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Teleriscaldamento e valorizzazione dell’energia termica

 

CTIIl Comitato Termotecnico Italiano (CTI), Ente federato all’UNI, intende costituire un nuovo Gruppo di Lavoro nell’ambito delle attività del SC 4 “Sistemi e macchine per la produzione di energia”, in materia di teleriscaldamento.
L’intento è quello di sviluppare dei documenti normativi relativi a tali impianti, comprese le metodologie di riferimento per questa tipologia di servizio, in particolare per quanto concerne la determinazione della tariffa.
Al fine di inquadrare meglio il programma di lavoro e definire la costituzione di questo futuro GL, chiunque fosse interessato può partecipare a questo primo incontro di carattere informativo che si terrà venerdì 23 marzo, dalle ore 10.30 alle 13.30, presso la sede del CTI di via Scarlatti 29 a Milano.
Per motivi organizzativi è necessario confermare la partecipazione all’incontro entro il 19 marzo, inviando una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., oppure telefonando al numero 02 2662651.

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Sacchi biodegradabili e in polietilene. Nuovi progetti di norma

 

logo uniTre progetti di norma di competenza di UNIPLAST, Ente Italiano di Unificazione nelle Materie Plastiche federato all’UNI, vengono sottoposti in queste settimane all’inchiesta pubblica finale, che terminerà il 12 maggio prossimo (consulta la banca dati >>).
Il primo progetto (E1321C260) tratta le specificazioni per sacchi di polietilene per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, cioè ne definisce dimensioni e requisiti. La futura norma – che sostituisce la UNI 7315:1989 - si applica anche ai sacchi destinati alla raccolta differenziata di frazioni di rifiuti non biodegradabili e non si applica invece ai sacchi destinati alla raccolta differenziata della frazione organica umida.
Sono escluse dal campo applicativo della norma anche i sacchi denominati fodere, conosciuti anche con il nome di liners, che non hanno requisiti di portata ma funzione di protezione dei cassonetti per ridurne le frequenze di lavaggio.
L'aggiornamento della normativa è stato fatto alla luce degli sviluppi del nuovo progresso tecnologico e delle norme europee pubblicate per i materiali e le metodologie di prova.
Il secondo progetto (E1321D050) ha per oggetto tipi, requisiti e metodi di prova dei sacchi di materiale termoplastico biodegradabile e compostabile (secondo la norma UNI EN 13432 o la UNI EN 14995) per la raccolta della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. I sacchi sono ottenuti da film tubolare, sottoposti a saldatura e taglio.
La norma definisce dimensioni, campionamento, materiali, massa areica e altre caratteristiche fisico-meccaniche di questi prodotti.
Il terzo progetto (E1325D335) ha per titolo “Materie plastiche prime-secondarie - Polivinilcloruro plastificato destinato ad impieghi diversi, proveniente dal riciclo di residui industriali e/o materiali da pre e/o post consumo - Parte 5: Requisiti e metodi di prova” ed è destinato a sostituire la norma UNI 10667-5:2011.
Due sono le tipologie di polivinilcloruro plastificato considerate: il tipo A (cioè R PVC-P-A con contenuto di PVC compound maggiore o uguale al 90%) e il tipo B (cioè R PVC-P-B con contenuto di PVC compound maggiore o uguale al 70%).

Sino al 12 maggio i progetti di norma sono liberamente consultabili sul sito internet. Entro quella data chi fosse interessato può inviare i propri commenti utilizzando l’apposito modulo online.

Fonte UNI

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Certificazione energetica degli edifici. Forum nazionale a Milano

 

