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Normazione e Obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030.

Normazione e Obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030.

Pubblicato dall’UNI il Dossier: “Raggiungiamo gli Obiettivi ONU 2030.
La normazione è sostenibilità nei suoi principi ispiratori. Trovare una soluzione condividendola tra tutti i soggetti interessati affinché possa portare a una sua totale applicazione, tenendo in considerazione aspetti economici, sociali e ambientali, costituisce garanzia di sostenibilità.
Applicare la norma vuol dire scegliere consapevolmente una soluzione sostenibile, significa contribuire al raggiungimento degli Obiettivi ONU per l’Agenda 2030.
Il dossier rafforza il messaggio presentando la forte relazione tra UNI e la strategia ONU, nelle diverse attività svolte dal sistema della normazione, nelle fasi di ricerca e innovazione e di sviluppo di prassi di riferimento e norme tecniche.
I primi articoli inquadrano la tematica, focalizzando l’attenzione alla storia dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e il ruolo dell’infrastruttura per la qualità in tale contesto, ruolo che UNI ha assunto formalmente con la definizione dei Grandi Temi in applicazione delle sue Linee Politiche 2017-2019.
Smart cities, economia circolare, digitalizzazione dell’industria, etica, sono solo alcuni degli argomenti che vengono approfonditi in UNI al fine di anticipare gli indirizzi della società ed essere pronti a proporre delle soluzioni condivise ad applicazione volontaria, prima che le trasformazioni culturali siano oggetto di interventi di legislazione.
Il dossier illustra alcuni esempi di relazione tra le attività di normazione e l’implementazione dell’Agenda 2030. Si citano il progetto di UNECE sulla differenza di genere nel mondo della normazione, l’iniziativa finanziata dall’Unione europea per un uso circolare dell’acqua, lo sviluppo sul valore sociale della ricerca responsabile e la sperimentazione per applicare l’economia circolare ai pneumatici.
Vi sono poi le testimonianze sullo sviluppo delle prassi di riferimento, quali la UNI/PdR 25 sulla dieta mediterranea, la UNI/PdR 13 sulla sostenibilità degli edifici e la UNI/PdR 48 sulla sicurezza urbana.
Ovviamente, anche l’attività di normazione nazionale è molta attenta ai temi della sostenibilità, soprattutto nel mondo dei servizi e delle professioni. Perciò si è voluto dare evidenza nel dossier alle norme UNI 11031 (servizi per persone con problematiche di dipendenza da sostanze stupefacenti), UNI 11010 (servizi per l’inclusione delle persone con disabilità), UNI 11402 (educazione finanziaria al cittadino) e UNI 11720 (qualificazione del professionista esperto in salute, sicurezza e ambiente).

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mb
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Filiera del cuoio. Pubblicato un Dossier dall’UNI

Filiera del cuoio. Pubblicato un Dossier dall’UNI

Il dossier appena pubblicato è di particolare interesse per i soggetti che costituiscono la filiera del settore cuoio, pelli e pelletteria, l’intero comparto conciario, quello della trasformazione, gli utilizzatori, i laboratori di controllo pubblici, i laboratori privati e gli istituti di certificazione. Il documento traccia un quadro a 360° delle attività normative relative ad uno dei settori di punta del made in Italy.
Il settore cuoio, pelli e pelletteria vanta ormai 25 anni di intensa attività normativa e in tal periodo il nostro Paese è riuscito a ritagliarsi un posto di rilievo anche a livello internazionale. UNI infatti dal 1991 guida direttamente l'attività europea gestendo Presidenza e Segreteria del CEN/TC 289 "Leather", nonché il Coordinamento e la Segreteria del CEN/TC 289/WG 4 "Technical specifications on the use of leather and terminology".
Tra le 95 norme europee pubblicate, la maggior parte è stata elaborata dagli esperti europei nei 4 gruppi di lavoro (WG) che trattano il materiale “cuoio” per definire gli aspetti ritenuti indispensabili per valutarne le caratteristiche e la classificazione nelle transazioni commerciali. Essi sono: l'analisi chimica, l'analisi fisica, le prove di solidità del colore, le specifiche tecniche sull'utilizzo del cuoio e terminologia.
Relativamente a quest'ultimo aspetto in particolare, sono da segnalare norme sull'etichettatura di finiture in cuoio nei prodotti tessili, sui requisiti per la descrizione del cuoio destinato a usi specifici (quali rivestimento e applicazioni all’interno di autoveicoli) e sulla definizione di alcuni prodotti piuttosto diffusi sul mercato, quali chamois per scopi di pulizia. Parallelamente, l'attività normativa in questo settore è stata costantemente connotata dall’elaborazione di norme nazionali, che non sempre trovano consenso per una proposizione a livello internazionale, ma riflettono caratteristiche del processo di produzione e del prodotto finale che sono peculiari della manifattura italiana.
Alcuni argomenti sono i criteri per la definizione delle caratteristiche di prestazione di cuoi a ridotto impatto ambientale (UNI 11427); le linee guida per i requisiti di servizio applicabile alle lavorazioni conto terzi nel settore conciario (UNI 11416); le caratteristiche dei cuoi destinati all'industria calzaturiera (UNI 10594). Come ultima novità, da circa un anno e per ora trattato solo in ambito nazionale, i soggetti interessati hanno proposto di avviare un nuovo filone di attività normativa, volto a elaborare metodi di analisi per la determinazione dei prodotti utilizzati nella produzione di cuoio, pelle e pelliccia.

