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Sicurezza alimentare. Da settembre restyling per la ISO 22000

igiene alimentareLa norma UNI EN ISO 22000 sui sistemi di gestione per la sicurezza alimentare si rinnova. Dopo nove anni, per la certificazione internazionale più importante del settore, diffusa in tutto il mondo, si apre un processo di revisione strutturale, necessario per adeguarsi sia alle mutate esigenze del mercato sia ad una maggiore sensibilità dei cittadini, sempre più attenti al tema dell’alimentazione e dei consumi consapevoli.

L’avvio dei lavori di revisione della norma è previsto per il mese di settembre e, proprio in vista di questa attività, l’ISO chiede a tutte le organizzazioni e le istituzioni attive in campo agroalimentare, oltre che ai consumatori, di partecipare alla discussione con contributi di idee e considerazioni sul futuro della norma.

La ISO 22000 “Sistemi di gestione per la sicurezza alimentare - Requisiti per qualsiasi organizzazione nella filiera alimentare”, come si ricorderà, è stata pubblicata nel 2005 allo scopo di definire e armonizzare gli standard preesistenti in materia di sicurezza alimentare, attraverso il metodo HACCP, strumento di gestione dei rischi messo a punto per il settore alimentare dalla Commissione del Codex Alimentarius, istituita dalla FAO e dall’OMS.

Il processo di revisione della norma sarà svolto dall’ISO/TC 34/SC/17, “Management system for food safety” che da giugno a settembre completerà l’indagine sullo stato dell’arte dello standard di certificazione, esaminando i contributi e i pareri che organizzazioni e consumatori potranno inviare a UNI, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure direttamente all’ISO, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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Ogm, la UE delega gli Stati

ogmToccherà all'Italia, presidente di turno dell'Unione europea da luglio in poi, negoziare con il Parlamento l'accettazione dell'accordo raggiunto ieri tra i Ventotto sul tema controverso degli organismi geneticamente modificati (Ogm). Dopo una lunga trattativa, i governi hanno trovato un compromesso. La Commissione potrà autorizzare l'uso di specifici Ogm in Europa, ma i singoli paesi potranno a loro volta bloccarne la coltivazione sul loro territorio nazionale. «Le questioni relative alla vendita e all'importazione degli Ogm continueranno a essere regolate a livello europeo», si legge in un comunicato del Consiglio dopo l'accordo raggiunto ieri a Lussemburgo.
«La coltivazione, tuttavia, potrebbe richiedere maggiore flessibilità in alcuni casi poiché il tema ha forti dimensioni nazionali, regionali e locali». Il mercato mondiale dei semi che producono organismi geneticamente modificati ha avuto nel 2013 un valore di 16 miliardi di dollari.
Molti paesi europei sono favorevoli agli Ogm. Attenta a un settore agricolo nazionale particolarmente forte e influente, la Francia invece è stata il capofila di un gruppo di stati membri che in questi anni ha bloccato un accordo, e chiesto nei fatti la possibilità di opt-out. L'intesa prevede che i paesi membri possano chiedere alla società di adattare «la portata geografica» della sua autorizzazione fino a impedire la coltivazione «in parte o nell'insieme del suo territorio».
Inoltre, il singolo paese potrà decidere «sulla base di nuove e obiettive circostanze» di introdurre limiti fino a due anni dopo la concessione dell'autorizzazione da parte della Commissione europea. L'esecutivo comunitario continuerà infatti a dare il benestare per la coltivazione a livello europeo. Già ieri Bruxelles ha preannunciato che intende autorizzare la coltivazione del mais transgenico TC1507, del gruppo Pioneer, anche se non ha precisato da quando.
Dinanzi ai timori di molti, dal 2004 non vi è stata più alcuna autorizzazione alla coltivazione di Ogm in Europa. Solo l'importazione di prodotti Ogm è stata consentita. Attualmente, l'unico prodotto Ogm coltivato nell'Unione è un tipo di grano messo a punto da Monsanto. L'accordo di ieri è stato permesso dal benestare della Francia e della Germania che hanno apprezzato il margine di flessibilità, tanto che Berlino ha già annunciato che intende bloccare l'uso di Ogm sul suo territorio.
In Italia, l'associazione di categoria Assobiotec ha criticato il compromesso raggiunto a Lussemburgo: «Siamo di fronte ad un accordo assurdo - ha detto il presidente di Assobiotec Alessandro Sidoli -. Mi domando che senso abbia dotarsi della normativa più severa al mondo, che richiede di fornire accurati dossier scientifici, e poi lasciare agli Stati membri la possibilità di decidere su basi di fatto non oggettive».
Coldiretti e la Confederazione italiana agricoltori hanno invece approvato l'intesa.
La partita ora passa al Parlamento perché la materia è soggetta a procedura di codecisione. Toccherà alla prossima presidenza italiana dell'Unione, negoziare con l'assemblea di Strasburgo una intesa definitiva.
Nel luglio 2011, il Parlamento europeo aveva dato il suo benestare di principio al compromesso di opt-out presentato a suo tempo dalla Commissione europea, ma già ieri gli ambientalisti hanno preannunciato battaglia per modificare un'intesa di cui sono critici.

