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Raccolta differenziata. Pubblicata la UNI 11686 sugli elementi identificativi dei contenitori

Raccolta differenziata. Pubblicata la UNI 11686 sugli elementi identificativi dei contenitori

Pubblicata la nuova norma UNI 11686 sui Waste Visual Elements, ossia gli elementi visivi identificativi dei contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti.
L’Italia è il primo Stato a livello europeo a dotarsi di questa norma che intende, tra l’altro, favorire l’obiettivo UE di raggiungimento del 65% di raccolta differenziata e del 50% di reale avvio a recupero.
La norma, attesa da tempo dagli operatori del settore e dalle autorità operanti sul territorio, ha lo scopo di facilitare e rendere univoca l'identificazione dei contenitori dedicati alla raccolta dei rifiuti al fine di migliorare la raccolta differenziata delle diverse tipologie di rifiuto urbano.
La UNI 11686 definisce i colori e gli ulteriori elementi di identificazione visiva per facilitare il riconoscimento del cassonetto giusto nel quale riporre la specifica tipologia dei propri rifiuti. In questo modo, grazie alla unificazione di forme, colori, scritte e icone, i cittadini potranno andare “a colpo sicuro” ovunque si trovino. La raccolta differenziata non riguarda infatti solo i cittadini che vivono in una determinata città, ma anche tutte le persone che viaggiano per motivi diversi e che dovrebbero trovare in ogni luogo gli stessi elementi visivi che caratterizzano i contenitori per la raccolta di rifiuti ai quali sono abituati: uno stesso colore e una stessa icona indicheranno con facilità a un turista dove gettare plastica, vetro, oppure l’umido.
Attualmente in Italia i Comuni possono decidere autonomamente come “battezzare” i contenitori per la raccolta differenziata: a Milano, a Napoli e a Roma - per esempio - i colori dei cassonetti per raccogliere lo stesso tipo di rifiuto differiscono tra loro creando un caos multi-cromatico che mette in difficoltà le persone e penalizza - al tempo stesso - l’efficacia della raccolta differenziata. A Roma il cassonetto verde è sinonimo di indifferenziato mentre a Milano e Napoli accoglie solo ed esclusivamente il vetro. I romani gettano vetro plastica e metallo nel cassonetto blu che a Milano non esiste mentre a Napoli accoglie l'indifferenziato...
La Direttiva europea 2008/98/CE e le leggi vigenti impongono di raggiungere il 65% di raccolta differenziata e il 50% di reale avvio a recupero. Tali obiettivi hanno bisogno anche del sostegno di norme tecniche che aiutino a uniformare le attrezzature a favore del corretto utilizzo da parte del cittadino, del turista e degli operatori del settore della raccolta dei rifiuti urbani. Potranno essere riutilizzati con facilità i bidoni e i cassonetti già in uso,
La norma UNI 11686 sui Waste Visual Elements consente all'Italia di essere il primo Paese europeo a fare un passo avanti sia dal punto di vista economico che dal punto di vista culturale.

mb

Fonte UNI

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Laboratori di Prova. Quasi conclusa la revisione della ISO/IEC 17025

Laboratori di Prova. Quasi conclusa la revisione della ISO/IEC 17025

Nel corso degli anni la norma ISO/IEC 17025Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura” è diventata il riferimento internazionale per i laboratori, stabilendo una serie di requisiti al fine di migliorare la validità e la riproducibilità dei risultati.
La norma, infatti, facilita la cooperazione tra laboratori e altri organismi, lo scambio di informazioni, la condivisione dell’esperienza e aiuta ad armonizzare norme e procedure.
La revisione della norma, avviata nel febbraio 2015 è ora nella fase finale (FDIS), ultima tappa prima della pubblicazione.

Di seguito le principali modifiche.

