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Implementazione di sistemi di gestione: erogazione di voucher alle PMI dalla Camera di Commercio di Napoli

Implementazione di sistemi di gestione: erogazione di voucher alle PMI dalla Camera di Commercio di Napoli

La Camera di Commercio di Napoli, attraverso l’Azienda Speciale S.I. Impresa, promuove l’adozione e l’adeguamento di sistemi di certificazione volontaria nelle piccole e medie imprese di Napoli e provincia con l’intento di favorirne lo sviluppo economico, sociale e produttivo in termini di miglioramento di competitività, di qualità delle produzioni, sicurezza sui luoghi di lavoro e tutela ambientale, nonché di immagine complessiva dell’impresa.

Il bando prevede l'emissione di voucher a parziale copertura dei costi sostenuti dalle imprese fino ad un massimo di 6.000€ (50% del valore complessivo dell'intervento).

Sono ammissibili a contributo le spese connesse all’adozione e/o implementazione di Sistemi di Gestione certificati in base alle seguenti norme tecniche:

  • Qualità: secondo la UNI EN ISO 9001:2015 - Sistemi di gestione per la qualità.
  • Ambiente: secondo la UNI EN ISO 14001:2015 - Sistemi di gestione ambientale - Requisiti e guida per l'uso.
  • Salute e Sicurezza sul Lavoro: secondo la BS OHSAS 18001:2007 (Occupational Health and Safety Assessment Specification).
  • Sicurezza alimentare: secondo la UNI EN ISO 22000:2005 - Sistemi di certificazione della sicurezza alimentare.
  • Agroalimentare: secondo la UNI 22005:2008 - Certificazione del sistema di rintracciabilità nelle filiere agroalimentari.
  • Etica: secondo la norma SA (Social Accountability) 8000:2001 (Responsabilità sociale d’impresa) – Certificazione del grado etico e della responsabilità sociale di un ́azienda.
  • Anticorruzione: secondo la Norma ISO 37001.
  • Energia: secondo la norma ISO 50001.

Per gli interventi sopra citati, sono ammissibili le seguenti tipologie di spese: spese di supporto relative al percorso di certificazione, nei limiti del 25 % dei costi totali sostenuti per la certificazione; spese per corsi di formazione del personale, nel limite massimo del 15 % dei costi totali sostenuti per la certificazione; spese di certificazione.

Le domande dovranno essere inviate esclusivamente mediante l'utilizzo della procedura telematica, collegarsi al sito http://webtelemaco.infocamere.it, dalle ore 9.00 del giorno 30/10/2017 alle ore 9.00 del giorno 30/11/2017, mediante la compilazione di un modulo generato dal sistema, allegando la documentazione indicata nel bando allegato.

Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Tel. 0817607114 dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 12,00.

AdA

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Codice Appalti e Appalti Verdi: novità per chi valuta le proprie emissioni climalteranti

gppIl Governo intende apportare modifiche significative al Codice Appalti (D.lgs. 50/2016), attraverso un Decreto correttivo la cui bozza è stata in consultazione pubblica fino allo scorso 22 febbraio 2017.

Nel quadro delle molteplici prossime rifiniture al Codice Appalti, già peraltro modificato nel 2016 con interessanti novità anche in materia di "Appalti Verdi" (Acquisti Verdi della PA - GPP), si segnala l’Articolo 38 del Decreto correttivo che interviene sull’Articolo 93 del Codice Appalti (“Garanzie per la partecipazione alla procedura”), con alcune modifiche di interesse per gli Operatori economici che hanno operato in direzione del contrasto ai cambiamenti climatici.

Viene infatti introdotta la cumulabilità della riduzione degli importi fideiussori per chi si dota di un Inventario delle emissioni di gas serra (certificato conforme alla ISO 14064-1) o di una Carbon footprint di prodotto (certificata conforme alla ISO/TS 14067) con le riduzioni di cui ai punti precedenti dell’art. 93. Si consideri che l’iter di approvazione di queste modifiche dovrebbe essere realizzato nell’arco di due mesi circa.

Secondo l’attuale schema di cui si è conclusa la consultazione, quindi, nel caso in cui le Aziende appaltatrici abbiano specifiche certificazioni (rilasciate da Enti o Laboratori accreditati) potranno quindi ricevere agevolazioni dalle stazioni appaltanti in termini di riduzione fideiussoria secondo le seguenti %, che in questa ipotesi normativa saranno tra loro cumulabili (con le restrizioni di cui a seguito):

  • Operatore economico con Sistema di Gestione della Qualità certificato (ex ISO 9001): riduzione fideiussione del 50%;
  • Operatore economico con registrazione al sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS): riduzione fideiussione del 30% (oppure, in alternativa) Operatore economico con Sistema di Gestione Ambientale certificato (ex ISO 14001): riduzione fideiussione del 20%;
  • nel caso di contratti relativi a servizi o forniture, qualora per almeno il 50% del valore dei beni e servizi oggetto del contratto stesso siano forniti prodotti Ecolabel UE (il marchio di qualità ecologica dell'Unione Europea sensi del regolamento (CE) n. 66/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2009): riduzione fideiussione del 20%;
  • Operatori economici che sviluppano un inventario di gas ad effetto serra ai sensi della norma UNI EN ISO 14064?1 o una carbon footprint di prodotto ai sensi della norma UNI ISO/TS 14067: riduzione fideiussione del 15%.

Secondo lo schema di decreto, tali riduzioni fideiussorie sono cumulabili e, in tale caso di cumulo, la riduzione successiva deve essere calcolata sull’importo residuale rispetto alla riduzione precedente.