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mb

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Gestione delle Risorse Umane. Pubblicato  un Dossier  dall’UNI

Gestione delle Risorse Umane. Pubblicato un Dossier dall’UNI

Pubblicato sul numero di Gennaio di Unificazione & Certificazione il dossier sulla Gestione delle Risorse Umane.
Il dossier fornisce una panoramica sul tema, dal livello più elevato a quello più specifico. La lettura darà la possibilità di apprendere che il valore delle persone costituisce un elemento cardine nella gestione sostenibile e responsabile dell’impresa, prendendo ad esempio proprio l’UNI che, attraverso l’implementazione della linea guida UNI ISO 26000, ha costruito una mappa degli stakeholders che mette al centro di tutta l’organizzazione i collaboratori.
In questo contesto sono di grande rilevanza le norme internazionali pubblicate dall’ISO/TC 260 in materia di Human Governance, che forniscono delle linee guida per la ricerca di personale e la pianificazione della forza lavoro. L’organizzazione del lavoro va pensata come processo che, pur interessato a incrementare le revenues, deve lasciare spazio agli Human Factors, ovvero alla vocazione antropocentrica dell’ergonomia introdotta dalla norma ISO 26800 che descrive i concetti da applicare ai sistemi di lavoro nella progettazione e valutazione di compiti, attività, prodotti, strumenti, attrezzature, organizzazioni, servizi, facilities e ambienti.
Ma la stessa UNI EN ISO 9001 riporta la “partecipazione attiva delle persone” tra i suoi 7 Principi base della gestione per la qualità, supportata dalle linee guida per il coinvolgimento e la competenza delle persone nei sistemi di gestione per la qualità (UNI ISO 10018), mentre grande attesa sta generando il progetto di norma internazionale sulla futura ISO 30401 sui sistemi di gestione della conoscenza, che si affianca alla serie delle norme europee UNI CEN/TS 16555 sulla gestione dellinnovazione, che tiene conto della collaborazione in tutte le sue forme (tra persone, team e organizzazioni) fino a comprendere il potenziale creativo di un’impresa.
Anche l’Italia è stata capace di esprimere delle soluzioni per qualificare la funzione di HR Manager, quando UNI ha elaborato la UNI/PdR 17:2016Profili professionali della funzione Risorse Umane delle organizzazioni”, la prima pubblicazione normativa che definisce univocamente i requisiti relativi ai profili professionali della funzione delle Risorse Umane in azienda, sulla base dei criteri del quadro europeo delle qualifiche (EQF). Tale prassi di riferimento è ora in via di trasformazione in norma tecnica, tenendo in considerazione le diverse esperienze del mercato nazionale, come lo schema sviluppato dall’organismo di certificazione RINA.

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mb

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E’ dedicato all’idrogeno il nuovo Dossier dell’UNI.

E’ dedicato all’idrogeno il nuovo Dossier dell’UNI.

