fbpx

itenfrdees

Promos Ricerche è un Consorzio senza fini di lucro. SCOPO: La promozione e l’introduzione dell’innovazione in qualsiasi forma e settore. Scopri di più.

13 luglio 2016. 14^ Giornata dell'Economia

14 giornata economiaSi terrà mercoledi 13 luglio 2016, presso la sede della Camera di Commercio di Napoli, la “14^ Giornata dell’Economia” organizzata dall’Unione regionale delle Camere di Commercio della Campania, con il supporto della Camera di Commercio di Napoli.

L’evento scaturisce dall’esigenza di aprire un confronto fra le tante componenti economiche e istituzionali della Campania che possa proseguire in una serie di occasioni ravvicinate di riflessioni, nella consapevolezza che la Campania costituisce, dopo quasi dieci anni di una crisi che ha coinvolto larga parte del sistema nazionale di produzione della ricchezza, l’area del Mezzogiorno nella quale tuttora si ha la maggiore concentrazione di attività industriali, commerciali e di servizi, con il suo fulcro nella provincia di Napoli.

L’insieme delle risorse esistenti nel territorio regionale forma una parte rilevante del patrimonio produttivo di tutto il Paese. Ciò comporta grandi responsabilità per tutte le istituzioni locali che interagiscono con il mondo dell’imprenditoria, non solo per regolarne la vita ma, specialmente, per tutelarne la presenza e sostenerne la crescita.

La Camera di Commercio di Napoli, terzo ente camerale italiano per numero di imprese che ad essa fanno riferimento, partecipando attivamente all’opportuna iniziativa di Unioncamere, intende corrispondere a tale responsabilità avendo invitato a discuterne il Presidente della Giunta Regionale On. dr. Vincenzo De Luca, il dr. Ivanhoe Lo Bello Presidente Unioncamere Nazionale, il dr. Vincenzo Boccia Presidente Confindustria Nazionale, il dr. Domenico Mauriello direttore Istituto Tagliacarne, l’ing. Andrea Prete Presidente Regionale Unioncamere ed il Professore Massimo Lo Cicero Economista; tanto più nel perdurare delle difficoltà che l’intera economia regionale sta vivendo dopo i colpi subiti dall’onda lunga della crisi che si è propagata in tutte le economie del mondo occidentale, cumulandosi con antiche insufficienti strutturali del nostro territorio e con note condizioni di criticità nella società civile che ne hanno anche amplificato gli effetti.

AdA

Scarica il programma

Leggi tutto...

Verifica di conformità ed adeguamento di sistemi di gestione qualità conformi alla ISO 9001:2015

chek list avia 9001L’A.I.V.A. SGSL, Associazione Italiana Valutatori e Asseveratori, ha progettato ed elaborato una Check List quale supporto all’adeguamento ed alla implementazione di sistemi di gestione qualità SGQ conformi alla nuova norma UNI ISO 9001:2015.

Questa Check List unitamente ad un flow chart di gestione consente di monitorare periodicamente lo stato di adeguamento del sistema, nel caso in cui l’organizzazione stia gestendo questo aspetto, o consente di controllare l'implementazione di un SGQ in riferimento alla nuova norma UNI ISO 9001:2015.

Le novità e le modifiche apportate dalla nuova norma UNI ISO 9001:2015 sono notevoli ed incidono in modo sostanziale sui sistemi di gestione aziendali già implementati. La eventuale sottovalutazione di aspetti normativi specifici, oltre a non rendere il sistema di gestione aderente alle previsioni della nuova norma UNI ISO 9001:2015, rischia di evidenziare maggiormente alcuni aspetti di errata gestione aziendale che possono andare oltre una semplice non conformità. Per questo motivo è necessario iniziare ad effettuare tutte le valutazioni di impatto legate al recepimento della nuova norma, onde evitare la gestione frettolosa di alcuni aspetti gestionali ed operativi.

In tale ambito, la Check List elaborata può essere uno strumento importante, utilizzato unitamente ad altri strumenti tecnici, anche per la corretta gestione dell'attività di audit nel periodo transitorio, in virtù di quanto previsto dalla Norma UNI ISO 19011:2012.

AdA

Scarica la Check List 9001:2015

Leggi tutto...

