di applicazione.

Come segnala il presidente Raffaele Cantone, l’Anac resta ancora convinta che il rating di impresa, destinato a valutare la “reputazione” di chi partecipa al mercato degli appalti pubblici, resta uno strumento fondamentale per promuovere la «performance contrattuale». L’obiettivo è quello di prevenire «i rischi di cattiva esecuzione» delle opere. «Una svolta epocale per i contratti pubblici», scrive l’Authority nella segnalazione. Capace addirittura da fare del sistema italiano «una best practice» internazionale.

Non è un mistero però che i tentativi di mettere in piedi il rating finora non siano stati coronati dal successo. Una prima bozza di linee guida, varata dall’Autorità la scorsa estate, è stata messa in consultazione e poi subito ritirata. Un secondo passaggio con gli operatori, effettuato a fine settembre, non è bastato a superare i rilievi legati in particolare ai rischi di limitazione della concorrenza, di sovrapposizione con il sistema di qualificazione dei costruttori già in vigore, oltre al pericoloso “intreccio” con il rating di legalità rilasciato dall’Antitrust. Ma non si tratta solo di questo.

Nella segnalazione l’Anac contesta innanzitutto la scelta di limitare l’applicazione del rating alle imprese che lavorano nei cantieri pubblici, mettendo in fuorigioco i fornitori e le società che offrono servizi. «Una limitazione irragionevole», sottolinea l’Anticorruzione, considerando la dimensione dei due mercati e le «numerose criticità riscontrate nel tempo proprio in ordine alla qualità dei relativi affidamenti». La seconda obiezione riguarda la decisione di farne un requisito obbligatorio ai fini della qualificazione. Soprattutto in un sistema, come quello dei lavori pubblici, in cui già esiste un meccanismo di abilitazione al mercato «basato su elementi certi e determinati». La conseguenza, considerando che così facendo il rating verrebbe utilizzato solo per i lavori sopra i 150mila euro (dove vige l’obbligo di qualificazione Soa), sarebbe quello di applicare il sistema a «un numero limitato di casi». Di qui la richiesta di applicare il rating su base volontaria, valutando solo chi lo chiede, tanto nei lavori che nel campo di servizi e forniture. In questo modo, è la tesi dell’Anac, il rating potrebbe essere usato come criterio premiale nella valutazione delle offerte. Superando anche le obiezioni, sollevate in passato dalla Corte Ue, sul divieto di utilizzare criteri soggettivi tra i parametri di valutazione delle proposte. Ora infatti le direttive ammettono di prendere in esame «le qualifiche e l’esperienza del personale incaricato di eseguire l’appalto».

Da risolvere anche la questione (di non poco conto) relativa al curriculum maturato negli anni dalle imprese. Per come è strutturato ora, ricostruisce l’Anac, un rating obbligatorio dovrebbe essere applicato soltanto a partire dall’entrata in vigore del nuovo codice «con l’inevitabile risvolto di un azzeramento della storia professionale» dei costruttori. Di qui la richiesta di prevedere un meccanismo alternativo, magari attribuendo «rilievo positivo all’assenza di elementi con valore penalizzante per il futuro (assenza di contenzioso meramente pretestuoso, di risoluzioni contrattuali per inadempimento, di penali oltre una certa soglia)».

AdA

Fonte Sole24Ore 33/17 Mau.S.

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16 gennaio 2017. Seduta di tesi per il titolo di Master di II livello in Ergonomia

Ergo16-17 14Lunedì 16 gennaio 2017, presso l’Aula Magna della Facoltà di Biotecnologie, si è tenuta la Seduta Esami di Tesi per il conferimento del titolo di “Master di II livello in Ergonomia”.

La Commissione era composta dai Docenti dell'Ateneo Federico II: Maria Triassi, Umberto Carbone, Umberto Giani, Ida Torre, Paolo Montuori ed Annalisa Lama in qualità di tutor del Master.

Hanno partecipato, in qualità di relatori/accompagnatori dei vari esaminanti, Ferdinando Flagiello, amministratore delegato del Consorzio Promos Ricerche, Antonio D'Amore, direttore Asl Napoli2Nord, Bruno Di Benedetto, direttore del Servizio Sanitario amministrazione penitenziaria  di Poggioreale, Francesco Draicchio, responsabile del centro nazionale di Ergonomia dell'INAIL, Francesco Burlin, sovrintendente medico INAIL di  Napoli, Concetta Cerchia, medico del lavoro-ergonomo, Teresa Rea, responsabile coordinamento amministrativo corso di Laura TPAL UNINA, Marilù Trabucco, direttore SEP AslCaserta, Michele Del Gaudio, INAIL Avellino-direttivo regionale SIE, Giuseppe Cantisano, direttore provinciale Ispettorato del Lavoro Napoli, Alfonso Esposito, Direzione Centro di Biotecnologie Unina.