Nei contratti di servizi e forniture si conferma invece non cumulabile con le voci precedenti la riduzione fideiussoria del 30% per gli operatori economici in possesso del rating di legalità, o in possesso della attestazione del Modello Organizzativo (MOG) conforme al D.Lgs. 231/2001, o di certificazione Social Accountability 8000, o di certificazione del Sistema di Gestione a tutela della Sicurezza e della salute dei Lavoratori (SGSL, ex OHSAS 18001), o di certificazione UNI CEI EN ISO 50001 riguardante il Sistema di Gestione dell'Energia, o di qualifica UNI CEI 11352 riguardante la certificazione di operatività in qualità di ESCO (Energy Service Company) per l'offerta qualitativa dei servizi energetici e per gli operatori economici in possesso della certificazione ISO 27001 riguardante il Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni.

AdA

fonte Reteclima

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Certificazione SA 8000. L’Italia è in testa per la responsabilità sociale d’impresa

SA8000L’Italia vanta un primato mondiale che i più ignorano: è la nazione che conta il maggior numero di aziende certificate per la responsabilità sociale di impresa, davanti a India e Cina.

La certificazione in questione si chiama SA 8000, la rilascia Sai (Social Accountability International), organizzazione con sede a New York che riunisce sindacati e multinazionali, attraverso una specifica agenzia chiamata Saas (Social Accountability Accreditation Services). Dal 1997 attesta il rispetto di diritti umani, diritti dei lavoratori, tutela contro lo sfruttamento dei minori e garanzia di sicurezza e salubrità sul posto di lavoro. Tra le certificazioni che si occupano di responsabilità sociale e attengono alla sfera del lavoro è senza dubbio la più diffusa. È una certificazione volontaria ma può essere discriminante nella partecipazione a determinati bandi di gara o richiesta da committenti che stanno dall'altra parte dell'oceano.

Ne sono in possesso 3.490 aziende in giro per il mondo in rappresentanza di 72 Paesi e 65 settori, per un totale di 1,8 milioni di lavoratori. Nessuno come l’Italia, in questi anni, si è mostrato così sensibile al tema: da noi le imprese certificate sono 1.081 per 260.477 dipendenti. Tra queste ci sono nomi importanti del food come Bauli e De Cecco, ma anche dei trasporti come Atm e Ataf o agenzie del lavoro come Adecco. Seguono India, con 953 imprese e oltre 524mila addetti, e la Cina, a quota 654 aziende e più di 366mila lavoratori. Più distaccate Romania (112 imprese certificate), Bulgaria e Vietnam, entrambe a quota 91 aziende. Al contrario di quello che si sarebbe portati a pensare, nazioni abitualmente considerate all'avanguardia nella tutela dei diritti dei lavoratori come Germania e Francia appaiono molto indietro nella classifica per numero di imprese certificate SA 8000.

Perché tutta questa distanza dal vertice occupato dall'Italia? «Qui – commenta Luca Valle, direttore di Cise, uno dei 24 enti che gestiscono il processo di accreditamento e da noi ha accompagnato 600 aziende alla SA 8000 – hanno giocato a favore il lavoro di sensibilizzazione svolto dalle Camere di Commercio e il sostegno offerto da molte regioni. Ma va sottolineato che la differenza la fa l'attenzione che una determinata impresa può avere verso un determinato mercato di sbocco».

Per capirci: all'interno di Saas godono di rappresentanza colossi come Hp, The Walt Disney Company, Gucci e Ciquita. Se vuoi rifornire loro, devi avere il “bollino” SA 8000. Per ottenerlo ci si può anche rivolgere a Rina Services che, a livello internazionale, ha effettuato la certificazione di 500 siti. «Si registra – spiega il direttore tecnico Paolo Salza – una rinnovata attenzione verso questa forma di certificazione, anche in virtù delle opportunità di business che ti si aprono con la clientela più attenta alle condizioni di lavoro».

AdA

Approfondisci e scarica il documento “Monitoraggio delle imprese certificate”

fonte Sole24Ore 262/15 F.P.

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Certificazione etica: aziende italiane da primato

 

Se per le aziende la sficertificazione eticada futura è rappresentata dalla sostenibilità della filiera, allora il Bel paese è sulla buona strada. L’Italia, infatti, è il paese al mondo con il numero più alto di imprese provviste della certificazione etica Sa 8000. Lo rivelano i dati del Social accountability accreditation services (Saas), l’ente che presiede al rilascio delle certificazioni nel mondo.
In particolare, la norma Sa (Social Accountability) 8000, standard internazionale elaborato dall’ente americano Sai, contiene nove requisiti sociali orientati all’incremento della capacità competitiva di quelle organizzazioni che volontariamente forniscono garanzia di eticità della propria filiera produttiva e del proprio ciclo produttivo. Al 30 settembre 2010, i siti dotati di schema Sa 8000 in Italia erano 799, pari al 34,29% delle 2.330 organizzazioni su scala globale. Il nostro paese precede l’India, ferma a 539 siti (il 23,13%), la Cina (339 siti, il 14,55%) e il Pakistan (133 siti, il 5,71 %). Le dimensioni medio-piccole delle imprese nostrane fanno scendere l’Italia al terzo posto della classifica per numero di lavoratori coinvolti dalla Sa 8000. Così, i dipendenti delle imprese italiane certificate sono 199.835, il 14,64% degli 1,36 milioni totali, contro i 351.211 dell’India (al primo posto con il 25,73%) e i 254.972 della Cina (al secondo posto con il 18,68%).
Ma la sostenibilità della filiera deve prendere in considerazione anche altri aspetti come l’approvvigionamento delle materie che spesso avviene oltre i confini nazionali.
Fonte: news.denaro.it

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