Stress lavoro-correlato nella GDO: fattori di rischio e misure di prevenzione

SLC in GDOLa Regione Lombardia ha realizzato, in collaborazione con INAIL, Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale, una scheda sul tema dello Stress lavoro-correlato e dei rischi psico-sociali nel settore commercio e Grande Distribuzione Organizzata.

I rischi psicosociali e lo stress lavoro-correlato rappresentano una delle sfide principali con cui è necessario confrontarsi nel campo della salute e della sicurezza sul lavoro in quanto hanno considerevoli ripercussioni sulla salute delle singole persone, ma anche su quella delle imprese e delle economie nazionali.

I rischi psicosociali derivano da inadeguate modalità di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro e da un contesto lavorativo socialmente mediocre e possono avere conseguenze psicologiche, fisiche e sociali negative, come stress, esaurimento o depressione connessi al lavoro.

Il settore commercio comprende l’insieme delle attività relative all’acquisto e alla vendita di beni (di consumo, mobili, immobili, ecc). Nello specifico, con la sigla GDO (Grande Distribuzione Organizzata) si intende il moderno sistema di vendita effettuato attraverso una rete di supermercati ed ipermercati. La popolazione lavorativa presente in questi settori è composta in prevalenza da donne e giovani lavoratori impiegati molto spesso con contratti occasionali o a tempo determinato. L’apertura dei punti vendita 7 giorni su 7, il prolungamento degli orari di lavoro, l’interazione continua con i clienti e gli elevati ritmi di lavoro rendono i lavoratori del settore commercio/GDO particolarmente esposti al rischio da stress lavoro-correlato e ai rischi psicosociali.

AdA

Scarica il documento

Leggi tutto...

Dispositivi anticaduta: idoneità dell’assorbitore di energia

Cop Idon Assorb EnergiaRealizzato da INAIL Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, uno studio di valutazione del comportamento dell’assorbitore di energia durante la caduta frenata al variare della massa del torso.

Il peso dei lavoratori che effettuano attività in quota nei cantieri edili e che utilizzano i sistemi di arresto caduta non è sempre lo stesso. Esso può essere diverso dai 100 kg previsti nella normativa tecnica europea e questo ha determinato l’interesse del CEN/TC 160, il Comitato Tecnico che si interessa dei DPI contro le cadute dall’alto. Il problema di sicurezza è rilevante in quanto gli attuali assorbitori di energia vengono prodotti facendo riferimento alla norma UNI EN 355: 2003 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto - Assorbitori di energia, che prevede una massa di prova di 100 kg.

Studi teorici effettuati dal Laboratorio Cantieri temporanei o mobili del DIT nell’ultimo decennio, confermati da risultati sperimentali, mostrano che un assorbitore di energia, dimensionato per una massa di 100 kg, non garantisce, a parità di caduta libera, decelerazioni sopportabili dai normali lavoratori dell’industria, quando viene abbinato ad una massa molto minore di 100 kg, per esempio di 60 kg. Si possono raggiungere infatti decelerazioni di circa 8 o 9 g, lontani dai 6 g massimi, generalmente accettati a livello internazionale. Il presente studio si propone di valutare il comportamento dell’assorbitore di energia durante la caduta frenata al variare della massa del torso. A tal fine verrà valutata la sua idoneità a limitare l’accelerazione a e la forza frenante F max. esercitata dal sistema di collegamento.

Il rischio di caduta dall’alto può essere eliminato e/o ridotto attraverso l’impiego di idonei DPI (dispostivi di protezione individuale) quando non è possibile l’uso dei dispositivi di protezione collettiva. I DPI contro le cadute dall’alto hanno la funzione di salvaguardare le persone attenuando gli effetti sul corpo umano di una possibile caduta. L’elemento fondamentale che assolve a tale scopo è l’assorbitore componente del sistema progettato per dissipare l'energia cinetica sviluppata durante la caduta. La norma di prodotto UNI EN 355 fornisce le caratteristiche dimensionali e meccaniche che l’assorbitore deve possedere; in essa viene assunto che il peso del lavoratore è pari a 100 kg e non è previsto che possa variare. Nel presente studio viene considerata la possibilità che il peso del lavoratore possa essere differente e per comprendere come questa variazione possa influire sul comportamento dell’assorbitore sono state effettuate delle prove sperimentali.