forum certif energNell’ambito della manifestazione fieristica Mostra Convegno Expocomfort, si svolgerà a Milano il prossimo 27 marzo la seconda edizione del “Forum nazionale sulla certificazione energetica degli edifici”.
L’incontro rappresenta un’occasione di aggiornamento sia legislativo che normativo, oltre che un punto di incontro per tutti coloro che trattano, direttamente o indirettamente, il tema della certificazione energetica degli edifici.
Punto di partenza della manifestazione sarà la presentazione del “Rapporto 2012”, lo studio aggiornato, elaborato dal CTI - Ente federato UNI - che offre un quadro di riferimento ufficiale sull’applicazione della certificazione energetica degli edifici a livello nazionale.
La direttiva 2002/91/CE, ufficialmente abrogata con effetto dal 1° febbraio 2012, ha dato avvio in Europa e in Italia alla certificazione energetica. Tale direttiva, ormai in pensione, lascia spazio alla nuova 2010/31/UE, la cui applicazione richiede la revisione dell'intero pacchetto di norme tecniche EN attualmente vigente e finalizzato alla determinazione delle prestazioni energetiche degli edifici.
La materia farà da premessa alla questione concernente lo stato dell’arte della legislazione e della normativa tecnica in Italia. Si sono infatti conclusi i lavori di aggiornamento della UNI/TS 11300 parti 1 e 2 e sarà presto pubblicata la parte 4. Inoltre il Ministero dello Sviluppo Economico sta lavorando all’aggiornamento del D.Lgs 192/05 e, conseguentemente, dei disposti collegati, che ingloberà anche alcune misure relative al recepimento della direttiva 2010/31/UE. Gli interventi saranno mirati alla messa in evidenza di tutte le modifiche apportate nell’iter di revisione.
A completamento di una serie di interventi di aggiornamento normativo è prevista una Tavola rotonda su “Certificazione energetica, congiuntura e necessità di sviluppo”, opportunità di riflessione per acquisire consapevolezza circa le sfide che il settore dovrà affrontare nei prossimi anni, come la lotta ai cambiamenti climatici. In questa prospettiva, efficienza e certificazione energetica ricopriranno un ruolo sempre più importante.

Fonte: Comitato Termotecnico Italiano

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Biocarburanti e bioliquidi. Fissate le regole per il consumo.

 

BiocarburantiSulla Gazzetta Ufficiale italiana n. 31 - del 7 febbraio 2012 - è stato pubblicato il decreto 23 gennaio 2012 del ministero dell’Ambiente "Sistema nazionale di certificazione per biocarburanti e bioliquidi”, provvedimento da tempo atteso dagli operatori del settore.

Il decreto definisce le regole nazionali da seguire per poter immettere al consumo biocarburanti e bioliquidi nell’ambito di quanto dispone la direttiva 2009/28/EC sulla promozione dell’uso delle fonti rinnovabili e la direttiva 2009/30/EC relativa alla qualità dei carburanti. In particolare il decreto è stato predisposto per “garantire che l’attendibilità delle informazioni, che concorrono alla dimostrazione del rispetto dei criteri di sostenibilità di biocarburanti e bioliquidi e delle informazioni sociali e ambientali fornite dagli operatori economici appartenenti alla filiera di produzione degli stessi, sia accertata tramite un adeguato livello di verifica indipendente”.

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Energie rinnovabili. Pubblicata la specifica tecnica UNI/TS 11435

 

Rinnovabili 2E’ stata recentemente pubblicata la specifica tecnica UNI/TS 11435:2012 “Criteri di sostenibilità delle filiere di produzione di energia elettrica, riscaldamento e raffreddamento da biocombustibili solidi e gassosi da biomassa - Calcolo del risparmio di emissione di gas serra” elaborata dal gruppo di lavoro GL 1003 "Criteri di sostenibilità della biomassa - Biocombustibili solidi per applicazioni energetiche" del CTI–Comitato Termotecnico Italiano, Ente federato UNI.

La UNI/TS 11435:2012 definisce un elenco di filiere di produzione di energia da biomasse solide e gassose di significativo interesse nazionale e assegna a ciascuna un indice di emissione standard di gas serra tenendo in considerazione il contesto nazionale. Questi valori standard possono essere impiegati per stabilire delle classifiche di sostenibilità relativamente al criterio del risparmio di emissioni di gas serra rispetto ai combustibili fossili di riferimento.
L'elenco di filiere individuato è da ritenersi non esaustivo. La specifica tecnica definisce inoltre delle linee guida per il calcolo del bilancio reale di emissione di gas serra come metodo alternativo all'utilizzo dei valori standard.

Il documento si rivolge a utilizzatori finali e produttori di biocombustibili che operano nell’ambito delle filiere di produzione di energia elettrica, riscaldamento e raffreddamento da biocombustibili solidi e gassosi da biomassa, nonché al legislatore chiamato a regolare e promuovere tali attività.