L'idrogeno è uno degli elementi più diffusi sulla terra ed è il gas più leggero del nostro pianeta. E’ presente nell'acqua e in tutti i composti organici e organismi viventi. Incolore e inodore, non è fonte di energia, ma un vettore energetico che potrebbe trasformare il futuro di molti settori e attività umane e potrebbe contribuire a rivoluzionare il sistema energetico mondiale, oggi ancora fortemente dipendente dai combustibili fossili.
L’idrogeno - quindi - offrirebbe soluzioni in campo energetico con le quali si può ridurre o eliminare l’impatto inquinante. Basti pensare al fatto che nei processi in cui si impiega idrogeno come vettore di energia, il principale prodotto di reazione è l’acqua.
L’idrogeno potrebbe pertanto svolgere un ruolo importante per il raggiungimento di quelli che devono essere gli obiettivi del prossimo futuro. Gli impieghi principali per l’idrogeno potrebbero essere quelli di fungere da combustibile per la generazione di energia elettrica e per il trasporto.
Deve tuttavia essere ulteriormente migliorato il rendimento e abbassati i costi; per questo sono in corso di sperimentazione materiali e soluzioni innovative che potrebbero essere pronte nel giro di pochi anni. Ma lo strumento principale il cui sviluppo condizionerà pesantemente la reale affermazione dell’idrogeno come vettore energetico pulito e senza dubbio la cella a combustibile.
Tuttavia i problemi maggiori che hanno frenato fino a oggi un utilizzo in campo energetico dell’idrogeno sono di carattere economico; infatti, da un confronto con le altre fonti fossili, l’idrogeno ha costi più elevati, e ciò ha determinato un ritardo nella sua diffusione. Inoltre, l’idrogeno è altamente esplosivo e pertanto necessita di specifiche e appropriate attrezzature e impianti per la sua produzione, distribuzione e uso.
Un grande aiuto alla futura diffusione e uso dell’idrogeno arriverà certamente dalla normativa tecnica ISO e IEC, nonchè da una nuova iniziativa di standardizzazione lanciata a livello europeo, con la costituzione del Comitato Tecnico CEN/CENELEC TC/6 “Idrogeno”.
Il nuovo Comitato avrà il compito di sviluppare linee di standardizzazione inerenti i sistemi, i dispositivi e le connessioni per la produzione, lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione, la misurazione e l’uso dell’idrogeno da fonti di energia rinnovabili e da altre fonti. Lo scopo include tematiche trasversali come: la terminologia, la garanzia di origine, le interfacce, la gestione operativa, i problemi di sicurezza dell’idrogeno, la formazione e l’educazione.
Inoltre, si occuperà di studiare norme tecniche di sicurezza (riguardanti perdite di gas e rischi associati, aree/zone di pericolo, competenze professionali e formazione) in collegamento con altri Comitati Tecnici CEN; tratterà i criteri di valutazione per classificare l'origine "green" dell'idrogeno prodotto, nonché di reti di distribuzione, incluse quelle per la distribuzione di idrogeno come carburante per veicoli.
Questi sono alcuni dei temi che il dossier intende affrontare, per allargare l’orizzonte futuro della normativa che deve essere sempre più uno strumento tecnico/scientifico a supporto della società.
Il dossier dedicato all’idrogeno vuole iniziare ad affrontare una tematica molto vasta e complessa e per diversi aspetti ancora sconosciuta; pertanto, non tratta in modo esaustivo il tema e per alcune questioni vi è l’impossibilita di fornire delle risposte o di fare chiarezza, ma certamente vuole contribuire a porre una giusta attenzione a questo settore molto
promettente, che avrà una forte ricaduta nel campo della normativa tecnica nazionale e internazionale.