AdA

Scarica la pubblicazione

Leggi tutto...

Ambiente e clima: nasce la "Piattaforma delle Conoscenze" per acquisire buone pratiche

piattaforma conoscenzeNon una semplice vetrina di best practices, ma un repertorio cui attingere per l'utilizzo di soluzioni già testate e rapidamente utilizzabili. Il Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare rende noto che è online il nuovo portale del ministero nel quale sono raggruppati progetti innovativi in campo ambientale e climatico.

Il portale permette di consultare ed acquisire soluzioni innovative sull’approccio ai cambiamenti climatici, per la gestione dei rifiuti, per la tutela della biodiversità e del bene acqua, per l'ambiente urbano, per l'energia, il suolo e l'uso efficiente delle risorse. Tali soluzioni sono già sperimentate nelle città italiane attraverso i numerosi progetti finanziati in campo ambientale.

Il portale - realizzato dalla Direzione generale per lo Sviluppo sostenibile, il danno ambientale e per i rapporti con l’Unione europea e gli organismi internazionali (SVI) del Ministero dell’Ambiente e collegato al sito www.minambiente.it - non è una semplice vetrina di best practices, ma un repertorio cui attingere per l’utilizzo di soluzioni già testate e rapidamente utilizzabili. I progetti, corredati di schede tecniche e forniti di linee guida, verranno raggruppati in 8 settori tematici. Gli utenti potranno effettuare ricerche nel database attraverso parole chiave per temi, area geografica, programma e anno di riferimento.

Uno strumento dunque di knowledge management, che punta a valorizzare le tante esperienze virtuose realizzate in Italia, informando e coinvolgendo i soggetti istituzionali, gli operatori del territorio e gli stakeholder pubblici e privati. Una guida utile per chi, a diverso titolo, progetta nuovi interventi improntati alla sostenibilità ambientale, suggerendo gli strumenti finanziari disponibili.

Per il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti "La Piattaforma delle Conoscenze vuole essere un hub di esperienze e di innovazione in campo ambientale. Dobbiamo fare in modo che le migliori idee "green" non restino esempi sparsi sul territorio o singoli casi di scuola, ma siano estesi su tutto il territorio nazionale e rappresentino anche oltre i nostri confini la capacità italiana di innovare puntando sul valore dell’ambiente".

Entro la fine del 2016 la Piattaforma, che sbarcherà anche sui social network con campagne di comunicazione ad hoc, conterrà 200 buone pratiche, un numero destinato a crescere con l’acquisizione dei progetti che verranno man mano conclusi, fino ad arrivare ad almeno 450 best practices entro la fine dell’attuale periodo di programmazione 2014-2020.

AdA

Vai alla Piattaforma delle Conoscenze

Fonte Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare

Leggi tutto...

Lavoratori con disabilità, cambiano gli incentivi per le assunzioni

lavoro disabiliA decorrere dal 1° gennaio 2016 l’incentivo per l’assunzione di lavoratori con disabilità è gestito dall’INPS. Con la circolare 99 del 13 giugno 2016, l’Istituto fornisce le precisazioni normative e le indicazioni operative per il godimento dell’incentivo per l'assunzione di lavoratori con disabilità.

Al fine di realizzare una concreta promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone con disabilità nel mondo del lavoro, il nuovo incentivo varia, rispetto a quanto precedentemente previsto, sia in entità che per le modalità di richiesta, in considerazione del grado e della tipologia di riduzione della capacità lavorativa del soggetto assunto.

La domanda di fruizione dell’incentivo deve essere trasmessa, mediante apposite procedure telematiche, all’INPS. Per i datori di lavoro che operano con il sistema UniEmens, il conguaglio corrente di riferimento decorre dal periodo di competenza di giugno 2016 con la possibilità di recuperare assunzioni incentivate già effettuate nei mesi precedenti.

AdA

fonte INPS

Scarica la Circolare 99 del 13 giugno 2016

Leggi tutto...