La UNI/TS 11435:2012 costituisce, quindi, uno strumento utile da utilizzare per la promozione dell'energia rinnovabile prodotta a partire dalla biomassa solida o gassosa e, al tempo stesso, fornisce agli operatori del settore uno strumento per valutare la sostenibilità in termini di risparmio di emissioni di gas serra, in particolare per alcune filiere significative per la realtà italiana. Questo documento si inserisce infatti in un quadro legislativo ampio, descritto in seguito, che non tiene nella dovuta considerazione le filiere nazionali. Un ulteriore carattere distintivo della specifica tecnica è dato dall’utilizzo delle formule di calcolo dei risparmi di gas serra fornite dalla Commissione Europea e quindi perfettamente in linea con le più diffuse metodologie utilizzate nel settore.

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Energia. Tariffa bioraria, ottimizzare i consumi conviene

 

biorariaDoveva essere l'anno della svolta per la "bioraria per tutti", il sistema di tariffazione dell'elettricità che prevede un prezzo di riferimento più alto nelle ore "di picco" (h 8-19 dei feriali) e uno inferiore nelle fasce con minore concentrazione di consumi (h 19-8, week end e festivi). Nel luglio 2010 era infatti progressivamene iniziata la fase transitoria, con un divario limitato tra i corrispettivi delle due fasce al fine di consentire alle famiglie di acquisire abitudini meno energivore. Da inizio 2012 il divario sarebbe stato più accentuato. Invece il differenziale si è oggi molto contratto, riducendo quindi pochi euro il taglio ottenibile in bolletta adottando comportamenti virtuosi (vedere l'articolo a fianco) tanto che l'Autorità per l'energia (Aeeg) ha avviato una riflessione per una revisione del meccanismo. Il mutato scenario non impedisce comunque ai gestori di continuare a proporre, sul mercato libero, le proprie offerte biorarie, facendosi concorrenza anche su altri aspetti contrattuali (si veda sotto). Ma ecco che cosa sapere sulla bioraria per trarne comunque il massimo beneficio.
Presupposto per accedere alla bioraria è che l'utenza sia dotata di contatore elettronico. L'installazione di questi dispositivi – confermano dall'Autorità per l'energia (Aeeg) – è quasi terminata, con percentuali che vedono l'Italia all'avanguardia in Europa: il calendario della delibera Aeeg 292/06 ne aveva infatti previsto il completamento per almeno il 95% dei punti di prelievo entro il 31 dicembre scorso. Può comunque capitare che alcuni consumatori – pur con contatore elettronico – non siano ancora passati alla bioraria. Questo per le fasi della transizione: una volta installato, l'apparecchio deve essere riprogrammato per la lettura a distanza dei consumi per fasce (sempre la delibera 292/06 stabilisce che questa operazione debba terminarsi entro il 30 giugno di ogni anno successivo a quello dell'installazione); e dalla riprogrammazione devono passare tre cicli di fatturazione (con specifico avviso all'utente in bolletta) prima dell'avvio della bioraria. A oggi i contatori elettronici sono stati installati ad oltre il 96% delle famiglie, il 95% sono telegestiti e il 92% riprogrammati. E il 93% dei clienti in maggior tutela (21,2 milioni) è già "fatturato" con prezzi biorari.

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Energia in cerca di efficienza

 