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mb

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Valutazione della Conformità. Nuovo Dossier dall’UNI

Valutazione della Conformità. Nuovo Dossier dall’UNI

Il dossier pubblicato sulla rivista U&C di giugno è dedicato al settore della valutazione della conformità.
Dopo una doverosa introduzione generale e un approfondimento sui principi relativi alla certificazione dei sistemi di gestione, il dossier fornisce degli spunti su alcuni dei tasselli più significativi e recenti della valutazione della conformità.
Per definizione la “valutazione della conformita” e la “dimostrazione che requisiti specificati relativi ad un prodotto, processo, sistema, persona od organismo, sono soddisfatti” (UNI CEI EN ISO IEC 17000:2005, punto 2.1) il che, a prima vista, potrebbe sembrare un concetto persino semplice e circoscritto.
Ma come spesso accade nelle norme tecniche e nelle note che si trovano delle utili “dritte” per comprendere appieno la portata del concetto in questione e allora, nella fattispecie si
apprende che “il dominio della valutazione della conformità comprende attività […] quali: prova, ispezione e certificazione, così come l’accreditamento di organismi di valutazione della conformità”.
Da tale nota si desume che la valutazione della conformità e un vero e proprio “dominio” di
normazione, che comprende un insieme di attività non propriamente banali. In effetti l’organo tecnico che presidia questo settore di attività, l’ISO/CASCO, e stato fondato quasi cinquant’anni fa (1970) e ha sempre avuto uno status particolare nel pur variegato sistema ISO.
Ad esempio, nei i suoi primi 25 anni di attività l'ISO/CASCO ha prodotto praticamente solo guide (ossia documenti d’indirizzo per gli “addetti ai lavori” della normazione), mentre oggi tali guide sono divenute i tasselli di un “mosaico normativo” tra i più rigorosi e strutturati: la serie di norme ISO/IEC 17000.
In Europa tali norme supportano uno dei dispositivi legislativi più complessi e rilevanti, ossia il “New Legislative Framework”, che regolamenta niente meno che l’insieme delle cosiddette “infrastrutture della qualita”1 mentre a livello nazionale le ultime norme di tale serie presentano uno dei codici di denominazione più“pesanti” mai concepiti: “UNI CEI CEN/CLC ISO/IEC” seguito dal numero della norma. Non si tratta evidentemente di un nuovo ed incomprensibile tecnicismo burocraticoformale,
bensi della testimonianza della trasversalità di tali norme che si applicano a tutti livelli e a tutti i settori della normazione, compreso il settore elettrotecnico: un vero e proprio esempio di normazione.

mb

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"Gestione dell'Innovazione" - Il quadro normativo in un dossier dell'UNI

dossier feb 2017L'innovazione,  per quanto sia spesso caratterizzata da un'estrema complessità di processi e di interazioni, da una multidisciplinarità di competenze, nonché da elevate necessità di risorse ed altrettanto elevati rischi permane tutt'ora un’attività scarsamente strutturata e vissuta troppe volte ancora in maniera estemporanea o non sistematizzata nella quasi totalità delle PMI, che costituiscono la base del tessuto industriale italiano.
Considerando che proprio quest'ultimo sia quello che, attraverso un efficace gestione dell’innovazione, possa trarre maggior beneficio dalle norme della futura serie ISO 50500 per finalizzare meglio sul mercato la sua riconosciuta creatività e genialità, è fin da ora auspicabile l’impegno diretto sia allo sviluppo di tali norme, sia alla loro massima diffusione da parte delle organizzazioni e dello stesso Governo, che, in ottica di una migliore allocazione delle risorse dedicate all’innovazione, potrebbe considerare l’opportunità di prevedere forme di assessment/audit, premi ed incentivazioni all’innovazione, per quelle imprese/organizzazioni che si saranno organizzate adottando forme di gestione dell’innovazione adeguatamente strutturate ed efficaci.
Il dossier cerca quindi di fornire un quadro, il più possibile coerente e contestualizzato, di quanto sin qui acquisito ai vari livelli CEN e (soprattutto) ISO, nonché di quanto è lecito attendersi nel prossimo futuro sul tema della gestione dell’innovazione.

mb

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Fonte: UNI

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Accessibilità. Disponibile un nuovo dossier dell'UNI