Il corso di Master di II livello in Ergonomia, relativo all'Anno Accademico 2015-2016, ha visto l'immatricolazione di 20 Dottori provenienti da consolidate realtà lavorative, all’interno delle quali esplicano funzioni dirigenziali e manageriali.

Ciascuno ha discusso la propria Tesi, spaziando sulle varie tematiche dell’integrazione dell’ergonomia con gli aspetti tecnici della sicurezza sul lavoro, le connessioni con la sorveglianza sanitaria, con particolare attenzione agli aspetti del coinvolgimento dell’ergonomia cognitiva nella prevenzione e gestione del rischio, dagli ambienti sanitari a quelli industriali, senza tralasciare lavori volti a considerare le pubbliche amministrazioni e aziende partecipate.

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Accessibilità. Disponibile un nuovo dossier dell'UNI

Dossier UC 1 2017Milioni di persone nel mondo sviluppano diverse tipologie di disabilita; un quarto di tutti i cittadini dei paesi sviluppati hanno piu di 60 anni e, entro il 2050, la maggior parte di questi paesi avra raggiunto questo livello di popolazione anziana. L'accessibilità quindi e sempre più un problema in quanto la popolazione mondiale invecchia e le persone con disabilita chiedono pari condizioni di accesso alla vita sociale, politica ed economica.
Le norme tecniche possono stabilire linee guida utili ai produttori e ai fornitori di servizi per progettare prodotti accessibili a tutti. Ma come definire che cosa si intende per "accessibilità"? Una definizione ampiamente accettata riferisce alla "misura in cui prodotti, sistemi, ambienti e servizi possono essere utilizzati da persone provenienti da una popolazione con la più ampia gamma di caratteristiche e capacita per raggiungere un obiettivo specifico in uno specifico contesto d'uso".
Sia a livello ISO sia a livello CEN esistono Guide, Comitati Tecnici e norme pubblicate relative all'accessibilità di prodotti e servizi.
Il presente dossier elenca le principali attività normative attualmente presenti al CEN e all'ISO.
La nuova Guida ISO 71 (trasposta al CEN con la CEN/CENELEC Guide 6) con il titolo "Guida per l'integrazione del concetto di accessibilità nelle norme" aiuterà coloro che sono coinvolti nel processo di sviluppo normativo a prendere in considerazione i problemi di accessibilità quando si elaborano o si sottopongono a revisione le norme, in particolare per gli aspetti mai considerati prima. Sarà anche utile per i produttori, progettisti, fornitori di servizi e gli educatori che hanno un particolare interesse per l'accessibilità.
Il dossier, attraverso la presentazione dei concetti che orientano le regole verso l'accessibilità e l'illustrazione di alcune esperienze normative, cerca di evidenziare, quanto la normativa possa essere fondamentale nella definizione di utili concetti per la progettazione di prodotti accessibili a tutti.

Sfoglia il Dossier

mb

Fonte UNI

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Bioliquidi sostenibili e cogenerazione ad alto rendimento: online le Procedure Applicative

BiocarburantiPubblicato dal Gse il documento per il riconoscimento della maggiore valorizzazione dell’energia da Cogenerazione ad Alto Rendimento ottenuta a seguito della riconversione di impianti esistenti a bioliquidi sostenibili che alimentano siti industriali o artigianali. Il documento contiene le modalità di richiesta, il procedimento di valutazione e la comunicazione degli esiti.

Il documento inoltre integra le modalità di presentazione delle richieste da parte degli operatori per ottenere il riconoscimento del funzionamento delle unità di cogenerazione come CAR e poter quindi accedere agli incentivi previsti dai Certificati Bianchi (CB-CAR).

A decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo alla data di entrata in esercizio conseguente alla riconversione, l’impianto riconvertito, potrà ottenere i Certificati Bianchi con una maggiorazione degli incentivi in funzione dell’intervento effettuato e della capacità di generazione dell'impianto stesso.

In attesa di specifiche funzionalità del Portale RICOGE, le informazioni aggiuntive a quelle riportate al paragrafo 2.3.1 della procedura, devono essere inserite in un’apposita relazione tecnica e caricate sul Portale all’atto della presentazione della richiesta.

AdA

Scarica le Procedure Applicative

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