Startup. In Italia 400 milioni di euro dalle aziende

startupGli investimenti in corporate venture capital iniziano a crescere anche in Italia. L’investimento in capitale di rischio di startup da parte di grandi aziende rappresenta una delle leve più significative per avviare le aziende all’open innovation. Nei mercati più maturi come gli Stati Uniti, l’incidenza di questa formula supera il 20% degli investimenti, ma secondo l’ultimo rapporto Accenture, nel nostro paese, ancora nelle ultime posizioni a livello mondiale, si stanno notando degli interessanti sviluppi sia di business che regolamentari (patent box, normativa su start up e PMI innovative). Alle iniziative storiche dei settori media & technology (TimVenture, RCS Nest, AD4Venture), Lifesciences (ZCube, ChiesiVenture) ed energia (EnelLAb) recentemente se ne sono aggiunte di nuove in ambito Fintech (Unicredit, Intesa) e Smart City (CLNGroup, Italeaf, GalaLab) con una dotazione complessiva di circa 400 milioni di euro. «Per avere successo in questo ambito - commenta Marco Morchio, managing director di Accenture Strategy - è necessario seguire percorsi innovativi. Le grandi aziende devono cambiare le modalità di gestione dell’innovazione e ridefinire i meccanismi di coordinamento e di governo della ricerca e sviluppo interna. Per le startup è invece prioritario offrire soluzioni ready to market e scalabili, è quindi importante che sviluppino capacità di comprensione delle dinamiche del mercato».

Tra le aziende che hanno dato da subito attenzione alle startup c’è Tim. Nel 2009 ha lanciato Tim Wcap, il programma di open innovation dedicato al sostegno delle migliori startup del settore digital. «Abbiamo integrato da subito il modello di innovazione con un modello “aperto”, innanzitutto con l’ecosistema delle startup» spiega Mario Di Mauro, direttore strategy & innovation Tim. Nel 2014, poi, la società ha lanciato Tim Ventures, che investe nelle startup digitali di settori quali internet of things, industry 4.0, smart logistics, smart devices, security, big data. L’investimento complessivo di Tim Ventures nel capitale delle startup selezionate è stato di circa 2 milioni di euro, realizzato in molti casi assieme ad altri investitori e fondi di venture capital italiani.

Il corporate venture capital è alla ricerca soprattutto di sinergie di tipo industriale, come scouting tecnologico, a’ricchimento portafoglio di offerta. Ne è un esempio l’iniziativa di Prysmian, attiva nel settore cavi e sistemi per energia e telecomunicazioni. «La leadership tecnologica per noi è fondamentale - dice Valerio Battista, ad del gruppo - quindi puntiamo su innovazione e sperimentazione grazie anche a collaborazioni con le università più prestigiose, come il Politecnico di Milano. E proprio da una sinergia con alcuni ricercatori dell’Università di Palermo è nata la startup Prysmian Elecronics, di cui siamo soci di maggioranza».

Altro grande gruppo italiano impegnato in questa direzione è Enel, che «considera le startup un veicolo di innovazione tramite cui interpretare e presidiare nuovi modelli di business e nuovi segmenti di mercato» afferma Luciano Tommasi, head of Start-up initiatives and business Incubator Enel. «Negli ultimi 2 anni abbiamo lavorato per creare cultura e processi aziendali adatti a supportare le startup e concretamente generare valore. Abbiamo quindi fatto nascere e continuiamo ad alimentare una piattaforma di open innovation tramite cui collaboriamo con player tra loro complementari: fondi di venture capital, università, istituzioni e altre corporation» spiega Tommasi. Il ruolo di Enel è quello di partner industriale che mette a disposizione non solo risorse finanziarie, ma know-how, laboratori di ricerca e soprattutto l’accesso ad una potenziale customer base di decine di milioni di clienti in 30 paesi al mondo. «Il modello sta generando degli ottimi risultati e ad oggi lavoriamo su progetti strategici per il gruppo con oltre 30 startup in Italia e nel mondo» chiosa Tommasi.