Dossier UC 1 2017Milioni di persone nel mondo sviluppano diverse tipologie di disabilita; un quarto di tutti i cittadini dei paesi sviluppati hanno piu di 60 anni e, entro il 2050, la maggior parte di questi paesi avra raggiunto questo livello di popolazione anziana. L'accessibilità quindi e sempre più un problema in quanto la popolazione mondiale invecchia e le persone con disabilita chiedono pari condizioni di accesso alla vita sociale, politica ed economica.
Le norme tecniche possono stabilire linee guida utili ai produttori e ai fornitori di servizi per progettare prodotti accessibili a tutti. Ma come definire che cosa si intende per "accessibilità"? Una definizione ampiamente accettata riferisce alla "misura in cui prodotti, sistemi, ambienti e servizi possono essere utilizzati da persone provenienti da una popolazione con la più ampia gamma di caratteristiche e capacita per raggiungere un obiettivo specifico in uno specifico contesto d'uso".
Sia a livello ISO sia a livello CEN esistono Guide, Comitati Tecnici e norme pubblicate relative all'accessibilità di prodotti e servizi.
Il presente dossier elenca le principali attività normative attualmente presenti al CEN e all'ISO.
La nuova Guida ISO 71 (trasposta al CEN con la CEN/CENELEC Guide 6) con il titolo "Guida per l'integrazione del concetto di accessibilità nelle norme" aiuterà coloro che sono coinvolti nel processo di sviluppo normativo a prendere in considerazione i problemi di accessibilità quando si elaborano o si sottopongono a revisione le norme, in particolare per gli aspetti mai considerati prima. Sarà anche utile per i produttori, progettisti, fornitori di servizi e gli educatori che hanno un particolare interesse per l'accessibilità.
Il dossier, attraverso la presentazione dei concetti che orientano le regole verso l'accessibilità e l'illustrazione di alcune esperienze normative, cerca di evidenziare, quanto la normativa possa essere fondamentale nella definizione di utili concetti per la progettazione di prodotti accessibili a tutti.

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"Impianti a gas: l’evoluzione della specie". Dall'UNI un nuovo Dossier.

GAS IMPIANTIUn settore come quello del gas combustibile, pur non associabile direttamente alla “new economy” si sta mostrando, anche per i non addetti ai lavori, dinamico e in continua evoluzione (basti pensare all’imponente piano di sostituzione dei contatori tradizionali con gli smart meter e alla possibilità di produrre in maniera diffusa il biometano per immissione in rete/autotrazione).
Nondimeno questa indicazione si è rivelata applicabile anche al settore del post contatore. Sembra ancora di sentire l’eco dei “nuovi materiali” che si affacciavano sul mercato e alla conseguente elaborazione delle UNI/TS di riferimento (pubblicate tra il 2008 e il 2009) che siamo arrivati a fine 2015 con la pubblicazione della nuova serie UNI 7129 Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e messa in servizio, suddivisa in 5 parti, e della norma terminologica UNI 7128 Impianti a gas per uso civile - Termini e definizioni.
Nel frattempo ci si è dovuti confrontare la strategia europea di riduzione dei consumi e delle emissioni che si è concretizzata con l’emanazione delle Direttive Eco-design ed Etichettatura energetica (Labelling) e dei relativi Regolamenti attuativi, fino ad arrivare al nuovo Regolamento europeo sugli apparecchi a gas (GAR) che ha sostituito la precedente direttiva GAD, passando per la qualificazione/certificazione delle figure professionali che operano sugli impianti a gas a valle del contatore.
Il contesto di riferimento, a livello economico, legislativo e regolatorio, è cambiato e la normazione si aggiornata ed evoluta, tuttavia non possiamo certo ritenere conclusa l’attività. 
Si attendono novità in materia di norme di prodotto, norme di progettazione, installazione e messa in servizio e norme di verifica.

mb

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Pubblicato il Dossier UNI sulle Professioni non regolamentate.

logo uniAd oltre cinque anni dell’istituzione della Commissione Tecnica UNI “Attività professionali non regolamentate” è possibile tracciare un sunto di quanto sin qui esperimentato e acquisito in questo nuovo ambito normativo, intrinsecamente inter-settoriale e portatore di specificità impattanti, certamente meritevoli di approfondimento.
Il dossier si pone dunque l’obiettivo di inquadrare le suddette attività in una logica “di sistema”, coerente con la volontà dell’UNI di affrontare la materia secondo un approccio strutturato e trasversale, capace cioè di comprendere le numerose variabili di contesto esterno, tipicamente di carattere legislativo e socio-economico, così come quelle interne, ossia inerenti il processo normativo e la sua efficace applicazione all’ambito specifico.
Per queste ragioni il dossier può considerarsi suddiviso in tre parti:

