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Energie rinnovabili e installatori: tempo fino al 31 dicembre per la formazione In evidenza

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installazione fotovoltaicoPiù tempo, per le Regioni, per attivare i programmi di formazione obbligatoria per gli installatori di Fer (cioè di impianti alimentati ad energia rinnovabile). Ma, soprattutto, una chance per i tecnici che si devono abilitare di ottenere, finalmente, i corsi obbligatori. Senza i quali, da agosto, potrebbe diventare impossibile esercitare il proprio lavoro nei territori (quasi tutti) che non si sono ancora messi in regola.

La modifica all’articolo 15 del Dlgs 28/2001 (modificato dalla legge 90/2013) è contenuta in un emendamento al decreto Milleproroghe, approvato dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera. Il nuovo termine (fissato inizialmente al 31 dicembre 2013 e poi posticipato al 4 agosto 2016) scadrà al 31 dicembre di quest’anno. Dietro a quello che pare un semplice slittamento di una data, si nasconde un nodo complesso, che rischia (se non approvato in via definitiva) di bloccare l’intero settore.

Per capire la questione ripercorriamola dall’inizio. Nel 2011, il Dlgs 28 (emanato in attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili) ha stabilito una serie di requisiti per gli installatori di impianti ad energia rinnovabile (un settore che, secondo le proiezioni di Cna, coinvolge circa 80mila imprese in Italia). Successivamente, la revisione effettuata dalla legge 90/2013 ha sancito che tutti gli installatori abilitati, secondo il Dm 37/2008, alla data del 4 agosto 2013, sono automaticamente qualificati, ma per mantenere l’abilitazione devono frequentare ogni 3 anni 16 ore di aggiornamento. Per tutti gli altri, è obbligatorio effettuare un corso di formazione di 80 ore, superare un esame finale e proseguire con l’aggiornamento periodico.

Il compito di stabilire i programmi dei corsi spetta alle Regioni (che hanno competenza primaria in tema di formazione) secondo lo standard formativo stabilito dalla conferenza Stato-Regioni. Tuttavia, con l’eccezione di Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria, nessuna Autonomia si è messa in regola. Inoltre, anche i governi locali che si sono attivati, lo hanno fatto solo per i corsi di aggiornamento e non ancora quelli di formazione. E’ evidente, a fronte di questo spaccato, che il termine del 4 agosto 2016 è troppo ravvicinato perché la situazione possa consentire alla Regioni di mettersi al passo con i tempo e a tutti i tecnici (di conseguenza) di rispettare l’obbligo di legge.

«Stando così le cose – spiega Guido Pesaro, responsabile nazionale Cna per l’installazione degli impianti – il rinvio della scadenza contenuta nel Milleproroghe è vitale. Il rischio, infatti, è che a partire da agosto i tecnici che operano nelle Regioni dove non sono stati attivati i corsi di formazione non sappiano più come muoversi. Tutti fuori legge, ma per un’inadempienza che non dipende da loro. Senza contare che, per chi lavora a cavallo fra due territori, l’uno adempiente e l’altro no, il rischio che gli venga impedito di operare o peggio che il lavoro effettuato possa essere contestato, con tutte le sanzioni del caso, è reale».

Sull’intera questione pende, infine, il verdetto che potrebbe uscire dal referendum costituzionale del prossimo autunno: le competenze primarie in materia di energia e di infrastrutture (e forse anche in tema di formazione) potrebbero tornare allo Stato, risolvendo così il cronico problema della frammentazione delle norme del settore.

AdA

fonte Sole24Ore 46/16 SR e MCV