Nella creazione di un ecosistema favorevole alle startup si inserisce anche il progetto Microsoft growITup, che punta a mettere in contatto le imprese italiane con le più promettenti startup dello stesso settore, e Edison che, attraverso il premio Edison Pulse, mette a disposizione delle startup un team di esperti per la definizione del business plan, la creazione del network e la comunicazione. Recentemente sulle potenzialità di sviluppo dell’Italia hanno puntato anche gruppi internazionali come Apple, Cisco, Google. “Digitaliani”, ad esempio, è il piano di investimenti di Cisco in Italia che prevede lo stanziamento di 100 milioni di dollari nell’arco di tre anni, con lo scopo di accelerare la digitalizzazione del Paese. In questa cornice Cisco Investments ha sottoscritto il fondo Invitalia Venture I per 5 milioni. Enrico Mercadante, responsabile delle attività nel pillar “innovation” di Digitaliani di Cisco sottolinea: «Cisco Investments è attiva in particolare nel supportare le idee più innovative e i migliori team nell’ambito delle reti di nuova generazione e dei temi legati all’IoT».

AdA

fonte Sole24Ore 169/16 ED

Leggi tutto...

Terzo settore: nasce il registro

Terzo SettoreLa legge di riforma del Terzo settore, il cui testo è stato approvato in via definitiva il 25 maggio dalla Camera, riordina gli aspetti definitori del sistema non profit in Italia. Per farlo, ricorre a questa enunciazione: «Per Terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi».

«Con questo intervento -ha sottolineato il ministro delle Politiche sociali, Giuliano Poletti - si dà un importante sostegno a un’Italia fondato su una società inclusiva, capace di coinvolgere a pieno le energie e le potenzialità di cui dispone. Si ricollega a quel “social act”, che il governo sta promuovendo anche con il piano contro la povertà e con la legge sulla disabilità». Restano fuori dal nuovo “Terzo settore”, per espressa previsione normativa, le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categoria economiche. Anche le fondazioni bancarie costituiscono sistema a parte. La definizione di Terzo settore è però in divenire: le attività di “interesse sociale” (per lo più quelle già previste per le Onlus) che caratterizzano gli enti del Terzo settore devono essere elencate nel costituendo codice di riordino della normativa ma, in seguito, potranno essere aggiornate con appositi provvedimenti. La legge dà sostanza alle diverse – e ormai annose - istanze di aggiornamento della normativa in materia. Sono infatti previsti interventi sulle disposizioni specifiche del libro primo del Codice civile (ferme al 1942) e un riordino della normativa sulle organizzazioni di volontariato (del 1991 e da anni in attesa di riforma) e dell’impresa sociale (del 2006 ma mai pienamente decollata).

Il testo razionalizza e semplifica un sistema che, negli anni, si è caratterizzato sempre di più per la varietà di specie e di normative. Da qui l’esigenza di istituire un Registro unico nazionale del Terzo settore, suddiviso in specifiche sezioni, presso il ministero del Lavoro e consultabile anche online. In prima battuta questo registro sembra ricalcare quello da tempo già istituito dal Coni per gli enti sportivi dilettantistici. Tutto da chiarire sarà quindi il rapporto tra il Comitato Olimpico (finora unico garante della qualità dei sodalizi sportivi) e il ministero del Lavoro cui la legge attribuisce un ruolo (sembra) esclusivo di vigilanza, monitoraggio e controllo su tutti gli enti del Terzo settore. Nella strada della semplificazione si pone anche l’obiettivo di rivedere e uniformare il procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica, la cui competenza risulta attualmente sdoppiata tra Regioni e Prefetture. La legge delega prevede poi di regolamentare la rendicontazione, la trasparenza e gli obblighi di informazione. Previsione che spinge tutti gli organismi del Terzo settore a rendere pubblici i propri bilanci, anche utilizzando il proprio sito internet.

La legge riforma la disciplina del servizio civile nazionale, attraverso la istituzione di un servizio civile universale, aperto a tutti e su base volontaria, finalizzato alla difesa non armata della Patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica. Il provvedimento conclude con l’istituzione della Fondazione Italia sociale, organismo che avrà il compito di sostenere, attrarre e organizzare iniziative filantropiche e strumenti innovativi di finanza sociale. La legge ha definito la cornice all’interno della quale dovranno delinearsi i decreti delegati di attuazione, da adottare da qui a un anno e grazie ai quali si potrà effettivamente percepire l’effettiva portata innovativa della riforma.

AdA

fonte Sole24Ore 144/16 MS

Leggi tutto...