  • Parte introduttiva: costituita dai primi tre contributi, che riassumono le pietre angolari sulle quali è stato edificato l’approccio UNI allo sviluppo della normativa tecnica di settore e le relative peculiarità in termini di processo normativo e strumenti specifici sin qui sviluppati.
  • Parte istituzionale: riconducibile ai contributi provenienti da due major stakeholder delle attività in esame, ossia Ministero dello Sviluppo Economico e Accredia, che tracciano rispettivamente una sintesi delle esperienze maturate nel primo triennio di applicazione della Legge 04/2013 e nelle attività di certificazione e accreditamento pertinenti, non senza alcune stimolanti considerazioni prospettiche;
  • Parte applicativa: rappresentata dai tre articoli di approfondimento specifico riguardanti una norma di recente pubblicazione, la UNI 11618 sulla figura professionale del Controller, e due progetti ormai prossimi ad ultimare l’iter normativo, ossia quelli riguardanti l’Insegnante di Yoga e il Mediatore familiare.

La speranza è quella di fornire un “campione” il più possibile “rappresentativo” e “stratificato” di un sistema indubbiamente complesso, ma che continua a rappresentare una delle sfide più stimolanti e pervasive per l’intero sistema UNI.

mb

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Fonte: UNI

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L'impatto del settore tessile e abbigliamento sull'economia e sulla società. Nuovo Dossier UNI

TESSILE ABBIl settore tessile e abbigliamento svolge un ruolo chiave nell'economia e per il benessere sociale in molte nazioni europee, si possono infatti contare 185 000 aziende del settore che impiegano quasi 2 milioni di persone e generano un fatturato di 166 miliardi di euro, rappresentando circa il 6% dell'occupazione nel settore manifatturiero totale in Europa.
Il settore è principalmente costituito da piccole o medie imprese, e le aziende con meno di 50 dipendenti rappresentano oltre il 90% della forza lavoro e producono quasi il 60% del valore aggiunto. I maggiori produttori del settore sono i cinque paesi più popolosi dell'UE: Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Insieme, essi rappresentano circa tre quarti della produzione europea.
L'industria tessile europea è leader anche a livello globale, con esportazioni dell'UE verso il resto del mondo che rappresentano oltre il 30% del mercato mondiale, mentre il mercato tessile UE è uno dei più importanti in termini di dimensioni, qualità e design. Il settore tessile mantiene il ruolo di leader mondiale grazie alla sua specializzazione in manufatti di fascia alta, e alla sua flessibilità, nonché al continuo adeguamento della sua struttura al mercato, e allo sviluppo di prodotti che affrontano nuove esigenze (come i tessili tecnici).
Il settore sta infatti intraprendendo un cambiamento radicale per mantenere la propria competitività sviluppando prodotti con un maggiore valore aggiunto. L'industria tessile copre una vasta gamma di attività che comprende le lavorazioni per conferire ai tessuti le proprietà visive, fisiche, ed estetiche (come ad esempio il candeggio, la stampa, la tintura) richieste dai consumatori; le trasformazione delle fibre naturali (cotone, lino, lana, ecc.) o sintetiche (poliestere, poliammide, ecc.) in filati e tessuti da utilizzare in prodotti tra cui: vestiti, tappeti e altri rivestimenti del suolo in
materie tessili, tessuti per la casa (biancheria da letto, da tavola o da cucina), tende, tessuti tecnici o industriali.
L'impatto di tale settore nella vita quotidiana è pertanto più che rilevante. Il settore è stato oggetto di una serie di trasformazioni radicali negli ultimi decenni, a causa di una combinazione di cambiamenti tecnologici, l'evoluzione dei costi di produzione, l'emergere di importanti concorrenti internazionali.
A livello legislativo il settore risponde al Regolamento (UE) n 1007/2011 relativo alle denominazioni delle fibre, all'etichettatura e alla composizione fibrosa dei prodotti tessili. Il Regolamento allinea le leggi di tutti i paesi UE, tutela gli interessi dei consumatori, e riduce il rischio di frode. In base a quanto riportato nel Regolamento, i prodotti tessili devono essere etichettati o marcati ogni volta che vengano resi disponibili sul mercato. L'indicazione della composizione fibrosa di un prodotto è obbligatoria in tutte le fasi della lavorazione industriale e della distribuzione commerciale di tale prodotto.

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