fonti rinnovabiliImmancabile, con l'arrivo dell'inverno e dei consumi record di kilowattora, scatta l'allarme sulla vulnerabilità energetica dell'Italia. Una situazione che quest'anno si è manifestata in tutta la sua gravità, complice la lunga ondata di gelo nell'intera Europa e in particolare in Russia con il rallentamento delle forniture di gas. Mai come in queste situazioni di allarme emerge quanto risolvere la questione energetica sia fondamentale per ridurre la dipendenza dall'estero nonché le spese di approvvigionamento.
Importiamo l'87% dell'energia che usiamo, più della metà dell'energia primaria fossile che adoperiamo ci arriva da tre soli Paesi, sul Pil la fattura energetica pesa per il 3,3%: questo – a grandi linee – lo scenario dipinto dal rapporto «L'efficienza energetica come contributo alla sostenibilità economica» curato da Adriano Piglia, direttore del Centro Studi Safe (Sostenibilità Ambientale Fonti Energetiche), che viene presentato oggi a Roma presso l'Ambasciata della Repubblica di Polonia, alla presenza anche del ministro dell'Ambiente Corrado Clini.
La risposta ai molteplici interrogativi ambientali, energetici ed economici del mondo attuale si può trovare – secondo il rapporto di Safe – proprio in queste due parole: efficienza energetica. «Uno strumento che, pur rappresentando una soluzione complementare alle fonti di energia rinnovabili (Fer) – osserva Piglia – è stato spesso considerato un'alternativa di secondo piano. Eppure costa circa 15 volte meno delle Fer: basti considerare che un intervento medio in efficienza energetica costa circa 2.100 euro/tep mentre per produrre lo stesso tep (con un'eguale emissione di CO2) usando la tecnologia eolica occorrono, su uno stesso periodo di ammortamento di dieci anni, circa 29mila euro/tep».
Invece finora in Italia – come in tutta l'Europa - si è dato più spazio alle fonti rinnovabili, anche con l'adozione di una politica di incentivi sbilanciata a loro favore, quando invece efficienza energetica e Fer rappresentano due strade complementari da percorrere. Non solo per incrementare la sicurezza degli approvvigionamenti, ma anche per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, migliorare la competitività del sistema produttivo, creare nuova occupazione. «Un milione di euro investiti in progetti di efficienza energetica - sottolinea Piglia – possono generano in media 13 posti di lavoro contro i tre o quattro che si realizzano investendo la stessa cifra in Fer. Certo è più complicato fare efficienza perché occorre un approccio più complesso, un cambiamento culturale e si devono superare barriere, anche di informazione, che sono diverse da settore a settore.

Invece va tenuto presente, soprattutto per quanto riguarda le Pmi, che a volte può addirittura non essere necessario investire risorse, ma basterebbe semplicemente cambiare priorità o processo produttivo, magari lanciando in parallelo alcune operazioni». Finora, tuttavia, l'andamento dell'indice di efficienza energetica non ha fatto registrare progressi rilevanti, pur con qualche divergenza tra i diversi comparti: infatti dal 1990 – si legge nel rapporto – l'indice a livello europeo viaggia con un progresso del 10%, mentre a livello italiano si limita al 3,5%, compensato dal miglior andamento solo nel settore dei trasporti e in quello residenziale. Il notevole miglioramento dell'efficienza energetica nei settori di chimica, acciaio e carta non è stato sufficiente però a bilanciare la perdita di efficienza nelle industrie meccanica, tessile e alimentare (si veda il grafico in basso).
Ma anche la dimensione di impresa gioca sulla scelta dell'intervento di efficienza energetica da attuare. «Le aziende da mille dipendenti in su – spiega Piglia – sono tenute a nominare l'energy manager, una professionalità che deve avere competenze specifiche. Le Pmi invece devono trovare sistemi in grado di surrogare questa figura professionale: una soluzione sono le Esco, società esterne che forniscono servizi energetici e altre misure di miglioramento energetico, e che accettando un margine di rischio finanziario, gestiscono il progetto fino al ritorno dell'obiettivo stabilito».
Ma è dalla revisione del sistema degli incentivi che per l'efficienza energetica si attende il vero salto di qualità. «Occorre stabilire dei criteri generali – osserva Piglia – per uscire dall'incertezza che sta bloccando i progetti in questa direzione, con un riequilibrio tra gli incentivi da destinare alle fonti di energia rinnovabile e quelli volti a sostenere l'efficienza energetica. Anche alla luce del Dlgs 28/11, si attendono risposte per una serie di azioni. La defiscalizzazione per gli interventi domestici sta dando buoni risultati, mentre non si sa ad esempio quale futuro avranno i certificati bianchi».

Fonte Il Sole 24 ORE (Rossella Cadeo)

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La sicurezza vincola l'appaltatore

 