Fotovoltaico: da gennaio l’iter semplificato per installazioni fino a 20 kW

impianto fotovoltaicoModello unico fotovoltaico, i primi passi. In vigore dallo scorso 24 novembre, la procedura semplificata per l’autorizzazione dei piccoli impianti di produzione di energia elettrica, aderenti o integrati sui tetti degli edifici, è pienamente operativa. E a dimostrarlo sono i dati forniti dal Gse (Gestore dei servizi energetici) che, da gennaio a oggi, ha ricevuto dai gestori di rete 600 richieste di attivazione del servizio di scambio sul posto e ha stipulato quasi 200 convenzioni.

Tuttavia, a frenare l’impiego della nuova procedura – che snellisce i passaggi per installare i sistemi domestici – è anche la scarsa conoscenza del modello stesso. Secondo Anie (associazione confindustriale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche) esiste un problema di scarsa informazione, anche a livello comunale, che inceppa il buon funzionamento di un meccanismo di per sé virtuoso.

Approvato dal ministero dello Sviluppo economico con il decreto del 19 maggio 2015 (che agisce su norme preesistenti), il modello è denominato “unico” perché sostituisce tutta la modulistica eventualmente adottata dai Comuni, dai gestori di rete (ad esempio Enel) e dal Gse, e riduce i diversi adempimenti finora previsti a due soli passaggi: la comunicazione preliminare e quella di fine lavori. Entrambi i passaggi possono oggi essere indirizzati a un solo soggetto, cioè l’impresa distributrice sulla cui rete insiste il punto di connessione esistente, che si incarica di svolgere il ruolo di interfaccia unitaria con tutti gli altri soggetti coinvolti nell’iter autorizzativo.

La semplificazione è riservata agli impianti di piccola taglia, con potenza nominale fino a 20 kW e comunque non superiore a quella già disponibile in prelievo. Impianti aderenti o integrati ai tetti con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda, installati presso clienti finali già dotati di punti di prelievo in bassa tensione (dove non ci sia ulteriore produzione fotovoltaica), e per i quali sia richiesto l’accesso al regime di scambio sul posto.

«La procedura – commenta Davide Valenzano, responsabile degli Affari regolatori del Gse – è notevolmente snellita rispetto al passato. Prima dell’inizio dei lavori, chi intende realizzare l’impianto compila una comunicazione preliminare che viene trasmessa, per via informatica, al gestore della rete. Un passaggio che sostituisce ogni adempimento autorizzativo. Allo stesso modo, al termine dei lavori va poi inviata la seconda parte del documento, che comprende dati tecnici sull’impianto, la dichiarazione di conformità alle disposizioni normative di riferimento e la presa visione e accettazione del regolamento di esercizio e del contratto di scambio sul posto con il Gse».
Il modello, spiega lo stesso Gse, sta iniziando a funzionare. «Il flusso di domande processate dai gestori di rete, che sono oltre un centinaio in Italia, è partito da gennaio. Certo – prosegue Valenzano – come tutte le nuove procedure, per tirare bilanci complessivi bisogna ancora attendere».

In concreto, non mancano però le difficoltà. Soprattutto perché chi dovrebbe applicare la norma dimostra spesso di non conoscerla a fondo. Durante questi primi mesi di applicazione, si sono infatti registrati casi di pratiche interrotte per la richiesta di documentazioni aggiuntive (fotografie, planimetrie, schemi dell’impianto), che il gestore della rete non era in realtà tenuto a presentare e che sono “ricadute” sull’utente finale. Il tutto evidentemente in contrasto con lo spirito di semplificazione della disciplina. Un altro tipo di ostacolo è poi nato intorno alla questione dell’autorizzazione paesaggistica che, come chiarito anche dallo stesso decreto del Mise, non è invece richiesta per l’installazione degli impianti in edilizia libera o soggetti a Dia (cioè quelli trattati dal modello unico), se non in casi di vincolo peculiari.

«A complicare la situazione – commenta Alberto Pinori, presidente di Anie – c’è sicuramente il fatto che, come spesso accaduto in Italia in altri casi simili, il modello unico è contenuto in una norma non redatta ex novo, ma che a sua volta rimanda ad altre norme precedenti. Questo, aggiunto alla scarsa conoscenza dello strumento da parte di alcun funzionari degli enti locali, ha favorito in certi casi gli impedimenti, obbligando i titolari a rinunciare all’uso del modello unico. In fin dei conti, un’occasione mancata, pur in presenza di una procedura che costituisce una reale semplificazione per gli utenti».