  • L’approccio di processo è ora conforme a norme più recenti come la UNI EN ISO 9001 (sistemi di gestione per la qualità), la UNI EN ISO 15189 (qualità e competenza dei laboratori medici) e la UNI CEI EN ISO/IEC 17021-1 (requisiti per organismi di audit e certificazione); la norma revisionata si concentra sui risultati di un processo piuttosto che dettagliare i suoi compiti e i singoli passaggi.
  • Orientandosi maggiormente sulle tecnologie dell’informazione, la norma riconosce e incorpora l’utilizzo di sistemi informatici e registrazioni elettroniche e la produzione di risultati e di report elettronici, oggi ampiamente utilizzati dai laboratori moderni.
  • La nuova versione include un capitolo sul risk-based thinking e tratta dei punti comuni con la ISO 9001:2015.
  • La terminologia è stata modernizzata per risultare più in linea con il mondo di oggi e riflettere l’adozione del formato elettronico. Sono state apportate modifiche all’International Vocabulary of Metrology ed è stata operata una armonizzazione con la terminologia ISO/IEC che include una serie di termini e di definizioni comuni a tutti gli standard per la valutazione della conformità.
  • È stata adottata una nuova struttura per allineare la nuova ISO/IEC 17025 agli standard ISO/IEC esistenti sulla valutazione di conformità (per esempio la serie ISO/IEC 17000).
  • Il campo di applicazione è stato rivisto al fine di inglobare tutte le attività dei laboratori.

Frutto della collaborazione tra ISO e IEC all’interno del Committee on conformity assessment (ISO CASCO), la nuova versione della norma ISO/IEC 17025 – che sostituirà la pari numero del 2005 – è prevista per la fine di quest’anno.

mb

Fonte UNI

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Gestione del rischio: in revisione la ISO 31000

Gestione del rischio: in revisione la ISO 31000

La norma internazionale ISO 31000Risk management - Principles and guidelines” (adottata a livello nazionale nel 2010 come UNI ISO 31000) spiega come funziona quel processo delicato e fondamentale che va sotto il nome di “gestione del rischio” e fornisce indicazioni su come applicarlo all’interno di un’organizzazione.
Il tema è particolarmente significativo anche alla luce della ISO 9001:2015, che vede proprio nel “risk based thinking” uno dei punti qualificanti di un efficace sistema di gestione. Infatti l’approccio basato sul rischio coinvolge tutte le nuove norme ISO sui Sistemi di Gestione basate sulla struttura di alto livello (High Level Structure - HLS), imposta da ISO a partire dal 2012.
In questi mesi il documento è stato sottoposto a un accurato - e non ancora concluso - lavoro di revisione  ed è recentemente arrivato allo stadio di Draft International Standard (DIS): una fase importante perché il testo ha trovato una sua forma più strutturata e definita che già ne rende chiari intenti e risultati, ma anche delicata perché ne mette in luce con più evidenza anche potenziali problematicità.
L’obiettivo principale della nuova ISO 31000 è quello di rendere il documento chiaro e di più facile comprensione, attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice che esprima i fondamenti della gestione del rischio in modo piano e comprensibile a tutti i potenziali utilizzatori. Insomma, creare un testo che sia di facile comprensione e che al tempo stesso parli un linguaggio comune e familiare a tutte le organizzazioni, a prescindere dalle loro dimensioni e dal loro settore di attività.
Il compito principale, che si cerca di perseguire, è quindi quello di trovare un adeguato compromesso tra esigenze di chiarezza, bisogno di approfondimento e necessità di sintesi.
Con questo obiettivo ben fissato, il testo è stato ridotto ai concetti fondamentali. Risultato: un documento più conciso e più facile da leggere, che conserva tuttavia un’ampia applicabilità a qualsiasi settore e a qualsiasi tipo di rischio.
Il nuovo testo si presenta non solo più conciso, ma comprende anche alcuni cambiamenti sostanziali come ad esempio l'importanza data ai fattori umani e culturali nel raggiungimento degli obiettivi di un'organizzazione e una maggiore enfasi su una più solida integrazione del “risk management” con il processo decisionale e, più in generale, all'interno di un sistema di gestione strategico e operativo.
L’intento è ovviamente quello di giungere quanto prima possibile all’elaborazione di un Final Draft (FDIS), che tenga conto dei numerosi commenti ricevuti, alcuni dei quali sono stati avanzati proprio dall’Italia.
Un gruppo di lavoro misto IEC ed ISO, con alcuni esperti in comune con il gruppo che si occupa della futura ISO 31000, sta sviluppando la revisione della IEC/ISO 31010 (Risk Assessment Techniques). Anche per questa norma siamo ormai in dirittura di arrivo e si aspetta il Draft finale. Contrariamente a quanto sta avvenendo per la ISO 31000, nella bozza della IEC/ISO 31010 i due aspetti critici, evidenziati qui sopra, sono affrontati con sufficiente chiarezza a giudizio del Gruppo di lavoro italiano che segue le due norme.
Si prevede che la nuova versione della norma ISO 31000 possa vedere la luce entro la fine del 2017 o l'inizio del 2018.

mb

Fonte UNI

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