Autore: Romano Beda

Fonte: Il Sole 24 Ore

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Sicurezza alimentare. Conclusa la consultazione online sulla linea guida per l’esposizione a pesticidi

EFSASi è da poco conclusa la consultazione pubblica online indetta dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare - EFSA sulle nuova linea guida riguardanti l’esposizione di operatori, lavoratori agricoli, residenti e astanti ai pesticidi. L’iniziativa - in linea con la politica di trasparenza dell’Autorità europea - è stata realizzata con l’obiettivo di ricevere commenti dalla comunità scientifica e dalle parti interessate sul tema dell’esposizione ai pesticidi, definizione con cui si indicano genericamente i prodotti fitosanitari, ovvero le sostanze utilizzate per proteggere le colture e impedire che vengano distrutte da malattie e infestazioni.

I pareri espressi possono potenzialmente essere pubblicati sul sito web dell’Efsa dopo la valutazione da parte di un competente gruppo di lavoro. Qualora vengano recepiti, possono far parte integrante della linea guida. La nuova linea guida recentemente pubblicata dall’Efsa ha lo scopo di fornire uno strumento per la valutazione del rischio da esposizione non alimentare a pesticidi utilizzabile dalle autorità competenti, dai richiedenti l’autorizzazione all’immissione in commercio, dai valutatori del rischio, nel contesto del regolamento CE 1107/2009. La linea guida non è uno strumento con validità legale, ma ogni valutazione fatta con criteri diversi da quelli dettati dal documento deve essere giustificata scientificamente.

Nell’elaborazione della nuova linea guida c’è stata una revisione della qualità dei dati utilizzati per i modelli di esposizione e sono stati valutati nuovi dati sperimentali disponibili. Inoltre, alle base del lavoro di revisione sono state poste trasparenza e tracciabilità dei dati, riproducibilità dei risultati e sono stati esaminati solo i database che consentono un libero accesso ai dati utilizzati. Il lavoro dell’Efsa è partito dalle conclusioni di un’opinione scientifica fornita dall’Autorità nel 2010 su richiesta della Commissione Europea.

La linea guida recentemente pubblicata è accompagnata da un foglio di calcolo utilizzabile dai valutatori del rischio in tutti gli Stati membri per la valutazione dell’esposizione di operatori, lavoratori agricoli, astanti, residenti. Inoltre, deve poter essere utilizzata per la valutazione del rischio da esposizione a prodotti fitosanitari nei procedimenti normativi utilizzati per l’autorizzazione all’immissione in commercio. La linea guida è un supporto indispensabile per i valutatori del rischio da esposizione a fitofarmaci perché propone uno strumento per uniformare l’approccio alla valutazione del rischio da esposizione che dovrebbe essere adottato da tutte le parti interessate.

Nel nuovo documento le categorie interessate alla valutazione del rischio di esposizione sono gli operatori – cioè chi applica il prodotto fitosanitario – i lavoratori agricoli che si trovano ad operare nel luogo in cui il prodotto è stato usato, i residenti dei luoghi in cui un fitofarmaco si utilizza e gli astanti, ovvero coloro che si trovano a passare nel momento dell’applicazione del prodotto. Individuate le categorie, la procedura per la valutazione del rischio proposta nella guida si articola in quattro livelli.

AdA

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