sicurezza edilizia 2La Cassazione penale amplia i confini della responsabilità aziendale in materia di sicurezza sul lavoro, nei casi di appalto.
Secondo la sentenza 5420/2012, la mancata elaborazione del documento unico di valutazione dei rischi (noto anche come Duvri), con la conseguente omessa valutazione dei rischi derivante dalle interferenze lavorative tra i dipendenti del committente e quelli dell'appaltatore, è un fatto di per sé produttivo di responsabilità, nel caso in cui si verifichi un infortunio.
La vicenda cui fa riferimento la sentenza si è svolta nel 2007 all'interno di uno stabilimento Fiat, dove un dipendente di un'impresa appaltatrice, nel corso di un intervento di manutenzione presso il reparto stampaggio, è deceduto dopo essere stato travolto da un carrello.
Il pubblico ministero incaricato di seguire la vicenda ha contestato al legale rappresentante dell'impresa committente la mancata elaborazione del Documento unico di valutazione dei rischi, e quindi la mancata valutazione dei possibili rischi derivanti dalle interferenze tra il personale dipendente dal committente e quello dipendente dall'appaltatore.
Il giudice dell'udienza preliminare ha invece escluso la responsabilità penale dell'imputato, in quanto non ci sarebbe stato nesso di causalità tra la mancata elaborazione del Duvri e l'evento mortale. Questo nesso di causalità, secondo il Gup, è mancato in quanto nel corso dell'intervento manutentivo che ha portato alla morte dell'operaio non si è verificata alcuna interferenza tra il personale dipendente della committente e dell'appaltatrice; in particolare, secondo il Gup, la responsabilità va esclusa in quanto non si è verificato alcun contatto rischioso tra i lavoratori.
La sentenza della Cassazione ribalta questa conclusione, contestando innanzitutto la nozione di interferenza adottata dal Gup.
Osserva la Corte che si deve considerare come interferenza non solo il contatto fisico, ma anche tutto quel complesso di attività preventive che le imprese che convivono in un certo luogo di lavoro devono compiere per evitare gli infortuni.

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Università. Sarà premiato il merito

 

ATENEIRivoluzione in vista per il sistema universitario. Dal 23 marzo, infatti, entrano in vigore i nuovi criteri di accreditamento, valutazione dell’attività scientifica, gestione finanziaria.
I cambiamenti principali riguardano l’attivazione dei corsi e l’apertura di nuove sedi, che potranno essere effettuate solo in presenza delle necessarie risorse, la valutazione periodica dell’efficienza didattica, organizzativa e scientifica, l’assegnazione di parte degli incentivi in relazione ai risultati conseguiti. Dalla riforma, nelle intenzioni del Governo, deve venire fuori un sistema più produttivo, al servizio delle aziende, libero dai debiti.
La componente meritocratica dei contributi viene assegnata sulla base del rapporto che Anvur, l’agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, trasmette al Governo entro il 31 luglio.
Si comincia, ovviamente, dalla stagione in corso.
L’Anvur (Agenzia di Valutazione del sistema universitario e della ricerca) si sofferma sull’esame dei risultati conseguiti in termini di didattica, produzione scientifica, gestione finanziaria, capacità di generare contenuti innovativi. Una parte dei fondi viene peraltro destinata al sostegno dei ricercatori che non hanno ottenuto il contratto a tempo indeterminato. Segno evidente del fatto che il capitale umano acquisisce una posizione di primo piano.

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D. Lgs n. 19 del 27/01/2012

Sito ANVUR

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Erasmus per giovani imprenditori. Dall’Ue fondi per 3,1 mln

 

erasmusLa Commissione Europea apre il bando 2012 relativo all’Erasmus per giovani imprenditori. Si tratta di una misura che consente a chi ha intenzione di avviare un’azienda o ha cominciato l’attività da tre anni al massimo di acquisire conoscenze presso un’impresa di uno Stato membro diverso da quello di appartenenza. In questo modo si favorisce l’aumento delle conoscenze, viene incoraggiata la competitività e si crea alla base un rapporto internazionale che consente alla neo azienda di essere presente da subito, e a costi ridotti, su un mercato estero. Il bando appena aperto finanzia le organizzazioni tra soggetti beneficiari, definite intermedie, e ha una dotazione di 3 milioni e 100 mila euro. Le domande devono essere presentate entro il 31 maggio 2012.
Innanzitutto quello di fornire formazione sul campo ai nuovi imprenditori e alle piccole e medie aziende con lo scopo di agevolare un avvio di successo e lo sviluppo della loro business idea. Ma non solo. Altro obiettivo dell’Erasmus è individuabile nella volontà di favorire la condivisione di esperienze e informazioni tra gli imprenditori di Paesi dell’Unione Europea in merito ai problemi comuni da affrontare nel realizzare la crescita delle proprie attività. Entrando nel profilo più attinente agli affari il bando punta a garantire un più agevole accesso ai mercati internazionali e l’individuazione di potenziali partner.

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