AdA

fonte Sole24Ore 144/16 SR e MCV

Leggi tutto...

Horizon 2020. Dalla Ue cinque inviti a presentare progetti nel settore delle tecnologie dell’informazione

ict bandiSono cinque gli inviti lanciati dalla Ue nell’ambito del pilastro Leadership industriale di Horizon 2020, riguardanti le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict). Sono dotati di un budget complessivo di 230, 5 milioni e tutti riportano come termine l’8 novembre 2016. Le cinque tematiche puntano ad affrontare le principali sfide della leadership industriale e tecnologica nell’ambito delle Ict con particolare riferimento alla tecnologia 5G (acronimo di 5th generation) con la quale si indicano le tecnologie e gli standard di quinta generazione che permettono quindi prestazioni e velocità superiori a quelli dell’attuale tecnologia 4G/Imt-Advanced.

L’iniziativa “Smart, ogni cosa in ogni luogo” (ICT-04-2017: Smart Anything Everywhere) eroga finanziamenti per accelerare la progettazione, lo sviluppo e l’adozione di tecnologie digitali avanzate da parte dell’industria europea, in particolare per prodotti che includono componenti elettronici innovativi, software e sistemi. A disposizione 24,5 milioni per azioni innovative e 1 milione per azioni di coordinamento e supporto.

La tematica “5 G : Partenariati pubblico privati per la ricerca e convalida di sistemi e tecnologie critiche” ( ICT-07-2017: 5G PPP Research and validation of critical technologies and systems) riguarda il finanziamento di azioni di ricerca e innovazione, per le quali vi sono a disposizione ben 100 milioni di euro e azioni di coordinamento e di supporto (e qui il budget è di 3 milioni euro) per massimizzare lo sfruttamento dei risultati del progetto 5G attraverso la cooperazione su questioni orizzontali. Dotata di 45 milioni - di cui 40 milioni per azioni innovative e 5 milioni per azioni di ricerca e innovazione - la tematica “ 5G Ppp Tecnologie convergenti” (ICT-08-2017: 5G PPP Convergent Technologies) punta ad un migliore utilizzo di approcci tecnologici di rete mista che possono trarre beneficio da precedenti ricerche.

L’invito “ Reti di ricerca al di là del 5G” (ICT-09-2017: Networking research beyond 5G) dotato di 18 milioni, per azioni di ricerca e innovazione, punta allo sfruttamento della ricerca accademica attraverso il trasferimento e l’innovazione verso l’industria, in particolare le piccole e medie imprese o start up.

L’ultimo invito “ Media e contenuti della convergenza”( ICT-19-2017: Media and content convergence) è dotato di 38 milioni di euro per azioni innovative e punta alla dimostrazione e convalida di nuove tecnologie per audiovisivi e social media, riguardanti servizi e soluzioni su larga scala che sfruttano l’interoperabilità e l’integrazione tra le trasmissioni e i servizi basati su Internet a banda larga.
I progetti relativi ad azioni di ricerca ed innovazione – finanziate al 100% dei costi eleggibili - includono la ricerca di base o applicata, lo sviluppo e l’integrazione tecnologica, test e validazione su un prototipo in piccola scala in un laboratorio o in ambiente simulato. Invece le azioni innovative – e qui il finanziamento copre il 70% dei costi eleggibili - possono comprendere prototipazione, testing, dimostrazione, sperimentazione, validazione del prodotto su larga scala e prime applicazioni commerciali.

I Punti di contatto nazionali (Ncp) offrono un servizio, a titolo gratuito, di informazione e assistenza su le priorità tematiche o i programmi di ricerca; gli strumenti finanziari; le procedure amministrative; la preparazione della proposta. Inoltre per ricevere assistenza si può fare riferimento all’Agenzia per la promozione della ricerca europea (www.apre.it) che ospita gli Ncp di H2020 in Italia. Per quanto riguarda le Pmi, è anche disponibile il supporto della rete Enterprise Europe Network (http://een.ec.europa.eu)

AdA

fonte Sole24Ore 165/16 MAC

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Iscriviti alla nostra newsletter. Resta aggiornato.NB: Iscrivendoti, accordi il tuo consenso